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Autore: Ili91    21/02/2013    2 recensioni
I Merthur l'ultima notte dell'anno, il momento perfetto per passare una bella serata insieme.
Tratto dalla one-shot:
Aver iniziato una relazione con il proprio servitore cominciava a mostrare i primi difetti, si rese conto Arthur, quando gli si presentò davanti un grosso problema da risolvere.
Se prima aveva la possibilità di farsi aiutare dallo stesso Merlin per organizzare un incontro romantico o fare un regalo ad una donzella, ora non era più possibile, per il semplice fatto che il suo servitore e/o migliore amico e il suo fidanzato erano la stessa persona.

La OS ha partecipato al contest "L'ultima notte" indetto da Vitzi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Last Night of the Year - capitolo unico Titolo: Last night of the year
Pairing: Merthur (Merlin/Arthur)
Frase Scelta: “Ormai non mi ricordo più com'ero prima d'incontrarlo”
Genere: Romantico, Commedia
Rating: Verde
Note e avvertimenti: Slash, What if? (quest'ultimo in realtà penso sia più una fusione tra un What if? e un AU).
Note dell'autore:
- Questa storia ha partecipato al Contest 'L'ultima notte' di Vitzi http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10454608&p=1 e si è classificata sesta (il giudizio che ha ricevuto in fondo alla pagina).
- I Merthur stanno insieme e Arthur sa che Merlin è un mago e l'ha accettato. Non è ambientata in un momento particolare della serie, però Uther era ancora vivo.
- N. parole: 2124 (contaparole di FdP)   

Last night of the year
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Aver iniziato una relazione con il proprio servitore cominciava a mostrare i primi difetti, si rese conto Arthur, quando gli si presentò davanti un grosso problema da risolvere.  
Se prima aveva la possibilità di farsi aiutare dallo stesso Merlin per organizzare un incontro romantico o fare un regalo ad una donzella, ora non era più possibile, per il semplice fatto che il suo servitore e/o migliore amico e il suo fidanzato erano la stessa persona.
Non si sarebbe nemmeno abbassato a chiedere aiuto ad un altro servo o ad uno dei cavalieri: era il principe Arthur, era senz'altro in grado di preparare una serata speciale per il proprio innamorato, esattamente come lo era stato Merlin nei suoi confronti.
Certo, Merlin era decisamente avvantaggiato! Con tutti i trucchetti magici di cui disponeva, era una passeggiata per lui sorprenderlo.
Era certo avrebbe pensato a qualcosa di speciale per l'ultimo giorno dell'anno.
Si rigirò tra le lenzuola e nascose la testa sotto il cuscino.
Chiuse gli occhi con la piena intenzione di rimettersi a dormire, ma il proposito venne interrotto dall'improvviso aprirsi della porta della sua stanza, seguito da una serie di passi.
«Buongiorno, Arthur!» esclamò la voce squillante di Merlin.
Le tende vennero tirate e il cuscino gli fu portato via prima che potesse opporsi.
Arthur emise un lamento, che Merlin fermò posandogli un bacio sulla guancia per poi tirarlo malamente per le spalle. «Avanti, alzati.»
Sbuffando, lui acconsentì. «Non esistono più i servitori di una volta. E nemmeno i fidanzati» brontolò a bassa voce.
Merlin fece un sorrisetto e indicò un vassoio sul tavolo. «La tua colazione.»
Arthur annuì e prese posto. Mangiava e intanto teneva d'occhio il servitore rassettare la stanza, come se osservarlo intensamente potesse suggerirgli una buona idea su come trascorrere l'ultima sera dell'anno corrente.
In ogni caso, anche se non fosse servito a nulla, guardarlo non era certo spiacevole, tutt'altro.
I capelli neri di Merlin erano in parte scompigliati, gli occhi attenti a quello che stava facendo – tirare le lenzuola del letto – e la bocca sollevata da un lato, in un mezzo sorriso, come se fosse ben consapevole dello sguardo fisso che Arthur gli stava riservando.
Indossava lo stesso abbigliamento che portava sempre, di cui, a variare, era solo il colore: la giacchetta e i pantaloni erano marroni e lisi per il troppo uso, la maglia era blu e al collo non mancava la bandana rossa.
Spalancò gli occhi, mentre rammentava il primo giorno in cui si erano incontrati.

Arthur rideva forte, mentre osservava un servo correre imbracciando il bersaglio ed emettere gemiti di paura.
Aveva deciso che voleva esercitarsi con un bersaglio in movimento e non gli importava se stesse spaventando a morte il servo e che corresse il rischio di colpirlo e ferirlo.
Lui era il principe ed era il miglior cavaliere di Camelot, sicuramente non sarebbe accaduto nulla.
Il servo lasciò scivolare il bersaglio e questo rotolò via, ma venne prontamente fermato da un ragazzo giovane, che doveva avere circa la sua età.
«Ehi! Avanti, basta così» disse il ragazzo e il sorriso di Arthur si congelò sulle sue labbra.  
Come si permetteva quel tipo di evidente bassa estrazione sociale – almeno a giudicare dai suoi vestiti – e con quelle enormi orecchie a sventola d'intimargli di smetterla? «Cosa?» sbottò.
«Ti sei divertito, amico mio.»
Arthur inarcò le sopracciglia. «Ti conosco?» chiese, avvicinandosi all'altro.
Il ragazzo gli porse la mano. «Ah, sono Merlin.»

Arthur poteva ammettere che non era stato molto gentile con quel servitore e ora non penserebbe più di comportarsi in quel modo. Erano trascorsi degli anni dal suo primo incontro con Merlin, lui era cresciuto e cambiato, lo erano entrambi.
In ogni caso, il punto era un altro. Trattenne a stento un sorriso e riprese a mangiare con più foga.
Ora sapeva cosa fare.
***
A circa metà banchetto, quando la maggior parte degli ospiti fu completamente – o quasi – sbronza, Merlin si avvicinò alle spalle di Arthur, gli posò una mano sul braccio e gli sussurrò all'orecchio: «Venite con me, mio signore?»
Arthur si girò verso di lui sorridendo e si lasciò guidare fuori dal castello di Camelot.
«Dove stiamo andando?» gli chiese Arthur, quando vide che si dirigevano verso il bosco.
Il sorriso sul volto di Merlin s'intensificò. «In un posto solitario, dove possiamo attendere il nuovo anno.» spiegò.
Merlin si sentiva davvero molto felice. Il rapporto instaurato con Arthur andava bene, il regno di Camelot stava attraversando un periodo di pace e ora poteva praticare la sua magia davanti ad Arthur, senza preoccuparsi che lui lo scoprisse e lo allontanasse da sé.
Certo, c'erano ancora dei problemi da affrontare, come il fatto che la magia non fosse ancora accettata nel regno a causa di re Uther, padre di Arthur, ma quest'ultimo e Merlin stavano tentando di cambiare a poco a poco le cose.
In ogni caso, non era la sera giusta per pensarci.
Era l'ultimo giorno dell'anno, la temperatura era bassa e il cielo ricoperto da  stelle luminose, e quella sera avrebbe dovuto essere solo di festa.
«Direi che è il caso di accendere una torcia, Merlin. È piuttosto buio» affermò Arthur, che camminava al suo fianco.
Lui annuì e fece comparire un cerchio luminoso, simile a quello che aveva usato per indicare la strada ad Arthur quando si era messo alla ricerca dell'antidoto per salvargli la vita.
Era buffo pensare a quanto fosse diverso il loro rapporto a quei tempi. Merlin era da poco diventato il suo servitore, ma era già a conoscenza del destino che li legava. Avrebbe fatto di tutto per permettere al principe che avrebbe riportato la magia nel regno di salire al trono. Ora, avrebbe fatto di tutto solo perché non poteva nemmeno pensare di perdere Arthur.
Certo, credeva ancora che egli dovesse diventare re, dopo Uther, ma il loro legame era cresciuto a tal punto che la questione aveva assunto un'importanza ben diversa rispetto a prima.
Arthur e Merlin ne avevano passate molte in quegli anni, ma erano sempre riusciti a venirne fuori. Insieme.
Ben presto arrivarono alla radura.
Come aveva detto Merlin, era un posto solitario, poco distante dal regno e completamente circondato da alberi. Lui trascinò Arthur fino al centro della radura e sollevò il capo verso il cielo. «La vedi la luna? Manca poco al nuovo anno. Avremo nuovi pericoli, nuove avventure...»
«Oh, lo so, dovrò sopportarti per un altro, intero anno!» esclamò Arthur.
Merlin annuì e imitò un'espressione fintamente terrorizzata. «Non ditelo a me, sire. Riesco già ad immaginare le vostre lamentele, i vostri ordini.»
Tornò serio e ruotò la testa fino a far incrociare nuovamente i loro sguardi. «So che ti piacerebbe essere libero, a volte. Non dover diventare re, non avere obblighi e preoccupazioni che il tuo status t'impone, ma, fidati di me, tu sarai un grande sovrano, il più grande di tutti. Ne sono assolutamente certo.»
Arthur sorrise e gli prese la mano. «Credo che non esista persona al mondo che abbia più fiducia e stima in me di te, Merlin. Significa molto per me, grazie.»
«Ringrazia il drago, sono parole sue.»
«Idiota!» esclamò Arthur e scoppiò in una grossa risata.
Si sedettero sul prato, uno di fianco all'altro, orientati quel tanto che bastava a far sfiorare le loro gambe e i loro piedi.
In prossimità di quest'ultimi, Merlin aveva allestito un fuoco che li scaldasse. Per l'illuminazione, invece, aveva un'altra idea.
Inclinò il capo all'indietro e compì un incantesimo, sussurrando piano le parole.
Arthur aprì la bocca fino a formare una piccola “o” di sorpresa, mentre osservava le luci di tanti colori diversi che facevano la loro apparizione nel cielo notturno.
Il cerchio rosso e verde venne immediatamente sostituito da una stella a cinque punte, gialla e viola. Seguirono un cavaliere con la spada, un drago, una corona e molte altre immagini.
«Che spettacolo» disse Arthur e Merlin sorrise, mentre guardava lui stesso. Era contento di essere riuscito a sorprenderlo.
Inizialmente, quando Arthur aveva da poco scoperto la sua magia e faticava ad accettarla, era stato strano mettersi a praticarla davanti a lui. Per anni aveva dovuto escogitare molti stratagemmi pur di non farsi scoprire e, all'improvviso, la situazione era cambiata.
Per parecchio aveva continuato a contare solo sulle sue forze, come se non fosse venuto a galla nulla, ma in seguito era divenuto sempre più naturale, come avrebbe dovuto essere.
Arthur si girò a guardarlo con intensità e serietà. «Sei speciale, Merlin. E la tua magia è qualcosa di sorprendente. Non solo quando mi stupisci con incantesimi come questi...» Indicò il cielo illuminato sopra di loro, su cui si mostrava, in tutta la sua gloria, la faccia di quell'asino reale di Arthur. «Ma anche per tutto il resto.»
«Sono passato da idiota a speciale, che enormi progressi!» scherzò Merlin, poi si sporse in avanti e catturò le labbra di Arthur.
Quando si staccarono, quest'ultimo gli prese la mano. «Ora sei tu che devi venire con me.»
Merlin sgranò gli occhi, mentre gli strattoni al suo braccio lo costrinsero a seguire l'altro. «Ma... pensavo rimanessimo qui ad attendere il nuovo anno» replicò confuso. Le parole “da soli” rimasero sospese fra di loro.
A volte Arthur era proprio stupido, più di quanto non fosse solitamente.
«Dobbiamo tornare al castello» insistette l'altro, che sembrò non cogliere la velata allusione.
«Arthur, ti amo tanto, ma sei proprio un asino» sussurrò alle sue spalle, senza trattenere una nota dolce nel tono.
Amava Arthur così com'era, sarebbe sempre stato così.
Non importava cosa fosse successo, le difficoltà che avrebbero dovuto affrontare e che li avrebbero cambiati, la sua era una certezza.
«Che cosa?» Arthur si girò per un momento verso Merlin, inarcando le sopracciglia.
Lui sorrise. «Nulla. Dove mi stai portando?»
«Nell'armeria.»
«Ah, nell'armeria» ripeté Merlin, contento di aver ottenuto una risposta. «Perché?!» esclamò, non appena si rese conto di cosa significasse davvero. «È piena notte, Arthur, dimmi che non hai intenzione di andare a caccia o qualcosa del genere.»
«L'idea non è male, la terrò a mente per il prossimo anno.» Merlin sperò con tutto il cuore che scherzasse. «Comunque la risposta è no, andiamo lì per... un tuffo nel passato.»
Non sapeva cosa pensare, qualsiasi ricordo avesse dell'armeria, nessuno di essi era collegato a qualcosa di piacevole, anzi. Gli faceva pensare alle volte che era stato costretto a seguire Arthur per la caccia, o le armi che necessitavano di essere pulite o alle guerre da disputare.
Arthur e Merlin giunsero di fronte all'ingresso dell'armeria e il primo spinse l'altro ad entrare.
Il luogo presentava il disordine abituale e non sembrava diverso dal solito. Merlin fece scorrere lo sguardo sui tavoli su cui erano appoggiate le spade e i muri su cui erano agganciate le balestre, ma continuava a sfuggirgli il motivo per cui si fossero spinti fino a laggiù.
Spostò uno sguardo interrogativo su Arthur.
«Hai capito?» gli chiese quest'ultimo.
«Veramente... no.»
Arthur sbuffò e alzò gli occhi al cielo, facendo sentire Merlin uno stupido. I ruoli si erano per caso invertiti?
«Il bersaglio, il bersaglio!» esclamò Arthur, indicando un bersaglio rotondo e malconcio in un angolo della stanza.
«Oh» fece lui, con tono poco convinto, poi una luce si accese nel suo cervello. «Oh! Ho capito! Il nostro primo incontro, non è vero?»
Il sorriso di Arthur fu una risposta sufficiente.
«È dolce da parte tua ricordartelo.»
«Continuiamo con il giro nei ricordi, allora?»
Merlin avrebbe voluto acconsentire, ma non voleva girare per il castello e rischiare di incontrare qualcuno che li avrebbe interrotti. «Arthur, sai, solo io e te, non è meglio?»
L'altro lo fissò pensieroso, poi si spostò per sollevare un cesto, che Merlin non aveva notato prima. Arthur sollevò il coperchio e gli mostrò il contenuto. «Io e te... e questo no?» chiese con sorriso impertinente e mozzafiato.
Merlin allungò il collo e vide i loro piatti preferiti e generose quantità di vino.
Si umettò le labbra e riportò l'attenzione su Arthur. «Per questo possiamo benissimo fare un'eccezione.»

«Merlin?»
Lui e Arthur erano stesi sul prato, uno di fianco all'altro, lo sguardo rivolto al cielo che si faceva via via sempre più chiaro e i resti della cena che avevano consumato sparsi in giro.
Voltò la testa. «Sì?»
«Pensi mai ad Ealdor? Di tornare a vivere là?»
Merlin si prese il suo tempo prima di parlare, non perché non conoscesse la risposta, ma perché non voleva che sembrasse affrettata. Si diede una spinta con il corpo e fece un mezzo giro, fino ad appoggiare il ventre contro il prato e sostenere il mento con le mani. «Ealdor mi manca, sì, è il luogo in cui vive mia madre, ma non la considero più la mia casa. Non potrei più tornare a vivere lì, sono cambiate troppe cose, a cominciare da me stesso. Ormai non mi ricordo più com'ero prima d'incontrarti.»
Arthur sollevò il capo, inarcando la schiena in avanti e portandosi ad un respiro di distanza dal viso di Merlin. «Stavo pensando la stessa cosa.»
Merlin sorrise, poi un bacio suggellò quelle parole, mentre l'alba del nuovo anno illuminava le loro figure nella radura.


Spazio Autrice: Arthur, Merlin e un po' di sana dolcezza.
Il titolo è penoso e ho un po' calcato la mano con Arthur, forse, però mi sono divertita a scriverla.
Spero vi sia piaciuta.
Ilaria

Valutazione:
6° Classificata 
Ili91 con “The Last Night Of The Year”

Grammatica: 9/10 
Non hai fatto errori di punteggiatura, hai dimenticato qualche virgola qua e là, ma nel complesso è andato bene. Tu hai fatto pochi errori, come dicevo, ma uno che reputo abbastanza grave. Capita di confondersi, ma forse dopo aver riletto te ne saresti dovuta accorgere : “«La vedi la luna? Manca poco al nuovo anno. Avremmo nuovi pericoli, nuove avventure...»”, come vedi il verbo è coniugato male. Questo è un condizionale presente, mentre tu avresti dovuto usare il futuro semplice “Avremo”. Ti riporto di seguito alcuni errori di distrazione : “Arthur emise un lamento, che Merlin fermò posandogli un bacio sulla guancia (qui ci va un “per”, al posto della congiunzione “e”)e poi tirarlo malamente per le spalle.”; “Merlin fece scorrere lo sguardo sui tavoli su cui erano appoggiate le spade e i muri su cui erano agganciate le balestre, ma continuava a sfuggirgli il motivo per (manca cui e ci sono due “si”) si si fossero spinti fino a laggiù.”. 
Titolo: 1,5/5 
Devo dire che hai scelto un titolo molto banale, insomma è quasi lo stesso titolo del contest, solo in inglese. Con la storia che hai scritto avresti potuto trovare di sicuro un titolo più originale. A parer mio il titolo è una delle parti più importanti della storia. La prossima volta pensaci un po' su. In questa storia parli molto del cambiamento che i due personaggi hanno avuto dopo il loro incontro, forse un titolo ispirato a ciò avrebbe ottenuto più punti. 
Stile: 4/5 
Il tuo stile mi piace molto, fai delle belle descrizioni ampie e scrivi davvero bene. Ti soffermi spesso per le descrizioni dei luoghi, dei ricordi, e questo tuo modo di fare mi piace molto. Se posso darti un consiglio, a volte tendi a rendere le frasi troppo corte e banali. Usi un lessico articolato a volte, semplice in altre. Insomma, questo stile mi piace molto. Inoltre tendi ad andare indietro nel tempo ed è una cosa che adoro. Il modo in cui hai descritto il primo incontro e le prime impressioni di Arthur. Le ho trovate perfette. Dimenticavo, hai rispettato anche i generi e la lunghezza. 
Originalità: 18/20 
Hai la sufficienza piena, ma mi aspettavo qualcosa di più. Mi è piaciuta molto l'idea di Arthur, mentre quella di Merlin è semplice, ma dolce. L'originalità era il tema di questo contest, non sono rimasta sorpresa, ma la dolcezza di questa One-shot è bastata per renderla unica nel suo genere. 
Uso della frase: 9/10 
Ho notato che non eri sicura di averla usata bene, no? Invece credo che tu ci sia riuscita. È vero che si poteva fare di più, però nella parte finale è stata azzeccata. L'hai anche cucita nella trama, hai parlato del passato dei due. Avresti potuto parlare di più di com'era Arthur prima di incontrare Merlin, forse dopo quel ricordo del primo incontro. Hai parlato di “cambiamento”, ma forse sarebbe stato meglio approfondire. 
IC dei personaggi: 8,5/10 
Qui non posso darti il punteggio massimo, Arthur non mi è sembrato del tutto IC nel suo comportamento con Merlino. Lui lo tratta molto male, ovviamente è una maschera, ma tu l'hai tolta al principe. In questo modo hai anche eliminato il suo carattere orgoglioso e spavaldo. Arthur è risultato IC nei pensieri introspettivi, ma nelle scene con Merlin, di dialogo o espressioni facciali -ad esempio quando gli sorride a cena- no. Merlin è stato IC tutto il tempo, forse il fatto di ammettere di amarlo è stato un rischio. Davvero il mago lo farebbe? Mi sono posta questa domanda e mi sono risposta che in un caso speciale come Capodanno, di sicuro dirlo a qualcuno l'avrebbe fatto sentire più libero. Così l'ho trovato IC, però ripeto, è stato un rischio. 
Giudizio personale: 4,5/5 
Devo ammettere che questa storia mi è piaciuta un sacco. Ti faccio davvero i miei complimenti per la dolcezza con cui hai raccontato questa storia. È difficile scrive Slash a rating Verde, ma tu ci sei riuscita e sei stata davvero brava. Ho amato i ricordi di Arthur e il modo in cui hai descritto il loro Capodanno, sia al castello, sia nella foresta/radura. Davvero una bella storia, spero di non averti delusa o offesa con i giudizi. Brava ancora! ♥ 
Totale: 54,5/65

   
 
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