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Autore: Jade kokoro    18/02/2013    1 recensioni
La luna brilla alta nel cielo. Non ho sonno. Al solo chiudere le palpebre vedo lui, con le sue mani sul mio viso, a dirmi che non può restare. Non può vedermi ancora, tutti i giorni, sapendo quello che mi ha fatto. Quello che le sue mani, che io tanto amo e vorrei ancora su di me, mi hanno provocato.
Un pò di miele per chi ha carenza di zuccheri xD
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Murtagh, Nasuada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero diventata la regina del nuovo impero. Avevo sulle mie spalle, segnate da mille e più cicatrici, il destino di migliaia di persone. Certo, il consiglio si occupava in primo luogo del benessere della popolazione, lasciando a me il potere decisionale ultimo, però il sapere che dalle mie decisioni dipendevano molte vite mi faceva sempre uno strano effetto.

Si, non era una cosa nuova per me. Già coi Varden avevo assunto un incarico di grande livello, ma il sapere d’essere in pace e dover ricostruire un paese così ampio mi lasciava sempre l’amaro in bocca…

Se solo avessi avuto Eragon e Saphira ad aiutarmi!!

All’inizio si davano un gran da fare e mi aiutavano molto, ma poi con le nuove generazioni di cavalieri da istruire… Beh, diciamo che è da un bel po’ che non li vedo.

Poi, che dire… Ho sempre sognato d’avere una famiglia tutta mia, dopo la guerra. E invece, l’unico con cui vorrei stare è andato alla ricerca di sé stesso.

Lo so bene, non poteva fare altrimenti. Non riusciva a guardarmi in maniera diversa: nei suoi occhi scuri c’era la colpa, di ciò che m’aveva fatto.

Non era colpa sua, ma anch’io mi sarei sentita allo stesso modo, se mai mi fossi trovata nella sua situazione.

Spesso mi chiedo come sta… Chissà cosa sta facendo, lui col suo drago, mentre io firmo questa e quell’altra carta per acconsentire al nuovo sistema d’irrigazione.

Chissà se pensa a me… Ma non come una vittima, come carne da macello sotto le sue forti mani, ma come donna, potente e desiderata. Perché è questo che sono: desiderabile.

In molti hanno chiesto la mia mano, ma mirano tutti al mio potere, alla mia carica che li renderebbe sovrani di un territorio, distrutto ed in via di costruzione, ma ricco di risorse.

Ma io non voglio nessuno che non sia lui. Nessuno che non abbia quei suoi occhi scuri e profondi, quei suoi capelli castani così morbidi al tatto, nei quali vorrei perdermi in una dolce tortura.

Ma lui non c’è. Non è qui.

Dove sei Murtagh?


***

La luna brilla alta nel cielo. Non ho sonno. Al solo chiudere le palpebre vedo lui, con le sue mani sul mio viso, a dirmi che non può restare. Non può vedermi ancora, tutti i giorni, sapendo quello che mi ha fatto. Quello che le sue mani, che io tanto amo e vorrei ancora su di me, mi hanno provocato.

Vado nel parco interno e mi siedo nella parte più ombrosa e remota, vicino ai gelsomini.

Il mio profumo preferito. Lo annuso, alzando il mento in aria, scostando quei ciuffi ribelli e neri che mi tolgono visuale. Il vestito argento che indosso, riflette flebilmente la luce lunare.

Guardo il cielo. Le stelle brillano consolatorie. Una stella cadente taglia il tessuto blu trapunto di luce e mi fa sorgere un sorriso sulle labbra.

Un desiderio.

Vorrei averti qui.

Metto una mano al cuore, che batte senza remore, e socchiudo gli occhi, quando all’improvviso, un lampo di luce me li fa serrare. Con difficoltà li riapro, abituandomi all’oscurità, per poi spalancare le palpebre riconoscendo l’uomo seduto a terra.

Una barbetta ispida gl’incornicia il volto, i capelli castani e mossi sono più lunghi dell’ultima volta che lo vidi, ma lo sguardo che mi rivolse fu lo stesso di sempre.

“ Ma cosa… Nasuada? “ mi chiese Murtagh, sorpreso.

“ Murtagh. “ sussurrai io.

Rimasi immobile per alcuni istanti, imprimendolo per bene nella mia memoria. Lui fece lo stesso e non si mosse quando, euforica e sconvolta, mi lanciai verso di lui, abbracciandolo forte.

Col viso nascosto nella sua spalla, inspirai forte il suo profumo, che sapeva un poco da salsedine.

Chissà, magari era stato anche al mare.

Dopo alcuni istanti mi abbracciò forte pure lui, respirando il mio, di profumo.

“ Gelsomino. “ gemette baciandomi il collo.

“ Sempre. “ sussurrai io vicino al suo orecchio.

Rimanemmo lì ad abbracciarci stretti, isolandoci dal mondo intero. La luna, che brillava eterea sopra di noi, come unica testimone del nostro amore, e dei nostri respiri affannati. I battiti dei nostri cuori presero ad andare allo stesso ritmo, creando una nuova melodia armoniosa nell’universo che ci circondava.

“ Come hai fatto a farmi apparire qui? “ mi chiese, scostandomi un poco per guardarmi negli occhi lucenti dalle lacrime trattenute.

“ Ho visto una stella cadente, ed ho espresso un desiderio. “ dissi semplicemente.

“ Semplice e pura. Solo tu Nasuada potevi far accadere una simile magia. “ mormorò con voce bassa e dolce, accarezzandomi il capo con una mano, mentre con l’altra mi teneva accanto a sé, stringendomi un poco il fianco.

“ Murtagh, io ti amo. E’ passato tanto tempo, ed ormai ho fatto chiarezza nei miei sentimenti. E’ così, e tu non puoi farci niente. “ sussurrai, con un coraggio nuovo.

La sola idea di perderlo di nuovo mi diede la forza di esprimergli i miei sentimenti. Avevo bisogno di lui, del suo sostegno, delle sue attenzioni. Del suo sguardo.

“ Non so quanto tutto questo durerà. Se un’ora o l’intera notte… Ma appena tornerò da Castigo, mi metterò in viaggio, per tornare da te Nasuada. “ mi confidò, accarezzandomi la guancia con le dita. “ Grazie Murtagh. “ dissi con le lacrime agli occhi.

Lo baciai con impeto e desiderio, e lui ricambiò felice, tenendomi stretta a sé. Quando ci staccammo per prendere fiato, iniziammo a ridere come due bambini, felici e rifulgenti di una nuova luce.

Quella luce lunare che dopo alcuni ore nelle quali scoprimmo la morbidezza delle nostre carni, fuse in uno spirito solo, lo fece pian piano svanire, lasciando al suo posto sull’erba chiara solo piccoli fiori bianchi, profumati di gelsomino.

“ Ti aspetterò Murtagh. Solo, non metterci troppo, amor mio. “ sussurrai alla lieve brezza primaverile.




Angolo autrice

Si, una storiella così, nata in un’oretta di computer, abbandonata a me stessa.
Niente di eccezionale, ecco. Solo, il bisogno di un po’ di zuccheri, che è comprensibile in uno scritto così… diabetico, ecco!!xD
Ringrazio comunque chi leggerà e anche chi vorrà lasciare una recensione minatoria, e no, non mi sono fumata gelsomino prima di scriverla. Ma è il mio profumo preferito, che devo farci??!xD
Un saluto a tutti

Jade
  
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