Di nuovo in missione
Erano due settimane che non
passavo un po’ di tempo con Jack e una di queste l’avevo trascorsa presso
un’università dove mi avevano chiesto di tenere un seminario.
Quando quella mattina ero
tornata, il generale Hammond mi aveva comunicato che l’SG-1 stava per partire
in missione e che i ragazzi mi stavano aspettando nella sala d’imbarco. Mi
andai a preparare immediatamente e tempo un quarto d’ora ero davanti allo
Stargate.
Quando entrai nella stanza
Teal’c mi guardò e mi salutò con un “maggiore Carter”. Gli sorrisi e ricambiai
il saluto. Daniel si precipitò da me e volle il resoconto della mia ultima
settimana. Cominciai a spiegargli ciò che avevo fatto quando sentii il
colonnello chiedere: « Tè e pasticcini? ».
Arrossii.
« Scusi, signore » dissi.
Com’era freddo! Va bene, non
poteva certo baciarmi davanti a tutti, ma almeno poteva dirmi “bentornata,
Carter”.
Dall’altra parte dello Stargate
era tutto verde. Un enorme prato si estendeva a perdita d’occhio, punteggiato
da piccoli arbusti. Udii chiudersi il passaggio dietro di noi. Mi voltai e vidi
dei boschi.
Mentre gli altri si
allontanavano cominciai a controllare se quel pianeta potesse essere
pericoloso.
« Sam? »
Alzai lo sguardo dagli
strumenti che avevo in mano.
« Dimmi, Daniel. »
« È tutto a posto? Niente
sostanze tossiche, radiazioni pericolose, …? » mi chiese.
« No, tutto ok. »
« Bene. Io e Teal’c andiamo
laggiù. »
Mi indicò delle rovine davanti
a noi. Dovetti usare la mano per coprire gli occhi dal riflesso del sole che
stava tramontando.
« Contento di avere qualcosa da
fare? » chiesi.
Daniel mi sorrise. Poi chiamò
Teal’c ed insieme si avviarono. Tornai al mio lavoro. Raccolsi terra e forme di
vita vegetali per analizzarle in seguito. Poi mi alzai e mi diressi verso lo
zaino che avevo lasciato poco più in là per riporvi i campioni. Mi scontrai con
O’Neill.
« Scusi, colonnello » dissi
facendo qualche passo indietro.
Lui mi guardò e spense la mia
trasmittente. Mi accorsi che anche la sua era spenta. Cosa voleva fare?
« Jack, tutto bene? » gli
chiesi preoccupata.
Lui non mi rispose. Allungò la
mano e fece scorrere le dita lungo il mio collo. Era impazzito? Avrebbero
potuto scoprirci! Quelle due settimane trascorse a far finta di niente
sarebbero state inutili.
« Jack! Smettila! » esclamai. «
Daniel e Teal’c potrebbero preoccuparsi non riuscendo a mettersi in contatto
con noi e tornare qui. »
« Lo so » bisbigliò.
A quanto pareva non aveva
intenzione di comportarsi da superiore.
Decisi di riaccendere la
trasmittente. Ma, mentre allungavo la mano per premere l’interruttore, lui mi
prese tra le braccia e mi baciò. Poi prese il mio viso tra le mani e mi
costrinse a guardarlo negli occhi.
« Queste due settimane sono
state le più difficili della mia vita. Il non poterti stare accanto come avrei
voluto era insopportabile. Non puoi obbligarmi a starti lontano, Sam. Io ti
amo, maledizione! E anche se dovremo stare attenti a non farci scoprire,
potremo lo stesso stare insieme, non credi? »
Non riuscivo a credere che
provasse le stesse cose che provavo io. Mentre parlava avevo letto nei suoi
occhi la sofferenza di non poter stare con me alla luce del sole, di non poter
dimostrare a tutti quanto mi amasse.
Sentii le lacrime salirmi agli
occhi. Lasciò andare il mio viso poco prima che traboccassero.
« Sam… »
« Non è niente. Solo…mi è
entrato qualcosa in un occhio. »
Abbassai lo sguardo.
« Scusa, Sam. Non avrei dovuto.
So che è stata dura anche per te. Mi dispiace. »
Era addolorato. Aveva
interpretato male le mie lacrime. Non ero affatto arrabbiata o triste. Quello
che mi aveva detto mi aveva fatta felice. Mi aveva commosso leggere nei suoi
occhi tutto l’amore che provava per me.
Mi avvicinai e lo baciai.
« Facciamo un tentativo » gli
dissi sorridendo.
Mi asciugò le lacrime con le
dita. Abbassai lo sguardo.
« Lo sai, vero, che ti amo? »
chiese.
Tornai a guardarlo. Certo che
lo sapevo. Non serviva che me lo dicesse se continuava a guardarmi così. Ma era
bello sentirselo dire. Lo baciai.
« Lo so » gli risposi. « E tu,
lo sai che ti amo? »
Sorrise.
« Sì. »
Si chinò su di me e mi baciò.