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Autore: Liberty89    17/02/2013    3 recensioni
Fan Fiction vincitrice del 3° Gold Fiction Contest, indetto dal Fan Fiction World Forum.
Questa storia è stata catalogata come un "must", ed è pertanto consigliata a tutti i lettori.

Il Regno massimo
Chiamerà l’ultimo cuore prescelto.
Un cuore in costante pericolo
Perché il confine che lo separa dal buio
È fragile,
Come il cristallo.
La Via del Tramonto
Sarà accompagnata da una chiave oscura,
Creata dal Regno supremo stesso,
Poiché il tramonto conduce alle tenebre.

-Dal capitolo 24-
Un nuovo nemico minaccia la pace dei mondi e i prescelti del keyblade partiranno per una nuova avventura, in compagnia di un nuovo custode, un personaggio inventato (o quasi) dalla mia pazza mente!In questa fic s'incroceranno le trame di alcuni noti anime e film d'animazione, per cui saranno presenti spoiler su di essi, in ogni caso avviserò quando verrà l'occasione. Come generi ho messo i principali, ma qui dentro ci sarà di tutto: dalla drammaticità alla demenza pura xD nonché alcuni cenni di vita reale ^^ Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sclero di una notte di mezza estate'
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Buona sera :3 Arrivo relativamente presto (?) con il capitolo nuovo ù.ù e... bo, nel senso ci sono un sacco di cose e spero che vi piacciano, poi alla fine farò il mio solito comizio (?) e vediamo ù.ù Buona lettura! :3


Capitolo 79: Carte x Fiamme x Veleno


Evangelion 3.0 - The Ultimate Soldier

Strinse la presa sulla sua arma, portando la mano al centro dell’asta, e la fece roteare davanti a sé per proteggersi dai proiettili luminosi che per i suoi gusti gli avevano procurato già troppi danni. Il Leggiadro Sicario diede una rapida occhiata al proprio corpo, osservando con odio ogni bruciatura che era stata aperta sul soprabito, tutte circondate da una macchia di sangue che rendeva l’indumento ancora più scuro. Terminata la raffica di colpi, sferzò l’aria con due fendenti della falce e liberò una doppia coppia di fasci tinti d’ossidiana, come gli affilati petali che li avvolgevano e seguivano come servitori fedeli.
Dall’altro lato del campo di battaglia, Xigbar digrignò i denti e gettò uno sguardo irritato alle bende grigie che ancora gli serravano i polsi. Poteva allontanarsi e tirare, ma quelle macabre corde non si spezzavano, anzi si allungavano a seconda della distanza, per poi ridursi non appena si tornava più vicino. Si riscosse dai suoi pensieri, quando vide le lame d’antracite che si dirigevano a gran velocità verso di lui. Cercò di fuggire indietreggiando, ma le bende lo trattennero con una forza maggiore, quindi sollevò le armi e sparò a ripetizione, nel tentativo di rallentare l’offesa nemica o di deviarne il percorso. Tuttavia, fu uno sforzo vano e la risata dell’avversario lo colpì duramente alle orecchie, come se gli avesse appena tirato uno schiaffo e lui non avesse potuto far altro che incassarlo, umiliandosi.
-Ok ossigenato, vediamo se i tuoi poteri sono utili per qualcosa o se erano tutta estetica.- pensò, abbandonando la pistola che teneva nella dritta per muoverla orizzontalmente davanti a sé, trattenendo il fiato.
Al suo gesto, dal terreno emersero due carte da gioco, identiche a quelle che era solito evocare lo Sfidante del Destino. Come una resistente muraglia, i due baluardi incassarono l’attacco diretto al loro nuovo padrone, lasciandosi infilzare dalle lame e dai petali taglienti, per poi scomparire insieme a loro, come se non fossero mai esistiti. Nonostante la riuscita della sua difesa, il numero II storse il naso, insoddisfatto, perché sperava che le carte recidessero le bende, invece, quelle erano ancora lì, come a prendersi gioco di lui.
-È inutile Xigbar.- esordì Marluxia. -Puoi provarle tutte, ma non riuscirai a separarti da me e dalla mia falce.-
-Sai? La cosa mi dà fastidio e il doverti dare ragione mi disgusta.- rispose il Tiratore Libero. -Però, ehi, hai ragione. Queste bende da mummia sono più resistenti del rudere che sembrano, quindi per liberarmene, dovrò romperti le braccia.-
-Provaci occhio di falco, non aspetto altro.-
L’attimo seguente, il Leggiadro Sicario si gettò in direzione del nemico, dando al contempo un ordine mentale alle bende della falce, che si tesero di colpo e trascinarono Xigbar verso il loro padrone. Colto alla sprovvista, il Ritornante inciampò con un passo, ma riuscì a mantenere l’equilibrio e non provò nemmeno a opporsi alla forza di quelle fasce, al contrario, si lanciò a sua volta richiamando quattro carte da gioco nella mano destra. Le scagliò davanti a sé, ma Marluxia replicò con altrettanti petali neri, annullando l’attacco avversario, dopodiché sollevò la propria arma e si fermò all’improvviso puntando il piede sinistro sul terreno, caricò lateralmente il fendente e sferzò l’aria.
Il Tiratore Libero impossibilitato a frenare come l’altro Ritornante, continuò ad avanzare e si armò con la seconda pistola, usandole entrambe come uno scudo, che gli evitò di finire affettato, ma non di essere spinto a terra con violenza, come una palla che viene battuta da una mazza da baseball. Rotolò un paio di volte prima di alzarsi su un ginocchio e sparare una raffica di colpi, in gran parte respinti dal manico e dalla lama della falce. Tornato in piedi si diede una nuova e potente spinta per lanciarsi in un corpo a corpo. Le pistole si abbatterono con forza inaudita sul manico della falce, che vibrò nelle mani del suo proprietario.
I due avversari ripresero quel frenetico balletto muovendosi avanti e indietro, girando in tondo, e saltando per schivare e colpire. La loro velocità aumentava di pari passo, finché non divennero due confuse macchie in continua collisione, l’una bianca e l’altra nera, agli occhi di eventuali spettatori, che non avrebbero mai potuto emettere un pronostico, poiché i due Ritornanti apparivano in parità.
Come le loro armi, anche i loro sguardi si scontrarono più e più volte e nemmeno su quel ring nessuno dei due parve cedere: l’occhio fiammeggiante del Tiratore Libero splendeva come un piccolo sole su ciò che restava di quella distesa erbosa bagnata dalla luce della luna, e al suo fianco l’iride dorata ne rifletteva i bagliori come uno specchio; gli occhi blu dell’ex numero XI, uno nascosto dalle ciocche rosa, invece, erano freddi e profondi come faglie marine, ricolmi di rabbia e di quella follia che degenerava sempre di più.
In quello scambio di battute, in cui entrambi avevano sfoderato sogghigni e sorrisi deviati, le loro vesti andavano lacerandosi e macchiandosi di sangue a ogni fendente o proiettile andato a segno, ma sotto gli strati di stoffa insieme a tagli e ferite d’arma da fuoco comparivano anche lividi e contusioni, causate da colpi sferrati con il manico della falce e con le pistole, usate per lo sfondamento. Ai loro piedi, la terra buia e calpestata si abbeverava involontariamente dei liquidi schizzi scarlatti che piovevano dai corpi dei combattenti, gemendo in religioso silenzio sotto i loro movimenti sempre più veloci.
I Ritornanti si scontrarono ancora una volta, incrociando le loro armi che separarono i loro respiri ormai affannati, e in quel momento il viso del Leggiadro Sicario si deformò in un’espressione di puro sadismo, che fece rabbrividire il suo avversario. Le fasce attorno ai polsi di Xigbar si strinsero con uno schiocco simile a quello di una frusta e il rosato richiamò un fitto sciame di petali neri, che vorticò attorno a entrambi per qualche secondo, prima di gettarsi sul Tiratore Libero, che cercò di riparare almeno il volto nascondendolo tra le braccia.
Il numero II strinse i denti e socchiuse gli occhi, subendo l’attacco e pensando rapidamente a come reagire. Fece svanire le pistole e serrò i pugni fino a sbiancarsi le nocche, quindi fece scattare il polso sinistro in avanti, passando attraverso la gabbia di lame, e mirò al viso del nemico, colpendolo con forza inaudita sullo zigomo destro, appena sotto l’occhio. Marluxia urlò, colto alla sprovvista, perdendo la concentrazione e con essa il controllo sui suoi petali, che si riversarono sul terreno come foglie morte.
-Maledetto!- abbaiò sofferente, portandosi una mano sulla zona colpita e già segnata dall’ustione, ricordo del fuoco della custode del Tramonto.
Nel frattempo, Xigbar si era già allontanato di una decina di passi, stringendo un’arma nella mancina con cui sparò più volte all’unico braccio del rosato che ancora reggeva la falce. L’ex numero XI gemette e ringhiò per il dolore, mentre la sua arma sfuggiva alla sua presa e cadeva sul letto di petali scuri.
-Tsk! Neanche ferirti al braccio e separarti da quel tagliacarte è servito.- commentò il guerriero della Luce, notando con disprezzo le bende ancora strette sui suoi polsi, prima di tirarle verso di sé per avvicinare l’arma dell’altro, che tuttavia non si mosse di un millimetro, come se fosse incollata al suolo. -Ma che diavolo ha quell’affare?!-
Il Leggiadro Sicario ridacchiò, puntando l’unica iride visibile sul numero II. -La mia bambina non si fa impugnare dal primo che passa, occhio di falco.- spiegò tetro, raccogliendola e impugnandola nella dritta, mentre l’altro arto restava tremante lungo il fianco.
-Proverò qualcos’altro allora.- replicò il moro, concedendosi un piccolo ghigno e sollevando di nuovo la mano destra, libera dalla pistola. -Vediamo quale altro regalino mi ha lasciato quel donnaiolo di Luxord!-
-Vuoi giocare d’azzardo? Credo che il biondo ti abbia lasciato il suo stupido vizio…- disse il Leggiadro Sicario divertito, prima di zittirsi e osservare le quattro enormi carte comparse dal nulla come fantasmi, che avevano preso a girargli intorno. -Che diamine ha in mente?- pensò guardingo, stringendo la presa sulla propria arma, mentre le corde avevano guadagnato lunghezza per sollevarsi e scavalcare quel sottile muro in movimento.
Le carte, numerate dall’asso al quattro con il seme dei fiori, continuarono indisturbate la loro ipnotica danza, silenziose e rapide come artiste d’incalcolabile talento nel pieno di un’esibizione, aumentando la velocità al compimento di ogni giro. Corsero una dietro l’altra, mantenendo sempre la stessa distanza senza mai raggiungersi, e divennero così veloci da poter essere confuse tra loro. Il Ritornante digrignò i denti e socchiuse gli occhi, concentrandosi per non lasciarsi travolgere da quell’irritante girotondo. All’improvviso, però, le carte si fermarono e si spinsero verso di lui, esplodendo in una cascata di coriandoli bianchi e neri non appena lo sfiorarono.
Stupito per un istante, il rosato sbatté le palpebre un paio di volte, come per capire se fosse cambiato qualcosa e se fosse rimasta traccia di quei bizzarri strumenti di combattimento. Si fece scappare una risatina di scherno, per poi tornare a guardare l’avversario, che lo stava ancora fissando in silenzio.
-Tutto qui Xigbar?- domandò. -Mi aspet- s’interruppe, vedendolo svanire di colpo e restando completamente di sasso nel rivederselo a due palmi dal naso con un sorriso sprezzante stampato in faccia.
-Pare che l’ossigenato oltre all’estetica, abbia rivisto anche l’efficacia dei suoi attacchi.- disse. -Sei diventato lento, Luxia.- proseguì, chiamandolo con il diminutivo, che sapeva, gli dava terribilmente sui nervi, persino quando era un Nessuno s’infervorava in qualche bizzarra maniera, e il ricordo gli allargò il sorriso.
L’ex numero XI si vide puntare la pistola rimasta in campo dritta sul petto, a una ventina di centimetri di distanza. Deglutì, serrando ancora di più la presa sul manico della propria arma e riservando all’altro uno sguardo che avrebbe ghiacciato quell’iride infuocata se solo avesse potuto. Si mise a pensare a una via d’uscita, che non implicasse l’uso della falce, perché anche se la posizione della lama gli era del tutto favorevole -gli sarebbe bastato muoverla per tagliare una gamba all’avversario- purtroppo non poteva sfruttarla a causa della lentezza che quelle carte gli avevano lanciato addosso, e nemmeno le sue difese vegetali potevano essergli di grande aiuto vista la vicinanza. Fu lì che si ricordò dell’altra arma di cui disponeva, e si trattenne dal mostrare emozioni diverse sul suo viso.
-Che aspetti occhio di falco? Sembravi così ansioso di spararmi.- esordì, lanciandogli un’altra occhiata che rigurgitava odio.
Il Ritornante vestito di bianco sistemò meglio il dito sul grilletto. -Hai ragione, mi stavo perdendo in ragionamenti che prevedevano l’umiliarti.-
-Sarai pure un essere di Luce, ma sei sadico come quando eri un Nessuno.-
-Come te del resto, la differenza è che tu sei peggiorato di brutto.- replicò il numero II. -Addio, Luxia.-
Nello stesso istante in cui il colpo partì, una radice purpurea si scontrò violentemente con il braccio del Tiratore Libero, sbilanciandolo e cambiando la traiettoria del proiettile. Il dardo prese in pieno il braccio già ferito del Leggiadro Sicario, che si morse le labbra, bagnandosi il mento di sangue, pur di non lasciarsi sfuggire nemmeno un sussurro di quel bruciante dolore che si era aggiunto al precedente. Xigbar, invece, si vide strappare via la propria arma e solo grazie alla sua nuova velocità riuscì a schivare una seconda compagine, che altrimenti lo avrebbe sbattuto al suolo con una violenza inaudita. Illvilja ridacchiò compiaciuta del proprio lavoro, che si concluse l’istante seguente con la distruzione della pistola del numero II tra le grosse spire dei suoi arti vegetali, che schiacciarono e stritolarono l’oggetto riducendolo in pezzi.
-Io sarò diventato lento… ma la mia lobelia no.- esordì il rosato, con affanno evidente.
Il Tiratore Libero trattenne un ringhio, impugnando l’arma rimastagli nella mancina. Fissò trucemente il suo avversario e la sua creatura uscita da chissà quale inferno, tenendosi pronto a difendersi o schivare un qualsiasi attacco da parte loro. Tuttavia, sapeva che non avrebbe potuto sfuggire in eterno o comunque combattere ancora per molto, perché anche lui era ormai stanco e la fiamma tinta d’arancio aveva iniziato a bruciare con minore intensità.
Un movimento sotto i suoi piedi lo risvegliò da quel momento di stasi e saltò all’indietro, evitando per poco la lunga radice della pianta, che lo inseguì e lo colpì senza difficoltà, poiché all’improvviso le bende strette attorno ai suoi polsi avevano iniziato ad accorciarsi, trascinandolo verso il loro padrone. Prima di impattare col terreno sulla spalla destra, il moro sparò una raffica di proiettili, che ferirono la bionda di striscio. Illvilja soffiò come un gatto mollandogli un’altra sferzata in pieno addome, che lo scagliò a qualche metro di distanza, lasciandolo senza fiato e privo della sua arma, che cadde alle sue spalle, e con la vista ancora offuscata.
-Avanti bambina… divoralo.- invitò l’ex numero XI con una risatina.
La donna dalla pelle nivea si leccò lascivamente le labbra e alzò una compagine, puntandola sul Ritornante e caricandola in una breve rincorsa. Tuttavia, la sua espressione di sadica gioia mutò immediatamente in una di sofferenza e si ritrovò a emettere dei mugolii sconnessi, quasi fosse sull’orlo del pianto. Si voltò verso la zona in cui stava combattendo il garofano rosso e ruggì in direzione della cupola scarlatta che aveva reciso le radici della sorella, provocandole un dolore indescrivibile, che solo lei poteva capire.
Marluxia seguì lo sguardo della sua creatura e sorrise amaramente quando comprese che la sua Sophia stava per essere sacrificata. -Mi dispiace occhio di falco, ma la mia presenza è richiesta altrove…- disse, liberandosi della falce, con cui svanirono le fasce che fino a quel momento avevano tenuto in trappola il numero II.
-Non… non azzardarti ad andartene!- esclamò Xigbar, inginocchiandosi e tossendo.
Il rosato lo ignorò e aprì un varco accanto a sé. -Purtroppo si sta facendo tardi, come vedi la piccola Jessie sta per chiudere la sua partita. Illvilja, sai cosa devi fare.- aggiunse, attraversando il passaggio che si chiuse alle sue spalle.
La lobelia annuì, richiamando le sue radici con cui si scavò la strada nel terreno, per svanirci l’istante seguente.
-Dannazione!- urlò Xigbar, battendo il pugno sinistro al suolo e serrando gli occhi.
Digrignò i denti e lanciò nuovi improperi, maledicendo il suo nemico e se stesso, perché nonostante tutto ciò di cui era dotato aveva fallito. Tremante per la rabbia e la frustrazione e provato dagli ultimi attacchi ricevuti, il Ritornante si alzò in piedi, scuotendo la testa per gettare via i pensieri negativi. Lo scontro restava in sospeso, ma non si sarebbe arreso, anzi si sarebbe accanito ancora di più per mantenere la sua promessa.
Fu in quel momento che tra le palpebre chiuse filtrò una forte luce rossa, che lo intimò ad aprirle del tutto. Lo sgomento e la sensazione di paura che lo colsero furono così grandi da fargli dimenticare il proprio fallimento e ringraziò un dio qualunque per non essere all’interno di quella barriera, in cui si stava svolgendo la più terribile delle battaglie.

Eliminato l’ultimo ragno, Miroku e Sango si voltarono in cerca dei loro amici, intravedendo, però, solo Kagome e Shippo accanto ai nuovi compagni di viaggio, o per meglio dire, gli unici due presenti.
-Divina Kagome!- chiamò il monaco, avvicinandosi alla ragazza, china sul custode della Catena Nobile. -Cos’è successo?-
-Nelle ragnatele c’era il veleno di Naraku…- rispose rapida lei, guardando con occhio esperto le ferite che lambivano le gambe del prescelto. -Mi dispiace, ma non ho con me le erbe medicamentose e neanche bende a sufficienza… dovrai aspettare…- spiegò, sincera, abbassando lo sguardo.
-Non preoccuparti…- replicò Topolino, stringendo i denti a una fitta di dolore. -Non è così grave, posso resistere.-
-Kairi e Sora dove sono?- chiese invece Sango, con Kirara tra le braccia, tornata alle sue normali dimensioni. -E Inuyasha?- chiese poi, non vedendo il mezzodemone nei dintorni.
Il movimento del cavaliere armato di scudo rispose ai suoi quesiti. Indurito lo sguardo per vedere più lontano, Pippo fece per correre in aiuto dei ragazzi che apparivano al limite delle loro forze, ma si fermò all’improvviso, voltandosi verso il suo sovrano e mettendosi sull’attenti.
-Vostra Maestà, devo andare. I nostri amici hanno bisogno di me.- annunciò, per poi rivolgersi al resto dei presenti. -Lo affido alle vostre cure.- disse, dopodiché scattò a tutta velocità, andando incontro ai due custodi.
-Mai vista una fedeltà simile…- costatò Miroku, allibito. -E sta già tornando indietro…-
-Pippo esagera sempre…- commentò il re dalle orecchie tonde, facendosi scappare una risatina prima di tornare immediatamente serio, quando vide lo stato dei suoi compagni. -Ma cosa…?- provò a chiedere, mentre il Maestro del keyblade e il suo cavaliere si avvicinavano con il prescelto dell’Alba apparentemente incosciente, sostenuto da entrambi.
-Sembra che Riku abbia solo perso i sensi…- disse infatti Sora, riprendendo fiato e sdraiando il ragazzo sul terreno. -Almeno… credo… Paperino invece…- proseguì incerto, girandosi in direzione della principessa della Luce, che ben presto lo affiancò, mostrando il mago dormiente tra le sue braccia ora sporche di sangue.
Topolino sgranò gli occhi neri, incredulo di fronte a un simile quadro di disfatta.
-Inuyasha?- domandò Kagome, guardando la rossa dritta nelle iridi blu mare. -Dov’è Inuyasha?-
La custode del Flower Key posò a terra il compagno ferito, stendendolo su un fianco con dolcezza, dopodiché si rialzò e ricambiò lo sguardo intenso della sacerdotessa, che aveva unito le mani, intrecciando le dita, in una muta preghiera.
-È rimasto indietro con Jessie.- rivelò, volgendosi verso il punto da cui era giunta e indicando la tenue cupola rosa, che era sorta pochi secondi prima, ma cui nessuno aveva fatto caso, poiché l’urlo di dolore prodotto da Sophia non l’aveva oltrepassata.
-Kairi… cos’è quella barriera?- chiese Sango.
-Quella è una magia che solo Jessie è capace di usare, se l’ha evocata significa che ha intenzione di usare l’ultima carta che le rimane…- spiegò Sora, inginocchiandosi accanto all’amico dai capelli argentei e posandogli due dita sul collo segnato di viola a causa della stretta della radice. -Non devi temere per Inuyasha, sono sicuro che non sarà coinvolto.-
-Coinvolto in cosa…?- la mora strinse ancora di più le mani fino a sbiancarle.
-È diventata rossa…- fece Miroku, muovendo qualche passo. -Perché…- le parole, però, morirono ancor prima di essere concepite dalla sua mente a causa della terrificante vista che riempì i suoi occhi e quelli di tutti i presenti.

Brian Crain - Fire

Il fuoco divampò all’improvviso, eseguendo il volere della sua padrona.
Le lingue incandescenti, in un tripudio d’arancio, rosso e giallo, si alzarono e si spinsero tutt’attorno, nascondendo tra le loro distruttive spire la custode e la creatura che dovevano debellare da quel mondo.
Voltatasi un attimo prima che all’interno della barriera si scatenasse l’inferno, Jessie lanciò una magia Shell sul mezzodemone, per proteggerlo dalla fame delle fiamme che aveva liberato, non perché non credesse alle parole di Inuyasha riguardo i suoi abiti, ma perché non sapeva fino a che punto il suo desiderio di lasciarlo incolume avesse raggiunto la parte più intima del suo attacco per non coinvolgerlo più di quanto avesse già fatto.
Dal canto suo, l’argenteo sgranò all’inverosimile gli occhi ambrati, non accorgendosi della sfera che per un secondo aveva brillato intorno a lui. Fu un attimo e la ragazza dai capelli castani era svanita, circondata da quel fuoco che gli apparve dotato di volontà propria. Una volontà furente e devastante, che per un momento soltanto lo spaventò. Senza perdere tempo si era nascosto nella sua veste, confezionata con la pelle dell’Hinezumi*, che lo avrebbe difeso da quelle fiamme apparentemente indomabili, e nonostante facesse un caldo insopportabile persino per lui, rabbrividì quando all’interno della barriera si diffuse l’urlo di Sophia.
Il garofano rosso ululò, sentendo le sue radici che rapidamente venivano divorate dalle fauci di quella bestia immateriale. Puntò gli occhi scarlatti traboccanti d’odio, sulla keyblader del Tramonto, che gli stava innanzi, immobile ad eccezione per la lunga chioma castana che volteggiava agitata alle sue spalle, come un lungo mantello. Le iridi color nocciola erano cupe, quasi spente, ma quando ricambiarono il suo sguardo si accesero di rabbia. Quella stessa rabbia che l’aveva mossa ad attaccare.
Irritata e consapevole della morte che la stava reclamando a gran voce, Sophia allungò le braccia verso la ragazza, per stringere le mani attorno al suo collo e toglierle quell’espressione dal viso. Tuttavia, quando guardò i propri arti gridò ancora una volta: la bella e liscia pelle scura era ormai un ricordo, perché le fiamme l’avevano divorata quasi del tutto, attaccandosi alle fibre muscolari, e lo stesso era accaduto al suo busto dalle forme seducenti e perfette, come anche ai suoi vermigli petali, svaniti quasi del tutto in un turbine di cenere. Con un ultimo urlo di frustrazione, la mortale Sophia si portò le mani tra i capelli bianchi, anch’essi presi d’assalto dalla morsa feroce dell’incendio, accettando ciò che le stava accadendo, poiché sapeva che non vi era più alcuna via di fuga.

Come una grossa nube di temporale che tace dopo aver sconquassato il terreno sotto di sé con i suoi dardi, il fuoco del crepuscolo smise di ruggire e lentamente si ritirò verso il centro di quel tumultuoso caos, lasciando dietro di sé solo terra bruciata, ancora fumante. Retrocedendo un po’ per volta, le fiamme liberarono la figura di Inuyasha, che non avvertendo più il calore attorno a sé, si azzardò a tirar fuori la testa dalla sua veste, rimasta miracolosamente intatta, e in quel preciso momento la magia Shell che lo aveva circondato a sua insaputa esplose come una bolla di sapone. Tuttavia, il mezzodemone neanche questa volta se ne curò, poiché la sua attenzione era tutta rivolta verso la custode, ancora nascosta in quel rovente bozzolo. Man mano che indietreggiavano, le lingue incandescenti guadagnarono velocità, finché non rivelarono il corpo della loro evocatrice, in piedi davanti a un mucchio di cenere grigia.
Tremante e ritta sulle gambe per puro miracolo, la castana fissava con occhi quasi chiusi ciò che restava della bella e micidiale Sophia: un ammasso di polvere, che emanava un tanfo ripugnante così forte che le fece salire un conato di vomito. Riuscì, però, a ricacciarlo da dov’era venuto, bruciandosi la gola, e riprendendo a respirare con un pesante affanno, sentendosi completamente sfinita e a un passo dal perdere i sensi, mentre la barriera divenuta rossa grazie al sigillo, si crepava come il guscio di un uovo e cadeva in pezzi, che a loro volta si disgregavano in un istante. Mosse le dita, lasciando svanire la Via del Tramonto perché sapeva che altrimenti le sarebbe caduta, e con cautela si girò, alzando lo sguardo sul mezzodemone, rallegrandosi nel costatare che non aveva subito alcun danno. Poi, spinse ancora più lontano la propria mente e fu invasa da un moto di sollievo quando percepì il pulsare fresco e rilassante del cuore di Riku. In quel momento, le sue gambe cedettero e il suo corpo non le obbedì più. Si afflosciò su se stessa come un sacco che è stato svuotato di colpo e cadde in avanti, preparandosi a ricevere il duro impatto con il suolo.
Qualcosa largo come l’altezza del suo addome, però, le impedì di ritrovarsi riversa a terra e la sostenne trasversalmente come una sorta di braccio. Udì vagamente un grido -un’imprecazione in realtà- e si sentì stringere dalle spire di quel sostegno salvatore e sconosciuto, che la sollevò e la trascinò da qualche parte. Fu uno spostamento talmente rapido che le fece girare la testa, ora pericolosamente silenziosa, al punto da causarle un moto di nausea e un breve attacco di tosse. Quando si fermò, due prese si strinsero attorno ai suoi polsi, sollevandole le braccia a croce, e ciò che l’aveva sostenuta fino a quel momento si avvolse intorno alle sue gambe, immobilizzandole. Ansante e con la vista offuscata sollevò il capo per cercare di capire dove fosse stata portata e tremò nel vedere il sadico sorriso di Marluxia a pochi centimetri dal suo viso.
-Piccola Jessie, eccoci qua.- proferì civettuolo, nonostante la stanchezza e le ferite ancora sanguinanti. -Non la farò tanto lunga, il tempo stringe e i tuoi compagni sono a dir poco molesti.- aggiunse prima di gettare uno sguardo alle spalle della castana. -Illvilja.-
La lobelia annuì sghignazzando, facendo ondeggiare i corti capelli biondi, e allungò rapidamente le proprie radici disponendole in un intricato groviglio tutt’attorno a sé e al proprio padrone per poi liberare getti gassosi di veleno dai numerosi pori di cui erano dotate. Ben presto, una malsana e fitta nuvola violacea circondò i tre, che divennero delle sagome sfocate agli occhi degli osservatori.
-La mia Illvilja è un fiore velenoso, merito di Naraku… non l’avevo detto?- fece il Leggiadro Sicario ridacchiando. -Ma veniamo a noi. La tua stanchezza e lo stato in cui sei ridotta per aver usato quella tecnica non sono sufficienti per i nostri scopi, perciò dobbiamo provvedere.- proseguì.
-Cosa…?- balbettò Jessie, sentendo un paio di mani che le scorrevano tra i capelli e sussultò quando le strapparono di dosso il lato destro della maglietta a dolcevita, mettendo in mostra la clavicola, il collo e parte della schiena, mentre il pezzo davanti si afflosciava scoprendo parte del reggiseno. -Che cosa… vuoi…-
-Che cosa voglio farti?- domandò il rosato, interrompendola. -Come ho detto le tue condizioni attuali non ci bastano, perciò Illvilja le peggiorerà.-
Trattenendo il respiro, la keyblader sgranò gli occhi e l’istante dopo cercò di dimenarsi, ma la presa delle radici era ferrea e dato il suo agitarsi, quella che le circondava le gambe salì ulteriormente lungo il suo corpo, fino a stringerle l’addome. In seguito, Jessie avvertì le labbra della donna sul proprio collo, dove posarono un bacio leggero, come un segno preparatorio, poi giunse il dolore che le tolse il fiato. I lunghi canini della creatura affondarono nella sua carne, rilasciando lo stesso veleno che stava appestando l’aria intorno a loro, solo in forma liquida e viscosa, che penetrò nei suoi vasi sanguigni e iniziò a diffondersi, indebolendo ancora di più il suo corpo già provato.
La castana si ritrovò ad annaspare, avvertendo un’orribile sensazione di soffocamento, come se le avessero chiuso le vie respiratorie. Chinò il capo e tossì, cercando nel frattempo di riprendere il controllo sulla respirazione e soprattutto di non cadere nell’incoscienza perché sapeva che l’Emissario era sempre in agguato, ma non le fu concesso altro tempo per concentrarsi sui suoi pensieri. La bionda la prese per il mento e la costrinse a rialzare il viso, facendole incrociare le brillanti iridi blu del Ritornante oscuro, che aveva assunto un’espressione folle resa inquietante dall’ampia ustione che gli deturpava il lato destro del volto.
-Ora, piccola Jessie, è il momento che inizi a sprofondare nel buio.- esordì, posandole la dritta sugli occhi, ben aperta per vederli tremare e riempirsi di terrore.
La mano fu avvolta da un’aura talmente scura che celò ogni piega e ogni fibra del guanto di pelle nera, infittendosi sempre di più.
-Soffri. Disperati. Implora pietà.- mormorò Marluxia, spingendo il palmo in avanti e trasmettendo l’oscurità del proprio cuore ai bulbi oculari della ragazza.
Non appena avvertì quella viscida invasione, la custode serrò inutilmente le palpebre e altrettanto vanamente tentò di opporsi e scosse il capo intrappolato tra le mani di Illvilja e ora quella del Leggiadro Sicario. Infine, nel momento stesso in cui sentì le iridi bruciare e trasmetterle un’insostenibile dolore urlò con tutto il fiato che possedeva.






*Veste di Inuyasha: L'abbigliamento di Inuyasha è basato su una "tenuta da monaco", nel Giappone del periodo dello "Stato di Guerra". Gli indumenti rossi sono fatti del "Pelo del Topo di Fuoco (Hinezumi)", che si dice sia a prova di fuoco e "più forte delle semplici armature". Queste parole sono comprovate in numerosi incidenti avvenuti durante la vicenda. La referenza storica può essere trovata nella vecchia fiaba folkloristica giapponese "Taketori Monogatari", o "La Storia della Lancia di Bamboo." La "Veste del Topo di Fuoco" permette ad Inuyasha di resistere al fuoco e, in alcuni casi, alle lame. La Veste funziona anche su altri, ai quali Inuyasha presta la Veste perché potrebbero averne bisogno più di lui. Tuttavia, la Veste perde le sue qualità di armatura durante la luna nuova, così come Inuyasha perde i suoi poteri demoniaci.

[Fonte: Wikipedia]

Info di servizio: Come ho detto alla sua presentazione, Illvilja è una Lobelia siphilitica, ed è un fiore velenoso. Per la nube di veleno mi sono ispirata a quelle che usa Naraku, visto che come dichiarato da Marluxia il merito di questa caratteristica è suo ù.ù



Dunque, eccoci.
Lo scontro tra Xigbar e Marluxia mi sembra un pastrugno, ma tutto deriva dal fatto che mi sembra di scrivere sempre le stesse cose e quindi cerco di trovare un modo per non annoiarvi. Il giudizio comunque, rimane vostro.
L'intermezzo con il resto del gruppo serviva solamente a dare un quadro sulla situazione dei personaggi che potranno rendersi utili o meno nel prossimo capitolo che, probabilmente sarà l'ultimo di questa "fase". Ma ne riparliamo dopo.
La ripresa nella barriera con Inuyasha, Jessie e la fine di Sophia. Questa scena è quella che ho scritto prima del resto, perché ormai sono ridotta a dover scrivere prima le scene che ho in mente per dopo, e ci sono un po' affezionata, non chiedemi come mai, non lo so xD
Il finale. Vi ricorderete di certo (?) dell'ultima strofa della profezia in cui si parlava del primo buio. Bene, la risposta al perché di tanta crudeltà è lì dentro ù.ù Spero che come finale vi sia piaciuto e che pure il resto sia stato di vostro gradimento.
Veniamo dunque alla questione "il prossimo capitolo sarà l'ultimo".
Come vedete dai numeri, il prossimo sarà il capitolo 80, una bella cifra che mi ha fatta pensare, così sono giunta a questo: il capitolo 80 chiuderà lo Sclero e aprirà una nuova fan fiction, "l'atto finale" di tutta la storia. Non so quanti capitoli saranno, pochi no di certo e alcuni pezzetti li ho già scritti (vedete sopra). Lo Sclero non è più tale già da un po', però non sono mai riuscita a trovarci un titolo nuovo. Invece, ora, giunta a questo punto della vicenda ce l'ho fatta, ma lo Sclero rimarrà lo Sclero, quindi, anche per una questione di numeri, comincerò una storia nuova.
Ho voluto anticiparvelo già ora perché mi sembra giusto condividerlo con voi fin da subito, invece di farvi la sorpresa la prossima volta. Spero che tutto questo non vi sia di disturbo ^^ Alla prossima dunque!
See ya!


L'angolino dedicato a voi ù.ù

darkroxas92: Darky x3 Eh, ma tutti basTonti sono per te ù.ù Naraku e l'Emissario si somigliano parecchio in effetti, ma come ho detto in passato, Naraku ha avuto un ottimo maestro per la subdola arte della tortura psicologica ù.ù Luxord ci ha lasciati... *depenna nome dalla lista* come sempre sono esigenze di copione coff coff...
Avevo avvertito che ci stavamo avviando verso l'apocalisse e insomma, non potevano uscirne tutti illesi tranne chi so io, giusto? ù.ù Pensavo di sorprenderti con Riku xD Paperino era lì per caso ù.ù
La mia bellissima Sophia D: Come sarebbe a dire che ti stava antipatica? Illvilja la odierai me lo sento D: Insieme a Marluxia, ovvio ù.ù
Grazie per il commento e per i complimenti x3

Lizzie Sora: Gemellina mia <3 Se il capitolo precedente l'hai trovato triste in certi punti... questo probabilmente ti avrà causato un'enorme botta di tristezza <.< e il tuo odio per Marluxia sarà tipo alle stelle <.< Sophia è finita alla brace e temo che pure l'antipatia verso Illvilja sia decuplicata xD Grazie mille per la recensione :3 Spero che anche questo ti piaccia :3 ciauu!!!

little_drawing: Ciao cara :3 Eh già, non ho avuto pietà per nessuno, ma sarà questa la politica della mia fic d'ora in avanti ù.ù Non odiarmi ç_ç Credo che nella recensione tu abbia fatto un errore xD Non è morto Lexaeus, ma Luxord xD Io e il Banditore siamo contenti che l'autografo sia stato di tuo gradimento ù.ù *l'omino annuisce e ringrazia per la torta* Detto questo, grazie per la recensione :3 ciauuu!


Eccoci qua, agli ultimi ringraziamenti ù.ù Ultimi, ma non meno importanti e per farli bene metterò l'elenco di tutti quanti!

Ringrazio chi ha messo la fic tra le preferite:
Ayume, chaska, Ciccio85, Cipotta91, Deby92, EmanueleBixx, fenicex8, Firely, Franz3v, Frenz93, Gattina9, iivirtex_silent, Inazuma Sisters, lettore 01, LightRoxas, logan_weasley, LoveyouMacca, Midnight9, Mikhi e Sashy.

Ringrazio chi ha messo la fic tra le seguite: Aurora95, BeRRy_aPPle, chaska, Chicchi22, darkroxas92, Deby92, EmilioOblivion, Leda Swan, lettore 01, LightRoxas, little_drawing, Lizzie Sora, logan_weasley, Marimo, masterof dark, Prof_Wikiki, Ventus, Verya, Xanum.

Ringrazio chi ha messo la fic tra le ricordate: Arashi Roxas, D_Cocca, Legendary Reshiram.

Ovviamente ringrazio anche chi legge soltanto :3 Siete sempre così tanti :3 E io vi adoVo tutti :3
Detto questo, ci vediamo alla prossima!
See ya!
  
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