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Autore: LaMicheCoria    16/02/2013    4 recensioni
Aveva affrontato gli incubi, fronteggiato occhi incavati in orbite scarlatte e sangue e fuoco e lo schianto e lamiere ritorte conficcate tra le costole, attraverso lo sterno, dentro la carne. Li aveva combattuti e ne era uscito vincitore.
Ma quello..

[Steve/Tony]
[10 Prompt] [#01 - Tidings] [#02 - Cake] [#03 - Voyage] [#04 - Battle] [#05 - Destination] [#06 - Hold On] [#07 - I'm Here] [#08 - Lifestyles] [#09 - Cleaning] [#10 - Light]
[Completa]
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cause Nobody Wants To Be The Last One There :.'
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# 9 – Cleaning :.

 

Erano solamente due le occasioni in cui Steve dormiva sul divano.
Tony lavorava fino a tardi nel laboratorio, scambiando il normale ciclo giorno-notte per un’opinabile notizia di qualche giornale scandalistico, si scordava di mangiare –Ma non di bere il caffè, e dimenticava di avere una camera da letto cui fare ritorno quando aveva un ovvio bisogno di riposare. Steve rimaneva alzato anche ben oltre la mezzanotte solo per aspettarlo, telecomando alla mano o un libro di Hemingway aperto sulle ginocchia. Ogni tanto occhieggiava alla porta del laboratorio, in attesa che un miracolato Tony Stark emergesse dal ventre bluastro della caverna e tornasse consapevole dell’esistenza del mondo esterno.
Non che Steve riuscisse spesso a godersi quello spettacolo al limite dell’epifania divina, visto che tendeva ad addormentarsi verso le quattro del mattino.
Il brontolio di una corsa sfumava nella coscienza, la voce di qualche storico della Seconda Guerra Mondiale si liquefaceva sottoforma di grosse, penzolanti lacrime in bianco e nero, e la campana suonava per lui un’infinita eco dietro le palpebre chiuse.
Frustrante, in effetti.
Ma quando si svegliava c’era sempre Tony accoccolato ai piedi del divano, con la testa dolcemente abbandonata sul proprio ventre, i pugni a sostenere la guancia macchiata d’olio. Steve, allora, allungava la mano e posava le dita sulla tempia di Stark; gli accarezzava i capelli, lo guardava, sorrideva e restava in silenzio.
Poi c’erano le volte in cui Steve si esiliava volontariamente per non vedere il ciondolare biascicante del figlio di Howard o i suoi occhi lucidi e vacui. Si isolava per non sentire la parlata gonfia di whiskey e la lingua che impastava insensati grovigli di parole contro il palato.
Gli ricordava suo padre Joseph e lo strascinarsi delle suole consunte sulle assi del pavimento e lo sbattere della porta e la bocca grigia da cui pendevano filamenti giallastri di saliva, liquore e Dio sa cos’altro. Steve ricordava con spietata chiarezza le nocche chiazzate di rosso strette al collo della bottiglia, i denti che sbocconcellavano grossolani bozzoli di pensieri mentre sgranava un rosario d’odio e bestemmie; macchie appiccicose sul vestito buono della domenica e sulla camicia sbrindellata di tutti i giorni, la sclera un reticolo arzigogolato di vene sul punto di esplodere, la voce un rovesciarsi improvviso di vomito e insulti e lacrime ambrate di rhum.
Non poteva sopportare la vista di Tony ridotto così, non ancora, non di nuovo. Non poteva sostenerne lo sguardo folle o i goffi baci impregnati di polvere untuosa da pub. Odiava vederlo così, detestava con ogni fibra del proprio essere il modo in cui si trascinava lungo l’androne e lo cercava con gli occhi annebbiati, ridendo di cose che solo lui capiva, che solo lui inventava.
Odiava la sensazione di impotenza, la delusione, il non essere ancora abbastanza per Tony, il capire che no, non sarebbe mai stato per lui la motivazione adatta a smettere di bere una volta per tutte.
Si ritirava sul divano e annegava in un sonno osceno di buio e colla.

Tling tling tling tintinnavano quella notte le catene del sogno tling tling tling si scuotevano tling tling tling ridacchiavano fra loro tling tling tling cantavano di un passato che l’alcool aveva di nuovo reso presente tling tling tling osannavano, brindavano.
Steve socchiuse un occhio, accorgendosi che il tling tling tling non apparteneva al sogno, bensì al ritaglio di luce che dalla cucina si allungava sulle piastrelle candide. Aggrottò la fronte e, con la coperta ancora sulle spalle, mosse qualche passo in avanti. Non capiva a cosa appartenesse quel rumore, né il cozzare di qualcosa contro qualcos’altro e nemmeno gli sbuffi rauchi che lo accompagnavano.
Gettò uno sguardo nel sottile di rigagnolo di luce tra cucina e corridoio: deglutì, la mascella serrata. Livida.

Tling tling tling
bottiglie che cozzavano tra loro.
Ah, bene. Perfetto. Stark aveva appena deciso di brindare ai brindisi. Ottimo. Quella nottata aveva il sapore amaro del disfacimento.
Un morso allo stomaco, brividi di gelida delusione che sgocciolavano lungo la schiena.
-Tony, per l’amor del…cielo- Steve si bloccò sulla soglia e al gesto improvviso la coperta cadde, afflosciandosi sul pavimento.
Stark singhiozzò, roteò gli occhi, alzò la bottiglia e la sventolò a mo’ di saluto: sotto di lui, accanto a lui, ovunque attorno a lui bottiglie di alcolici vuote e dentro al lavandino ondeggianti e schiumosi resti di whiskey, rhum, vodka, Martini..e Signore, non immaginava che in casa ci fosse tutta quella roba.
-Rogie!- cinguettò il figlio di Howard, agitando il Jack Daniel’s sopra la testa -Rogie, ti sei svegliato! Buonanotte, bell’addormentato! Guarda che bella giornata!- un sorriso storto, alticcio, barcollante -Cioè, non è ancora giorno, ma lo sarà presto e con JARVIS, sai no? JARVIS, ecco lui..egli..quello ho fatto qualche calcolo che gli ho chiesto e mi ha detto che sarà una bella giornata e io mi fido perché, mh, sai i calcoli glieli ho dati io e allora..- dimenticò il continuo della frase, occhieggiò  al whiskey come fosse sul punto di ingollarsi una bella sorsata, storse la bocca e si decise a buttarla via.
-Tony- esalò nuovamente Steve -Cosa…cosa stai facendo?-
Stark lo guardò: non disse nulla sulle prime, il viso una maschera verde di ebbrezza. Sembrò sul punto di dire qualcosa, ma fece un gesto di diniego con la mano, sbuffò e ridacchiò e si appoggiò al lavandino, sbiascicò, si asciugò le labbra, serrò le palpebre e diede una piccola spinta per rimettersi in piedi.
Traballò, sogghignando, e allargò le braccia ad accogliere il cimitero scintillante di bottiglie.
-Sto facendo pulizia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note Finali

*Labbro tremulo* Siamo alla penultimaaaaah ;A;
Oddio, no ;A; La penultima no! *Si attacca gnaulando ad un Tony che passava di là (?)*
Che Tony abbia problemi di alcolismo non è nuova, credo. Né che grazie a Steve abbia smesso coi cicchetti per un bel po’ di tempo. Joseph, secondo Wiki, è il padre di Steve ed era un alcolista anche lui.
Detto questo…Alla…alla prossima ;A;
Ringrazio Sundance, Harinezumi e F E D E per aver recensito!
Ringrazio Betelgeuse17 per aver messo la storia tra le preferite, Lady_Jadjye per averla inserita nelle ricordate e The_best_who_sing nelle seguite!

   
 
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