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Autore: lady hawke    20/02/2013    4 recensioni
Un piccolo esercizio di stile in poco più di cinquecento parole, nato da una sfida a suon di prompt tra fanwriter.
Perché tutto sommato questo è un clichè piuttosto abusato, ma la sfida continua, l'odio e i dispetti possono celare anche altro. [Loki/Sif]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sif
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: Doveva nascere come una drabble, per merito/colpa dei prompt di Trick, alla fine è diventata una flash cicciona, e ho scelto di pubblicarla a parte, guadagnandosi il suo giusto spazio. E’ la prima volta che scrivo una Loki/Sif, e non so se sono riuscita nel mio intento di essere credibile. Fatemi sapere!

«Quello che la gente ama più dell'eroe è vederlo cadere», Spider Man.

L’ultima volta che Loki e Sif erano stati così vicini era accaduto molto tempo prima. Una volta che si erano azzuffati, da bambini. Lui l’aveva fatto per dimostrare che non era gracile come tutti credevano. L’altra per dimostrare che essere una femmina non significava dover rimanersene a casa a cucire. In un certo senso avevano perso entrambi la sfida. Perdevano da millenni, entrambi, in un vago e vano tentativo di affermazione personale, tentando di schiacciare l’altro per emergere. Poi avevano trovato un altro modo per azzuffarsi.
“A Thor dispiacerà molto, quando lo saprà, vero?” la voce di Sif è un sussurro, ma in un luogo traslucido come Asgard rimbomba quasi come un tuono.
“A Thor non piace che vengano toccate le sue cose, ma ne ha così tante che continuerà a non accorgersene per un po’”. Loki non la guarda, non perché teme troppo che guardandolo negli occhi qualcuno veda qualcosa che non è disposto a concedere. Ovunque lui sia, di solito fissa il mare con l’aria di chi vorrebbe attraversarlo da un capo all’altro e sparire per sempre.
“E’ pur sempre tradimento.”
“E tu sapevi a cosa saresti andata incontro fin dall’inizio. Mi conosci.” Loki si volta, e posa una mano sui suoi capelli.
“Non credevo ti piacessero, vista la tua gloriosa impresa ai miei danni.” Sif si scosta, si ritrae come se quel contatto, che in altri momenti non rifiuterebbe, la disgustasse.
“Mi sono preso la briga di fartene riavere dei nuovi. E non è stato facile.” Replica lui, imperscrutabile.
“Ero bionda, e ora sono neri.”
“Già, così simili ai miei…” Loki non chiude la frase, lasciandola carica di sottintesi.
“Che vorresti dire?” Sif lo guarda con aria di sfida. Non ama i sotterfugi, e lotta sempre per cavare dalla bocca di Loki le parole che lui lascerebbe aleggiare tra loro come brezza.
“Gli asgardiani hanno capelli biondi, tranne me. Dopo che io ti ho giocato un innocente scherzo, tranne me e te.”
Sif vorrebbe replicare, ma le implicazioni di quella frase sono molteplici. “Mi consideri il tuo pupazzo?”
“Al contrario, sei la mia compagna di giochi preferita.” Loki sorride, le labbra sottili tirate come una lama. Impossibile capire se sia felice o meno.
“Tu mi porterai alla dannazione, questo è certo.” Sbotta lei, inclinando la testa all’indietro, gesto che Loki segue con sguardo famelico.
“Questo è certo. Ma se ti può consolare ti renderà eternamente amata.”
“Da chi?”
“Non certo da me.”
“Da chi, Loki?”
“Dagli umani, Sif. Niente li fa godere come vedere un eroe precipitare nell’abisso, perché li fa sentire meno miserabili. Se non fosse così non ricorderebbero nemmeno il mio nome.”
“Tu non sei mai stato un eroe.” Risponde lei, consapevole della pugnalata che sta infliggendo.
E’ una provocazione difficile da ingoiare anche per lui. La osserva con rabbia, dimentico del suo solito contegno.
“Ma del resto, di eroi, qui, ne avrei potuti trovare a centinaia.” ammette, con un sorriso.
Loki le accarezza la guancia. La caduta, in due, sarà infinitamente più piacevole.


 
 
  
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