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Autore: Ari_92    13/02/2013    13 recensioni
“Sei seduto sul water?”
“Eh? Ma no- ”
“Bene. Hai addosso almeno un paio di mutande e possibilmente una canottiera?”
“Chris. Ho già i pantaloni alla caviglia, il papillon e tutto l’armamentario di Blaine- ”
“Ottimo. Allora io entro.”
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, oh impavidi avventori :)
Per tutti quelli che stanno fissando lo schermo con un enorme WTF stampato in fronte e si chiedono chi diavolo sono io e/o che diavolo ci faccio in questa sezione, rispondo prontamente con un bel “non ne ho la più pallida idea” <3
No, sul serio. Non ho idea di cosa mi abbia preso. Fatto sta che questa OS si è scritta praticamente da sola (e si vede, visto che non ha il minimo senso :’)) e piuttosto che farla marcire nel computer ho pensato male bene di pubblicarla. Perciò eccoci qua.
...Credo che a questo punto vi lascerò alla lettura, e in stile Klaine mando un enorme Courage a chi ha davvero intenzione di proseguire.
Proverò a tirare le somme a fine OS :’)
 




 

Nine reasons
- you look cuter with a little colour -

 
 
 
“Darren?” Silenzio.
“Darren!” Silenzio.
“Darren, apri questa cazzo di porta!”
 
Non rientrava nei suoi piani essere volgare, sul serio.
Solo, non aveva la minima intenzione di passare tre ore extra sul set a causa della sua dannatissima co-star che non si presentava in orario alle riprese. Non aveva decisamente tempo da perdere, lui. Non con un cavolo di sequel da scrivere, un nuovo progetto cinematografico in cantiere, un gatto obeso da far dimagrire-
“Cristo, Darren! Vuoi rispondermi?! Lo so che sei lì!” Chris batté più forte il pugno sulla porta del trailer. Di quel passo sarebbe entrato comunque dato che a breve avrebbe buttato giù l’intera impalcatura.
 
“...Chris? C’è un problema.”
“Sei vivo, allora! Sì, c’è un problema: se non esci di lì entro cinque minuti Ryan posticiperà le riprese della nostra scena, e io non posso sprecare un’intera mattinata.”
Chris espose l’intera questione ad una porta chiusa, cosa già abbastanza irritante di per sé, che si faceva ancor più seccante se ci si aggiungeva un Darren così insolitamente restio a rispondergli. Chris attese qualche altro istante prima di prendere un respiro profondo: agitarsi non avrebbe risolto le cose.
 
“Darren? Esci di lì?”
“No.” Mantenere la calma.
“...Okay. Allora mi fai entrare?”
“No!”
“Darren, non è divertente. Ti conviene avere una buona ragione per mandare tutto a puttane.”
“...”
“Sei seduto sul water?”
“Eh? Ma no- ”
“Bene. Hai addosso almeno un paio di mutande e possibilmente una canottiera?”
“Chris. Ho già i pantaloni alla caviglia, il papillon e tutto l’armamentario di Blaine- ”
“Ottimo. Allora io entro.”
 
Dopo il suo ultimo spintone disperato, la già fragile serratura del trailer aveva cigolato pericolosamente. Chris non sbagliava a pensare che sarebbe bastato solo un altro colpo a farla saltare definitivamente.
Entrò nella piccola stanza a passo deciso, trovando Darren di spalle, seduto davanti ad una specie di specchiera in miniatura con un sospetto assortimento di flaconcini disposti alla rinfusa su di essa. Chris si fermò a due passi da lui, senza nemmeno preoccuparsi di provare a sbirciare cosa diavolo stesse facendo.
 
“Chris, sono disperato.”
“Oh, anch’io, credimi. Ma qualcosa mi dice che le ragioni siano diverse.” Darren sbuffò, prima di girarsi in fretta verso Chris, mostrandogli il dorso delle mani. Il ragazzo rimase completamente impassibile.
 
“E quindi?”
“E quindi sono più di venti minuti che ho le dita ammollo nell’acetone per cercare di rimediare a questo disastro!” Chris inarcò le sopracciglia, adocchiando con sguardo critico le dita violacee del ragazzo che aveva di fronte.
“Naturalmente era necessario darsi lo smalto viola il giorno prima delle riprese.” Darren lo indicò con il suo indice colorato.
“Prima di tutto erano due giorni fa, e comunque il problema rimane. Ryan non potrebbe far dire a- a Jenna che Blaine per espiare le sue colpe è andato al Circolo Polare Artico e si è accidentalmente assiderato tutte le dita delle mani?”
Chris valutò per un secondo quell’ipotesi: dopotutto non sarebbe stata una soluzione così assurda.
“È un’idea. O in alternativa potresti andare dai truccatori e farti coprire le dita con un po’ di fondotinta.”
 
Aveva sul serio mandato all’aria un’intera mattinata a causa dello smalto di Darren? Chris non avrebbe voluto essere arrabbiato, sul serio. Non lo era neanche, o comunque non completamente.
Il problema era che aveva tante cose in ballo e se fino a qualche anno prima avrebbe semplicemente riso di quella situazione, ora non poteva fare meno di esserne frustrato. Era stanco, in realtà. Tremendamente stanco.
 
“Fondotinta? Sulle dita?”
“Come pensi che faccia il sottoscritto a sfoggiare ogni volta la pelle perfetta di Kurt Hummel? E sì, se tu hai le dita tinte dal tuo cavolo di smalto dovresti metterci il fondotinta. Peccato che cinque minuti siano passati da un’epoca e ci toccherà rimandare di tre ore la nostra scena.” Sbuffò Chris, lasciandosi cadere a peso morto sul letto di fianco alla specchiera, con un gran sospiro. Darren si limitava a fissarlo, con ancora i ricci incontaminati e le sue ridicole dita viola.
 
“...Chris, stai bene?” Lui annuì meccanicamente, passandosi una mano tra i capelli.
“Sì. Bene.” Darren lo lasciò fissare il soffitto in silenzio per qualche altro secondo prima di parlare di nuovo. Darren non riusciva a smettere di parlare.
“Chris- ”
“Hai un computer? Un Ipad? Una penna? Potrei scrivere qui mentre aspettiamo che sia ora di portarti in sala trucco.” Darren scosse la testa, soffiandosi sulle dita ancora bagnate di acetone. Chris le adocchiò, fissandogli poi i capelli.
 
“Sai, Darren? Ho le mie ragioni di credere che se ora avessi anche in gel in testa prenderesti fuoco per inerzia.”
“E io ho le mie ragioni di credere che sei troppo stressato. Perciò,” si alzò rumorosamente dalla sedia, con Chris che non dava segno di volersi spostare da dov’era, a peso morto sul materasso “perciò adesso ti prendi una bella pausa di qualche ora- ”
“Una pausa? Con te? È come proporre di andare a sciare nel Sahara.” Darren ridacchiò e raggiunse il bagno, dal quale fece ritorno con un paio di pantaloni della tuta in mano. Chris aprì un occhio, guardando con aria sognante ciò che l’altro teneva in mano.
 
“Ti prego, dimmi che quelli sono per me.” Darren alzò le spalle, lanciandogli i pantaloni appallottolati sullo stomaco.
“Ti lamenti sempre dei jeans di Kurt...” Chris prese un bel respiro e si alzò faticosamente a sedere. Doveva ammettere che con quella mossa Darren si era fatto parzialmente perdonare per il suo stupido smalto viola. Solo parzialmente, ovvio.
Raggiunse la porta del trailer e la chiuse – nonostante la serratura non funzionante, non ci teneva che un qualunque tecnico di passaggio lo vedesse in mutande – e sbottonò i classici pantaloni ai limiti della castrazione che tanto piacevano al suo personaggio, senza trattenere un sospiro di sollievo. Lanciò una rapida occhiata a Darren, che dal canto suo sembrava troppo intento a frugare in un cassetto della specchiera per prestargli attenzione.
Fu più o meno in quell’istante che Chris si rese conto dell’incredibile quantità di tempo trascorsa dall’ultima volta che aveva passato un momento del genere insieme a Darren. Semplicemente loro due, senza doversi calare in Kurt e Blaine, provare e riprovare battute e canzoni fino allo sfinimento o incrociarsi più o meno di sfuggita a un evento e all’altro.
Chris rallentò inconsapevolmente i suoi movimenti, arrivando a sistemarsi l’elastico dei pantaloni sui fianchi un attimo più tardi di quanto non avesse programmato. Tornò a sedersi sul letto, non prima di aver ripiegato accuratamente i jeans di scena.
 
“Meglio?”
“Molto.” Darren annuì, tornando ad armeggiare con i suoi flaconi di acetone.
“Sai, sono preoccupato.”
“Per cosa?”
“Per Kurt e Blaine.” Chris sbuffò, sprofondando più comodamente nel materasso.
 
“Darren, tu sei sempre preoccupato per Kurt e Blaine- ”
“Dico sul serio! Tu pensi che i tempi siano maturi per una riconciliazione?” Chris aggrottò le sopracciglia, seguendo distrattamente i movimenti delle mani di Darren sul ripiano della specchiera.
“Io penso di essere molto, molto fortunato che la cosa non dipenda da me. Non vorrei essere nei panni di Ryan per nulla al mondo.” Darren annuì con convinzione, gettando l’ennesimo batuffolo di cotone sul pavimento.
 
“Tu avresti perdonato Blaine, se ti avesse tradito?” Per fortuna che avrebbe dovuto riposarsi. Quanto ad interrogatori Darren sapeva andarci giù pesante.
“Prima di tutto io non mi sarei mai messo con un pazzo maniaco di attenzioni che colleziona farfallini e si veste come un daltonico miope. In secondo luogo, non lo so. Può darsi. Per quanto riguarda Kurt, sicuramente lui l’ha già perdonato.” Darren avvitò con cura l’ultimo dei flaconi rimasto aperto e si alzò dalla sedia, fino a trovarsi di fronte al letto. Diede un colpetto al fianco di Chris con il ginocchio.
 
“Mi fai un po’ di spazio?”
“Devo proprio?”
“Devo ricordarti che questo è il mio trailer? Sei un ospite qui, e potrei sempre denunciarti per aver forzato la serratura.” Chris alzò gli occhi al cielo e rotolò da una parte, in modo che Darren potesse stendersi al suo fianco.
 
“...Hai presente quando dicevo di volere un po’ di movimento tra i Klaine?” Quel ragazzo aveva seriamente bisogno di smettere di comportarsi come una quattordicenne assatanata.
, Darren.”
“Beh, ho cambiato idea: li rivoglio insieme.” Chris sospirò: non era la prima volta che si affrontava quel discorso sul set. In effetti, forse era la prima volta che lo facevano tra di loro.
“Darren, lo sai. Ryan vuole rendere lo show realistico: era inevitabile che prima o poi- ”
“Lo so. Forse non è realistico che due persone possano semplicemente rimanere insieme. Però è tutto così realistico a questo mondo, Chris. Magari la gente ha solo voglia di credere ancora in qualche per sempre, anche se è solo per quaranta minuti alla settimana.”
 
Chris si irrigidì appena e si voltò istintivamente a guardarlo.
A volte faticava davvero a capacitarsi che parole del genere provenissero dalla stessa persona che un attimo prima poteva aver fatto la più stupida delle idiozie, come creare un dramma fatto di boccette di solvente e smalto viola. Chris sorrise perché – in uno dei suoi rari momenti di lucidità – Darren aveva detto qualcosa di adorabile. Il fatto che snocciolasse perle del genere solo ed esclusivamente quando parlava di Kurt e Blaine rendeva la cosa vagamente inquietante, ma decise di tralasciare quella faccia della questione.
 
“Hai ragione.” Ammise, guadagnandosi uno di quei suoi sorrisi che non potevano essere definiti diversamente se non disarmanti.
“Io ho sempre ragione.”
Certo, Darren. Piuttosto: tu cosa avresti fatto? Avresti perdonato Kurt per averti trascurato?” Chiese con un sorrisetto divertito, che si ampliò nel vedere l’assoluta concentrazione di Darren a quel quesito.
 
“Prima di tutto io non mi sarei mai messo con uno che storpia i grandi classici musicali ficcandoci il suo nome in mezzo, e preferisce cantare una canzone di gruppo che venire a letto con me- ”
“È significativo che tu non abbia nemmeno menzionato il problema di base, ovvero che tu non potresti stare con un maschio.”
“...-e comunque sì, l’avrei perdonato. In fin dei conti è sempre un gran bel ragazzo.” Chris inarcò le sopracciglia in sua direzione.
“Ti rendi conto che io e Kurt abbiamo la stessa faccia, vero?” Darren sorrise, squadrandolo da capo a piedi.
“Oh, sì. E non solo quella.”
 
Chris lo fissò in silenzio per qualche secondo, prima di tirarsi pigramente a sedere sul letto. Darren lo imitò immediatamente, appoggiandogli una mano su un ginocchio.
“Pensavo che volessi riposarti.”
“Appunto. Sei una specie di flirt ambulante, Darren. Non riesco a riposarmi efficacemente con te di fianco. E poi dobbiamo andare a farti truccare le dita e spalmarti in testa un po’ del catrame di Blaine.”
Chris fece per alzarsi, ma Darren fu più veloce: lo prese per i fianchi e gli fece perdere l’equilibrio quel tanto che bastava a farlo ricadere a sedere sul letto.
 
“Dare- ”
“Pensavo. Perché non me lo metti tu, il gel?” Chiese, facendo un cenno verso una delle bottigliette vicino alla specchiera. Col senno di poi, in effetti era abbastanza improbabile che si trattasse di mille varietà diverse di acetone.
“Okay.” Darren spalancò gli occhi, per poi allungarsi in fretta a prendere uno dei flaconi e porgerglielo.
“Non hai opposto nessuna resistenza. Strano.”
“Sai meglio di me come sarebbe andata a finire. Io che ti dico di no, tu che insisti, io che ti dico ancora di no e tu che mi guardi come un cane abbandonato in autostrada. Allora io mi sento in colpa e ti devo dire di sì per forza, un po’ perché mi fai pena e un po’ perché così almeno la smetterai di parlare- ”
“Okay, preferivo non saperlo. Vai.”
 
Darren gli diede le spalle e abbassò appena la testa, lasciando così Chris a contemplare i riccioli scuri che ricadevano morbidi sul suo collo. Il ragazzo ispirò inconsciamente più a fondo prima sfiorare le ciocche sulla sommità della sua testa, in modo da sistemare quelle più assurdamente sparate in aria.
 
“Attento: mordono.” Chris alzò gli occhi al cielo e affondò le dita nel gel, storcendo il naso a quella fastidiosa sensazione appiccicosa. Passò sperimentalmente la punta delle dita vicino all’attaccatura dei capelli, sulla nuca, dove vennero automaticamente cementificati.
 
“Che schifo.”
“Puoi dirlo forte.” Acconsentì Darren, mentre le dita di Chris si facevano strada con un pizzico di decisione in più tra i suoi ricci.
 
“È una delle esperienze più rivoltanti della mia vita.”
“Chris. Non stai maneggiando interiora di cane- ”
“Devo sistemarli meglio davanti. Girati.” Darren sospirò, e si mosse fino a trovarsi faccia a faccia con il suo personale parrucchiere di giornata.
“Ai suoi ordini.” Quello che nella testa di Chris nasceva come uno sbuffo finì per trasformarsi in un sorriso intenerito, non appena adocchiò le uniche due ciocche rimaste libere dal gel che oscillavano sulla fronte di Darren.
 
“Sei inguardabile.”
“È bello quando sei in vena di complimenti, sai?” Chris si strinse nelle spalle, per poi prendere i pochi capelli rimasti tra le sue dita appiccicose, uniformandoli alla restante massa cristallizzata che aveva in testa.
 
“Ecco. Ora tu sei in perfetto stile Blaine Anderson, e io mi auguro che a Ryan vada bene lo stesso un Kurt invalido, perché ho intenzione di amputarmi le mani.” Darren – per una volta – non fece commenti di alcun tipo. Si limitò semplicemente a fissarlo. A Chris non sarebbe importato più di tanto se solo la cosa non si fosse protratta ben oltre la soglia dello strano.
 
“Dare?- ”
“Se faccio una cosa, prometti di non impazzire?”
Chris lo squadrò al meglio delle sue possibilità, come se si aspettasse di trovargli il motivo di quella richiesta scritto da qualche parte sul corpo. Le sue sinapsi lavorarono in fretta – esattamente come erano sempre abituate a fare – e non esitò che qualche secondo.
 
“No.” Darren piegò la testa da un lato, confuso.
“No?”
“No. Non te lo prometto.” Lui lo fissò qualche altro istante, prima di avvicinarsi di qualche centimetro.
“Che cosa fai?”
“Mi preparo alla sfuriata che seguirà questo momento.”
“Quale momento?”
 
Darren sorrise, con una spontaneità che non prometteva niente di buono.
Chris si perse a contemplare quella sua buffa espressione consapevole abbastanza a lungo da abbassare la guardia. Un attimo che a Darren fu più che sufficiente per piegare un ginocchio, sporgersi velocemente verso di lui e premere la bocca sulla sua.
Fu talmente rapido che – se non avesse sentito chiaramente lo schiocco con cui si era separato dalle sue labbra – Chris non avrebbe saputo dire se fosse la realtà o il semplice quanto fantasioso frutto della sua immaginazione. Darren lo guardò immediatamente negli occhi, sorridendo ancora di più.
Per la prima volta da parecchio tempo, Chris era davvero senza parole.
 
Questo momento.” Concluse, indicando l’espressione sconvolta del ragazzo che aveva di fronte.
 
“Tu... Tu non pensi, non è vero?”
Darren scosse la testa, senza smettere di sorridere. Almeno uno di loro trovava quella situazione divertente.
“Tu pensi troppo, invece.” Chris lo fissò, incredulo.
Quando iniziava a rispondere in quel modo, non c’era verso di ricavare qualcosa da una conversazione con Darren. Il problema era che doveva ricavarci qualcosa, doveva per forza. Non poteva semplicemente andarsene e convincersi che ricevere un bacio – per quanto innocente – ad un suo collega rientrasse nelle più comuni prassi di comportamento.
 
“Perché?”
“Perché volevo farlo.”
Non se la sarebbe cavata così facilmente. L’avrebbe fatto parlare, anche a costo di procedere a ritroso come si fa con i bambini. Chris prese un profondo respiro ignorando il suo stesso corpo, che iniziava a prendere consapevolezza di quanto appena successo irradiandogli un improvviso calore al viso.
 
“Non dovrebbe essere qualcosa che hai voglia di fare. Dammi una sola buona ragione per- ”
“Te ne do tre.
Ti sei riempito le mani di gel per me, nonostante ti faccia schifo. Oggi sei insopportabile: ti adoro quando sei insopportabile. E per qualche ragione sei più bello del solito.”
Chris ascoltò ogni singola motivazione prima di alzarsi lentamente dal letto e proclamare la sua sentenza.
 
“Sei un deficiente.”
Darren si rimise in piedi a sua volta con il suo perenne sorrisetto, per niente toccato dall’appellativo appena ricevuto. Si indicò i capelli pieni di gel.
“Quarto motivo: sei il Kurt del mio Blaine.” Chris incrociò le braccia al petto, mordendosi l’interno delle guance per non sorridere.
 
“Questo non è un motivo valido.” Darren si accigliò.
“No?”
Il ragazzo scosse la testa e – ancor prima di rendersi conto di cosa diavolo stava facendo – aveva già entrambe le mani sulle spalle dell’altro, e si stava abbassando quel tanto che bastava a raggiungere le sue labbra.
Un attimo prima di baciarlo, Chris deviò leggermente. Magari era un po’ troppo vicino alla bocca per essere considerato un vero e proprio bacio sulla guancia, ma di certo avrebbe potuto spacciarlo per tale.
 
Quando tornò a guardarlo in faccia, promosse l’espressione sbigottita di Darren nella top ten di quelle che più gli avevano dato soddisfazione di recente.
 
“Quarto motivo: mi hai prestato i tuoi pantaloni della tuta.”
Darren si alzò sulle punte ma – a differenza di Chris – non si fece grandi problemi a puntare dritto alle labbra. Fu un bacio rapido come il primo, con la differenza che Chris se lo aspettava, e lo baciò a sua volta.
 
“Quinto motivo: non hai fatto battute sulla mia altezza nonostante quei pantaloni ti arrivino sopra le caviglie.” Lui aprì la bocca per ribattere, ma fu preceduto.
“Non farmi rimangiare quello che ho detto.” Chris sorrise e si fece nuovamente avanti. Darren chiuse gli occhi e arricciò le labbra, ma lui gli baciò la punta del naso.
“E questo?” Chiese, con un sorriso a metà tra il deluso e l’intenerito.
 
“Sesto motivo: non mi denuncerai per aver sfondato la porta.” Darren gli diede un altro bacio.
 
“Settimo motivo: sei rimasto a parlare con me nonostante dovessi scrivere.”
 
“Ottavo motivo: mi hai detto che oggi sono più bello del solito.”
Gli ricordò Chris, con un sorriso che contagiò anche l’altro ragazzo.
 
Darren lo fissò più a lungo, quella volta. E poi catturò le sue labbra con gentilezza, ne tracciò il contorno con la punta della lingua e un po’ si stupì quando Chris lo lasciò fare, socchiudendo la bocca e rispondendo al bacio. Si separano senza fretta: lesse un pizzico di smarrimento nei magnifici occhi che aveva di fronte.
 
“Io... uhm, penso di aver dimenticato a che numero siamo arrivati.” Darren gli sorrise.
“Motivo numero nove.”
“Ovvero?” Chris rimase colpito dalla dolcezza negli occhi che aveva di fronte. Una parte di lui, in fondo, conosceva già la risposta che stava per arrivare.
 
“Non è un motivo valido. Voglio baciarti. E credo che ci sia solo una ragione per cui una persona desidera baciarne un’altra.”
 
Chris non era impulsivo; era esattamente l’opposto, in realtà.
Il punto stava nel fatto che – per una volta – si affidò alle maturate ponderazioni del suo cuore, anziché del cervello. Baciò Darren di nuovo, quella volta sulle labbra. Senza preoccuparsi di essere delicato, poco invadente o di sconvolgerlo. Lo baciò e basta, esattamente come voleva baciarlo. Quando si separarono, Chris si chiese se Darren avesse mai sorriso tanto prima di quel momento.
 
“E questo?” Chris si strinse nelle spalle.
“Sei il Blaine del mio Kurt.” Darren inarcò le sopracciglia.
“Pensavo che questo motivo non fosse valido.”
 
“Non lo è, infatti.”
 

***

 





 

 
 

...*palle di fieno che rotolano*
Okay, uhm. Che dire. Io avevo avvisato che avrebbe rasentato la follia.
E dopo questa, penso che fuggirò in punta di piedi da questa sezione e tornerò dai Klaine e dalle Faberry: la mia amabile figura di merda qui l’ho fatta, quindi sì, ho già dato u.u
Ringrazio sentitamente chiunque sia arrivato fin qui, e mi ci complimento anche *si alza ad applaudire*.
Inoltre, bacio virtualmente quella santa donna della mia beta, nonché mia futura moglie, GiadaColfer <3
 
Se volete mandarmi a quel paese, qui potete farlo: http://www.facebook.com/pages/Ari_92-EFP/409314062440527?ref=hl
E anche qui: http://ask.fm/Nonzy9
Vi amo ç_ç <3
_Ari
  
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