ARRIVEDERCI, PATROCLO
Patroclo cavaliere, eroe valoroso, ora mi sei dinnanzi in fin di vita. Sei sanguinante, sudato, sporco, e di nuovo sanguinante; non riesco a credere che sia stata quest’asta, la mia asta, a ridurti in questo stato. Mi dispiace che sia finita qui, in questo inferno; mi dispiace che tu perisca in questo modo: eri diverso da tutti gli altri, combattevi per il tuo popolo, non per la gloria.
Anch’io combattevo, combatto e combatterò ancora per i Troiani, ma soprattutto per la mia famiglia, anche se loro non lo sanno: posso quasi osservarli, mentre la mia compagna culla nostro figlio e scruta ansiosa fuori dalla finestra, porge l’orecchio desiderosa di udire il mio passo forte e sicuro.
Patroclo, ti vedo chiudere gli occhi, quasi volessi dormire, dormire per dimenticare: dimentica tutto questo rosso e tutte queste urla, dimentica come sei stato sconfitto da me, che vigliacco ho lasciato fare ad altri il lavoro che mi spettava.
Patroclo, proprio perché combattevi per gli altri e non per te stesso, forse potrai capirmi, forse potrai perdonarmi.
Dormi, prima che il figlio di Peleo sappia della tua morte e venga a cercarmi. Ora vado incontro al mio destino.
Arrivederci, Patroclo.
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