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Autore: Kagome_    13/02/2013    4 recensioni
Risvegliati, risvegliati!
farò di te un amore,
farfalla che dormi
NaruSaku
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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La mia Ragione


Tuoni in lontananza.
Era già da cinque giorni che la pioggia lambiva inesorabile le finestre della mia camera da letto, come del resto una coltre grigia e plumbea abbracciava e faceva suo il lontano cielo azzurro di Konoha.
Come quelle nubi scure anche il mio umore andava a pari passo con il loro incupirsi: spaziava da momenti in cui piombavo in uno stato catatonico a momenti di vera e propria disperazione.
Pensiero fisso: Sasuke.
O meglio, il vuoto che quel semplice ragazzo del clan Uchiha aveva lasciato nel mio cuore; un spaccatura di proporzioni smisurate, non calcolabili ad occhio umano, che si espandeva indisturbata in tutto il mio petto. L’unico intralcio di quel suo avanzare erano i resti di un cuore distrutto e martoriato da una serie di smacchi e sconfitte in campo amoroso. Qualcuno potrebbe riderci sopra, insinuare che è una sciocchezza o ancor peggio infierire, giudicandomi una ragazza frignona e senza spina dorsale. Una nullità, attaccata a dei semplice brandelli, che erano fumo nelle mie mani, di una storia d’amore impossibile.
Un sorriso mi increspa le labbra.
Che sciocca che sono, mi ostino ancora a definirla in questo modo. Viene etichettata solitamente “storia d’amore impossibile” l’amarsi reciprocamente di due persone che il destino avverso intralcia, per divertimento o per semplice noia,  mettendo in campo le più svariate catastrofi a sua disposizione, tanto per farsi due risate delle loro sciagure; il mio caso è ben diverso, l’amore va solo in un senso.
Il problema è che “va” tutt’ora, come a voler girare il coltello nella piaga, ormai dolorante.
Un barlume di speranza l’avevo avuto. Come dice il detto? “La speranza è l’ultima a morire”.
La mia era definitivamente morta quella sera, quella dannatissima sera.
Il mio amore in cambio di cosa? Un “grazie”.
Un misero ringraziamento, che come un uragano prende a schiaffi i miei sentimenti più profondi, si burla del mio amore incondizionato, della mia cieca fedeltà.
Grazie. Due semplici sillabe che mi creano due sentimenti così controversi e dissonanti tra loro. Rabbia, per non essere ricambiata; gioia: quando mai Sasuke Uchiha si era abbassato a ringraziare qualcuno?
La speranza è morta: questo è vero. Ma la sua ombra, il suo ricordo, le aspettative che ha creato vivono ancora in me.
 
Verrà quest’anno la neve
che insieme a te
contemplai?
 
I ricordi alimentano un fuoco che da tempo non si vuole estinguere. Tre anni sono passati dalla tua fuga Sasuke ed io sono ancora qui ad aspettarti come una stupida.
Un tuono squarcia il cielo, illuminandolo di un tenue chiarore. Il mio cuore dalla sorpresa sobbalza. Un tempo questo battere così frenetico nasceva dalla tua vista, dai tuoi occhi profondi, come la notte, che mi scrutavano altezzosi e pervasi d’indifferenza.
Il vetro freddo a contatto con la mia fronte è un toccasana, riesce in qualche modo ad acquietare quel subbuglio di ricordi che da troppo tempo invadono la mia mente esausta di tutto e di tutti. Un torpore temporaneo che mi permette di ragionare, forse a mente lucida, sulla mia situazione attuale.
 
Le nubi di tanto in tanto
ci danno riposo
mentre guardiamo la luna.
 
In tre anni ne avevo fatti di passi da gigante, tutto grazie alla Signorina Tsunade che mi aveva preso sotto la sua ala protettiva; non ero più quella palla al piede che aveva continuamente bisogno di protezione, di aiuto, di sostegno. Il mio fisico era cambiato: ero più forte, più veloce, più allenata; le arti mediche non avevano più segreti. Ma tutto questo non mi basta, mi sento ancora un peso per la mia squadra. L’Hokage ormai non può più insegnarmi niente, da lei ho  appreso già tutto quello che potevo apprendere.
Ma il livello che ho raggiunto non è minimamente paragonabile a quello di Sasuke.
Con la mano destra stringo prepotentemente la foto del vecchio Team 7 ormai bagnata dalle consuete lacrime versate per un amore mai ricambiato e per una stupida promessa che ha messo più volte in pericolo l’unica persona che mi era stata sempre vicina: Naruto.
Come un flash la sua voce, il suo viso, la sua solarità invadono la mia mente, come un balsamo contro ogni male, ogni dolore. Quella testa quadra riusciva sempre a strapparmi un sorriso con un gesto maldestro, una battuta fuori luogo o più semplicemente con la sua ingenuità.
Già, Naruto unico punto fisso di una vita mutevole, sempre in completo movimento.
Però anche lui ormai era cresciuto, aveva assunto le sue responsabilità, si era fatto carico di un peso che io stessa gli avevo affidato: riportare a casa il nostro compagno di team. In viaggio con Jiraya-sama si era fortificato, non solo fisicamente, ma anche caratterialmente, trasformandosi in un perfetto ninja; ma seppure perfetto, quello era un peso immenso da sopportare, troppo gravoso, aveva bisogno di qualcuno che lo sostenesse, che lo aiutasse, che capisse a livello viscerale l’importanza di quel recupero.
Quella persona ero IO.
Era inutile stare qui a piangersi addosso, dovevo prendere la mia vita in mano. Dovevo prendere una decisone drastica. Dovevo partire. Dovevo diventare più forte. Dovevo guadagnarmi un posto nel team 7, che mi sarebbe calzato a pennello.
Con una nuova motivazione negli occhi riposi la foto sulla scrivania, lasciai un messaggio veloce ai miei e con un rapido gesto presi lo zaino.
Non dovevo avere ripensamenti, non ora che avevo trovato una soluzione per questa mia inutile esistenza; diedi un ultimo sguardo alla camera che per anni aveva assistito a scene patetiche della mia folle disperazione.
Fuori pioveva a dirotto. La strada era costellata di pozzanghere che riflettevano quel cielo plumbeo. Non dovevo farmi vedere, se no sarebbe stata la fine. Addio piano.
A passo veloce attraversai alcune stradine, fino a raggiungere il parco che si trovava rispettivamente davanti al portone ovest: ancora qualche metro e poi l’indipendenza. Konoha avrebbe occupato sempre un posto speciale nel mio cuore, come anche i miei amici e… Naruto. Con la mente rievocai la sua immagine sorridente, dal tradimento del nostro ex compagno di team c’eravamo avvicinati molto e in maniera particolare.
Una muta promessa vagò nell’aria, come un sibilo silenzioso uscito impercettibilmente dalle mie labbra
lo faccio per te Naruto, finalmente sarai orgoglioso di me
L’acquazzone rendeva difficoltosa la visibilità, sembrava di essere piombati in un universo parallelo dove ogni immagine era sfocata e ogni suono ovattato, quasi surreale.
Un rumore nell’aria.
Una pozzanghera che schizza.
Qualcosa che mi afferra saldamente il polso.
Una voce familiare...
-Sakura…-
-Na-Naruto…- mi volto di scatto.
Spalanco gli occhi dalla sorpresa, nei suoi leggo solo preoccupazione e paura.
-Dove stai andando?- mi chiede flebilmente, mantenendo una presa salda sul mio polso.
Mi guardo attorno in cerca di un appiglio, di una scusa.
-Na-Naruto…- riesco solo a dire. Le lacrime iniziano a spingere prepotenti agli angoli dei miei occhi.
Ti prego non rendere le cose ancora più difficili” supplico mentalmente.
-Non farlo… non andartene anche tu- continua scrutandomi con quei suoi occhi azzurro cielo, increspati da una nota di malinconia e timore.
Come un lampo che squarcia la notte, un’immagine si insinua prepotente nella mi mente: la sera che Sasuke ha lasciato il Villaggio della Foglia. Stessa scena, ma con personaggi e obbiettivi diversi.
Io non sono in cerca di vendetta, io non voglio tradire Konoha cerco di dire  a Naruto, ma le parole non mi escono dalla bocca.
-Non è come pensi…- riesco solo a sussurrare, abbassando gli occhi. Il suo sguardo era diventato insostenibile.
-Allora spiegami…- insiste lui, facendosi avanti di un passo.
Non rispondo.
-Sakura questo silenzio mi uccide! Ti prego parlami…- intensifica il tono della sua voce.
Non rispondo.
Con un gesto rapido mi afferra entrambe le braccia, portandosi esattamente davanti a me.
-Guardami…- mi dice addolcendo la voce.
Di rimando, involontariamente, volgo il mio sguardo verso il suo viso, i suoi occhi mi catturano, mi travolgono, mi attirano a sé. Non eravamo mai stati così vicini. Non mi ero mai veramente accorta di quanto Naruto era cresciuto, di quanto si era fatto bello. I capelli erano più lunghi di un brillante biondo, la corporatura da bambino aveva lasciato il posto ad un fisico ben scolpito ed atletico, i lineamenti del visto erano ben marcati e il tono di voce era diventato più suadente.
-Lo faccio per te…- sussurro, guardando quelle sue iridi così cristalline.
Silenzio, che dura qualche secondo o forse un’eternità non riesco a capirlo.
-Allora resta per me!-
La sua frase mi colpisce come un pugno nello stomaco. Forse sto sbagliando tutto, o forse no? Konoha è la mia casa, ma ora come ora non c’è niente che mi leghi a questo posto… o forse si?
Alzo lo sguardo. I nostri occhi si incatenano in una strana atmosfera, qualcosa di irreale ma allo stesso tempo palpabile, percepibile.
-Io…- sibilo a fior di labbra.
-Ho bisogno di te- e con un gesto spontaneo Naruto appoggia la sua fronte alla mia. Un movimento semplice, quasi banale che però ha delle ripercussioni insolite sul mio corpo.
 
Risvegliati, risvegliati!
farò di te un amore,
farfalla che dormi
 
Il petto mi fa male. Non un dolore struggente, disperato. Il cuore rinizia a battere, come un volo di mille farfalle, un suono che da tempo non sentivo; misto al grido disperato della voragine che ho nel petto e che rivendica il suo posto da oppressore, ma che inesorabile ritira la sua avanzata davanti alla folgorante luce che Naruto emana. Coma la più prorompente delle albe, riesco finalmente a scorgere quei tiepidi raggi che prepotentemente spazzano via l’inverno.
 
La notte di primavera e’ finita.
Sui ciliegi
sorge l’alba.
 
Inaspettatamente Naruto avvicina il suo viso al mio, sento il suo respiro caldo sulla mia faccia. È rilassante, spazza via ogni mia incertezza.
-Ho bisogno di te- ripete a pochi centimetri dalle mie labbra.
-Anch’io- riesco finalmente a rispondere, annullando quel poco spazio che ancora ci divide.
Le nostre labbra finalmente si incontrano, il vuoto non c’è più, il buoi si è trasformato in luce.
È arrivata la primavera, questo è un nuovo inizio.
 
Ora ho capito la ragione per cui devo restare a Konoha: per te Naruto.



ANGOLO AUTRICE
eccomi qui con la mia primissima one-shot sul meraviglioso mondo di Naruto!
okokoko.. mettete giù torce e forconi DDD: mi vergogno già di mio dell'obrorbio che ho prodotto, però va bè... era da mesi che avevo in mente questa ff eeeeeee quindi eccola qui!!
spero che vi sia almeno un pochino piaciuta... anche solo un ciccinino! se è così mi farebbe piacere se mi lasciaste un piccolo commentino :P
alla prossima! un bacioneee <3

ps. voglio ringraziare la persona che mi ha sostenuto nella stesura di questo obbrobrio... grazieee mia parabatai <3 <3
pps. in allegato ho messo un disegno che ho fatto io :P spero che vi piaccia!

   
 
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