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Autore: PatheticRomance    19/02/2013    5 recensioni
Kyuhyun guardava la strada dritto davanti a sé, era tutto maledettamente familiare, come se avesse rivissuto quella scena già milioni di volte. Strano, eppure vero, solo qualche secondo prima avrebbe giurato di trovarsi disteso al sicuro nel letto del dormitorio, avrebbe giurato di aver ascoltato il respiro di Sungmin, suo compagno di stanza, finché non si era addormentato.
Kyuhyun era sicuro di essere intrappolato in un sogno, che per lui era un incubo riviverlo quasi tutte le notti. Non era più tra quelle bianche mura d’ospedale, non era più solo in quel letto vuoto, era al dormitorio, era a casa, voleva svegliarsi.
Genere: Romantico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kyuhyun, Sungmin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: E’ una delle storie che ho pubblicata con convinzione pari a zero.

Mh, beh che dire? Nulla, proprio nulla. Ringrazio la mia beta plubuffy

E beh… se la trovate molto ooc fatemelo sapere çç

Tutto qui.

Josie.

I never let them hurt you, I promise

 

Kyuhyun guardava la strada dritto davanti a sé, era tutto maledettamente familiare, come se avesse rivissuto quella scena già milioni di volte. Strano, eppure vero, solo qualche secondo prima avrebbe giurato di trovarsi disteso al sicuro nel letto del dormitorio, avrebbe giurato di aver ascoltato il respiro di Sungmin, suo compagno di stanza, finché non si era addormentato.

Kyuhyun era sicuro di essere intrappolato in un sogno, che per lui era un incubo riviverlo quasi tutte le notti. Non era più tra quelle bianche mura d’ospedale, non era più solo in quel letto vuoto, era al dormitorio, era a casa, voleva svegliarsi.

Una fitta gli trapassò la schiena, il ragazzo impallidì e cominciò ad agitarsi, voleva scendere da quella maledetta auto, ma nessuno lo ascoltava, voleva scendere.

Le urla, le sue urla, invasero tutto l’abitacolo, Kyuhyun sembrava un animale in gabbia, non voleva che succedesse di nuovo. Urlava con quanto fiato aveva in gola e provava a liberarsi  da quelle catene invisibili che lo tenevano immobile contro il sedile. Nessuno, tranne lui, sembrava farci caso, erano sereni andando incontro al proprio destino. Kyuhyun non voleva morire, voleva vivere.

-Fatemi scendere, vi prego, fatemi scendere!- furono quelle le sue suppliche che, a voce alta, fecero ridestare il povero Sungmin. Erano notti che il maknae, in preda agli incubi, si agitava come un forsennato. Le prime notti quelle urla avevano svegliato e preoccupato un po’ tutti, ma con il passare del tempo erano desiderosi di poter dimenticare la faccenda ed avevano cominciato ad ignorarlo. Non che fossero cattivi, questo era chiaro, ma nessuno avrebbe voluto pensarci ancora, volevano dimenticare, ma le urla penose del maknae appesantiva il cuore un po’ a tutti.

-Kyuhyun-ah! Kyuhyun-ah, è tutto apposto, torna qui con me! E’ tutto apposto!- un po’ tremante, Sungmin si sedette sul letto del maknae scuotendolo dolcemente per le spalle. Le iride scure del più piccolo si aprirono di scatto guardandosi intorno spaesato, Sungmin credette di non aver mai visto uno sguardo così puro e sincero negli occhi dell’evil maknae. Subito quell’espressione cambiò contraendosi in un’espressione di rabbia e paura.

-N-non toccarmi, non toccarmi!- Il più piccolo si agitò scostando in malo modo le mani dell’altro dalle sue spalle, non gli piaceva essere toccato, non quando le cicatrici gli bruciavano ancora. Il maggiore ritirò le mani come scottato e immediatamente dopo il maknae si ritirò le gambe al petto e, un po’ tremante, cominciò a piangere. –Non voglio morire, non più, non voglio morire!- Singhiozzava e tremava.

Sungmin, senza pensarci, allungò nuovamente le mani verso il corpo del minore che, istintivamente preso dalla paura, si ritirò in fondo al letto stringendo ancora di più le ginocchia a sé.

-F-fa male, Hyung. Sento ancora dolore- a quelle parole il più grande aggrottò le sopracciglia, prima di sorridere rassicurante e con dolcezza, non voleva agitarsi finendo per trasmettere quel suo stato d’animo all’altro, ma era sicuro che anche a lui la tristezza per quello che era accaduto al suo compagno gliela si leggesse negli occhi.

-Kyuhyun, i medici hanno detto che è tutto apposto, è impossibile che…- ma il tentativo fu presto bloccato da un’occhiataccia e nuove lacrime del maknae. L’incidente stradale aveva segnato quel ragazzo indelebilmente, e non era solo di cicatrici che si parlava, era terrorizzato, glielo si leggeva chiaramente su quel volto ancora stravolto dal sonno e dal frequente incubo.

-Credi che io menta!- La voce di Kyuhyun fu un tremito appena udibile, tuttavia Sungmin riuscì chiaramente a udire ogni singola parola, e riuscì anche a percepire quel senso di delusione presente in quel sussurro. Kyuhyun si fidava di lui, voleva che gli credesse.

-Kyuhyun-ah, ascoltami, hai bisogno di riposo…- l’approccio che provò questa volta fu più cauto, Kyuhyun, tuttavia,  scosse la testa come un bambino capriccioso, mentre le lacrime continuavano a scendere imperterrite, incapaci di fermarsi. Quel ragazzo era bloccato in quel mondo fatto di paura, gli mancava la cosa che più amava fare, cantare, potersi esibire con i restanti membri dopo tutti quei mesi di sofferenza. Una miriade di emozioni attraversarono gli occhi di Sungmin, per un attimo provò persino rabbia nei confronti di quel ragazzo cocciuto, in questi casi era quasi impossibile farlo ragionare. Si alzò per tornare nel suo letto.

-Non posso dormire, quell’incubo… quell’incubo tornerà a prendermi, resta con me, Hyung- Kyuhyun lo guardò febbrilmente e, trattenendolo per un braccio, sembrò quasi implorarlo. Tornando a sedersi al suo fianco, l’espressione di Sungmin si ammorbidì nuovamente e si scoprì ad essere geloso di questo lato così fragile del maknae, era l’unico ad esserne a conoscenza e per un breve momento sperò di poterlo essere, questo sarebbe dovuto appartenere solo ed esclusivamente a loro.

-Ora stenditi e chiudi gli occhi, ci sono io al tuo fianco…- Kyuhyun un po’ alla volta fece quello che gli era stato detto, lentamente lasciò che il sogno scivolasse lontano dalla sua mente e il suo corpo si rilassasse completamente. Solo allora, Sungmin, gli rimboccò le coperte e, con altrettanta delicatezza si stese al suo fianco cingendogli le spalle e inebriandosi di quell’odore.

-Hyung, non mi lascerai nemmeno quando mi sarò addormentato?- Anche questa volta la voce del maknae risultò un sussurro timido. Sungmin lo sapeva quanto sforzo gli costasse mantenere la calma e mostrarsi così debole ai suoi occhi. Kyuhyun era un ragazzo orgoglioso e forte.

-Mai- sussurrò in risposta.

 

Guarirò le tue ferite, sai?  Tendimi la mano e fidati di me, ti guiderò per vie sicure.

Tendimi la mano, non aver paura. Cammineremo uno accanto all’altro,  e se cadi lo faremo insieme e ci sarò io lì a riprenderti.

Ascolta: lo senti il mio cuore? E’ l’effetto che mi fai. Abbassa le barriere e lasciati amare, amore mio, lascia che sia io a guidarti, lascia che sia io quella persona speciale.

Finché ci sarò io al tuo fianco, andrà tutto bene.

Non lascerò mai che ti facciano del male, te lo prometto

   
 
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