Si avvicinò al bancone, camminando a piccoli passi, chinando leggermente il capo e quando fu vicino a me, con un improvviso rossore in volto chiese di prendere un appuntamento per un tatuaggio. Era una settimana un po' vuota, quindi lasciai decidere a lei la data e l'ora, mentre parlava la guardavo di sottecchi arrossire e torturarsi le mani.
Tears don't fall.
Ciò che voleva tatuarsi, la frase di cui voleva che la sua pelle venisse marchiata.
Si voltò, senza dire altro, e uscì dallo studio.
Però adesso per me, contava solo una cosa.
L'avrei rivista e avrei sfiorato la sua pelle.