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Autore: xingchan    24/02/2013    2 recensioni
Una visita di routine al colonello Mustang.
Che per Edward significa solo una cosa: tortura!
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Elric, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Probabilmente era la cosa che ODIAVA di più.

 

Fare rapporto a Mr. Sorrisetto!

 

Sarebbe stato molto più facile avere a che fare con delle chimere, e non scherzava affatto. Nemmeno le rassicurazioni del fratello più piccolo potevano togliergli di mezzo la sensazione di fastidio e di rottura di balle che si presenta quando scendeva dal treno. Ecco perché è sempre stato entusiasta di salire su un vagone, seguito a ruota da Alphonse.


Le cose peggioravano quando era sul punto di scoprire qualcosa di importante sulla Pietra Filosofale. Arraffava, combatteva, imbrogliava e scappava, ma alla fine si ritrovava sempre con un pugno di mosche in mano.

 

E cadeva in depressione.

 

Che per fortuna non durava a lungo.

 

Giusto il tempo di una capatina dal colonello più sarcastico e rompiscatole di tutta Amestris!


Ebbe dei ripensamenti non appena arrivò davanti al cancello del quartier generale. Sapeva già che o entrava o moriva!


-Buongiorno, Edward!-. Oh, meno male. Almeno c’era sempre qualcuno che non accennava a diventare un’isterica!

 

O quasi...


-Salve, tenente Hawkeye! Come va?-. chiese sorridendo ironicamente. Tutte le volte così. Cercava di intraprendere una conversazione più lunga possibile per non avere di torno Mustang!


La soldatessa non ci fece caso, o almeno, sapeva che quella era abitudine. –Se cerchi il colonello, ora è in ufficio. Vi stava giusto aspettando!-.


Ecco! Beccato!


È inutile sfuggire, ora era in trappola! Bussò piano alla porta del colonello, intento a passarsi le unghie con una lima.

 

Non stava facendo altro!


-è permesso?- mormorò. Sì, certo che era permesso, non c’era nessuno.

 

Poi lo vide. Il fiammifero che cammina.


-Ehilà, Acciaio!- lo salutò. Beh, come inizio Ed non si poteva aspettare niente di più e niente di meno. Assunse l’espressione più corrucciata che poteva e si sedette sul divanone.


-Perchè quella faccia?! Non sei felice di vedermi? Credevo che ti fossi mancato...-.

 

Sì, come no! Fremeva per vederlo...

 

Si sarebbe mangiato mille peperoncini in meno di un secondo per NON vederlo!

 

Ma a quanto pare la "sorte" ha ancora giocato con lui, trascinandolo per le città principali dello Stato a fare ricerche ed ispezioni. Il che voleva dire fiondarsi dal bel soldatino contro la sua volontà.


Ed si ritrovò a sbuffare rumorosamente sui ciuffetti sulla sua fronte, evidente sintomo di una sua probabile trasformazione istantanea in Sloth.


-Sì, tantisssssimo!- ribattè enfatizzando.

 

Roy sorrise sommessamente. Il tono del ragazzo non nascondeva di certo il suo disappunto.

 

Chiuse gli occhi e puntualizzò: -So che non ti va l'idea di avere ordini, specialmente da me. Ma questi sono i "patti"! Quindi finiscila di fare pose e gesti teatrali e ascoltami!-.


Eccolo, il Roy impaziente e nervoso.

 

Che si stesse bevendo troppi caffè?


-Sono tutt'orecchie!-.


-Ecco...- gli disse il suo superiore, porgendo una cartellina al ragazzo con la treccia. -Dovresti dare un'occhiata alla città di Dublith! Dicono che un uomo grande e grosso uccida tutta la selvaggina della zona senza lasciare nulla al resto dei cittadini!-.


Le pupille dell'alchimista d'Acciaio tremolarono, cartellina alla mano, e gli occhi diventarono due lunghe fessure. Senza contare il gocciolone che gli stava scendendo dalla tempia sinistra!

 

Mentre Roy non capiva. Perchè non diceva niente? Forse lo aveva già visto? Lo conosceva? Come si chiamava?!


-Ahh, niente paura! è solo il marito della mia insegnante di alchimia!- rise, sventolando la mano davanti a sé.

Doveva immaginarlo. Chi altri sennò? Lo giustificava il fatto che gestiva una macelleria, quindi era più che ovvio che voleva accrescere i suoi affari.


Roy Mustang non pareva convinto. Si incrociò le braccia al petto e disse: -Davvero?! Non pensavo che i tuoi insegnanti fossero dei ladri!-.


Ed si spazientì. -Non è vero! Hanno un negozio di alimentari e macelleria, mi dice come fanno a mandarlo avanti, eh?-.


Il colonello di Fuoco sbuffò.

 

Il tappo aveva proprio ragione.

 

E poi risultava che i coniugi Curtis avessero anche il porto d'armi, quindi non c'era nulla di cui preoccuparsi. Guardò la foto dell'omaccione. Davvero inquietante.

 

Somigliava molto al maggiore Armstrong, tranne che per i capelli e i luccichini che lo incorniciavano. Non sarebbe stato poi tanto difficile da ipotizzare una sorta di amicizia fra loro

.
-Bene- esclamò Acciaio alzandosi in piedi. -Sarà meglio che vada. Ho già perso un sacco di tempo...- continuò, sbirciando Mustang.

 

Chissà cosa avrebbe risposto...


-Eh, no! Prima devi spiegarmi due cosette.- fece l'uomo fermandolo con un pugno assestato sulla scrivania. -Perchè diavolo avete lasciato scappare quel furfante che mangiava nei ristoranti senza pagare? E perchè sei rimasto a Resembool più del dovuto?-.


E ora?

 

Che cosa avrebbe dovuto rispondergli?

 

Che i criminali non erano affare suo e che aveva aiutato Winry a mettere ordine nel laboratorio dei Rockbell perchè gli aveva promesso una torta?

 

Si grattò lievemente la tempia per cercare una scusa valida. DUE scuse valide. Abbastanza soddisfacenti. Ma come previsto, non ci riuscì.


Torturandosi le mani, ridacchiò nervosamente e decise di optare per la verità. Immaginava già la reazione dell'accendino...


-COOOSAAAAAA????????????!!!!!!- tuonò l'alchimista di Fuoco. -Come sarebbe a dire "Non mi riguarda"?! Maledizione, Acciaio! Sei un alchimista di Stato, devi fare il tuo dovere! O sarò costretto a ritirare il tuo orologio d'argento, CHIAROOO FAGIOLINOOO?!-.


Edward perse il lume della ragione. Potevano dirgli qualsiasi cosa tranne che lui era piccolo! –Chi hai chiamato MICRONANOOOOO??!!!-.


-E non mi sembra di averti incaricato di mangiare!- continuò il più grande, ancora infuriato.


Il ragazzo increspò le sopracciglia: -Sono anni che non mangiavo una torta di Winry, volevo soltanto ricordare il suo sapore!- gli gridò di rimando.


Improvvisamente Roy si calmò un poco. Forse il nano aveva ragione.

 

Quattro anni lontano da casa non dev’essere facile per dei ragazzini come lui e suo fratello. Fece per replicare ma fu interrotto dall’entrata di Riza e di Alphonse.


-Che succede qui?- chiese la donna leggermente alterata. –Vi sentite fino in fondo al corridoio!!!-. Il colonello abbassò la testa e rispose: -Niente…-. Si rilassò sulla sua poltrona, quasi fosse una sedia sdraio, e fece congedare i fratelli Elric.


A nulla valsero le suppliche di Al affinchè il suo fratellone gli raccontasse cosa era successo all’interno dell’ufficio.


Non era mai esistita persona più scocciatrice di lui, pensò il biondino. Ma comunque non poteva disobbedire agli ordini. Anche se non lo sopportava, avrebbe assolto i suoi compiti solo perché senza di lui non sarebbe mai diventato quello che era ora, e lui e Al non avrebbero nemmeno preso in considerazione la speranza di ritornare com’erano prima.


Sorrise, e insieme al fratello lasciò l’edificio.
 

 

 

 

 

Questa one-shot è vecchissima, ha quasi sei mesi! XD

L'ho modificata un po' e ripubblicata. Spero vi sia piaciuta!

   
 
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