GUARDIAN ANGELS 2
IL RITORNO (DEI GUAI)
ANCORA GIOVANI
Il pianto puerile la raggiunse in camera da
letto.
Sarà pure un tesoro, ma piange per piangere,
pensava la ragazza mentre entrava in salotto.
Era lì, seduta sul tappeto,
con i pugni stretti e gli occhi serrati. I radi capelli neri erano un poco
spettinati e le braccia cicciottelle andavano su e giù, come a sottolineare il
malcontento.
-Su, piccolina, non piangere- disse dolcemente
Liv prendendo la bambina in braccio e cullandola per calmarla.
Presto gli strilli vennero sostituiti dalle risa
mentre cominciava a giocare con i capelli della sua soccorritrice.
-Vedi che è tutto a posto?- la ragazza sorrise,
per poi schioccarle un delicato bacio sulla tempia.
La porta della cucina si aprì e una ventiseienne
entrò nella stanza infilandosi il cellulare in tasca, per poi passarsi una mano
tra i capelli castani e sorridere a Liv e alla bambina.
-Tu lo sai che mi salvi la vita tenendomi Josie
fino a domani?- disse riconoscente prendendo la piccola in braccio.
-Figurati, Cristelle, lo sai che la
adoro.
-Vedi di fare la brava con la zia, intesi?-
raccomandò Cristelle alla figlia che rispose con un gridolino di entusiasmo; poi
si rivolse a Liv -sicura che non creerà problemi a Kei?
La mora sbuffò.
-C'è solo un problema di cui può preoccuparsi:
vorrà dire che per oggi farà uno sforzo. A lei ci penserò io,
tranquilla.
-Ok. Ciao, piccola, mi raccomando- Josie ritornò
tra le braccia della sorella del padre -ci vediamo domani, allora.
-Sì, ciao- salutò Liv accompagnandola alla
porta.
Uscita Cristelle, tornò in cucina per preparare
la cena.
Stava sistemando i piatti quando sentì la porta
aprirsi e richiudersi, e altri rumori che sentiva ogni sera mentre cucinava.
Seguiti da una voce familiare.
-Ho incontrato Cristelle salendo, che
cosa...
Entrato in cucina, Kei vide la bambina, che alla
sua vista rise.
-Ah, ecco- sentenziò col solito tono scocciato -
te l'ha rifilata un'altra volta.
-Non me l'ha rifilata! Non è mica un oggetto! E
poi a lei ci penso io, tu non devi fare niente- ribatté lei subito.
-Non mi va di sorbirmi i suoi pianti fino a... a
proposito, quanto la devi tenere?
-Solo fino a domani.
-Mm- il ragazzo si diresse al bagno per farsi
una doccia, seguito dallo sguardo di disappunto di Liv.
Si rivolse alla bambina.
-Tranquilla, è scontroso con tutti, ti ci dovrai
abituare purtroppo.
-Bello questo anello! Mi sembra perfetto!- disse
Beatriz indicando l'oggetto.
-Quello?- chiese Lucia inclinando la testa -Ma è
enorme! E la pietra è bruttissima... se qualcuno dovesse chiedermi di sposarmi
con quello lo butterei nel fiume.
Le due ragazze avevano accompagnato in
gioielleria un loro amico che aveva intenzione di chiedere alla sua compagna di
sposarlo. Fino ad allora i loro consigli si erano dimostrati tutt'altro che
utili: Bibi adorava le pietre preziose, mentre Lucia preferiva le cose semplici
e senza tanti fronzoli.
Alla fine lui si arrese:
-Credo che sia meglio che lo scelga da solo, mi
state confondendo- si spiegò cautamente nel timore di farle
arrabbiare.
-Ah, ok- dissero loro tutt'altro che turbate
-allora noi andiamo che dobbiamo passare alla BBA. Ci si vede.
-Sì... ciao- salutò il ragazzo stupito mentre le
due uscivano dal negozio.
-Poverino... secondo te si è accorto che lo
facevamo apposta?- chiese Bibi all'amica una volta allontanatesi.
-Cosa? Fare finta di non essere mai d'accordo su
niente? No, non credo... e comunque avrebbe dovuto cercarselo da solo sin
dall'inizio.
-Senza dubbio. Certo, deve avere le idee molto
chiare per sposarsi a ventiquattr'anni.
-Mmm, non so, a me sembra un po'
presto...
-Perché?
-A ventiquattro anni... hai ancora tutta una
vita davanti, e lui la conosce solo da un anno... Insomma, come fai a sapere se
è quella giusta?
-Se si amano.
-Ma l'amore non basta per far funzionare un
matrimonio: sai quante coppie che 'si amavano' dopo qualche anno si sono
scoperte a farsi le corna a vicenda?
-Sei troppo scettica. Se si sentono sicuri e
insieme stanno bene... cioè, tu diresti di no se Takao ti chiedesse di
sposarti?
Lucia si fermò di colpo.
-Cosa? Ma come ti vengono in mente certe idee?
Abbiamo appena ventun'anni!
-E' solo un'ipotesi, calmati! Quindi... diresti
di no?
-Certo che no... ma non direi neanche di sì. E'
troppo presto.
Ricominciarono a camminare, e Bea si chiese
cosa avrebbe pensato Takao delle cose che la sua ragazza aveva
detto.
-Avanti piccolina, almeno un'altra
cucchiaiata...
Liv tentava di far mangiare Josie sotto lo
sguardo scocciato di Kei.
-Basta, ci rinuncio- si arrese lei alla fine
-vorrà dire che terrò pronto il biberon per dopo- e andò a lavare i
piatti.
-Già ti arrendi?- la schernì il
ragazzo.
-Credi che sapresti fare meglio di me? Puoi
anche provarci fino a mezzanotte, non ci riuscirai mai.
-In dieci minuti finirebbe tutto.
Liv rise.
-Sì, come no...
Kei la prese come una sfida. Lui prendeva sempre
tutto come una sfida. E Liv si stupì enormemente quando si piazzò davanti alla
bambina e impugnò il cucchiaio.
E lo stupore aumentò quando, dopo tre o quattro
tentativi, Josie si lasciò imboccare addirittura tre volte.
-Visto?- disse soddisfatto Kei -te l'avevo
che...
La bambina sputò tutto sulla sua faccia, per
poi infilare le mani nel piatto sporcandolo ancora di più.
Liv dal canto suo stava per
scoppiare.
-Non ridere- scandì il ragazzo a occhi
chiusi.
-Ok- rispose lei, trattenendosi a malapena -vai
a ripulirti, qua ci penso io.
Dopo una veloce sciacquata e il vano tentativo
di pulire la maglietta, Kei andò in camera da letto, ma si fermò sulla
soglia.
La sua ragazza e la bambina giocavano sul letto.
Ed entrambe ridevano.
Neanche si ricordava l'ultima volta che aveva
visto Liv così serena. Cioè, era sempre tranquilla e calma, ma in quel momento
sembrava completamente rilassata.
Tutt'a un tratto il ragazzo si ritrovò a
immaginare loro due con un figlio o figlia. E non non era affatto una scena
sgradevole.
Salve!!!! Eccomi tornata, x la felicità dei
miei fan (quali fan? n.d.voi), con il seguito di Guardian Angels! Spero che ci
sia qlk1 disposto a seguirmi anche stavolta!
Buona lettura e al prox
capitolo!