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Autore: Blzbp91    03/02/2013    2 recensioni
Misty, la capo palestra di Cerulean city, trascorre le proprie giornate ad allenare pokémon e a combattere contro gli sfidanti; ma una sua vecchia conoscenza tornerà a far parte della sua vita ...
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Brock, Lucinda, Misty, Un po' tutti | Coppie: Ash/Misty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Nota dell'autrice - Ricordate cosa avevo scritto nella scorsa nota? Che la sfiga mi perseguita! Ecco ... non ha smesso! Nei giorni scorsi ho cambiato nickname e mi è venuto un colpo perché tutte le mie storie risultavano bacate (in pratica non si vedeva un tubo); fra l'altro non avevo NULLA salvato sul pc, perché l'ho formattato di recente. Ringrazio infinitamente Erika per avermi aiutato a recuperare le mie storie! Grazie, Erika! Ti venererò fino alla morte! E scusa per il disturbo ... comunque d'ora in poi, per una questione di sicurezza, salverò le mie storie su una pen drive (di Angry Birds ... molto carina u.u). Buona lettura!

- Sei già tornata? - Ash, stravaccato sul divano in soggiorno, si accorse repentinamente della presenza di Misty.
- Ti dispiace? - Domandò lei, cercando di non curarlo.
- No, che dici … - Disse Ash, infastidito dalla pungente ironia della ragazza. - Credevo che ti saresti intrattenuta di più … -
- Mi è bastato vedere Pikachu! Avevo pensato di portarlo qui, ma poi, sulla via di casa, ha deciso di tornare indietro … credo che dovresti dedicargli più tempo, Ash … mi è sembrato parecchio dispiaciuto … forse si sente trascurato … -
- Gli ho dedicato una vita. - Ribatté lui, gelido. - E poi vado al laboratorio ogni giorno! Questo week end sarà un’eccezione … inoltre, non dimenticare che a breve ripartirò e quindi staremo a contatto ventiquattro ore su ventiquattro … -
- Beh, potevi approfittarne per trascorrere del tempo col tuo pokémon in un contesto più disteso, più rilassato … ma … sarà meglio che io taccia, anche perché non ho alcuna voce in capitolo … comunque mi ha fatto piacere rivederlo dopo tanto tempo! -
- C’era il professore al laboratorio? - Chiese Ash, sviando l’argomento.
- No, c’era Gary. - Misty sorrise. - Abbiamo chiacchierato un po’ … certo che è proprio cambiato … è diventato così … adulto. -
- Tu dici? Per me è il solito. - Replicò Ash. Poi continuò: - Misty … -
- Sì? - La ragazza si voltò verso l’amico: conosceva bene quell’intonazione.
- Ecco … mi dispiace molto per prima … mi riferisco all’atteggiamento di Lucinda … avrebbe dovuto essere più gentile, ma è una persona un po’ complicata … ti prego, cerca di comprenderla, sono sicuro che in futuro le cose andranno meglio … -
- Figurati, Ash. - Rispose Misty in maniera cupa. - Non la conosco … né pretendo di starle a genio … però … c’è una cosa che mi ha ferito … -
- Cosa? -
- Il fatto che tu non abbia cercato minimamente di dif … -
 
Qualcuno bussò alla porta.
 
- Oh, deve essere Brock. - Iniziò Ash, un po’ imbarazzato.
- Ah … Brock … - Ripeté Misty: il cuoco provetto non poteva scegliere un momento più opportuno per rompere le scatole?
- Vado io … - Ash, molto pesantemente, si alzò dal divano e si diresse verso l’ingresso della sua casa. Quando aprì la porta, però, non c’era nessuno. - Uh? Che significa? Qualcuno è in vena di scherzi? -
- No, Ash! Guarda lì! - Misty lo raggiunse e notò che nell’aria volteggiava un adorabile Pelipper. - Probabilmente qualcuno ti ha inviato una lettera. -
- Pelippeeeeer! - Il pokémon si avvicinò ad Ash e dal suo enorme becco cacciò proprio una lettera sigillata.
- Grazie. - Ash sorrise al pokémon, che, avendo ripreso a volare, si allontanò.
- Chi te la manda? - Domandò Misty, non facendosi gli affari suoi.
- Pare che sia di Vera. - Ash la scartò e iniziò a leggerla. - Caro Ash, scusa se mi faccio sentire solo ora, ma non sapevo come contattarti dato che non ho il tuo numero di casa. Io e Drew non potremo venire da te, causa sciopero dei treni. Probabilmente arriveremmo a Pallet solo lunedì. Scusaci tanto. Con affetto, Vera. -
- Che fregatura … - Commentò Misty.
- Già … che peccato … ci tenevo davvero tanto … -
- Dai, non ti preoccupare. Perché non posticipi la tua partenza? -
- Posticipare la mia partenza? -
- Sì! - Esclamò Misty. - In fondo siamo in estate! Se partirai qualche giorno dopo, di certo non cascherà il mondo. So che hai invitato anche Gary … non è sicuro di raggiungerci perché è oberato dai suoi impegni … magari potremmo organizzare questa rimpatriata un altro giorno, in modo tale da permettere agli altri di sistemare le proprie faccende e di venire qui senza problemi … -
- Sei sempre un genio, Misty. - Ash le sorrise; lei arrossì: incredibile, le faceva sempre lo stesso effetto. Nonostante fossero stati lontani per anni, adesso si comportavano proprio come ai vecchi tempi.
- Senti … - Cominciò la rossa. - Lucinda dov’è? Che fine ha fatto? -
Ash s’intristì: - E’ in camera da letto. Abbiamo litigato. -
- Eh? Quando? - 
- Prima … tu eri già uscita per andare in laboratorio … -
- Ah … ehm … mi dispiace … - In realtà il cuore di Misty scoppiava di gioia. - Qual è il motivo? Non sarà per il confronto, se così vogliamo definirlo, che abbiamo avuto prima io e lei? -
- Lasciamo perdere … - Concluse Ash con fare disfattista. - Anzi, adesso vado in camera a cercare di calmarla … questi litigi mi hanno davvero stufato! -
- Litigate spesso? - La domanda di Misty fu spontanea e naturale, non riuscì a trattenerla. - Oh … scusa, forse sono stata indiscreta … -
- Te ne parlerò un’altra volta, adesso vado da lei. - Ash licenziò Misty e si diresse verso la sua camera: ovviamente ciò indispettì non poco la capo palestra di pokémon d’acqua, ma era già giunta alla conclusione che scene del genere si sarebbero ripetute spesso. Ma era così difficile da accettare … 
 
Nel frattempo, Ash era entrato nella sua stanza: Lucinda era stesa sul letto e sembrava che stesse dormendo.
 
Il ragazzo le si avvicinò, si sedette sul letto e con una carezza le spostò le ciocche di capelli che le coprivano il volto. Gli occhi di Lucinda, inizialmente, erano chiusi, ma prima che Ash potesse rendersene conto, si aprirono in maniera istantanea:
 
- Sei sveglia! - Esclamò Ash, spaventato dall’espressione depravata della ragazza.
Lucinda rise: - Sei proprio un tonto. Non so quante volte ti ho giocato questo scherzetto. - La mora si sedette accanto ad Ash, mentre, con le mani, cercava di rimettere apposto i propri capelli. - Non è necessario che tu sia qui. -
- Avevo il bisogno di vederti … - Sussurrò Ash, intento a fissare il pavimento.
- Sei venuto per chiedermi scusa? - Domandò Lucinda con un ghigno.
- Dobbiamo smetterla. - Disse Ash, continuando a non guardare la sua fidanzata.
- Dobbiamo smettere di fare cosa? - Chiese lei con calma.
- Di comportarci da bambini. -
- Io non sono una bambina. -
- Invece sì. - Questa volta lo sguardo di Ash si posò sul viso di Lucinda. - Te lo ripeto per l’ultima volta, Lucinda: Misty, per me, è solo un’amica. Punto. Non voglio che tu continua a provocarmi … ormai è da un po’ che stiamo insieme, no? Non riesci proprio a fidarti di me? -
- Quella vuole andare a letto con te. - Affermò Lucinda, impegnata a osservare lo smalto rosso che aveva sulle unghie. - E credo proprio che la cosa sia reciproca. -
- Adesso basta! - Ash alzò la voce e di scatto balzò dal letto. - Sei una calunniatrice! Ma come ti saltano in mente pensieri così idioti?! Sei una stupida, Lucinda! -
- Calmati! - Anche Lucinda non fu da meno. - Nessuno ti autorizza ad alzare la voce con me! - Pure lei, nel frattempo, aveva deciso di discutere in piedi.
- Nessuno ti autorizza a sparare idiozie come quelle che sei solita dire! - Ribatté Ash.
- Ah, dico idiozie? - La ragazza sorrise. - Allora lasciami. -
Ash sospirò, esasperato, ma tutt’un tratto sembrò più calmo: - Vieni qui. -
 
Lucinda guardò Ash di sfuggita e non accennava a muoversi di un centimetro.
 
- E va bene, ho capito … - Ash, debolmente, si avvicinò alla ragazza e l’abbracciò. - Ti prego, non litighiamo. - La sua voce era dolce e intensa. Come aveva fatto a cambiare nel giro di un minuto? Precedentemente sarebbe stata una cosa impensabile.
- Oh, Ash … - Anche Lucinda si ammorbidì. - E’ che ho tanta paura di perderti, capisci? Mi dà fastidio quando lei ti parla … -
- Lucinda, per favore. - Ash si distaccò leggermente. - Ti ho già detto che per me è un’amica … o meglio, se proprio devo essere sincero … è l’amica a cui tengo di più. Ma questo, Lucinda, non vuol dire che io provi amore nei suoi confronti! E’ come una sorella per me! Ti prego, cerca di comprendere le mie parole … altrimenti finirò per impazzire … e poi la vedrò solo in questi giorni … dopodiché … potrebbero trascorrere altri anni … non potrei manco innamorarmi di lei … non ci sarebbe nemmeno il tempo materiale! Mi capisci, Lucinda? -
La ragazza simulò una sorta di piagnucolio: - Va bene, Ash, scusa … - I due si abbracciarono e si scambiarono un lungo e appassionato bacio. - Ti amo. -
- Anche io ti amo. - Rispose il ragazzo con fare rassicurante. - Cerca di essere gentile con Misty. Lei non vuole sfidarti, né fare a gara per qualcosa … è una bravissima persona, te lo garantisco! -
- Basta parlare di lei, già lo fai ininterrottamente da quando ci conosciamo. -
Ash arrossì a causa dell’imbarazzo: effettivamente parlava molto spesso di Misty, con chiunque gli capitasse a tiro. Ma Ash non era assolutamente innamorato di lei! Semplicemente provava nei suoi confronti un bene stratosferico, incommensurabile. Gli pareva impossibile pensare a Misty come una probabile compagna di vita … dopo tutto quello che avevano trascorso insieme, poi. Ed era certo che anche Misty fosse della sua stessa opinione.
- Dai, scendiamo in cucina. - Propose Ash.
- Devo prima farmi un bagno rigenerante, ci vediamo tra un paio d’ore … - Lucinda si diresse verso il bagno e chiuse la porta a chiave.
Ash era ancora in apprensione: possibile che la sua relazione con Lucinda non presentasse momenti di serenità o quantomeno di stabilità? Ogni giorno veniva fuori un buon pretesto per litigare. E, chissà come mai, a prescindere dalla motivazione, almeno una volta usciva di mezzo il nome di Misty: Misty è una stronza, Misty è una puttana, Misty vuole andare a letto con te, che andasse al diavolo, quella Misty. Ash non sopportava l’immaturità di Lucinda e non tollerava che al centro delle sue paranoie ci fosse proprio Misty; non gli andava che la propria fidanzata apostrofasse in quel becero modo la sua migliore amica, ma molte volte, per quieto vivere e per esasperazione arrivata al limite, era costretto a tacere e a mettere una pietra sopra a quelle inutili discussioni.
 
Parecchio desolato e rassegnato, Ash si diresse verso la cucina, dove trovò Misty; la ragazza sembrava parecchio preoccupata:
- Qualcosa non va? - Domandò Ash.
- Potrei chiederti la stessa cosa … - 
- Ah … hai sentito … fantastico … - Mormorò Ash.
- No, non fraintendere! Non ho origliato i vostri discorsi! Ho sentito Lucinda urlare, ma non ho capito di cosa parlavate … sono uscita per una questione di discrezione … spero che sia tutto ok … -
- Nulla di grave. - Concluse Ash, sorridendo forzatamente. - Sarà meglio avvertire Vera e Drew … dirò loro che possono venire qui lunedì e trattenersi per qualche giorno … tu, Tracey, Brock e Gary potrete prolungare la vostra vacanza. -
- Sei sicuro? - Domandò Misty. - Non mi sembra che l’atmosfera sia delle migliori. -
- Lo so. - Ash sbuffò. - Ma non posso di certo disdire tutto … -
- Se per te è un problema, io posso andarmene. -
- Ma, Misty … -
- Dico davvero, Ash. - La ragazza era seria. - C’è un po’ di maretta tra te e Lucinda, eh? Probabilmente noi altri vi saremmo d’impiccio. Quindi … -
- Sei molto gentile, Misty … ma non voglio che tu te ne vada. -
Il battito cardiaco della ragazza accelerò notevolmente: - Oh … ok … volevo solo esserti d’aiuto … nient’altro … -
- Sei davvero grande. - Ash continuò con i complimenti. - Ma non c’è motivo perché tu debba andartene, dico sul serio … -
- Se proprio insisti … -
 
Il discorso dei ragazzi fu interrotto da uno strano evento. 
 
- Misty … non senti anche tu … ? -
- Sì … mi tremano le gambe … -
- Oddio! - Urlò Ash. - E’ il terremoto! -
 
Le pareti di casa Ketchum, costellate da numerose crepe, cominciarono a tremare sempre più vigorosamente, emettendo un rumore assordante. Nello stesso momento alcuni oggetti posti sui mobili caddero per terra, frantumandosi in mille pezzi.
 
- Dobbiamo uscire! - Esclamò Misty, coprendosi la testa.
- C’è Lucinda in bagno! - Gridò Ash disperato.
- Cosa?! - Domandò la ragazza. 
- Vado a farla uscire! - Ash si avviò verso la scala.
- E’ pericoloso, Ash! - Misty, incurante del suo stesso avvertimento, istintivamente seguì il ragazzo, già intento ad arrampicarsi sugli scalini. Nel frattempo la scossa non accennava a cessare.
 
I due ragazzi sentirono la voce di Lucinda provenire dal bagno: - Aiuto! Aiuto! -
 
- Lucinda, sto arrivando, resisti! - Ash cercò di scavalcare due step alla volta, ma il movimento sismico gli impedì di avanzare, facendolo ruzzolare verso il basso.
- Ci penso io! - Con grande maestria, Misty evitò Ash con un salto e continuò a scavalcare quella che sembrava una salita insormontabile; nonostante il terribile fracasso, la rossa riuscì a raggiungere la porta del bagno; Lucinda indossava un accappatoio e giaceva a terra, sfinita. Fortunatamente era riuscita ad aprire la porta, ma non accennava a muoversi.
 
- Lucinda, riesci a sentirmi? - Misty cercò di comunicare con la ragazza di Ash mentre la caricava sulle proprie spalle, ma non ricevette risposta.
 
Intanto il rumore e il movimento sussultorio diventavano sempre più forti e penetranti.
 
Misty non si scoraggiò: con Lucinda in groppa, scese a tutta velocità le scale, riuscendo a non precipitare come aveva fatto Ash prima.
Il ragazzo si trovava ancora lì, dolorante a causa della caduta: - Ti aiuto io! - Esclamò lui, prendendo Lucinda in braccio.
 
I due, a grandi passi, si avviarono verso l’uscita, ma quella volta Misty non riuscì a mantenere l’equilibrio.
 
- Ahia! -
- Misty! - Ash si voltò dopo essersi accorto del la caduta dell’amica.
- Sto bene! - La ragazza si rialzò subitaneamente e afferrò la maglietta di Ash; nel giro di qualche secondo, i tre riuscirono a scampare il pericolo.
 
Dopo poco il terremoto cessò.
 
- Siamo salvi! - Esclamò Ash: aveva il fiatone.
- Ash! Come sta Lucinda? - Domandò Misty, sprofondata a terra a causa dello spavento.
- Ora controlliamo! - Ash fece stendere Lucinda a terra; la mora non aveva ancora ripreso conoscenza.
 
Nel frattempo, tutto il vicinato si era messo in salvo uscendo dalle proprie abitazioni: la paura era stata davvero notevole. Era da parecchio tempo che non si verificava un terremoto del genere.
 
- Lucinda! - Ash scosse il corpo della ragazza, la quale reagì quasi subito.
- Ash … - Lucinda aprì lentamente gli occhi e sorrise: - sono ancora viva. -
- Grazie a Dio sì! - Esclamò Ash con contentezza. - Ho temuto il peggio! -
- E’ tutto ok … - Lucinda richiuse gli occhi, probabilmente era ancora sotto shock.
- Misty, io non so come ringraziarti … ehi … - Ash si rivolse verso l’amica, ma la sua attenzione fu catturata da qualcosa. 
- Cosa c’è, Ash? - Domandò la rossa, ignara di tutto.
- Misty, ti sta uscendo del sangue dalla bocca! - Esclamò Ash totalmente spaventato.
- Eh? - La ragazza portò una mano alle labbra ed effettivamente era vero; si era ferita alla bocca e manco se n’era accorta. - Mi sono spaccata il labbro inferiore … a causa della paura non ho nemmeno sentito il dolore … non preoccuparti, Ash, dopo in casa … -
- Non preoccuparti un corno! - Ash sembrò arrabbiato. - Non ce la faccio a vederti così! Avanti, entriamo in casa! Devi medicarti prima che prenda infezione! -
Misty rimase sbigottita da quell’atteggiamento che, per quanto brutale, poteva definirsi di certo anche protettivo: - Se proprio insisti … ma … Lucinda? Non possiamo lasciarla qui! -
- Signora Williams! - Ash, a gran voce, chiamò una donna: probabilmente era la sua vicina di casa. - La prego, presti attenzione a questa ragazza. Le prepari un po’ d’acqua e zucchero. - Senza nemmeno ascoltare la risposta della donna, Ash prese per mano Misty e insieme entrarono in casa.
- Ash, può essere pericoloso! - Esclamò un uomo, mettendolo sull’attenti.
- Non si preoccupi, signor Fitz. Usciremo quasi subito. -
Misty guardava la sua mano, intrecciata con quella di Ash: era da tempo che non avevano un contatto fisico così diretto … nonostante la tragicità della situazione, quella sensazione così calda le pervase tutto il corpo facendola sentire decisamente meglio … 
 
Entrati nell’abitazione, Ash e Misty si guardarono intorno: in fondo il terremoto non era stato poi così distruttivo; certo, si era formata qualche crepa, alcuni vasi si erano rotti, ma non c’era alcun danno irreparabile.
 
- A parte i cocci e le crepe, mi sembra tutto ok … - Iniziò Misty.
- Sì, ma penseremo dopo a questo. Aspetta qui, vado a prendere il disinfettante e le medicazioni … - Ash, a passo deciso, si allontanò da Misty, la quale, ancora parecchio imbambolata, trovò difficoltà a sedersi: cadendo aveva battuto con la zona lombare della schiena  e poi col muso; insomma, non proprio un atterraggio indenne.
 
Ash tornò in fretta, si sedette accanto a Misty e s’impegnò a curarle le ferite.
 
Calò uno strano silenzio su di loro, ma Misty fu ben decisa a spezzarlo:
 
- Però … sei diventato bravo … -
- Eh, già … - Rispose Ash, mentre mostrava la sua dimestichezza con quella roba. - Potrei benissimo essere un infermiere … -
- Infatti, molto preciso … -
 
Il silenzio tornò e sembrò non voler più andare via.
 
- Grazie. - Disse Misty, dopo essere stata curata.
- Grazie a te. - Rispose Ash, mentre sistemava il kit medico. - Se non fossi intervenuta tu, probabilmente Lucinda se la sarebbe vista davvero brutta … -
- Lucinda! - Esclamò Misty. - Andiamo a vedere … -
- Dopo, Misty. Sono esausto. -
- Ok … -
 
Ash continuò a stare in silenzio e Misty gettò la spugna: non voleva ottenere un risultato controproducente e quindi pensò di zittirsi e di parlare solo quando Ash l’avrebbe voluto. 
 
- Che disastro … - Commentò il ragazzo dopo una lunga pausa. - non volevo che questo week end iniziasse così … -
- Non è colpa tua. - Ribatté Misty. - Il terremoto è un evento naturale e come tale non lo si può programmare … -
- E’ vero … -
 
- Ash! - Una voce familiare richiamò l’attenzione di Ash e Misty.
- Ma questo è Gary! - Esclamò il moro, riconoscendo il timbro dell’amico.
- Sì, è proprio lui. - Misty e Ash si affrettarono a uscire, dove trovarono un Gary trafelato e stanco.
- Meno male che anche tu stai bene, Gary. - Disse Ash.
- Misty, cosa ti è successo?! - Il castano, allarmato, si rivolse alla rossa e ignorò Ash: i cerotti attaccati sul bel volto di Misty gli dovettero procurare uno shock.
- Non preoccuparti, Gary, sto bene. Solo qualche graffio. - Misty lo rassicurò.
- Meno male … - Il ricercatore tirò un sospiro di sollievo.
- Di me non t’interessa, eh? - Chiese Ash irritato.
- Sinceramente no. - Rispose Gary in modo secco. - Comunque è pericoloso stare in casa. Uscite. -
 
Trascorse un’intera giornata: Misty, Ash e Gary stazionarono fuori casa Ketchum, ma non parlarono molto; Ash si era parecchio incupito dopo quello che era successo e Misty non voleva forzarlo; Gary, dal canto suo, era silenzioso in ogni occasione.
 
Lucinda era rimasta per tutto il giorno a casa della signora Williams e continuava a dormire; i vicini, poco alla volta, erano rientrati nelle loro case.
 
- Sarà meglio che torni al laboratorio … - Disse Gary alzandosi; nel frattempo il sole era calato.
- Resta qui, non preoccuparti. - Disse Ash, seduto a terra. - Ma Tracey e il professor Oak? -
- Non sono a Pallet, hanno saputo del terremoto e hanno detto che torneranno domani … allora vado … -
- Mi hai sentito? - Stizzito, Ash ribadì il concetto: - Ho detto che puoi rimanere qui. -
- Non voglio arrecarti fastidio. -
- Ma che dici, Gary? - A intervenire fu Misty. - Abbiamo trascorso una brutta esperienza e mi sento male alla solo idea di lasciarti da solo nel laboratorio … è vero che ci sono i pokémon, però … a proposito, Pikachu! -
- Non vi agitate. - Gary era flemmatico, come al solito. - I pokémon avvertono le frequenze delle onde sismiche molto prima di noi uomini … e quindi trovano subito un rifugio sicuro … è il loro istinto naturale … -
- Dici davvero, Gary? - Domandò Ash, parecchio preoccupato.
- Sì. Ti dirò, se ora tornassimo al laboratorio, rischieremmo di non trovare alcun pokémon. E anche se fossero rimasti all’interno, come puoi vedere non è crollato. - Gary indicò la struttura scientifica che giaceva sulla collina più alta di Pallet. - E’ tutto ok, ragazzi … -
- Se lo dici tu, ci credo. - Misty sorrise e Gary arrossì.
- Accetto volentieri il vostro invito. E’ ora di entrare. -
 
I tre tornarono nella villetta e Ash preparò, di fretta e furia, qualcosa da mangiare.
 
Dopo cena, Gary andò subito a dormire, Misty lavò i piatti e Ash uscì dalla casa.
 
Misty si accorse dell’assenza del ragazzo e lo raggiunse. 
 
- Ash. - Cominciò la rossa. - Sei andato da Lucinda? -
- Non ancora. - Disse Ash. - Adesso è tardi, andrò domani … -
- Sei ancora scosso a causa di quello che è successo oggi, vero? - Domandò Misty, avvicinandosi all’amico.
- Sì, molto … ho temuto che Lucinda morisse … -
- Beh, è stato anche un mio timore … siamo stati fortunati … -
- Sì … ma … non è solo questo … -
- E cos’altro? -
- Nulla. - Ash sorrise. - Avevo dimenticato quanto fossi coraggiosa. -
- Cosa? -
- Dico davvero, Misty. Hai avuto fegato. Qualcun altro, al tuo posto, non l’avrebbe fatto. Senza contare che Lucinda non ti ha trattato nel migliore dei modi … -
Misty corrugò la fronte: - Credi che in quel momento io mi sia fermata a pensare a come Lucinda mi aveva trattata? Certo, non è stata carina con me, ma non per questo l’avrei lasciata al suo destino! -
Ash sorrise ancora di più: - E’ per questo che ti adoro, Misty … sei così … così … non so spiegarlo nemmeno io … -
 
Misty indietreggiò, imbarazzata più che mai: - Ash, non sono una supereroina. Ho fatto quello che ho ritenuto giusto fare, stop … -
- Ti ripeto che non tutti l’avrebbero fatto … tu sei una persona eccezionale e io l’ho sempre pensato! E’ per questo che mi dispiace quando …  quando … -
- Quando? -
- Niente. - Concluse Ash. - Sai, ora ti dirò una cosa che ti sembrerà assurda … -
- Come se non bastasse tutto quello che è accaduto oggi … - Sospirò la ragazza, sedendosi accanto ad Ash. 
- Questa la devi sentire … anzi, in realtà mi fa bene parlarne … -
- Dimmi tutto, Ash. -
- Sai perché oggi io e Lucinda abbiamo litigato? -
- No, non lo so. -
- Per te. -
- Per me? -
- Sì. Litighiamo quasi sempre per te, Misty. -
- Eh? Ma … perché? -
- Lucinda è convinta che io sia innamorato di te … e che questo sentimento sia corrisposto … - Ash rise leggermente.
 
Misty rimase totalmente impietrita; non tanto per le allusioni di Lucinda, quanto per la risata di Ash, quasi come se quest’ultimo ritenesse una cosa del genere totalmente ridicola.
 
- E … e perché Lucinda pensa questo? -
- Perché è paranoica. - Rispose Ash. - Io parlo spesso dei miei vecchi viaggi e quindi parlo anche di te! Ogni volta che nomino la parola “ Misty “ la prende a male … e finiamo per litigare … ma io non voglio che si comporti così … -
- Anche perché non ne ha motivo, giusto? -
- Esatto … me e te insieme … è così … surreale … -
- Già … surreale … - Ripeté Misty, che rideva per non piangere.
- Ecco. Lo dicevo io. Anche tu sei della mia opinione, vero, Misty? Io e te siamo come fratello e sorella! -
- Ash, vado a dormire … - Misty si alzò di scatto, mentre cercava di trattenere le lacrime.
- Eh? Ma stiamo parlando! -
- E’ … è che sono molto stanca … continueremo la conversazione domani, ok? -
- Oh … ok … notte, Misty … - Disse Ash un po’ deluso.
 
La ragazza non rispose, ma si precipitò di corsa nella camera dove doveva dormire; durante il tragitto si coprì gli occhi con l’avambraccio per frenare le lacrime che, inesorabilmente, scendevano. Ora sì che ne aveva avuto la conferma.
 
Maledetto il giorno in cui Ash era tornato a Cerulean city e l’aveva invitata a casa sua.
 
Voleva realmente la verità? No, non la voleva. Non quella.
 
Sarebbe stato meglio vivere nell’illusione.
 
I singhiozzi di Misty erano ben udibili. Erano giunti anche alle orecchie di Gary, che durante tutto quel tempo, non aveva potuto fare a meno di spiare la conversazione avvenuta tra Misty e Ash.
 
Continua ...
  
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