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Autore: kae    09/09/2007    3 recensioni
E se Jack si fosse dichiarato a Sam dopo il salvataggio dell'x-301?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jack O'Neill, Samantha 'Sam' Carter
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Di nuovo in missione

Di nuovo in missione

Erano due settimane che non passavo un po’ di tempo con Jack e una di queste l’avevo trascorsa presso un’università dove mi avevano chiesto di tenere un seminario.

Quando quella mattina ero tornata, il generale Hammond mi aveva comunicato che l’SG-1 stava per partire in missione e che i ragazzi mi stavano aspettando nella sala d’imbarco. Mi andai a preparare immediatamente e tempo un quarto d’ora ero davanti allo Stargate.

Quando entrai nella stanza Teal’c mi guardò e mi salutò con un “maggiore Carter”. Gli sorrisi e ricambiai il saluto. Daniel si precipitò da me e volle il resoconto della mia ultima settimana. Cominciai a spiegargli ciò che avevo fatto quando sentii il colonnello chiedere: « Tè e pasticcini? ».

Arrossii.

« Scusi, signore » dissi.

Com’era freddo! Va bene, non poteva certo baciarmi davanti a tutti, ma almeno poteva dirmi “bentornata, Carter”.

Dall’altra parte dello Stargate era tutto verde. Un enorme prato si estendeva a perdita d’occhio, punteggiato da piccoli arbusti. Udii chiudersi il passaggio dietro di noi. Mi voltai e vidi dei boschi.

Mentre gli altri si allontanavano cominciai a controllare se quel pianeta potesse essere pericoloso.

« Sam? »

Alzai lo sguardo dagli strumenti che avevo in mano.

« Dimmi, Daniel. »

« È tutto a posto? Niente sostanze tossiche, radiazioni pericolose, …? » mi chiese.

« No, tutto ok. »

« Bene. Io e Teal’c andiamo laggiù. »

Mi indicò delle rovine davanti a noi. Dovetti usare la mano per coprire gli occhi dal riflesso del sole che stava tramontando.

« Contento di avere qualcosa da fare? » chiesi.

Daniel mi sorrise. Poi chiamò Teal’c ed insieme si avviarono. Tornai al mio lavoro. Raccolsi terra e forme di vita vegetali per analizzarle in seguito. Poi mi alzai e mi diressi verso lo zaino che avevo lasciato poco più in là per riporvi i campioni. Mi scontrai con O’Neill.

« Scusi, colonnello » dissi facendo qualche passo indietro.

Lui mi guardò e spense la mia trasmittente. Mi accorsi che anche la sua era spenta. Cosa voleva fare?

« Jack, tutto bene? » gli chiesi preoccupata.

Lui non mi rispose. Allungò la mano e fece scorrere le dita lungo il mio collo. Era impazzito? Avrebbero potuto scoprirci! Quelle due settimane trascorse a far finta di niente sarebbero state inutili.

« Jack! Smettila! » esclamai. « Daniel e Teal’c potrebbero preoccuparsi non riuscendo a mettersi in contatto con noi e tornare qui. »

« Lo so » bisbigliò.

A quanto pareva non aveva intenzione di comportarsi da superiore.

Decisi di riaccendere la trasmittente. Ma, mentre allungavo la mano per premere l’interruttore, lui mi prese tra le braccia e mi baciò. Poi prese il mio viso tra le mani e mi costrinse a guardarlo negli occhi.

« Queste due settimane sono state le più difficili della mia vita. Il non poterti stare accanto come avrei voluto era insopportabile. Non puoi obbligarmi a starti lontano, Sam. Io ti amo, maledizione! E anche se dovremo stare attenti a non farci scoprire, potremo lo stesso stare insieme, non credi? »

Non riuscivo a credere che provasse le stesse cose che provavo io. Mentre parlava avevo letto nei suoi occhi la sofferenza di non poter stare con me alla luce del sole, di non poter dimostrare a tutti quanto mi amasse.

Sentii le lacrime salirmi agli occhi. Lasciò andare il mio viso poco prima che traboccassero.

« Sam… »

« Non è niente. Solo…mi è entrato qualcosa in un occhio. »

Abbassai lo sguardo.

« Scusa, Sam. Non avrei dovuto. So che è stata dura anche per te. Mi dispiace. »

Era addolorato. Aveva interpretato male le mie lacrime. Non ero affatto arrabbiata o triste. Quello che mi aveva detto mi aveva fatta felice. Mi aveva commosso leggere nei suoi occhi tutto l’amore che provava per me.

Mi avvicinai e lo baciai.

« Facciamo un tentativo » gli dissi sorridendo.

Mi asciugò le lacrime con le dita. Abbassai lo sguardo.

« Lo sai, vero, che ti amo? » chiese.

Tornai a guardarlo. Certo che lo sapevo. Non serviva che me lo dicesse se continuava a guardarmi così. Ma era bello sentirselo dire. Lo baciai.

« Lo so » gli risposi. « E tu, lo sai che ti amo? »

Sorrise.

« Sì. »

Si chinò su di me e mi baciò.

 

   
 
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