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Autore: Harmony394    14/02/2013    4 recensioni
«Questo è amore, Agente Romanoff?».
La voce di Loki ti arriva alle orecchie tagliente come un rasoio e maligna come quella di un demonio. C’è qualcosa di assolutamente malato in quell’essere, quel dio, e istintivamente ti viene la pelle d’oca nel pensare a come sia possibile che un soggetto simile possa davvero esistere.
Eppure, quelle parole non ti restano del tutto indifferenti.
‘Amore’ ha detto lui. Quel sentimento a te così sconosciuto e che non vuoi affatto conoscere. Perché l’amore è un sentimento, e tu non provi sentimenti o emozioni. Non più, perché sai bene che provarle è sinonimo di debolezza e vulnerabilità, e tu non sei debole, Natasha. Tu sei russa, e sei anche un’assassina. E chi uccide non prova sentimenti… o amore.

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[Clintasha] [Oneshot].
Buon San Valentino!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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~Love is for children.
 


«Questo è amore, Agente Romanoff?».

La voce di Loki ti arriva alle orecchie tagliente come un rasoio e maligna come quella di un demonio. C’è qualcosa di assolutamente malato in quell’essere, quel dio, e istintivamente ti viene la pelle d’oca nel pensare a come sia possibile che un soggetto simile possa davvero esistere.

Eppure, quelle parole non ti restano del tutto indifferenti.

"Amore" ha detto lui. Quel sentimento a te così sconosciuto e che non vuoi affatto conoscere. Perché l’amore è un sentimento, e tu non provi sentimenti o  emozioni. Non più, perché sai bene che provarle è sinonimo di debolezza e vulnerabilità; e tu non sei debole, Natasha. Tu sei russa, e sei anche un’assassina. E chi uccide non prova sentimenti… o amore.

«Non voglio ucciderti», ti aveva detto Clint la prima volta che vi eravate visti, e tu hai ancora in mente il ricordo di lui che ti sorrideva sornione e i piccoli fiocchi di neve arruffati nei suoi capelli castani. Poi aveva abbassato l’arco e teso la sua mano ruvida e fredda a causa del gelo di Mosca.

Avresti potuto ucciderlo lì, subito e velocemente, proprio come facevi fin da bambina dal momento in cui la Mano ti aveva preso sotto la sua custodia. “Un’arma vivente” ti avevano detto che eri. “La Vedova Nera”; un'assassina senza scrupoli. “Un'automa sprovvisto di cuore”.

Ma quando guardasti quegli occhi, così sinceri ed anche un po’ frivoli, anche tu abbassasti - seppur di poco -  le pistole e lo fissasti intensamente; i tuoi occhi azzurri pieni di sospetto e circospezione.

Non ti fidavi tu. Non ti eri mai fidata di qualcuno e di certo non avresti cominciato a farlo in quel momento.  

«Chi sei?» Domandasti, continuando a tenere le armi puntate su di lui.
«Clint», rispose lui, sorridendo. «E trovo che, almeno da quello che si dice negli Stati Uniti d’America, sia giusto presentarsi quando si fa conoscenza» La sua voce non era seccata o irritata, solo piena di curiosità. E tu odiavi la curiosità.
«Se non vuoi uccidermi perché sei qui? Cosa vuoi?» La tua voce era fredda e tagliente come il freddo di Mosca. Come il tuo cuore.
Lui allargò il suo sorriso e ti tese nuovamente la mano. «Mi hanno mandato fin qui ad ucciderti, in realtà. Ma sai, sono più per la giustizia che per la morte».
«Quindi sei venuto fin qui per portarmi in prigione?».
«Sono venuto fin qui per conoscerti, Vedova Nera. Per capire se sei davvero la famigerata assassina di cui tutti parlano oppure no. Non per ucciderti o sbatterti in galera. Non è quello che farò… Se tu non mi darai motivo di farlo», aggiunse poi, guardingo. «Quindi, ti decidi a stringermi la mano sì o no? Sai, mi si sta stancando il braccio».

Tu lo guardasti e, per la prima volta in vita tua, ti dicesti che forse provare dei sentimenti non doveva essere poi tanto male se il risultato era quello riuscire a sorridere come faceva lui. E tu non sorridevi da molto tempo, Natasha. Forse avevi perfino dimenticato come si faceva o, magari, non lo avevi mai fatto davvero. Perché la felicità è pur sempre un’emozione, e a te era vietato provare emozioni.

Ti voltasti, e mentre con passo svelto ti dirigevi lontano da lui sussurrasti il tuo nome; certa che lo avrebbe sentito nonostante la distanza che vi separava.

«Natasha?» Aveva ripetuto Clint, abbozzando un sorriso che tu non eri riuscita a vedere ma che eri certa fosse impresso sul suo viso squadrato.
«E’ il mio nome» Mormorasti, tirandoti su il tessuto superiore dei guanti con fastidio. «Vedi di non scordarlo, perché non lo ripeterò due volte».

Non sapevi perché lo avevi detto, in realtà. Il motivo per cui avevi sussurrato quel “Natasha” con una semplicità tale, come se non avessi mai ricevuto ordini che impartivano l’esatto contrario - ovvero il non rivelare mai a nessuno la propria identità - ti era del tutto oscuro e ancora oggi fatichi a comprendere il perché di quel gesto. Forse in verità un perché non c’è mai realmente stato, ma tu ti ostini sempre a trovare una risposta a tutto e tempo fa ti sei ripromessa che, prima o poi, troverai una conclusione anche a questo quesito. Riesci sempre a scoprire ciò che vuoi, alla fine.
Non per niente sei una delle migliori agenti di tutto lo S.H.I.E.L.D.


Ad ogni modo, ormai la frittata era fatta e non si poteva più tornare indietro. Alla fine, se le cose si sarebbero messe male lo avresti ucciso senza esitazioni – come facevi ogni volta.

Per questo, quando Clint ti disse quella cosa restasti basita.

«Incantevole!» Aveva gridato con tutto il fiato che aveva in gola, come se fosse la cosa più naturale del mondo urlare un complimento alla persona che ti hanno incaricato espressamente di uccidere senza pietà.

Tu non gli avevi dato retta. Avevi già perso troppo tempo e probabilmente la Mano si sarebbe incazzata quando avrebbe scoperto che avevi risparmiato un membro di qualche altra organizzazione segreta senza il loro consenso, eppure, proprio mentre stavi per dileguarti del tutto, udisti quel «Ci rivedremo presto!» da parte di Clint che ti sorprese per la seconda volta.

Ti voltasti, ancora con la sorpresa – un’emozione del tutto nuova per te - impressa negli occhi, e lo fissasti con prepotenza per qualche minuto; proprio come se non avessi mai visto un uomo in vita tua. Non uno come lui, almeno.

Dopodiché gli desti le spalle e, dopo un attimo di incertezza, te ne andasti senza degnarlo di una sola parola.

Nella strada che portava alla base segreta della Mano ripensasti al suo sorriso, a quegli occhi azzurri tanto buffi che ti erano entrati dentro, e subito dentro di te si era fatta strada un’emozione contrastante e strana. Decisamente sconosciuta. Non sapevi cos’era, perché si trovasse dentro di te e cosa significasse, ma istintivamente ti dicesti che sì, forse non era poi così male provare dei sentimenti.
 




Ritorni alla realtà con velocità e fastidio, e quando alzi lo sguardo incontri nuovamente gli occhi verdi di Loki scrutarti con prepotenza e cattiveria da dietro la cella costruita per Hulk. Guardandoli, non puoi fare a meno di chiederti se lui abbia mai amato qualcuno in vita sua o se la sua vita, come la tua, sia stata segnata solo dall’odio e dal desiderio di rivalsa.

Li guardi bene, quegli occhi azzurri così carichi di odio per te, per gli altri supereroi e per il mondo intero, e osservandoli ti rendi conto del fatto che quello sguardo è lo stesso che avevi tu qualche anno fa; quando facevi ancora parte della Mano.

Ed è solo adesso che capisci che sì, in realtà è proprio amore quello che provi tu. Perché è solo grazie agli occhi chiari di Clint e al suo sorriso così frizzante e naturale che i tuoi occhi sono diventati più tranquilli, con meno odio al loro interno. Più umani.

Nonostante ciò, dentro di te sono ancora vivi e vigili i comandamenti che la Mano ti ha dato, i ricordi della te bambina obbligata ad uccidere, il sangue di gente innocente che sgorga e quella dannata nota rossa sul tuo registro dello S.H.I.E.L.D. che sai bene che non potrà mai essere cancellata.

Riguardi gli occhi di Loki, che continuano a fissarti con insistenza e astio, ed infine giungi alla stessa conclusione che ti eri data tanto tempo fa, quando tutto ti sembrava buio da far paura e niente poteva sciogliere l’armatura tanto bella e tanto perfetta che ti eri creata.
 

«L’amore è per bambini. Io sono in debito con lui».
 
 





- Note dell’Autrice.

Ed eccomi qui! :D

E’ la primissima volta che mi dedico ad un paring tanto bello come quello delle clintasha. Spero sul serio di non aver reso la povera Natasha OOC e che nessuno –Natasha coff-coff – venga da me armato di mitra e bazooka pronto a far fuoco. ^^
Ad ogni modo, questa fan fiction è dedicata in tutto e per tutto alla mia caVissima amica Martina, la quale è una grandissima patita della coppia. Ti vi bi, Marti. <3

Volevo dedicarla anche ad EvilCassy, la quale ritengo la “master assoluta” di tutte le clintasha e fan fiction riguardanti loro due in generale ed una mia carissima amica virtuale. Spero solo che non mi prenda per sclerata –cosa mooolto probabile.

Ultimo appunto: LA FAN FICTION NON E’ BETATA. NON LO E’ PER NIENTE. AFFATTO. NADA. NISBA. NO.
Quindi mi dispiace se avete trovato e(o)rrori di scrittura, cercherò di sistemarli al più presto. Prometto!

Vi lascio. Passate un Buon San.Valentino!

P.S: La "Mano" è una setta di mercenari ninja che rapì Natasha da bambina, data la sua attitudine nell'apprendimento delle arti marziali, per farne la loro "arma suprema". Ossia la Vedova Nera. Troverete tutto su Wikipedia!
   
 
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