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Autore: Larrystattoos    01/03/2013    3 recensioni
Aveva deciso. L’indomani glielo avrebbe detto. Non poteva più stare così, senza far niente, non era giusto, né per lui, né per sé stesso. Sapeva che probabilmente l’avrebbe perso, ma tanto lo stava facendo comunque.. Si sarebbe solo trattato di accelerare le cose.
LARRY
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciaooo :) 
Rieccomi qui, con un'altra Larry. Li amo troppo 'sti due (e penso si vede!). A me non convince molto, ma alla fine ho deciso di metterla lo stesso. Spero vi piaccia.
Buona lettura!


Aveva deciso. L’indomani glielo avrebbe detto. Non poteva più stare così, senza far niente, non era giusto, né per lui, né per sé stesso. Sapeva che probabilmente l’avrebbe perso, ma tanto lo stava facendo comunque.. Si sarebbe solo trattato di accelerare le cose. Questi erano i pensieri di Harry Styles, diciannovenne, membro della famosa boy-band  dei One Direction; che in quel momento stava tra le braccia del suo migliore amico, Louis Tomlinson, cercando di riaddormentarsi. Ma non ci riusciva, sapendo che probabilmente quella sarebbe stata l’ultima notte in cui l’avrebbe tenuto stretto, l’ultima in cui avrebbe potuto restare tra le sue braccia mentre cercava di calmare il suo cuore che impazziva ogni volta che il castano gli sussurrava un: “Buonanotte Cuppycake”, per poi lasciargli un bacio tra i capelli. Perché Harry era innamorato del suo migliore amico, e non poteva farci niente.
Fin dai tempi di X-Factor il riccio aveva provato qualcosa in più dell’amicizia o dell’amore fraterno nei confronti del ragazzo di Doncaster, ma aveva sempre mentito a sé stesso per paura di perderlo e, in fondo, anche per disgusto.. Certo, non aveva nulla contro i gay, ma un conto è non aver nulla contro, ed un conto è esserlo, o no? Dopo due anni e mezzo, però, alla fine Harry aveva accettato di essere innamorato del suo migliore amico, un maschio. E, con sua somma sorpresa, aveva scoperto che non gli interessava se Harry fosse maschio, femmina o avesse 4 occhi e 10 teste, l’avrebbe amato comunque. E no, non era sbagliato.  Solo che dopo la sua presa di posizione le cose con Louis erano nettamente peggiorate. Da un mese a questa parte, non riusciva più a guardarlo negli occhi senza arrossire, o abbracciarlo senza la paura che il liscio potesse sentire il suo cuore battere all’impazzata e le sue gambe tremare. Aveva perciò provato a distaccarsi pian piano, e Louis, anche se conosceva il piccolo come le sue tasche, aveva creduto che fosse solo un periodo e perciò lo aveva lasciato in pace. Ma, per il riccio, la situazione stava diventando insostenibile, perciò si era ripromesso di dirglielo.
Stando attento a non svegliare l’altro, Harry si sporse verso il comodino e afferrò l’I-Phone per guardare l’ora: le 6:44. Mandò a fanculo ogni possibilità di riaddormentarsi e, con la massima calma, si rigirò tra le braccia del suo migliore amico per guardarlo meglio. Quando dormiva sembrava proprio un bambino:  i capelli spettinati gli ricadevano sulla fronte, i tratti del viso erano rilassati e la bocca leggermente aperta. Harry fissò quelle labbra per diversi minuti, desiderando di poterle baciare all’infinito, prima di riscuotersi dalla trance in cui era caduto. Si alzò, cercando di fare il più piano possibile, e andò in cucina. Preparò i pancake (Louis li amava), una tazza di caffellatte per il suo amato e una tazza di the per lui, mise tutto sopra un vassoio e lo portò in camera. Il castano dormiva ancora, così Harry poggiò il vassoio sul comodino e si sedette sul letto, scuotendo piano l’altro ragazzo.
-Boo dai, è ora di svegliarsi, sono quasi le 8!
-Un altro po’ mamma, ti prego! Mugugnò l’altro in risposta girandosi dall’altro lato.
-E va bene, vuol dire che i pancake li mangio da solo.
Per tutta risposta Louis si alzò di scatto: -Hai detto pancake? Dove sono? Se non ci sono ti uccido!
Al suono di quelle parole il riccio sorrise, si aspettava quella reazione. Ciò che non si aspettava (o forse si) era la reazione del suo cuore. Louis aveva ancora i segni del cuscino sulla faccia, gli occhi mezzi chiusi e la voce roca. Persino così ad Harry sembrava un angelo, l’angelo più bello che potesse esistere. Si imbambolò ad ammirarlo, mentre Louis mangiava. Soltanto quando venne spinto sul letto si riscosse.
-Haz, cos’hai? Mi sembri strano, e non solo oggi. Sai che puoi parlarmi di tutto, vero?
Harry sorrise dell’apprensione del castano, per poi tornare subito serio. –Non posso dirti proprio tutto, credimi. Non ti piacerebbe.
-Hai per caso ucciso qualcuno? Puoi dirmi anche quello, tranquillo! Così in carcere non sarai solo, ci sarò anche io a tenerti compagnia! E subito dopo aver detto quelle parole scoppiò in una fragorosa risata, che fece perdere diversi battiti al cuore di Harry. Perché il riccio amava la sua risata, e anche le sue battute squallide. Amava tutto di lui. Ma rispose con quello che sperò fosse un tono normale: -Magari fosse quello. E’ difficile da dire.
-Non sarai forse gay, my love?
BOOM. Colpito e affondato. L’espressione sconvolta di Harry dovette fargli capire che ci aveva azzeccato.
-Wow, sei davvero gay? Ma stai tranquillo piccolo, non cambierà nulla tra noi. Disse il castano, per poi provare ad abbracciarlo. Abbraccio dal quale il riccio si scansò.
-Non cambierebbe nulla neanche se ti dicessi che ti amo? Perché è così, io ti amo, Louis William Tomlinson. Ti amo da sempre, e non posso tenermelo più dentro. Scusami, scusami davvero, perché davvero vorrei essere un amico vero, vorrei davvero considerarti un amico, ma non ce la faccio. Non più. So che probabilmente ora mi odi e vorresti che sparissi, vorrei odiarmi anch’io per i miei sentimenti, ma sai una cosa? Non lo faccio. E non mi pento di ciò che provo per te. Perché amarti è la cosa più bella del mondo, e anche se il mio sentimento sarà sempre a senso unico, non lo cambierei per nulla al mondo.
Appena finì di parlare, gli parve che il cuore improvvisamente fosse diventato più leggero, nonostante la reazione del liscio. Egli, infatti, stava lì, con lo sguardo vacuo e le braccia ancora a mezz’aria. Restò così per un tempo indefinito, fin quando Harry non si alzò e, con la voce tremante quasi quanto le sue gambe e il cuore a pezzi, disse: -Okay, ho capito. E fece per lasciare la stanza.
-No, Harry! Aspetta!
E il riccio si girò, speranzoso, ma quando vide gli occhi lucidi dell’altro capì quanto fosse vana quella speranza. Perché Louis era etero e fidanzato, ma non con il riccio, come pensavano molte fan. Quando acquistò questa consapevolezza, un sonoro CRACK arrivò alle orecchie di Harry. Il suo cuore che si rompeva. Nel frattempo Louis aveva ripreso a parlare.
-Harry.. Ascolta.. Io non ti amo come mi ami tu.. Però, se vuoi.. Ecco.. Potremmo..
-Non rifilarmi la solita cazzata del “rimanere amici.” Lo interruppe l’altro. –Sappiamo entrambi che il nostro rapporto non sarà più lo stesso.
-Non per causa mia. Commentò aspramente Louis.
-Beh, vedi, non era neanche nelle mie intenzioni di innamorarmi di un coglione come te! Un coglione perfetto  aggiunse nella sua mente.
-Si, ma nel frattempo l’hai fatto!
-Mi sono già scusato, cos’altro dovrei fare? Ormai stavano urlando.
-SPARISCI! Gli urlò contro il castano, e l’altro così fece. Afferrò il cellulare e il giubbotto e uscì di corsa urlando un ultimo “VAFFANCULO!” prima di sbattersi violentemente la porta alle spalle.
Era troppo incazzato per deprimersi, non l’avrebbe fatto. Non ancora.
 
La prima cosa che fece una volta fuori casa fu mandare un messaggio a Zayn: “Ti aspetto all’Hyde Park. Alza il culo dal letto e muoviti, è urgente.”. Poi si diresse al luogo dell’incontro. Mezz’ora e molte imprecazioni dopo, il riccio vide arrivare il moro.
-Era ora! Sbottò Harry, ancora incazzato per la discussione avuta con Louis.
-Hey, calmo! Non solo mi sono alzato in fretta e furia e non ho nemmeno aggiustato i miei amati capelli per venire qui.. A quest’affermazione Harry alzò gli occhi al cielo. Zayn e la sua esagerata vanità. -..devi anche rimproverarmi! E spero che tu mi abbia chiamato per una buona causa!
Ma a vedere la faccia scazzata del riccio e un barlume di dolore cappeggiare nei suoi occhi, capì che in qualche modo c’entrava Louis. Il moro, infatti, era l’unico che sapeva dei sentimenti che Harry provava verso il maggiore. O meglio, l’unico a cui l’aveva rivelato ma ormai l’avevano capito tutti. Non era un bravo attore.
-Allora, cos’è successo con Louis ora?
A sentire quel nome, finalmente il piccolo scoppiò a piangere. Tra i singhiozzi raccontò a Zayn ciò che era accaduto quella mattina, e il moro non potè fare altro che stringerlo al petto e sussurrargli: -Io ci sono. Sapeva che non voleva stupide frasi di consola mento o parole a vuoto, voleva solo sfogarsi. Perciò rimasero seduti su una panchina, abbracciati, finchè non si calmò. A quel punto andarono a casa di Zayn. Era ormai ora di pranzo, ma nessuno dei due aveva fame. Harry si chiuse nella camera del moro e si distese sul letto, senza far nulla se non pensare a quanto era stato stupido a confessare i suoi sentimenti a Louis. Rimase in quel modo fino a sera, quando sentì il bisogno di andare su Twitter e vedere se Louis gli aveva scritto qualcosa, magari delle scuse, oppure era uscito con la sua ragazza e avrebbe trovato in giro foto della “felice coppia”. Scese perciò in salotto chiamando Zayn, che trovò davanti al portatile. Non appena vide il riccio, chiuse velocemente il computer e gli chiese:
-Che c’è, Hazza? Hai fame, sete, vuoi qualcosa?
 -In realtà volevo andare su Twitter, mi chiedevo se potevo usare il tuo pc visto che il mio cellulare è scarico. Sai.. Per vedere.. Se.. Lui.. Non riusciva a pronunciare  quel maledetto nome, quelle dannate 5 lettere che per lui erano il suono più bello del mondo.
-Se ha scritto qualcosa. Concluse.
Il moro rispose solo qualche secondo dopo: -Beh, Harry.. Iniziò con voce che doveva essere calma, ma che invece tremava un po’.
-Volevo andarci anche io, ma Twitter non va.
-Ma se c’eri fino ad ora, fino a quando non sono entra.. Zayn, cosa ha scritto? C’è qualcosa che devo sapere?
- No, Harry. Non ti nascondo nulla, stai tranquillo. E gli sorrise. Ma il riccio non gli credette. C’era qualcosa di tirato nel sorriso, e negli occhi del moro leggeva preoccupazione, allarme, e forse anche un po’ di paura.
-Zayn. Fammi. Entrare. Su. Twitter. Ora! Sibilò il più piccolo.
Il moro capì che non l’avrebbe dissuaso dalla sua decisione, perciò, con un sospiro, gli fece spazio, scostandosi dal computer e sussurrandogli un’ultima volta: -Per il tuo bene, Haz, non farlo.
Harry non lo ascoltò ed accedette a Twitter. Nelle menzioni trovò tutte fan incredule che gli chiedevano cosa fosse successo con Louis. Solo quando aprì il profilo del maggiore capì. L’ultimo tweet, scritto circa mezz’ora prima, diceva: “hows this, Larry is the biggest load of bullshit I’ve ever heard. I’m happy why cant you accept that” E un altro CRACK, segno della rottura del suo cuore, arrivò alle orecchie di Harry. Larry. Bullshit. I’m happy. E di nuovo sentì il suo cuore rompersi in mille pezzi. Louis, il suo Louis, aveva definito il loro rapporto “Il più grosso carico di stronzate che io abbia mai sentito”. D’accordo, non stavano e insieme e avevano litigato, ma diavolo, erano amici, quasi fratelli. Non riusciva a crederci. Non si accorse di star piangendo finchè non sentì le braccia di Zayn cingergli la vita e le sue mani andare ad asciugare le guance. Il piccolo non riusciva quasi a respirare tanto i singhiozzi gli scuotevano il petto. Nonostante ciò, scacciò le braccia di Zayn e fuggì dalla casa, ignorando i richiami del moro e gli sguardi dei passanti, che lo fissavano sbigottiti.
Corse finchè non gli mancò il fiato, corse senza una meta, fino a fermarsi davanti al London Eye. La prima volta che ci era salito era stato con Louis, poco dopo essere usciti da X-Factor. E’ stata la prima e unica volta in cui ci è salito, e anche la prima volta in cui è uscito da solo con il castano. Sorrise amaramente, decidendo di andarsene subito. Già sapeva dove sarebbe potuto andare. Sarebbe andato al mare, lo amava e lo aiutava a rilassarsi. Perciò, prese il primo autobus che passò e scese in una località marittima. Era un piccolo paesino che si affacciava sul mare. Ci andava sempre da piccolo con i suoi prima che si separassero. Da allora non ci era più tornato, ma l’aveva sempre amato. Decise di prendere una camera per la notte, ma prima volle andare in spiaggia. Era notte fonda, non ci sarebbe stato nessuno, così avrebbe potuto pensare tranquillamente.  Si diresse verso la riva e si sedette sulla sabbia, ammirando il mare e pensando a come aveva potuto rovinare un’amicizia così.. Bella, profonda, per colpa di una stupida cotta. Ma ormai il danno era fatto e non si poteva più tornare indietro.
 
Rimase a guardare quella distesa nera che era il mare fino a quando non si sentì gli occhi pesanti, pensando.. L’acqua era così calma, liscia, attraente.. Sarebbe stato bello buttarsi in acqua e lasciarsi andare, senza pensare più a niente. Perché, in fondo, cos’era la sua vita senza Louis? Niente. Cos’erano i soldi, la fama, le ragazze, la band, se l’unica ragione del suo sorriso lo odiava?
Preso da un impeto di follia, si spogliò, rimanendo in boxer, e si avvicinò alla superficie liscia dell’acqua. Al contatto con essa rabbrividì, era freddissima, ma questo non fece altro che accrescere la sua voglia di buttarsi. Iniziò a camminare nell’acqua, tentando di controllare gli spasmi dovuti al freddo. Quando l’acqua gli arrivò alle spalle iniziò a lasciarsi andare, le membra ormai indolenzite. Iniziò ad andare sempre più giù, quando sentì qualcuno chiamarlo, una voce fin troppo inconfondibile per lui.
-Harry, non fare cazzate! Harry torna qui!
Fantastico, ora sento anche la sua voce. Beh, almeno morirò con lui accanto.Pensò il riccio mentre un sorriso gli si dipingeva in volto.
Addio Lou, amore mio. Fu il suo ultimo pensiero, prima di chiudere gli occhi e aprire le braccia alla morte.
Sprofondò sempre più giù, fin quando non gli sembrò che un qualcosa gli stesse stringendo il polso e lo stesse trascinando in superficie. Quando sentì l’aria fredda investirgli il volto respirò a pieni polmoni, anche se gli sembrava di avere un coltello piantato nel petto. A fatica aprì gli occhi, che bruciavano anch’essi per via del sale marino. Distinse una figura che lo trascinava a riva, ma la vista appannata gli impedì di capire chi fosse. L’unica cosa che distinse nitidamente, una volta sulla spiaggia, furono due zaffiri che lo fissavano. Ormai era allo stremo, ogni respiro gli costava una fatica immensa e gli occhi faticavano a restare aperti. Non si accorse di nulla fin quando non udì di nuovo quella voce acuta e in quel momento piena di preoccupazione che amava tanto. Quella voce che poteva essere solo di Louis.
-Harry, amore, non mollare ora! Harry ti prego resisti, io ti amo, ti amo cazzo! Non posso vivere senza di te! Harry rispondi, ti prego! Urlava tra le lacrime Louis. Ma l’unica risposta che ottenne dal riccio fu un –Addio, Louis. Poi chiuse gli occhi e si abbandonò tra le braccia del suo amato.
-No, no, no, NO! Hazza non morire ora, dobbiamo vivere insieme, dobbiamo amarci, Harry ti amo e sono stato un coglione a non volerlo ammettere! Amore rimani con me, pensa alla band, alle fan, pensa a tua madre, a Gemma, pensa a me! Harry come cazzo faccio a vivere senza te? Diceva tra le lacrime il castano, mentre iniziava a spingere con le mani sul petto del riccio, fermandosi ogni 5 secondi per fare la respirazione bocca a bocca. In quel momento voleva solo salvarlo, e rimediare a ciò che aveva fatto. Perché sapeva che era solo colpa sua. Da quando Zayn l’aveva chiamato dicendo che Harry era scappato dopo aver letto il su0 tweet, intimandogli di andare a cercarlo per chiarire e che era preoccupato per il piccolo, lui aveva subito deciso di trovarlo e scusarsi. Aveva subito pensato al mare e a quel paesino, sapeva che Harry lo amava, ed era corso lì. Ma forse era troppo tardi. L’aveva visto buttarsi e aveva capito ciò che stava per fare, si era buttato anche lui per salvarlo, e in quel momento aveva capito che la sua vita dipendeva da quell’angelo riccio. Ora non riusciva a darsi pace, mentre cercava di rianimarlo. La sua disperazione era sempre più forte quando, dopo la quinta volta, il ragazzo era ancora esanime.
Iniziò a tremare e a singhiozzare quando vide che non reagiva, ma continuò imperterrito i suoi movimenti. Dopo molti minuti, la disperazione si abbattè su di lui. Lasciò un ultimo, violento, colpo sul petto di Harry e ci si accasciò sopra, piangendo e singhiozzando come mai aveva fatto prima. Non ce l’aveva fatta. Aveva lasciato morire la sua unica ragione di vita, tutto per quella sua stupida paura del giudizio della gente. Era proprio un coglione, non meritava di vivere.
 
Un respiro, un colpo di tosse. Louis si alzò subito dal petto del ragazzo e lo aiutò ad alzarsi per potergli permettere di respirare. Dopo un’infinità di tempo passata a tossire, il riccio disse, con voce più roca del solito: -Lou.
-Harry, amore mio, scusa, è tutta colpa mia! Dio, non me lo perdonerò mai! Io ti amo, ti amo, ho solo paura di ciò che potrebbe dire la gente, ma non posso vivere senza di te cazzo! Spero che mi perdonerai, anche se non me lo me..
Il fiume di parole di Louis fu interrotto dalla pressione delle labbra di Harry sulle sue sottili. Fu un bacio timido, dolce, ma che conteneva tutte le parole non dette e che valeva più di ogni scusa.
-Ti perdono, Lou. Io ci ho messo quasi 3 anni ad accettarlo.
-Io non me lo perdonerò mai. Sono stato uno stupido a non capirlo prima. Disse il castano tra le lacrime. –Ma ora so che provo qualcosa di forte per te, e questo sentimento voglio scoprirlo.. Guardò l’altro ragazzo negli occhi, come a volergli perforare l’anima, per fargli capire la verità di quelle parole. -..Insieme a te.
Il riccio sorrise, poi lo abbracciò. Quell’abbraccio era ciò di cui entrambi avevano bisogno. E a loro non importava di essere bagnati , non importava che probabilmente avrebbero preso una polmonite, l’unica cosa che importava era il calore dei loro corpi stretti l’uno all’altro e l’intensità dei loro sentimenti. Alla fine, il giudizio degli altri non vale nulla se l’amore è forte, e il loro lo era. E lo sarebbe diventato sempre di più.
-Per sempre. Sussurrò Harry.
-Per sempre. Ripetè Louis.
E a loro non sembrava un tempo troppo lungo, perché il “per sempre” è niente, se paragonato all’amore.
  
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