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Autore: Acinorev    10/02/2013    16 recensioni
“Che ne dici di tenere un piccolo diario? – mi ha chiesto poco fa, - Così quando crescerà leggerà di noi e di come ci siamo sentiti.” Mi dispiace dirlo, ma l’idea non mi ha entusiasmato molto e ancora non mi convince: forse perché tu non sei ancora qui con noi. In ogni caso, la mia opposizione non è servita a niente e sono stato obbligato a iniziare questo diario.
Non so di preciso cosa scriverò e non so se alla fine ne uscirà qualcosa di buono, ma ti prometto che ci proverò, anche perché tua madre saprebbe come farmi sentire in colpa.
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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"See you soon."


13 Settembre  2012
 

Ehm, ciao.
Sono tuo padre, Harry.
Dio, mi sento così stupido a scrivere queste cose: di sicuro quando le leggerai mi prenderai in giro per anni. Beh, per discolparmi devo dirti qualcosa su tua madre, Bethany: è testarda. Quindi, se dovessi mai discuterci, sappi che non riuscirai mai a farti dare ragione. Te lo dico perché sono reduce proprio da una discussione con lei e il risultato sono io, seduto al tavolo della cucina, con questo pezzo di carta tra le mani: “Che ne dici di tenere un piccolo diario? – mi ha chiesto poco fa. - Così, quando crescerà, leggerà di noi e di come ci siamo sentiti.” Mi dispiace dirlo, ma l’idea non mi ha entusiasmato molto e ancora non mi convince: forse perché tu non sei ancora qui con noi. In ogni caso, la mia opposizione non è servita a niente e sono stato obbligato a iniziare questo diario.
Non so di preciso cosa scriverò e non so se alla fine ne uscirà qualcosa di buono, ma ti prometto che ci proverò, anche perché tua madre saprebbe come farmi sentire in colpa.
 
Bene, dopo questa lunga, lunghissima premessa, direi che posso iniziare davvero questo diario. Iniziare… Con cosa? Forse presentandomi per bene? Sì, forse sarebbe un buon inizio, sapere chi è tuo padre intendo.
Vediamo… Mi chiamo Harry (anche se questo lo saprai già quando  leggerai questo diario... Ps: odio sempre di più tua madre e questa idea), ho 19 anni e a quest’ora dovrei essere all’università, ma la mia pigrizia mi ha costretto a prendermi un anno sabbatico. Anche lei è molto testarda, come tua madre, e mi accompagna per la maggior parte delle mie giornate, di nuovo come tua madre. Quindi sappi che, se mai dovessi odiare lo studio, io ti capirò. O forse dovrei sgridarti? Scusa, non sono ancora pratico di queste cose, ma prometto di migliorare.
Vivo con Bethany da quando ha scoperto di essere incinta di te, un mese fa, anche se la sopporto da un anno e mezzo. Detto tra noi, è la cosa che amo più sopportare. Tranquillo, non sono sempre così sdolcinato, non preoccuparti: credo che non sarò uno di quei padri tutti baci, coccole e parole dolci, va bene lo stesso?
 
Oh, scusa, ma ora devo andare: la lasagna nel forno si sta bruciando e Bethany è sotto la doccia. (È lei la cuoca della casa, io so mettere insieme pochi ingredienti, che molto spesso sono latte e cereali)
A presto.
 
Harry.

 

"You’re just a small bump unborn, in four months you’re brought to life.
You might be left with my hair, but you’ll have your mother’s eyes.
I’ll hold your body in my hands, be as gentle as I can,
but for now you're a scan of my unmade plans.
A small bump in four months, you’re brought to life."

 

20 Novembre 2012

Lo so, sono in un tremendo ritardo. L’”A presto” dell’ultima volta non era veritiero, ma cerca di capirmi: non è facile per me scrivere un diario da far poi leggere al mio futuro figlio; è già strano pensare che mio figlio nascerà tra quattro mesi e mezzo.
Sì, tra quattro mesi e mezzo sarai finalmente tra di noi e ti chiamerai Alexander. Ti piace? Spero di sì, perché dovrai sopportare questo nome per tutta la vita. Io lo adoro: non credi che Alexander Styles sembri il nome di un grande personaggio? In realtà ci abbiamo messo un po’ per deciderlo, dopo aver scartato altri mille nomi osceni che solo a tua madre potrebbero piacere.
Sono davvero felice che tu sia un maschio: certo, ti avrei amato anche se fossi stato una femminuccia, ma credo che sarà fantastico avere un figlio. Non per vantarmi, ma potresti ereditare il mio viso o i miei capelli (credimi, i miei capelli sono una vera e propria arma di seduzione: come credi che abbia conquistato Bethany, oltre che con le mie altre infinite doti? Ok, scherzo: tua madre all’inizio mi odiava), così potrai far cadere tutte ai tuoi piedi. Però spero che avrai i suoi occhi: i miei sono verdi, brillanti, ma i suoi… Beh, sono mille volte meglio: credo che il loro colore si avvicini all’oro, soprattutto nelle giornate di sole. Ma a te non interessa sapere quanto io ami gli occhi di tua madre, quindi credo che cambierò argomento.
 
Pensavo che oggi potrei raccontarti qualcosa di me e lei, dato che la prima volta ho parlato solo di me e che lei ha già parlato di sé nel suo diario (è arrivata più o meno a metà; buona fortuna per quando lo leggerai).
Ci siamo conosciuti al liceo: lei era la migliore amica della mia ragazza, Deb. Come ti ho già detto, mi odiava: si è sempre giustificata dicendo che non sopportava la mia aria da sbruffone montato e credo che, anche quando leggerai queste parole, lei te lo ripeterà; ma io ho sempre creduto che fosse segretamente innamorata di me dal primo momento che ci siamo visti. Forse per questo, appena finita la storia con Deb (un’ochetta) le ho chiesto di uscire. E no, non ha accettato subito: gliel’ho chiesto esattamente 11 12 volte. Te l’ho detto che è testarda. Comunque, da quando abbiamo iniziato ad uscire non ci siamo più lasciati, il che sembra schifosamente sdolcinato, e forse lo è sul serio.
In ogni caso: ho sempre pensato che Bethany fosse quella giusta, e lo penso ancora. Nonostante questo, e forse non dovrei dirlo, avere un figlio non era nei nostri piani, almeno non per ora. Ci hai colti alla sprovvista, Alexander: sei così impaziente di venire al mondo?
Beh, se devo essere sincero fino in fondo, credo che io sia più impaziente di te: non eri nei nostri piani, ma di sicuro sono felice della tua piccola grande intrusione.
A presto,
e questa volta sul serio.
 
Harry.

 

"I’ll whisper quietly, I’ll give you nothing but truth.
If you’re not inside me, I’ll put my future in you.
 
You are my one and only;
you can wrap your fingers round my thumb and hold me tight.
Oh, you are my one and only;
you can wrap your fingers round my thumb and hold me tight
and you’ll be alright."

 

23 24 Novembre 2012

Visto? Sto migliorando: sono passati solo quattro giorni dall’ultima volta che ti ho scritto. Sono quasi fiero di me.
Senti, non è che potresti dirmi in qualche modo che colore preferisci tra il beige e l’azzurro pastello? Perché io e tua madre stiamo preparando la tua futura cameretta e continuiamo a discutere sul colore da usare: a me piace l’azzurro, lei è fissata con il beige. Almeno metterai fine a questo supplizio. Forse penserai che io e lei discutiamo sempre… Non ti mentirò: è così, ma sono discussioni insignificanti che finiscono dopo due secondi.
 
Ah, devo confessarti una cosa: mi sento in colpa per averti detto che il tuo arrivo non era nei nostri piani. Insomma, non vorrei che pensassi che sei indesiderato: credimi, non lo sei.
All’inizio ci ho messo un po’ per capire che sarei diventato padre, mi era impossibile da concepire: ma ora, dopo aver visto l’ecografia, dopo aver sentito il tuo battito, i tuoi calci al pancione della povera Bethany, ti sento vivo, reale e non vedo l’ora di averti tra le mie braccia. La verità è che ti voglio come non credevo fosse possibile: voglio averti per casa e farti discorsi da padre, per poi portarti al parco giochi subito dopo. Voglio anche sgridarti, per metterti in guardia sullo schifo che spesso incontrerai sulla tua strada; voglio essere il tuo punto di appoggio e voglio garantirti una bella vita, così che poi tu possa essere fiero di me.
Forse è banale dire che voglio essere tuo padre?
Sì, so che ti avevo detto di non essere un tenerone, ma mi sono ritrovato a provare tutte queste emozioni nuove e non potevo certo dirle a tua madre: devo mantenere la mia reputazione da grande uomo, con lei.
A presto,

Harry.

 

"You’re just a small bump unknown: you’ll grow into your skin
with a smile like hers and a dimple beneath your chin,
finger nails the size of a half grain of rice
And eyelids closed to be soon opened wide.
A small bump, in four months you’ll open your eyes."

 

25 Dicembre 2012
 

Buon Natale!
È da qualche giorno che non ti scrivo e non potevano certo mancare gli auguri di Natale!
In realtà ho pochissimo tempo, perché io e tua madre dobbiamo andare a pranzo dai tuoi nonni: questi pochi minuti liberi mi sono concessi solo perché Bethany è in ritardo, come sempre. Ah, le donne: faranno disperare anche te, ma, se riuscirai a capire tua madre, non dovrai preoccuparti delle altre, perché avrai affrontato la più complicata.
Eccola: parli del diavolo e spuntano le corna. Se proprio vuoi saperlo ora mi sta urlando di sbrigarmi perché siamo in ritardo per il pranzo. Credevo che fossi io quello in orario…
Vabbè, ora devo andare: questo sarà l’ultimo Natale senza di te. Non vedo l’ora di vederti aprire i regali sotto l’albero.
A presto.
 
Ps. Cos’avevi stanotte? Scalciavi come un toro.

 

"And I’ll hold you tightly, I’ll tell you nothing but truth.
If you’re not inside me, I’ll put my future in you.
 
You are my one and only;
you can wrap your fingers round my thumb and hold me tight
and you’ll be alright."

 

2 Gennaio 2013
 

Wow, è il 2013.
Nascerai nel 2013! Tra meno di quattro mesi! Potrai dire di essere sopravvissuto alla fine del mondo: sì, perché gli stupidi Maya aveva predetto che il 21 Dicembre sarebbe finito il mondo e invece siamo ancora tutti qui, che ti aspettiamo. Chi sono i Maya? Li studierai a scuola.
Secondo i calcoli del dottore dovresti nascere a fine Aprile, in primavera. Ora non puoi saperlo, ma la primavera simboleggia la vita nuova ed è un paradosso il fatto che tu nasca proprio in quel mese. Sto diventando noioso, vero? Nemmeno mio nonno faceva discorsi del genere…
Il fatto è che oggi ho molto tempo libero dato che Bethany è uscita con Deb (sì, la mia ragazza del liceo: sono ancora amiche anche se non so per quale strano motivo), quindi corro il rischio di dilungarmi in cose senza senso. Basta vedere che sono passato dal parlare dei Maya ai discorsi filosofici sulla primavera.
Giuro che di solito sono più divertente.
 
Ecco, a proposito: proprio ieri stavo pensando che sono curioso di vedere il tuo sorriso. Spero non ti verranno le fossette come le mie, ai lati della bocca: sono carine sì, ma non è bello essere ricordato come “il ragazzo delle fossette”. Forse sarebbe meglio che ereditassi quello di tua madre. Com’è il suo? Beh, quando leggerai questo diario lo avrai già visto: fantastico, vero? Ora, però, sorride in modo diverso: in senso positivo, ovvio. A volte la vedo seduta sul divano o in piedi davanti alla finestra, con una mano sul pancione e un sorriso a trentadue denti stampato sul viso: sorride per te e non l’ho mai vista sorridere così, nemmeno con me.
Sono un po’ geloso, sai? Non sei ancora nato e già ti preferisce.
Chissà, forse quando nascerai sorriderò anche io in un modo tutto nuovo. E potrei anche togliere il forse.
Ciao, Alexander.

 

"You can lie with me,
with your tiny feet
when you’re half asleep.
I’ll leave you be
right in front of me
for a couple weeks
so I can keep you safe."

 

2 Gennaio 2013 – Un po’ più tardi
 

Sì, sono di nuovo qui.
È notte fonda, tua madre dorme come un ghiro e io non riesco a chiudere occhio. Per colpa tua.
Quando oggi ho scritto quelle poche righe, ho iniziato a farmi mille problemi. Stai per nascere e ho paura di non essere all’altezza. In fondo ho 19 anni e oserei dire che le mie esperienze in campo paterno sono quasi inesistenti: ovvio, non ho mai avuto un figlio, ma mi riferisco anche a mio padre.
Tuo nonno è morto tre anni fa, ma credo che se anche fosse ancora vivo non gli importerebbe molto di te, come non gli è mai importato di me. Non voglio parlarne male, però, nonostante gli volessi bene ugualmente, mi ha fatto mancare molte cose: non materiali, perché mi comprava tutto quello che un bambino può desiderare, ma negli affetti. Era sempre in giro per lavoro e quando tornava a casa non lo faceva di certo per stare con suo figlio. Ma da una parte lo ringrazio, perché ora, che sto per diventare padre a mia volta, so già cosa non voglio farti mancare.
Per esempio: ricordo che da piccolo avevo paura del buio e spesso di notte mi raggomitolavo sotto le coperte, convinto che in quel modo i mostri cattivi non mi avrebbero fatto del male. Avrei voluto intrufolarmi nel letto di mio padre e stare abbracciato a lui, ma lui era chissà dove in giro per il mondo: c’era mamma, certo, ma io volevo mio padre. Quindi, sarà anche banale, ma ti prometto che, se avrai paura del buio, mi troverai nel letto ad aspettarti.
Ora che ti ho confessato i miei problemi esistenziali, posso anche andare a dormire.
Sai, ormai scrivere questo diario è quasi un vizio: sei un buon ascoltatore.
Buonanotte, Alex.
 
Ps. Nascondersi sotto le coperte è un ottimo rimedio contro i mostri cattivi. O forse dovrei dirti che i mostri cattivi non esistono?

 

"‘Cause you are my one and only;
you can wrap your fingers round my thumb and hold me tight.
You are my one and only;
you can wrap your fingers round my thumb and hold me tight
and you’ll be alright."

 

6 Gennaio 2013
 

Ciao Alex.
Come la prima volta, non so cosa scrivere in questa pagina di diario.
Mi riesce difficile persino tenere in mano la penna o mantenere la vista abbastanza lucida da vedere dove sto scrivendo.
Perché? Perché, per la prima ed ultima volta, mi hai deluso.
Te ne sei andato prima ancora che potessi esserci, senza avvisare. Ti ho confessato tutte le mie paure e i miei desideri, mentre tu decidevi di andartene. Non hai pensato a me? Non hai pensato a Bethany?
Io… Non me l’aspettavo. Ma stupirmi è la cosa che ti riesce meglio, no? Sei arrivato senza preavviso e hai deciso di lasciare la scena allo stesso modo.
Sai, sto scrivendo queste poche righe con una lentezza quasi sconcertante e, se devo essere sincero, non sono sicuro del perché lo stia facendo. Lo scopo di questo diario era quello di raccogliere delle piccole cose che tu poi avresti letto, ma che senso ha continuare a collezionarle se tu non potrai mai vederle? Credo, però, di avere la risposta: credo che scrivere ancora i miei stupidi pensieri su questo stupido pezzo di carta sia l’unica cosa che mi leghi ancora a te. Sento che non farlo più ti farebbe allontanare, più di quanto sia possibile.
 
Dove sei ora?
Di solito, quando un bambino muore, si dice che gli angeli avevano bisogno di un altro angelo tra di loro. Sei lì, in paradiso? Mi stai guardando da lassù mentre sono piegato su questo tavolo alle quattro e mezza del mattino? O stai cercando di consolare tua madre, che sento piangere nella stanza affianco?
 
Quando Bethany mi ha chiamato dalla nostra camera urlando per lo spavento, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo: nemmeno quando ho visto il sangue ai suoi piedi. Forse perché non pensavo fosse possibile che tu non venissi al mondo: mi ero abituato a fare il conto alla rovescia dalla data della tua nascita.
Poi il dottore è uscito dalla stanza d’ospedale di tua madre ed è venuto da me per darmi la “triste notizia”, come l’ha chiamata lui. Neanche in quel momento ho realizzato che tu non c’eri più. Sono rimasto in piedi, nel corridoio dell’ospedale, a fissare la parete troppo bianca di fronte a me. Credo di aver capito tutto solo quando, nella stanza di Bethany, l’ho vista guardarmi come non aveva mai fatto.
Hai il vizio di rubarci delle prime volte: questa volta ti sei appropriato del suo primo vero dolore. Non sarebbe stato meglio fermarsi al suo primo sorriso da madre?
 
Hai idea di quanto ci manchi già? Di quanto mi manchi?
Avrei voluto davvero vedere il tuo sorriso, o il mio mentre guardo per la prima volta il tuo viso. E avrei voluto che tu leggessi queste pagine di diario, con i miei discorsi noiosi e un po’ troppo sdolcinati, così che avresti potuto rinfacciarmeli nelle cene di famiglia o di fronte ai tuoi amici.
Ma immagino che dovrò rinunciare a tutto questo ancora prima di averlo avuto: si può soffrire così tanto per qualcuno che non si è mai conosciuto? Qualunque sia la risposta, l’unica certezza che ho è il peso soffocante che mi schiaccia il petto ogni ora del giorno, ogni minuto. Non voglio incolparti, né farti sentire responsabile di tutta la sofferenza che ormai regna in questa casa, perché non mi piace pensare che sia stato tu a scegliere di non essere nostro, ma in questi mesi sei stato il mio più grande ascoltatore, quindi devo dirtelo: mi sento vuoto. Mi manca qualcosa che non c’è mai stato ed è una sensazione insopportabile.
 
Con quale coraggio riuscirò a portare via le cose dalla tua cameretta? Magari sotto lo sguardo assente di Bethany?
 
Mi dispiace, Alex. Mi dispiace molto non poter più essere tuo padre.
Spero che, ovunque tu sia, ti dispiaccia altrettanto non poter essere mio figlio.
Vorrei concludere scrivendo il mio solito “A presto”, ma sarebbe un’illusione troppo dolorosa, così come lo sarebbe un “Addio”. Quindi mi limiterò ad un semplice “Ciao”.
Ti voglio bene, Alexander.
 
Harry.

 

"You're just a small bump unborn,
just four months then torn from life.
Maybe you were needed up there,
but we're still unaware as why."






 




Buooooooongiorno :)
Alcune di voi probabilmente avranno già letto questa OS:
è tratta dalla mia raccolta intitolata "Strawberries taste how lips do"
e l'ho scritta un po' di tempo fa. La rileggo spesso 
perchè, stranamente, mi piace e sinceramente sono curiosa di sapere
cosa ne pensate, soprattutto perchè se non sapete della raccolta
o se non avete continuato a leggerla non sapete nemmeno di questa OS (?)
Non so, ho voglia di svincolarla dalla raccolta e metterla
a disposizione di tutti, anche di quelle che non la seguono :)
Anche in questo spazio autrice ripeto i miei dubbi esistenziali lol
Spero infatti che vi sia piaciuta e che io sia riuscita a trattare la morte di un
bambino in modo appropriato! Se così non fosse, vi prego di dirmelo :)
Non ho altro da dire, se non grazie per aver letto :)
Fatemi sapere cosa ne pensate se vi va!
Un bacione,
Vero.
  
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