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Autore: Ronnie Stregatto    25/02/2013    2 recensioni
Laura si è accorta di amare Alex e soffre nel vederlo flirtare con le altre ragazze, anche perché sembra che il Ranger non riesca proprio a vederla come una femmina.
Forse un giro di pattuglia finito male potrà far emergere quello che veramente Alex prova per Laura.
La ff é ambientata dopo la fine della storia principale del videogioco 'Pokèmon Ranger: Ombre su Almia'
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
- Questa storia fa parte della serie 'Coppie Pokèmon'
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Quel giorno la presidentessa Edvige mi aveva mandato di pattuglia.
Giravo per Almia esaudendo le richieste dei cittadini ma il mio solito sorriso smagliante era stato cancellato. Cancellato dal ripetersi nella mia mente della stessa scena, come in un continuo replay: Alex che fa lo scemo con le Assistenti della Base della Federazione.
Sospirai tristemente ripensando a quello che avevo provato quando fu rapito dal Sinis Trio. Ero talmente preoccupata! Fu allora che mi accorsi, finalmente, di provare per lui qualcosa di più forte dell' amicizia ma quello stupido non si era ancora accorto dei miei sentimenti. Non che io avessi fatto qualcosa per farglieli comprendere però... lui non mi trattava mai come una ragazza. Lo vedevo: con le altre ragazze flirtava sempre mentre con me si comportava come al solito, come un semplice amico.
Era così che mi vedeva: come un amico.
Maschio.
Ok, sapevo di non essere quel che si dice una ragazza femminile - non avevo mai indossato la gonna in vita mia, non mi truccavo, detestavo il rosa e a causa del lavoro di Ranger ero sempre piena di graffi - ma... insomma... volevo che vedesse anche me come un' appartenente al gentil sesso!
Ah adesso basta, Laura! Smettila con questi pensieri che non sono da te! Quando mai ti è importato tanto di quello che la gente pensa di te? Vedi di concentrarti sul giro di pattuglia!
'Di quello che pensa lui ti importa eccome!' sussurrò malignamente una vocina nei meandri del mio cervello.
Con questi pensieri che mi frullavano per la testa, uscii da Portena, superai i giardini Altru e iniziai a percorrere la Strada Cromana.
Il mio pokèmon compagno, un piccolo e vivace esemplare di Chimchar di nome Hoko, correva davanti a me, spaventando i poveri Seedot che incontrava sul suo cammino. Beato lui che era così allegro!
"Ehi Ranger!"
Mi guardai intorno per capire chi mi stava chiamando. Poco più avanti lungo la strada, c' era una casetta di legno. Davanti alla porta, un uomo si stava sbracciando per attirare la mia attenzione. Gli corsi incontro prevedendo un incarico in arrivo.
Come volevasi dimostrare il tizio mi parlò di un gruppo di Carnivine che stava disseminando scompiglio sull' Altopiano e mi chiese di occuparmene. Accettai - potevo fare altrimenti? - e mi incamminai verso l' Altopiano in preda allo sconforto: perché dovevano essere proprio dei Carnivine? Io e quei pokèmon non andavamo per niente d'accordo. Non so il motivo, forse perché una volta avevo rifilato un pugno a una di quelle sottospecie di piante che aveva tentato di mangiarmi... fatto sta che da allora tra me e loro non circolava buon sangue. Ogni volta che dovevo andare all' Altopiano Cromano - dove quei vegetali vivevano - ero sempre nervosa e sul chi vive.
Hoko dovette accorgersi della mia riluttanza perché mi salì sulla spalla e circondò il collo con le braccine esili, strofinando il musetto contro la mia guancia. Gli accarezzai con tenerezza la testa: come avrei fatto senza quel piccoletto?
Sull' Altopiano era calata ancora una volta una spessa nebbia oscura. Quei dannati Murkrow dovevano aver fatto un altra battaglia a suon di Neropulsar! Probabilmente era stata la nebbia, venutasi a creare a causa dei loro attacchi, a far infuriare i Carnivine.
Avanzai con circospezione nel vapore nero: i Carnivine avevano la brutta abitudine di spacciarsi per fiori per poi attaccare le prede cogliendole di sorpresa.
Feci mentalmente una lista delle cose da fare. Prima cosa: trovare e catturare uno Skarmory per farmi aiutare a disperdere questa nebbia. Seconda cosa: affrontare i Carnivine.
Sapevo già dove trovare lo Skarmory: ce ne era uno che svolazzava sempre nei dintorni della parte più bassa dell' Altopiano. Camminai verso quella direzione per qualche metro prima di trovarmi davanti un Beedrill visibilmente alterato: l' oscurità opprimente doveva aver fatto arrabbiare anche lui.
Mi osservò per un istante con i suoi grandi occhi rossi prima di attaccarmi. Il suo pungiglione mi sfiorò il fianco mentre mi gettavo di lato per evitarlo. Mi rialzai velocemente e ordinai a Hoko di usare la sua Poke` tatticca: delle fiammelle circondarono il Beedrill, limitandone i movimenti. Estrassi rapidamente lo Styler dalla custodia appesa al mio fianco e lo feci scattare. Inizia a disegnare cerchi attorno al pokemon che si agitava convulsamente circondato dalle fiamme. Il Beedrill impazzito svolazzava da una parte all'altra lanciando raffiche di pungiglioni: una di queste colpì la linea di cattura, spezzandola. Imprecai in modo decisamente poco femminile: questa non ci voleva! Quell' attacco mi aveva tolto quasi dieci punti! Ritentai la cattura e mi beccai un'altra scarica di pungiglioni. Non era proprio giornata! Prima Alex, adesso questo!
Non riuscivo a concentrarmi bene ma alla fine riuscii a catturare quel benedetto Beedrill. La mia esultanza durò poco. Quando controllai la carica dello Styler mi prese un colpo: mi erano rimasti solo trenta punti! E non avevo neanche un pokemon con la Poke` tattica di ricarica con me! Maledizione!
Decisi di continuare ad avanzare nella nebbia sempre piu fitta. Vedevo Chimchar diventare sempre più inquieto via via che avanzavamo così lo presi in braccio e lo strinsi forte al petto "Tranquillo. Va tutto bene piccolino, va tutto bene"
Hoko si strinse a me, spaventato dalla nebbia oscura.
"Vuoi tornare a casa?" gli chiesi, preoccupata per la sua incolumità.
Lui mi guardò con i suoi occhioni neri e scosse con forza la testolina. Sorridendo lo feci salire sulla mia spalla dove si sedette con le zampine penzoloni.
Fu allora che accadde: quattro Carnivine saltarono fuori dal buio e ci attaccarono. Lacci erbosi mi colpirono e uno dei pokemon morse Hoko strappandolo dalla mia spalla. La carica del mio Styler scese rapidamente fino a zero spegnendosi irrimediabilmente ma non me ne preoccupai piu di tanto e mi avvicinai al Carnivine che ancora stringeva tra le fauci il braccio del mio pokemon compagno, che gridava di dolore. In un impeto di coraggio, diedi un pugno sulla bocca della pianta e la costrinsi a lasciar andare il mio amico. Presi Hoko in braccio e scappai alla cieca nella nebbia, inseguita dai Carnivine infuriati.
Corsi e corsi cambiando spesso direzione nel tentativo di confonderli ma loro mi stavano sempre alle costole. Non sapevo che fare, non riuscivo a trovare l' uscita dell' altopiano e Hoko era svenuto, spossato dalla brutta esperienza. La mia corsa finì quando raggiunsi il dirupo che segnava la fine dell'altopiano. Davanti a me il vuoto, dietro i quattro pokemon infuriati. Ora ero fregata. Mi voltai a fronteggiarli e li scoprii piu vicini di quanto avessi creduto. Indietreggiai quanto mi fu possibile e cercai di proteggere Hoko con le braccia. Lacci erbosi mi sferzarono il corpo ripetutamente.
Una volta.
Due volte.
Tre volte.
Quattro volte.
Cinque volte.
Faceva male, sentivo dolore in ogni singolo punto della mia pelle che era stato raggiunto dalle fruste verdi fluorescenti.
Sentii Hoko emettere un lamento quando un laccio lo raggiunse.
"Mi dispiace" gli dissi. "Perdonami per averti portato in questa situazione"
L' ennesimo colpo di frusta mi fece cadere in ginocchio. Mi raggomitolai su me stessa, coprendo almeno il mio Chimchar dalle sferzate. Vidi i Carnivine avvicinarsi e chiusi gli occhi, terrorizzata.
Ma non successe niente. Aprii piano una palpebra e mi ritrovai a fissare la giacca di una divisa da Ranger ma non riuscii a distinguere di più. Mi vennero le lacrime agli occhi: eravamo salvi.
Il Ranger catturo` con maestria i Carnivine e dopo averli tranquillizzati, li liberò. Poi chiamò uno Skarmory che svolazzava lì vicino e gli ordinò di diradare la nebbia. Il pokemon obbedí e con un veloce movimento d' ali, in pochi secondi fece scomparire l' oscurità.
Finalmente riuscii a distinguere il Ranger che mi aveva salvata e il mio cuore perse un colpo "Che ci fai qui?!" esclamai.
Alex si inginocchió di fronte a me "Come stai?" mi chiese, asciugando con il pollice il piccolo rivolo di sangue che stava scendendo lungo la mia guancia dal taglio sotto l' occhio. Mi guardava con un' espressione seria dipinta sul volto infantile. Il mio cuore accelleró il ritmo.
" Questo tono serio non ti si addice per niente" fu l' unica cosa che riuscii a dire.
"Mi hai fatto preoccupare, scema!" mi rimbeccó lui. "Che ti è preso? Non è da te farti sconfiggere in quel modo!"
Era preoccupato per me? Arrossii e abbassai gli occhi, incapace di sostenere oltre il suo sguardo. Hoko si era ripreso e mi sorrideva, contento di essersela cavata. Si liberò dalle mie braccia e andò a giocare con il Buizel di Alex. Per fortuna il mio pokemon stava bene.
Sentivo ancora lo sguardo di Alex su di me. Presi un bel respiro per calmarmi "Grazie per avermi salvata" gli dissi tutto d'un fiato.
Lui sospirò e prendendomi il mento tra le dita, mi sollevò la testa in modo da guardarmi negli occhi. Sentii le guance andarmi a fuoco quando con la punta delle dita raccolse dalle mie ciglia i residui di una lacrima.
"Non piangere più. Non mi piace vederti triste" disse, ancora con quel tono serio.
Annuii per quanto mi fu possibile "Scusa" mormorai.
Mi abbracciò all'improvviso, stringendomi forte. "Mi hai fatto preoccupare" ripeté. "La prossima volta andiamo di pattuglia insieme" decise.
Io non ribattei subito - la mia testa aveva smesso di elaborare pensieri logici quando avevo percepito le sue braccia circondarmi - ma poi il mio orgoglio prese il sopravvento.
"Non ce ne è bisogno" mi separai da lui. "Non devi stare in pensiero per me" distolsi lo sguardo. "Oggi avevo solo la testa da un'altra parte" affermai.
"E dove, se è lecito sapere?" perse la pazienza lui.
Esitai - non potevo certo dirgli che era fondamentalmente colpa sua e del suo comportamento - poi scelsi un tono freddo "E a te che ti importa?" chiesi.
"Mi importa, accidenti!" mi prese per le spalle, costringendomi a guardarlo. "Non voglio che tu finisca di nuovo in una situazione come quella di prima!"
"Perché?" chiesi, stupita da tutta quella enfasi.
Ora toccava a lui esitare "Perché..."
"Perché sono un tuo amico, vero?" dissi usando apposta il maschile.
"Un' amica" ripeté lui, non cogliendo il senso delle mie parole. "Per me non sei solo questo"
Prima che avessi il tempo di comprendere quello che aveva detto, mi si avvicinò e mi baciò.
Il mio cervello prese allegramente il volo. Riuscivo solo a pensare alle sue labbra premute contro le mie, al loro sapore dolce,alle sue mani che giocavano con i miei capelli...
Dopo quelle che mi parvero ore ma che forse furono appena una manciata di secondi, lui si tirò indietro, si alzò in piedi e mi tese la mano per aiutarmi a fare altrettanto "Torniamo alla Base della Federazione" propose. Io, ancora mezza rintontita dal bacio, la fissai per un minuto buono prima di afferrarla e tirarmi su.
Alex chiamò un Doduo e mi fece salire sulla sua groppa. Mi porse Hoko - che sistemai davanti a me - e poi salì dietro di me, con Buizel ancorato a una spalla. Mi avvolse con le braccia "Tieniti forte" mi sussurrò all' orecchio.
" Non è la prima volta che salgo su un Doduo" gli feci notare io. Poi però eseguii,stringendomi a lui.

Mentre percorrevamo la Strada Federale, mi ricordai di una cosa "Perché, in tutto questo tempo, non mi hai mai trattato come una ragazza? Voglio dire: non hai mai flirtato o roba simile con me..." dissi arrossendo fino alla radice dei capelli.
Alex ci pensò su. "Avevo paura che tu non mi ricambiassi. Non volevo rovinare la nostra amicizia" mi baciò la nuca. "Scusami se ti ho fatta soffrire"
Quanto sono stupida? Quanto? "Non importa" affermai appoggiandomi a lui. Ora ero la Ranger piu contenta della regione.
  
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