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Autore: D_Cocca    13/02/2013    1 recensioni
E' passato un anno dall'ultima epica avventura di Sora, nella quale aveva sconfitto l'Organizzazione XIII e salvato i mondi.
Il Custode del Keyblade si gode le sue giornate tranquille sulle Isole del Destino, sempre più spensierato e sempre più innamorato di Kairi. Decide infatti di dichiarare il suo amore alla bella ragazza, ma viene interrotto dall'arrivo di una tuonante Gummiship: è Re Topolino, che ha una richiesta da fargli; l'equilibrio dei mondi è di nuovo in pericolo, e solo Sora e i suoi amici possono aiutarlo a fermare la nuova Oscurità che giorno dopo giorno divora tutto. In più, sembrano essere comparsi sulla scena dei nuovi uomini incappucciati dal fare losco.
Sora, in un viaggio fisico e psicologico, affronterà una nuova avventura insieme ai suoi amici del cuore e nuovi personaggi del tutto particolari.
Il Custode parte e fa il suo dovere, ma non è entusiasta del suo compito ed è restio ad abbandonare la sua tanto cercata casa. Il rimorso delle cose non dette e il rancore per coloro che hanno disturbato la sua sudata pace insinueranno l'Oscurità nel suo cuore? L'odio e il dolore avranno la meglio su di lui? Questa volta l'amicizia basterà?
Genere: Avventura, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio, Re Topolino, Riku, Sora
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 5
~Il primo giorno con Lenn~

 



Lenn soffiò nel fischietto che portava appeso al collo, poi urlò "Forza, ragazzi!! Voglio vedervi correre finché non vi si spezzano le gambe! Muoversi!"
"Sissignore!!" esclamarono Sora e Riku in coro, ansimanti.
I due ragazzi erano saliti in superficie sotto il caldo sole estivo, insieme a Lenn e a Kairi. La ragazza non aveva fatto ancora niente, se ne stava semplicemente seduta e paziente su di un sasso e guardava gli amici affaticarsi e obbedire agli ordini del loro nuovo maestro.
Sora continuava a pensare che Lenn fosse un pazzo, specialmente perché in appena due ore gli aveva fatto fare insieme a Riku una marea di esercizi: prima la corsa sul posto per riscaldarsi, poi una cinquantina di piegamenti, un esercizio che pensava fosse idiota perché consisteva nel camminare con un uovo tenuto in un cucchiaio utilizzando solo la bocca, e ora li stava facendo di nuovo correre. Cosa avrebbero dovuto fare adesso?
"Sora! Mettiti a terra e fammi una ventina di flessioni, e ti voglio vedere deciso!" disse all'improvviso il ragazzo dopo averlo osservato.
Sora si lasciò cadere a terra e rimase steso per un po', cercando riposo.
"Non ti fermare così di colpo, il tuo corpo non può sopportare cambiamenti di stato così netti. Piuttosto comincia a muoverti"
Sora sbuffò e mentre Riku continuava a correre in cerchio, approfittando della distrazione di Lenn per rallentare un po', cominciò con la prima flessione.
Lenn gli si inginocchiò accanto per stargli vicino al viso "Avanti, fà vedere che non sei una femminuccia! Chi è il più forte qui, sei tu?"
Sora non rispose e continuò a flettere le braccia con uno sforzo immane.
"Allora, chi è il più forte?" insisté Lenn, gridando come fosse stato un soldato.
"Sono io!" rispose il ragazzo con un moto d'orgoglio.
"Sei tu, giusto? E vincerai contro tutti?"
"Sì"
"Giusto!?"
"Sì!!"
"Sbagliato!" Lenn gli diede una botta in testa.
"Ahi, ma che ho fatto?" protestò il ragazzo.
"Rimettiti a correre, su!"
Sora si alzò senza capire e si accodò a Riku, che sembrava sfinito.
Lenn si rialzò, si spolverò i vestiti e cominciò a camminare vicino a loro "Non dovete essere così presuntuosi; l'uomo che crede di poter sempre vincere in realtà non vincerà mai. Dovete agire a sangue freddo e non sottovalutare mai l'avversario, ma cosa ancora più importante è che non sopravvalutiate voi stessi. Molti stolti hanno pagato certe sicurezze con la morte e rovinandosi la vita"
Riku a quelle parole fissò Lenn con sguardo indagatore, e vide nei suoi occhi un immenso rancore e tanta sofferenza. Pochi istanti dopo però il ragazzo già sorrideva e si avvicinava deciso a Sora.
"Ricordati di inspirare con il naso ed espirare con la bocca, alza bene le gambe e drizza la schiena, senza lasciar penzolare le braccia. Cercate entrambi di mantenere un'andatura costante e non provate di andare più veloci per arrivare prima, vi fareste solo del male"
"Arrivare dove?" chiese Riku con il fiatone.
"Ecco un'altra cosa da ricordare: risparmiate il fiato per correre, non per parlare. Dove dovete arrivare? Facile" indicò il bottone rosso sul terreno che serviva ad aprire il passaggio segreto per il Quartier Generale "Dovete fermarvi e ripartire da quel bottone, fare tutto il giro del pianeta e tornare esattamente lì. Io e Kairi vi aspetteremo"
"T-tutto... il giro... del pianeta??" chiese incredulo Sora, già sfiancato per gli esercizi precedenti.
"Sì, siete giovani e forti! Ho ispezionato il posto, e questo posto è davvero molto piccolo. Se non ci riuscite voi, chi ci riesce?"
"Uff!" sbuffò il ragazzo.
"Forza, Sora! Ce la puoi fare!!" gridò Kairi per incoraggiarlo, sempre seduta tranquilla sul masso.
Riku e Sora si fermarono, si accostarono al bottone rosso, presero fiato e aspettarono che Lenn desse loro il segnale per ripartire.
"Pronti..."
Sora e Riku si misero in posizione.
".. ai posti..."
Kairi li guardava con ammirazione mista a divertimento.
"Beata lei" pensò Riku "Non ha ancora fatto niente, e probabilmente non lo farà mai"
"Mannaggia," pensò invece Sora "mentre sarò via di sicuro ci proverà con lei, e proverà a portarmela via! Non posso permetterglielo!"
"VIA!"
Il cronometro che Lenn portava al collo partì nello stesso istante in cui i due ragazzi scattarono in avanti e, nonostante la stanchezza, sparirono alla vista in poco tempo.
Lenn rimase a fissarli per un po', decisamente più rilassato. Istintivamente cercò con una mano la catenina d'oro che portava al collo, prese la targhetta che vi era agganciata e se la portò alla bocca, giochicchiandoci. A Kairi sembrò un bambino.
"Bene, Kairi" esordì il ragazzo una volta assicuratosi che i due giovani non fossero tornati indietro "Adesso posso parlarti in tutta tranquillità di quello che ti insegnerò, perché non credo che dovrai usare un'arma, in futuro"
Kairi annuì, interessata "Sono qui per aiutare Sora e Riku, farò di tutto per essere loro utile"
"Bene, apri bene le orecchie, perché è molto importante"


I custodi del Keyblade stavano correndo ormai da mezz'ora, e l'arrivo era ancora molto, molto distante.
"Riku!" chiamò Sora, mentre correva.
L'albino gli si affiancò, dopo aver leggermente rallentato "Che c'è?"
Avevano tutti e due il fiatone e non sentivano più le gambe.
"Che ne dici di fare una gara?"
"Una gara? Ma Sora, Lenn ha detto di non tentare di correre più veloce di quanto possiamo! Dobbiamo, uff, cercare di tenere la stessa andatura, altrimenti..."
"E a me che diavolo importa di quello che dice Lenn?" lo interruppe Sora, ansimando come l'amico.
"L'hai guardato bene, Riku?" riprese il ragazzo "Ha più o meno... la nostra età. Cosa può sapere di più di quello che sappiamo noi? Non può darci degli ordini, è solo uno spaccone. Tanto cosa ci potrebbe capitare, potremmo morire d'infarto forse? E' questo che vuole farci credere?"
"Sora, non c'è bisogno di essere esperti per sapere che il tuo corpo è già abbastanza provato e se tu lo sforzassi troppo potresti..."
"Non me ne importa!" lo interruppe di nuovo Sora "Fa' quello che vuoi... Ma io non voglio lasciare Kairi in balia di quel pallone gonfiato!"
E così il castano accelerò l'andatura, seminò Riku, e sparì alla vista, apparentemente senza troppa fatica.
"Che testone!" pensò Riku, arrabbiato.
Riku voleva inseguire l'amico, ma non voleva rischiare di correre di più e disidratarsi ulteriormente, sotto il cocente sole estivo. Lenn aveva ragione secondo lui, nonostante non gli andasse proprio a genio, e così continuò a tenere il suo passo.


Sora arrivò al traguardo dopo altri venti minuti, più morto che vivo.
Era tutto rosso in faccia, e gli lacrimavano gli occhi per lo sforzo. Non sentiva più neanche un singolo muscolo, e gli girava la testa.
Kairi lo guardò preoccupata e fece per alzarsi, ma Lenn le fece cenno di stare seduta, mentre lui si alzava da terra e si dirigeva verso il ragazzo, con apparente distacco.
"Stai calmo, respira a fondo..." disse avvicinandoglisi con cautela e accennando solo ora un po' di preoccupazione.
Solo in quel momento Sora capì che si sentiva malissimo, e che ci avrebbe potuto rimettere la pelle. Non si rendeva neanche conto di stare in piedi, perché non sentiva più le gambe, talmente il bruciore dei muscoli era continuo e intenso. Faceva fatica a prendere i respiro, e il petto e i polmoni facevano fatica a sollevarsi e a prendere aria; sentì come le sensazione di avere il singhiozzo, ma faceva molto più male. Il cuore gli batteva all'impazzata, provocandogli ad ogni battito una nuova fitta che si estendeva in tutto il corpo.
Lenn gli mise una mano sul petto e cominciò a massaggiarlo, o almeno a Sora sembrò così. Forse stava tastando un punto particolare per capire qualcosa.
"Respira, non farti prendere dal panico. Riesci a sederti?"
Sora tentò di annuire, ma in quel momento le gambe gli cedettero completamente e cadde in avanti, l'impatto col terreno fu evitato solo dalla presa ferrea di Lenn.
"Kairi! Porta dell'acqua, presto!" urlò il ragazzo dai capelli neri, per poi rivoltarsi verso il giovane "Cerca di resistere... andrà tutto bene"
Il ragazzo continuò a parlargli, ma Sora non sentiva più niente, e all'improvviso tutto si fece buio.


Quando Sora rinvenne, era passata più di mezz'ora.
Riaprì gli occhi ma, accecato dal sole, fu costretto a richiuderli. Finalmente riusciva a respirare bene e si sentiva fresco e leggero.
"Sora! Stai bene!" gridò Kairi, gettandogli le braccia al collo.
Il ragazzo si mise una mano davanti agli occhi per proteggersi dalla luce, aprì gli occhi, e vide seduti vicino a lui Kairi felice e di nuovo serena, insieme a Lenn e Riku, tutt'altro che contenti.
Sora cercò di sorridere, ma il meglio che riuscì ad ottenere fu una strana smorfia.
"Hai ben poco da sorridere, tu! Stavi soffocando prima, lo sai?" lo rimproverò Lenn "A furia di correre oltre le tue possibilità per arrivare primo, i polmoni non sono riusciti a starti dietro e ti si è inceppato il diaframma. L'insolazione è stata il colpo di grazia"
"Io ti avevo avvertito, Sora. Perché non ascolti gli altri? Sei troppo testone e orgoglioso" aggiunse Riku.
Sora si alzò a sedere, aiutato da Kairi, e guardò i suoi amici.
"M-mi dispiace..." disse allora il ragazzo, sinceramente dispiaciuto per non aver obbedito.
"Dire semplicemente mi dispiace è poco, Sora. Saresti potuto morire!" rispose Riku, meno arrabbiato di prima e un po' più comprensivo. Non riusciva a rimanere arrabbiato con l'amico.
Il custode del Keyblade abbassò lo sguardo, frustrato.
Lenn si alzò in piedi, ignorandolo.
"Io sono venuto qui per allenare un ragazzo serio a cui è stata affidata una missione molto importante, non un ragazzino cocciuto e immaturo! Là fuori ci sono milioni se non miliardi di persone che contano su di te e ti affidano le loro stesse vite perché tu sei il solo che può salvarle, il Custode del Keyblade, non puoi farti ammazzare da un colpo di sole o dalla tua testardaggine, non puoi!" il ragazzo diede un calcio ad un sasso, irritato "Non puoi deludere e lasciare soli al loro destino tutti perché sei crepato così, c'è gente che ha te come sua unica speranza"
Sora incassò il colpo e non ribatté. Lenn aveva ragione, era uno stupido. Si sentiva malissimo, e non poteva neanche ribattere, avrebbe peggiorato le cose.
Ci furono dei secondi di teso silenzio, durante i quali, Lenn afferrò la sua catenina e cominciò a strofinare la targhetta d'oro, come se quel gesto lo aiutasse a riflettere.
Mentre Sora continuava mentalmente ad insultarsi, una mano gli si accostò al viso, gli diede un buffetto sulla guancia e poi si tese aperta in avanti, offrendosi per aiutarlo. Sora alzò lo sguardo e vide Lenn, che però lo guardava con tranquillità e sorridendo leggermente.
"Avanti, credo che tu abbia imparato la lezione"
Sora non sapeva se sentirsi sollevato o no. Prese la mano di Lenn, che lo aiutò ad alzarsi da terra. I due si fissarono per un istante, il castano capì che era stato perdonato.
"Andiamo a bere qualcosa" propose Kairi sorridente, prendendo Sora per un braccio.
"Ok, prima di uscire ho messo la Coca-Cola in frigo, adesso sarà bella fresca" disse Riku, anche lui più tranquillo.
I quattro si avviarono verso la piattaforma, scesero al piano di sotto e si avvicinarono alla porta. Kairi e Riku entrarono. Lenn fece per entrare.
Sora lo fermò poggiandogli una mano sulla spalla "Senti... mi dispiace davvero per prima" disse, che si vergognava ancora per aver fatto la figura dello stupido.
"Non ti preoccupare, ormai è un'episodio dimenticato. Ma sappi che ci sono davvero delle persone che contano su di te e sperano che tu possa difenderle nel momento del bisogno. Devi essere preparato. E' brutto da dire, ma a volte la forza dell'amicizia non è l'unica cosa che può farti andare avanti e riuscire nelle tue imprese"
Lenn mise le mani sulle spalle di Sora.
"Io ho molta fiducia in te e in Riku. Non è facile fare l'eroe, posso capirlo, ma devi fare del tuo meglio" sorrise "il mio compito è di farti rigare dritto e cercare di portare il tuo 'meglio' ad un livello più alto possibile"
"Non ti preoccupare!" disse Sora, di nuovo allegro "Ho vinto contro un sacco di avversari temibili, sai? Una volta ho perfino sconfitto Ade, il dio dei morti, in un suo stesso torneo! Sono un campione, puoi andare sul sicuro"
Lenn si mise a ridere "Ma davvero? Allora ti chiamerò così, d'ora in poi"
"Come, Ade?" chiese Sora.
"No, Campione! Ti prendo sulla fiducia che lo sei davvero"
Sora tirò un sospiro di sollievo "Meno male, credevo che mi volessi chiamare come quel dio mezzo matto!"
Risero tutti e due, e finalmente entrarono dentro casa.
Quella sera, durante l'ora di cena, Sora si divertì a raccontare agli amici le sue avventure, non tralasciando alcun particolare. Vedendo Lenn particolarmente interessato all'argomento continuò imperterrito per tutto il tempo possibile, deciso ad impressionare il maestro. Lenn si congratulò con lui più volte con sincerità, offrendo a sua volta una brillante conversazione e suggerimenti per i due Custodi.
Sora, vedendolo gentile e amichevole, cominciò a ricredersi sul suo conto, pensando che magari Lenn non era un vero e proprio pervertito malefico. A volte sembrava sereno, anche se altre sembrava troppo serio. Comunque, il ragazzo pensò seriamente di essersi sbagliato sul suo conto, verso la fine della serata. Decise che piano piano, magari, avrebbe potuto fare amicizia con lui, a patto che non avesse fatto il cascamorto con Kairi, ovvio.
   
 
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