Inverno poeta.
L’Inverno poetico,
è quello che arriva nonostante tutto.
Come poesia del giardino trascurato.
Maschera meravigliosa di
brutture e di mancanze,
nascoste da uno squisito manto bianco.
Consolazione dell’albero spoglio.
Che si bea ancora di sinistre foglie nere,
con ali e becchi simili a gocce di inchiostro.
Perle nere sul collo di una pallida regina,
bella e volubile come il tempo stesso.
Sei l’artista incompreso che impazza ovunque,
soffiando implacabile la sua canzone.
Sui tetti delle case
e per le strade di paese,
Alla ricerca di un inesistente fiaba di perfezione.
Lì dove vige l’incoerente certezza della gente
di vivere nel giusto.
Ma questa è una delle maschere che conosci bene, gelido re.
L’uomo non è mai bianco abbastanza,
neppure sepolto dal tuo impetuoso canto...
Neppure per questa invernale versione del paradiso.
* * *
Lo so, lo so è da tanto che non scrivo... dovrei vergognarmi, ma sono davvero impegnatissimo perdonatemi.
Oggi è nevicato improvvisamente e mi è uscita così, di getto.
Il tutto mentre sperimentavo la mia macchina fotografica quindi eccovi anche il panorama per questa poesia invernale. Come vedete, o tutto o niente.