Cap. I
“Il
bersaglio ha appena oltrepassato il punto A,avete trenta secondi per prendere
posizione…”
“Ricevuto,signore.”
“…non
ammetterò errori questa volta,fate attenzione…”
“Sissignore.”
“…d’ora
in poi mantenete il silenzio radio.”
“Come
desidera,signore.”
L’altoparlante
cessò di ronzare. L’uomo, nascosto dietro un cespuglio, lanciò uno sguardo
verso l’albero alla sua destra,per assicurarsi che il suo compagno fosse
pronto.Ricevuto un gesto di conferma,tornò a fissare il sentiero;mancava poco.
A
distanza di secondi vide comparire un’ombra sulla strada,al limitare del suo
campo visivo:era dannatamente veloce,anche se
non più di quelle che avevano visto la sera prima.
Imbracciò
l’arma,portandola più vicina al viso coperto;una medaglietta su cui era raffigurata
un’icona sacra dondolò nel vuoto per un istante,pendendo dal curioso
marchingegno;fissò il volto di quell’uomo che,ignaro della loro
presenza,percorreva di corsa il sentiero. Respirò.Gli chiese perdono.Il
silenzio della foresta fu riempito da un tremendo accordo,che risuonò
lontano,fra gli alberi,cupo e sconvolgente.
L’ombra
cessò improvvisamente di muoversi,e cadde rigidamente al suolo.
Questa
notte erano stati fortunati.
L’uomo
si inginocchiò,posando la parte anteriore dell’arma al suolo,perché potesse
reggerla con la sola mano destra. Guardò verso l’alto : il suo partner era
ancora in posizione, e sorvegliava la strada. Con la mano libera riattivò
l’altoparlante :
“Missione
compiuta,signore,il bersaglio è stato abbattuto; attendiamo istruzioni.”
“Ben
fatto,ragazzo.Rimanete in zona,potrebbero arrivarne altri.”
“Ricevuto,signore.”
Il
ronzio cessò nuovamente.
Un
terzo uomo si palesò dalla parte opposta del sentiero;in silenzio si avvicinò
al corpo e lo trascinò lontano dalla strada.
Il
primo uomo gli fece cenno di sbrigarsi.
Il
ragazzo accovacciato sul ramo alla sua destra lo guardò,sorridendo.
“Si
muore di freddo,stanotte;lo odio,questo posto”,disse,tentando di spezzare la
tensione,ma le sue parole non parvero sortire l’effetto desiderato.
Con
lo sguardo rivolto verso il basso,fissando la punta di quell’arma,l’uomo ne
poggiò la parte posteriore contro il proprio addome,così da liberare anche
l’altra mano.
“Sai
bene che non possiamo farci niente.Dobbiamo obbedire agli ordini…”
Posò
la mano destra sulla punta del congegno e,senza distogliere lo sguardo dal
terreno,lentamente,la fece risalire,fino a toccare una piccola catenina.Chiuse
nella mano la medaglietta che ne pendeva.
“Sicuro
di sentirti bene?”,chiese quieto il ragazzo,continuando a fissarlo.
Non
giunse risposta.
“Paus,”,continuò,”…lo
so cosa ti passa per la testa e…”,sospirò,”sai come la penso”,esitò per un
momento e riprese,più velocemente “ non puoi lasciare che le tue convinzioni
religiose ti ostacolino sul lavoro,e poi lo sai,quelli non sono esseri
umani,sono…mostri”.
Paus
continuava a fissare il terreno.
“Si,”,rispose,”lo
so,ma…”,la voce gli rimase in gola, ‘quando muoiono,le loro urla sono identiche
alle nostre’,avrebbe voluto aggiungere;con la punta del pollice destro
strofinava la piccola icona.
“Ma
è il nostro lavoro”,riprese il ragazzo,” anzi,più che un lavoro,è un dovere;lo
dicesti tu stesso…ricordi?”
“Sono
cambiate molte cose da allora”
“Anche
tu sei cambiato”
Solo
allora Paus sollevò lo sguardo verso il suo compagno,per vedere che era tornato
a sorvegliare il sentiero.
Trasse
un profondo respiro.La spia rossa sulla radio si era illuminata;stavano
tentando di contattarli.
Lasciò
che la medaglietta dondolasse nuovamente nel vuoto,e attivò l’altoparlante:
“Il
bersaglio ha appena oltrepassato il punto A. Tenetevi pronti ad agire”
Più
tardi,la stessa notte,da un anonimo terrazzo,un ragazzo insonne fissava il
cielo con i suoi occhi azzurri,godendosi il fresco che la sera portava tra i
suoi sempre spettinati capelli.
Aveva
sentito delle voci,in paese,di misteriose sparizioni;non che ne fosse
estremamente preoccupato,ma,comunque,non riusciva ad essere totalmente
tranquillo.
La
sua solitudine,comunque,non era destinata a durare ancora a lungo;con un
silenzioso sbuffo di fumo,qualcuno si materializzò a poca distanza da lui.
Prontamente si voltò,trovandosi faccia a faccia con il più accanito lettore delle opere del maestro Jiraya.
“Sempre all’erta,eh?”,chiese l’uomo,scherzando.
“Ovviamente,maestro”
Kakashi si avvicinò alla ringhiera,e vi si poggiò,fissando il cielo.
“Cos’è,Naruto?Non riesci a dormire?”
“Sono preoccupato,maestro,sa…per quegli incidenti,nella foresta…”,rispose il ragazzo,portandosi alla destra del maestro;entrambe le mani sul metallo della ringhiera,lo sguardo verso la strada sottostante.
“Incidenti?…mi piacerebbe fosse così…stanotte altre due sentinelle non hanno fatto ritorno…”
Naruto lo guardò,in un misto di stupore e confusione.
“Allora è vero…c’è…c’è qualcosa nella foresta…”
Kakashi non rispose;respirò a fondo e si riportò in posizione eretta.
“Bisogna fare qualcosa”,riprese il ragazzo.”
“E cosa?”,chiese quietamente il maestro,”non possiamo permetterci un grosso dispiegamento di forze,potrebbe essere interpretato dagli altri paesi come l’organizzazione di un’offensiva nei loro confronti…si rischia un incidente diplomatico…”
“E allora?”,lo interruppe bruscamente Naruto,”non servono certo centinaia di uomini per perlustrare la foresta”
“Potresti lasciarmi finire di parlare?”
Naruto balbettò qualcosa di somigliante ad una scusa.
“Abbiamo provato ad inviare diverse sentinelle,ma,come ben sai,alcune di loro non hanno fatto ritorno;quelle che,invece,sono tornate al villaggio,non hanno avuto niente di anomalo da segnalare”
“Capisco”,disse Naruto,con un filo di voce.
“Comunque sono venuto anche per dirti che l’Hokage ha dato ordine di formare piccoli team di perlustrazione,e ho pensato che avresti voluto farne parte.”
“Ovviamente!”,rispose sorridendo,”si passa all’azione!Nonna Ts..”
Kakashi lo interruppe.”Non riferirti a lei in quella maniera”
Naruto chiuse la bocca.”Si,maestro”.
“E ora vedi di andare a riposare,si sta facendo tardi e domani farai bene ad essere in forma”
“Si ma…e lei non va a dormire?!”
Kakashi gli sorrise,e,con un elegante gesto,scomparve.
“Uff…”,sbottò Naruto,rivolgendo un ultimo sguardo al cielo,”tanto vale andare a letto”,e si incamminò verso la porta sulle scale.