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Autore: Superwoman_yeah    14/02/2013    4 recensioni
Marika è diversa da tutte le ragazze della sua età: non ama la moda, i ragazzi o le feste. Inoltre, nella sua classe, c'è un ragazzo che le rende la vita impossibile, un certo Louis Tomlinson. Non sa, però, che questo ragazzo le nasconde un segreto, che sarà la causa di molti disastri. E se tutto cambiasse?
 
Tratto dalla storia.
"Inizialmente ero corso in spiaggia, sicuro che l'avrei trovata, andava sempre lì quando qualcosa andava storto. Ma fui lieto di sapere che quel qualcosa non ero io. Continuai a guardarla negli occhi, amavo vederne il mio riflesso. Non c'era niente in quel momento... solo noi ed il rumore delle onde. Mi ritrovai a dover ammettere a me stesso quello a cui non avrei mai voluto credere. Ancora alzai lo sguardo verso il manto di stelle e subito lo riportai sul suo viso. Ribaciai nel modo più dolce possibile le sue labbra e mi maledissi chiedendomi ancora come fosse stato possibile che fra tante ragazze nel mondo mi fossi innamorato proprio di una tipa meschina e impossibile come lei."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                      Is she an angel?

La prima grande sfida di quella sera era la scelta dell'abito, sapevo benissimo che le altre avrebbero messo tutte vestitini super sexy e magari anche volgari. Non avevo la minima idea di cosa indossare, non avevo vestiti: indossavo sempre jeans e T-shirt, ma sapevo che se mi fossi presentata in quel modo sarei stata giudicata dall'inizio e avrei già perso. Vidi un messaggio sul cellullare, era da parte di Louis "Sei pronta?" decisi di dirgli la verità "Dammi del tempo, ho bisogno di organizzarmi."
"Ok alle 11.00 da me, non più tardi." rispose lui. Avevo solo peggiorato la situazione. Ora, mi toccava anche ideare un piano per uscire di casa, senza essere vista da mio padre. Ricordai che papà aveva conservato per ricordo un vestito che la mamma usava sempre da ragazza, così feci una cosa di cui forse mi sarei vergognata per tutto il resto della mia vita. Mi feci coraggio, entrai in camera da letto e aprii il cassetto dove c'era quello scatolo. Il vestito era ancora più bello di come lo ricordavo, era perfetto proprio come sicuramente era stata la mia mamma: Era un pezzo unico. Camicia color perla, velata, con scollo a V ampio e maniche larghe. Aveva poi un fioccho nero pece, come la gonna leggermente a palloncino, che terminava circa tre centimetri prima delle ginocchia. Lo strinsi un po' a me, non ero sicura di quel che stavo facendo, sapevo che era ingiusto, mio padre ci teneva molto ad avere almeno un ricordo della mamma, ma decisi di indossarlo, era l'unica via per superare il primo ostacolo. Mi feci forza pensando che la mamma me l'avrebbe prestato, se avesse saputo quel che stavo passando. Decisi di abbinare quel vestito all'unico paio di scarpe, nere, con il tacco che avevo e per finire presi una pochette. Era sempre nera, con dei brillanti e una catenella per mantenerla. La missione abbigliamento era stata superata. Non restava che piastrarmi i capelli e truccarmi per bene e così feci senza esagerare però. Ora, però, arrivava la sfida più dura, quella che non mi ero mai permessa di sfidare, quella più tenebrosa e pericolosa: mio padre.
Prima di tutto, mi assicurai che fosse stato fuori casa fino a tardi, infatti sarebbe tornato a casa alle 00.30. Per me, non era un gran vantaggio: già alle 23.00 dovevo stare alla festa, ma era certamente meglio che tenerlo tutta la serata a gironzolare per casa. Prima di andare misi un cuscino sotto al mio letto, chiusi la porta della mia camera e lascia sul tavolo, in cucina, un biglietto, con scritto 'Sto dormendo, non svegliarmi! Ci vediamo domani, buona notte xx'
si, avevo visto troppi film, ma quella era l'unica soluzione che mi veniva, in quel momento. Dopo un po' di cammino, arrivai a casa di Louis. Mi sembrava quasi impossibile trovarmi lì, non potevo credere di esserci andata. Aveva una casa enorme, con villetta, era tutto illuminato, c'era un bar e la musica e non era difficile capire che aveva organizzato una festa nascosto dai genitori. Lo vidi in lontananza, vicino al bar, circondato da un gruppo di ragazze. Era insieme al suo amico Stan, la cosa che meno volevo era salutare quei due, ma dovevo farlo: in fondo, ero andata lì solo per dimostrare loro che ero una dura, cosa che poi non ero. 
"Ciao..." borbottai vergognata.
"E questa chi è?" domandò Stan che era già mezzo ubriaco.
"Non so. La maggior parte delle persone le hai invitate tu... sarà una conoscente." affermò Louis squadrandomi: partì dai tacchi e si fermò alla scollatura, non si degnò nemmeno di guardare il mio volto.
"Chiunque tu sia, sei la ben arrivata bellezza!" Stan, sbandava mentre diceva quelle parole. Mi strinse a se, come se ci conoscessimo da anni.
"Non ci provare idiota!" lo respinsi, lui mi guardò meravigliato.
"Aspetta, aspetta ma tu sei Marika!" disse Louis. L'avevano capito, finalmente.
"Eh?! Intendi la sfigata di classe nostra? Nah impossibile." a qul punto gli diedi un calcio sui piedi e visto che avevo i tacchi non posso dire di non aver combinato nulla, ma se lo meritava. "Vediamo ora chi è la sfigata!" dopo di questo, me ne andai. Tomlinson, invece, mi fermò, tirandomi con la mano. Era così strano, ritrovarsi mano a mano con lui. "Hemm... complimenti sei stupenda." continuò lui. Era tutto rosso. Avrei preferito dargli un pugno in faccia, facendolo diventare ancora più rosso, ma non lo feci e mi litimai a dirgli un grazie. Mi stavo allontanando, quando sentii Stan da lontano gridare "Questa me la pagherai ragazzina. Nessuno tratta così Stan!". Io, gli alzai il dito medio, senza nemmeno girarmi. Non volevo dare troppe attenzioni a quell'idiota.
La festa era iniziata da appena mezz'ora e ed erano già quasi tutti ubriachi o che si scatenavano sulla pista. Io non avevo affatto voglia di ballare e niente di meno quella di bere alcolici, in verità avrei preferito andarmene da quella stupida festa e ritrovarmi nel lettino di casa mia. Chissà se mio padre era già tornato e se si sarebbe accorto di qualcosa, iniziai a chiedermi come avrei fatto ad entrare in casa visto che avevo dimenticato le chiavi, stavo entrando nel panico totale. Ad interrompere tutti i miei pensieri fu una voce dolcissima.
"Ti stai annoiando pure tu vero?" Mi girai e vidi seduta sugli scalini una bellissima bambina con i capelli lunghi e lisci e gli occhi celesti, sembrava un angelo.
"Che ci fa una bambina piccola come te, qui?" dissi avvicinandomi a lei,
"Mi chiamo Félicité" mi fece un sorriso e ignorò la mia domanda.
"Oh che bel nome, io sono Marika' le porsi dolcemente la mano che lei strinse.
"Si, ma gli amici mi chiamano Fizzy."
"Ed io posso avere l'onore di chiamare Fizzy e di essere amica di questa bella bambina?" le domandai.
"Certo." mi sorrise, poi continuò "Sei diversa dalle altre ragazze, loro non mi hanno calcolata, pensano solo a divertirsi ed io mi sento sola e annoiata."
"Ci sono qui io con te..." mi misi sugli scalini accanto a lei.
"Grazie. Credo sarei dovuta uscire con i miei genitori, almeno mi sarei divertita."
"Come mai non l'hai fatto? Sai, le bambine piccole come te, dovrebbero stare con la famiglia." dissi sorridendole.
"Non son piccola, ho 6 anni.' esclamò seria.
"Scusa mi sono sbagliata."
"CAomunque, non sono uscita, perchè volevo stare con mio fratello, non sapevo avesse preferito questa stupida festa, a me."
"Chi è tuo fratello?" le chiesi curiosa.
"Louis. Lo conosci?' domandò spalancando i suoi enormi occhioni celesti. 
Non riuscivo a credere, che quell'angelo fosse la sorella di un ragazzo approfittatore e cattivo.
"Diciamo, ma comunque sono sicura che preferisce te, alla festa." borbottai insicura.
"A quest'ora starebbe con me."
"Non fare così, sono sicura che ti vuole bene."
"Oh questo lo so, è un ragazzo d'oro." la guardai stupita, non riuscivo a credere a ciò che stavo ascoltando.
"E' il miglior fratello del mondo, sa sempre come farmi divertire e mi accontenta sempre. Sai, quando guadagna qualcosa spende sempre dei soldi per accontentare me e le altre mie sorelle.'
"E' davvero dolce." non credevo a quel che dicevo.
"Si. Ora vado in casa, sento freddo." dichiarò, mentre apriva la porta di casa,
"Ciao piccola." le diedi bacio sulla guancia, lei mi fece un sorriso che avrebbe potuto sciogliere tutti i ghiacciai del mondo, tanto che era dolce.
Rimasi un po' a pensare alle parole di quella bambina, non immaginavo fosse così dolce Louis con lei, forse avevo sbagliato a trattarlo così, forse era un ragazzo che dovevo conoscere ancora meglio, prima di giudicare. Non finii di pensarlo, che sentii la voce di un microfono, era Stan. "Ragazzi e ragazze, abbiamo deciso di fare una sfida per rendere la serata più divertente. La persona colpita dal riflettore, dovrà esibirsi in un ballo scatenato e sarà compito vostro decidere se è o no di vostro gradimento." guarda caso la luce colpì me, sapevo che l'aveva fatto apposta e sapevo che centrava anche Louis. Avevo sbagliato, avevo sbagliato tutto, era sempre il solito stronzo e non sapevo come facesse la sorella a dire il contrario. In qualunque modo ero fregata, in ballo ero negatissima e non sapevo come me ne sarei uscita.

 
Bleeeh;
Secondo capitolo postato, finalmente. Spero vi piaccia, se non è così... sapete cosa dovete fare. Ok, per chi non avesse letto la nota dell'altra volta, gridi 'Bleeeh' per sfogarsi. Più leggo questa frase e più mi pare non abbia senso lol.  Voglio ringraziare le due ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, so che sono poche, ma mi hanno reso contentissima. Se non sono più due mai di più, (Lo spero) ringrazio anche le altre. Spero che qualcuno legga questa storia o forse sono l'unica sfigata che passa San Valentino a casa. ç.ç
Ora vado, KISS. ❤
 
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