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Autore: Tadako    26/02/2013    3 recensioni
A cosa era servito salvarlo, se col suo sacrificio era morto anche lui.
sennar era ormai un corpo senza spirito. la sua vita se l'era portata via la spada nera nel momeno in cui aveva inflitto l'ultima fatidica frattura a quella pietra. che senso aveva tutto senza di lei?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nihal, Sennar, Tarik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stesa sulla roccia, il corpo sbiancato. Le palpebre chiuse in un sonno mortale. In un angolo, il talismano del potere che Nihal aveva rotto sacrificandosi. –perché non ha lasciato che morissi, perché ha voluto lasciarmi?- era questo che continuava a ripetersi Sennar. Ma quelle domande non avrebbero più avuto risposta, lei non c’era. Non sarebbe più tornata. Di lei, solo le sue vesti  la sua spada e un dolce ricordo. Come avrebbe fatto ad esistere senza di lei? Che senso aveva tutto senza di lei? Era il suo celo, il suo mondo, il suo respiro.
Pensò a Tarik, neanche lui sarebbe riuscito a colmare l’enorme voragine che si era aperta in lui. Aveva le sue orecchie, il suo sguardo.. i suoi occhi. I suoi meravigliosi occhi viola. Come poterlo crescere, occuparsi di lui, se lei non c’era. come poterlo consolare di una disgrazia di cui non sapeva tirar fuori neanche se stesso?
Erano passati tre mesi dalla sua morte. Tre mesi in cui era stato inghiottito in un mare di emozioni. odio, nostalgia, dolore, senso di colpa.. era tornato ad assaggiare l’amarezza del pianto, di quelle piccole gocce di anima che ormai non gli rigavano più il viso da anni.
Nulla si sarebbe cancellato di quegli attimi.  Del suo urlo di disperazione, del rumore della sua spada che infrangeva la sua vita,  dell’ultimo sorriso di Nihal.
  A cosa era servito salvarlo, se col suo sacrificio era morto anche lui. Un pensiero che gli squarciava la mente.
Dopo quel giorno, Sennar si era trasformato in un fantasma. Non mangiava, non dormiva, aveva abbandonato pure i suoi studi. L’unica testimonianza che era ancora vivo, erano le sue urla d’odio nella notte.
Aveva allontanato tutti, perfino Tarik, che si sentiva sempre più solo ogni giorno che passava.
Anche lui aveva sofferto, sua madre era la persona che più adorava al mondo. Voleva solo una spalla su cui piangere, una mano a consolarlo accarezzandogli la testa, ma non c’era. Sennar non poteva, non riusciva ad aiutarlo. Allontanando da se anche l’ultima persona che gli era rimasta.
A dividerli per sempre fu una litigata, uno stupido litigio che portò Tarik ad andarsene.
Sennar se ne sentì distrutto, sconvolto. In quel momento si accorse di quale terribile padre fosse stato per lui, di quanto era stato egoista a scacciarlo pensando solo al suo dolore. Un’altra volta si chiese il perché. Una parola che ormai continuava e ripetere come una litania.
Se lei fosse stata qui, niente sarebbe successo e la sofferenza non ci sarebbe stata. Ma lei era morta, sacrificandosi per un uomo che non aveva più voglia di vivere.
Liberò le ultime lacrime che gli erano rimaste, pensando a quei troppo pochi anni felici. Ai loro sorrisi, ai suoi baci, le dolci parole che sussurrava la sera. Tutto perduto. Era solo in una vita che non voleva.
  
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