I Fiori del Male
Per te, Madonna, mia
signora, innalzerò un segreto altare nel profondo
della mia afflizione, e scaverò nell'angolo più
nero del mio cuore, lungi
d'ogni affetto umano e da sguardi schernitori, una nicchia d'azzurro
smaltata e
d'oro, dove tu starai eretta, Statua, piena di stupore
Si rigirò nel letto
prima di aprire gli occhi.
C’era ancora il suo calore, il loro profumo.
Un sogno o forse un incubo,
non riusciva a dare un significato alla notte appena
trascorsa.
Finché non lo vide.
Inginocchiato di fronte al camino.
Lei accarezzò il cuscino e sospirò.
“Raccontami di Parigi.”
Klaus si voltò, le fiamme riflesse sul viso.
“Certe cose, mia cara, non si possono raccontare.”
“Me le farai vedere?”
Un ghigno sul volto di Klaus.
“Ti farò vedere il mondo, mia cara.”
Lei lo guardò
mentre tornava a sdraiarsi sul letto e lui le baciò le
labbra.
“Il mondo intero sarà tuo.”
La voluttà
unica e suprema dell'amore sta nella certezza di fare il
male.
E l'uomo e la donna sanno che nel male è ogni
voluttà
“Che cosa hai
fatto?”
Spalancò la porta della stanza e lo guardò.
“Quello che era necessario.”
Seduto in poltrona con un bicchiere di whisky in mano,
lei lo maledisse o forse maledisse se stessa.
Le era stata insegnata la differenza fra male e bene.
La camicia di lui sporca di sangue, le mani.
Le stesse mani che sapevano accarezzarla e forse amarla.
“Sono morti tutti.”
La sua voce era flebile come la sua volontà.
E Klaus
riempì
un'altra volta il bicchiere.
“Una morte giusta.”
Sorrise, quel sorriso che non voleva mai dire felicità.
Lo guardò ancora mentre gettava la camicia sporca nelle
fiamme.
Male, bene, amore.
Si perse.
E il cuore trafitto,
che il dolore ogni giorno alletta,
muore benedicendo la sua freccia.
L’amore ora lo sapeva
era qualcosa di lacerante.
Aveva amato, aveva amato lui con tutto quello che aveva.
Amarlo nel bene e nel male.
Guardarlo e trascinarsi dietro di lui.
Cambiarlo non era possibile.
Accettarlo, comprenderlo, forse.
Biasimarlo.
Le macchie di sangue non andavano via,
così come l’amore non si sbiadiva.
Tutto di lei gli apparteneva tranne quello.
Si tolse l’anello e si inginocchiò sul letto.
Klaus entrò nella stanza, riuscì a malapena a
vedere
l’ultima fiammata.
Un urlo straziante, di chi?
Strinse fra le mani la cenere, ultima cosa rimasta di lei
e un biglietto.
“Questa è l’unica cosa che ho fatto per
me stessa.”
Angolo autrice.
Il titolo e le citazioni a ogni
inizio pezzo, come molte di
voi avranno già riconosciuto, sono di C.
Baudelaire.
Questa piccola flash nasce da un sogno che non potevo non mettere per
iscritto;
La lei non ha un nome, io ho un idea di chi potrebbe essere ma vorrei
che
ognuna di voi ci vedesse chi meglio crede o preferisce.
Si ringraziano Ania e Angel (<3) per il fangirlare isterico e la
maggior
parte delle volte senza senso su Klaus. Ania ricordati che devi
Writtahhhhhhh.
E grazie mille a J per la revisione.
Ora costringo pure a
leggere personaggi che non si conoscono (<3)
Alla prossima storia
Con affetto
Noemi