«Guardalo»
«Non è più lo
stesso»
«Dici...Che...»
«Non dirlo nemmeno
per scherzo!»
Un
ragazzo sedeva silenzioso sotto un grande albero in fiore che muoveva la sua
folta chioma verde smeraldo al ritmo del vento.
I petali che
si staccavano, gli giravano intorno mimando una danza che sembrava quasi vera;
ma lui...
Nemmeno li vedeva quei petali.
Ma allora,
cosa vedrai mai Naruto?
I suoi occhi?
La sua bocca?
Le sue mani?
La sua espressione perennemente
accigliata?
===
Una macchia sbiadita
La notte
è trascorsa, ed ancora il sole sorge per dare inizio ad un nuovo giorno.
Konoha si
sveglia lentamente, cullata dall’aria ancora fresca della notte appena
conclusa; il prato è bagnato dalla rugiada, buona, cristallina, dissetante.
Ma che senso ha tutto questo per te,
Naruto?
Qualcosa -qualsiasi cosa- tornerà mai ad avere un
senso per te?
Apri i
tuoi occhi azzurri ancora una volta, ti scopri, e per un attimo il freddo pungente
dell’inverno che si è insinuato anche nella tua casa ti fa tremare.
Hai provato qualcosa, in fondo.
La solita
tazza di cereali è lì pronta che ti aspetta, ma tu non hai fame nemmeno quella
mattina.
Ti lavi e
ti vesti, in silenzio, e mentre ti stai legando il coprifronte senti qualcuno
bussare alla porta.
E’ strano, non è vero?
Qualcuno si è ricordato di te.
Ma
non ti va di vedere nessuno, e tanto meno ti va di dirgli di andarsene perché
questo implicherebbe di aprire in ogni caso la porta e di parlargli.
Da quanto tempo non parli più con nessuno?
«Avanti
Naruto, lo so che sei in casa! Apri!»
La voce
di Sakura-chan.
Forse...
In ogni caso, le vai ad aprire.
«Come mai
sei qui?»
«Buongiorno,
eh! Cos’è, hai forse dimenticato le buone maniere?»
Ma
lui non ti risponde. Ti guarda solamente, annoiato, stanco, spento.
«Che
ti è successo, amico mio?»
«Questa
mattina ho pensato di portarti la colazione! Ciambelle calde, una vera
delizia!»
«Ti
ringrazio, ma non ho molta fame.»
Ma tu
gliele lasci comunque, Sakura-chan. Poggi il sacchetto
sul tavolo, vicino ad almeno quattro o cinque tazze di latte con i cereali abbandonate lì da chissà quanto.
«Da quanto tempo non
mangi, Naruto-kun?»
Lo guardi
avvicinarsi alla finestra e poggiarsi sul davanzale.
Non lo
avevi mai visto in quelle condizioni, Sakura-chan. E ti fa quasi paura, vedere
il fantasma che è diventato; certo, anche tu non hai passato dei bei momenti,
ma per lo meno tu...
li hai superarti.
Invece
lui no!
E’ così
debole Naruto-kun, ed ora te ne sei accorta.
E la
colpa...Bè, è facile incolpare gli altri, troppo. Però...
«Sasuke-kun.»
Proprio lui.
E’ colpa sua.
«Naruto?»
«Oggi...»
«Mh!?»
«E’ un
anno che se ne andato.»
Ti porti
una mano alla bocca e trattieni le lacrime.
«Ero lì, Sakura-chan.
Non ho fatto in tempo a ritrovarlo che mi è stato portato via ancora una volta.
E’ così...»
«Ingiusto.»
«Si, proprio così.»
Naruto-kun si gira e ti fissa.
Si accorge che stai per piangere, ma lui ti precede
di poco.
«Già prima mi sentivo insignificante, vuoto,
inutile. Non facevo altro che creare problemi all’Hokage e al villaggio, ed
anche a voi. Ero come una macchia che non se ne andava,
per quanto si strofinasse!...Ma ora»
Lo fissi.
«Io mi sento scomparire, Sakura-chan.»
Lo abbracci, lo stringi forte al tuo petto, perché
sai perfettamente quello che sta passando in questo momento.
Momento?
Forse, un po’ di più.
Cerchi di farti forza anche per lui, ma sembra
inutile.
Quando riapri gli occhi, ti sembra che il biondo
dei suoi capelli stia svanendo. Che l’azzurro cielo
dei suoi occhi stia diventando grigio.
«Una macchia, Sakura-chan. Non sono altro che una
macchia, stupida, insistente, che ora sta sbiadendo del tutto.»
Sasuke-kun è morto, Sakura-chan.
Fra le braccia di Naruto-kun se ne
andato per sempre.
E con sé, ha portato per sempre via i colori
delle vostre vite.
Un fiocco di neve.
Owari