Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: DaughterOfDawn    03/03/2013    3 recensioni
Ogni mille anni sulla terra compare un tipo particolare di anima per ottenere la quale sia i demoni che gli shinigami sono disposti a fare di tutto.
Kyler aveva una vita forse un po’ diversa da quella dei molti, ma comunque niente di particolare. Almeno fino a quando non si troverà coinvolto in una contesa tra la sua nuova guardia del corpo, un ragazzino dagli inquietanti occhi cremisi comparso dal nulla, e due tizi non meno strani, uno dai capelli rosso fuoco, scatenato e vestito quasi come una donna, l’altro moro, sempre gelido e controllato, che sembrano determinati a rapirlo. E la sua “guardia del corpo” sembra conoscere molto bene uno dei due, con il quale ha un certo conto in sospeso…
[Ambientata nei due anni che precedono l’inizio del manga. Possibile OOC (io ci provo a tenere i personaggi, ma non è detto che ci riesca!), shonen-ai (WillxGrell / OCxOC)].
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, William T. Spears
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap 14
Dopo la sala da pranzo gremita di persone ritrovarsi sul ponte quasi deserto dava un senso di pace indescrivibile. Gli unici suoni erano quello delle onde che si abbattevano calme sui fianchi della nave e i frusci dei pochi marinai che ancora si affaccendavano tutto intorno. William sarebbe stato tentato di definire quella situazione rilassante se non fosse stato per la cosa che gli stava avvinghiata al braccio, continuando a strusciare il viso contro la stoffa della sua giaccia. Grell gli era rimasto appiccicato tutta la sera, cercando di comportarsi come suo solito, ma a lui non era sfuggito il vago turbamento che aleggiava sul suo sottoposto. Forse era stato troppo duro quando lo aveva sorpreso a baciarlo, in fondo sapeva che il rosso era il tipo da certe bravate. Ma lui aveva un’immagine da difendere e non poteva certo scusarsi. Così aveva deciso di lasciarlo fare per quella sera, in parte anche perché non aveva le energie per scacciarlo con la forza. Di fianco a lui l’umano aveva lo sguardo perso nel riflesso della luna sul mare e pareva completamente affascinato dal paesaggio oceanico. Aveva accennato al fatto che era la prima volta che saliva su una nave e quindi lui poteva capire tutto quell’interesse. E poi gli umani, questo più degli altri, tendevano fatalmente a essere catturati dalla bellezza e dalla forza del mondo che li circondava. Il demone invece era seduto sul parapetto, gli occhi fissi nel vuoto e la mente smarrita in pensieri ben più cupi. Anche se non l’avrebbe mai ammesso quel moccioso infernale lo stava preoccupando. Da quando aveva scoperto la verità sulle sue cicatrici non faceva altro che pensare a vendicarsi. Nel giro di quelle ore l’aveva visto oscurarsi sempre di più e ora riusciva chiaramente a percepire l’aura demoniaca che di solito sapeva nascondere tanto bene sotto la sua apparenza di ragazzino giocoso. Non era un buon segno.
“Non trovate che questo paesaggio sia estremamente romantico?” domandò Grell rompendo il confortante silenzio che li aveva avvolti fino a quel momento e strattonando il braccio del suo capo. “La luna, il mare, una crociera sull’Oceano diretta verso un Nuovo Mondo…Ah! Lo sfondo perfetto per una notte di passione! In fondo siamo dei fuggiaschi appena sfuggiti alla morte, uniti da un senso di comunione ed intimità senza pari!”.
“Ti preferivo quando tacevi, Sutcliff” commentò William gelido. “Sei quasi sopportabile quando dalla tua bocca non escono certe idiozie”.
“Oh, ma Will! Possibile che il tuo cuore sia tanto ghiacciato da non vedere la poesia in tutto ciò? Sei davvero tanto insensibile?” piagnucolò il rosso. “Non ti stuzzica l’animo tutta questa adrenalina? Non senti il fluire di emozioni che ci circonda?”.
“Può anche darsi che io veda una certa…“poesia” in tutto ciò, ma ti assicuro che è qualcosa di ben diverso da quello che ci vedi tu” fu la risposta secca. “E soprattutto la vedevo finché c’era silenzio e potevo pensare indisturbato”.
“Andiamo, William, lascialo fare” si intromise Kyler, spostando lo sguardo dal paesaggio ai suoi improbabili alleati. “Dopo quello che abbiamo passato ci meritiamo tutti di rilassarci un attimo e di non pensare per un po’. Troppo presto dovremo tornare ad occuparci della minaccia che incombe su di noi. E poi io sono d’accordo con Grell”. Sorrise. “Questa avventura ci ha legati davvero. Siamo un gruppo piuttosto improbabile. Due shinigami, uno più che professionale e l’altro più che frivolo, un umano fuori dal suo tempo e un demone anticonformista. Se non ci fosse davvero una certa complicità tra di noi credi che saremmo riusciti a fare lavoro di squadra durante lo scontro con Gremory? O anche semplicemente ad essere qui tutti e quattro in questo momento senza farci la guerra?”.
“Hai la tua parte di ragione, te lo concedo, ragazzino” ammise Will. “Ma non è abbastanza per convincermi a sopportare ogni commento idiota del mio sottoposto”.
“Ti ringrazio, Kyler, almeno ci hai provato!” sospirò teatralmente il rosso. “Quest’uomo è davvero un pezzo di ghiaccio! Ma se non lo fosse non lo troverei tanto eccitante…~”.
Il moro gli scoccò un’occhiataccia, ma si guardò bene dal commentare. Sapeva che sarebbe stato fiato sprecato. Si rivolse invece al ragazzo. “Spero che tu non ti sia coalizzato con questo idiota, umano. Non ti conviene avermi come nemico” minacciò, ma senza cattiveria. “Ho già fin troppe seccature di cui occuparmi al momento. E poi, come ripeto sempre al tuo amichetto demoniaco, non scordare che la sorte della tua anima dipende anche da me”.
“Io non mi sono coalizzato con nessuno. Sto dalla parte di chi a mio parere ha ragione” lo corresse Kyler con un sorrisetto. “E in questo caso è Grell. Per quanto riguarda la mia anima, te l’ho già detto, sarò io a decidere cosa farne, che tu sia d’accordo o meno”.
Lui sollevò un sopracciglio. “Stai iniziando ad assomigliare sempre di più a quella peste infernale” disse con un tono non troppo felice. “Il che è preoccupante”.
“Non è vero! È solo che finalmente, dopo due anni, sto incominciando a sentirmi di nuovo libero di essere me stesso” pretestò l’umano con determinazione velata di malinconia. “E poi Zack è molto più terribile. Io almeno so quando viene il momento di non tirare più la corda. Vero, Zack?”. Si voltò verso il demone che però rimase immobile, come se non lo avesse sentito. “Zachary?”.
Sentendosi toccare la spalla la creatura infernale sobbalzò, presa alla sprovvista. “Eh?! Che c’è?” esclamò facendo passare lo sguardo sui suoi compagni. Forzò uno dei suoi sorrisetti, ottenendo però solo di fare una smorfia. “Scusate, mi ero distratto. Non sono molto di compagnia stasera…Mi sono perso una conversazione importante?”.
“Sopravviverai anche senza sapere di che cosa abbiamo parlato” gli rispose William, scrutandolo attentamente.
“Zack, sei sicuro di stare bene?” gli domandò Kyler, la preoccupazione ben udibile nella sua voce. “Sei strano…”.
“Sto bene. Ho solo molti pensieri” disse lui, cupo. Poi saltò giù dal parapetto mostrando la sua intenzione di volersi allontanare. “Ho bisogno di stare un po’ per conto mio. Non voglio rovinare la vostra serata”.
“Zachary, aspetta” lo richiamò il moro. “Vorrei scambiare due chiacchiere con te”. Poi voltò verso gli altri due. “Non mi fido più a lasciarvi da soli perché a quanto pare tramate alle mie spalle, ma immagino di non avere alternative. Io vi ho avvertiti”. Lanciò loro un’occhiata significativa, poi si incamminò con il demone verso la poppa della nave.
Kyler li seguì con lo sguardo finché le loro figure non si confusero con le altre ombre. Non era da Zachary comportarsi in quel modo scostante. Il demone di solito era bravo a nascondere le sue preoccupazioni, ma questa volta era diverso. Era ossessionato dalla vendetta. Anche prima si esaltava all’idea di battere Gremory, ma riusciva comunque a mantenere un certo distacco. Ora, di punto in bianco, pareva riuscire a pensare solo a quello. Possibile che la scoperta del sigillo lo avesse fatto adirare a tal punto? O forse era ancora sotto l’effetto di quel potere che lo stava lentamente consumando? Will aveva detto che man mano che il sigillo degenerava il suo portatore perdeva coscienza di sé. Che stesse capitando anche alla sua guardia del corpo? Certo, il marchio di Zack era relativamente recente, ma lui, combattendolo, doveva aver sprigionato gran parte del suo potere, cosa che normalmente non accadeva, e questo poteva aver accelerato il processo. Quel pensiero lo fece rabbrividire. Se le cose stavano davvero così c’era il rischio che gli “allenamenti” a cui il suo compagno aveva deciso di sottoporsi avrebbero potuto portare al risultato opposto di quello desiderato. E ciò lo spaventava non poco.
“Non ti preoccupare, Ky-chan, vedrai che Willy sistemerà tutto!”. La voce di Grell lo distolse dai suoi pensieri e lui si voltò a guardarlo. Il rosso pareva aver intuito la sua inquietudine e gli stava offrendo un minimo di rassicurazione. “Quando ci si mette stai certo che ottiene quello che vuole. Farà ragionare quella peste demoniaca e gli farà capire che crogiolarsi nell’odio in quel modo compulsivo non gli fa bene. Anzi, potrebbe addirittura rivelarsi uno svantaggio durante lo scontro con Gremory. Era abbastanza chiaro che quel cafone voleva mostrare a Zack-chan il potere che aveva su di lui. Chissà, magari sperava proprio nella reazione che lui sta avendo ora”. Incrociò le braccia sul petto, fissando a sua volta lo sguardo nel punto in cui gli altri due erano spariti. “Comunque sia, Zachary deve darsi una calmata. Non è d’aiuto questo suo atteggiamento”.
Il ragazzo rimase colpito da quelle parole e dalla serietà che lo shinigami stava dimostrando. Anche lui doveva essere preoccupato da quella faccenda. Dopo aver affrontato Gremory, d’altra parte, era ovvio che capisse la gravità della situazione. Probabilmente sia lui che William avevano avuto i suoi stessi pensieri. “Va bene, Grell. Mi fiderò delle tue parole” disse, anche se non troppo convinto. “Da quel poco che ho visto di William, ho capito che è uno che sa quello che fa. E poi tu lo conosci molto meglio di me, quindi non posso ribattere”. Si appoggiò al parapetto con la schiena e sospirò. “Zack non sta bene, questo si è capito. Ma tu stai bene?”.
La domanda prese alla sprovvista il rosso, che si voltò a guardare l’umano, sorpreso. “Certo che sto bene! Ho passato una serata appiccicata al mio Willy!” esclamò, cercando di darsi un tono. “Perché non dovrei stare bene?”.
“Mi sembri molto meno energetico del solito. Ma immagino che sia normale. Sei convalescente e in più l’essere stato rifiutato così bruscamente non deve essere stato piacevole” commentò lui, nascondendo un sorrisetto vittorioso davanti alla faccia allibita del suo interlocutore. Poi tornò serio. “Zack non ha dato tanto peso a quella scena, per lui è solo una scusa in più per prendere in giro William, ma io ho notato la tua faccia. Ti devo dare ragione. William non ha tatto. Oppure è solo immensamente cieco”.
Il dio della morte lo fissò sgomento, incapace di credere alle sue orecchie. Quel ragazzino si era accorto di tutto, aveva compreso i suoi sentimenti, aveva capito come si era sentita lei in quel momento. E le aveva anche dato ragione. E pensare che lei lo aveva creduto solo un umano qualunque, magari vagamente più interessante della norma. Invece ora con quelle parole forse un po’ troppo dirette ma assolutamente perfette aveva appena guadagnato infiniti punti per quanto la riguardava. In un attimo fu addosso al ragazzo e lo stritolò in un abbraccio. “Oh Ky-chan! Sei un tesoro! Mi hai capita!” strillò commosso. “È la prima volta che un uomo riesce a comprendere il mio animo sensibile e bisognoso d’affetto! Hai scorto i più intimi sentimenti del mio cuore innamorato e li hai accettati con una tale sensibilità! Quanto ti ho atteso! Ho finalmente trovato il migliore amico perfetto per una lady come me!”. Sospirò, abbassando la voce. “Ma mi chiedo perché quasi tutte le persone con cui finisco per intrattenermi devono essere demoni…”.
“Io non sono un demone!” protestò Kyler, cercando di liberarsi da quella presa ferrea. “E, Grell? Ho capito che sei contento e toccato, ma mi stai soffocando…”.
“Oh, scusa!” esclamò l’altro, rilasciandolo immediatamente. “Comunque. So che adesso non sei un demone, ma so anche benissimo su quale delle due forme ricadrebbe la tua scelta se tu potessi decidere il destino della tua anima”.
“Questo è vero. Ma immagino che la decisione non spetti  a me, nonostante quello che continuo a ripetere a William. Non del tutto almeno”.
“Per ora è così. Ma in futuro chissà. Se ci libereremo di Gremory, le cose potrebbero cambiare…”. Grell gli rivolse un sorrisetto enigmatico, mostrando di sapere molto di pi di quello che diceva, ma poi cambiò discorso per impedirgli di porre ulteriori domande. “Visto che hai dimostrato tanta comprensione, posso parlarti dei miei tormenti?”.
“Se proprio non ne puoi fare a meno…” sospirò esasperato lui, sconfitto davanti a quegli imploranti occhi verdi. Non riusciva a dire di no a una simile espressione da cucciolo bastonato. “Però cerca almeno di essere serio per una volta. Perché se la cosa consiste in te che piagnucoli perché William non ti vuole, allora cercati qualcun altro che ti sopporti perché io non ho intenzione di sorbirmi un discorso del genere”. Alzò gli occhi al cielo di fronte allo sguardo offeso che lo shinigami gli rivolse. “Non mi fraintendere. Io penso davvero quello che ho detto prima. Solo che dovresti aver superato quella fase. Insomma, io forse non capisco nulla di relazioni sentimentali, però so che cosa ci vuole per costruire un rapporto solido in generale. Fiducia reciproca, impegno e costanza. Se non dimostri a William che sei a tuo modo deciso ed affidabile in quello che vuoi lui non ti prenderà mai sul serio. Questo è quello che penso”.
“Ma io ci provo eccome! Solo che il mondo è tanto pieno di distrazioni ~” borbottò lo shinigami, contrito. “Una lady focosa come me non può non essere attratta dal fascino di un bell’uomo! Per quanto abbia dedicato il mio cuore sempre e solo a Willy, non riesco a sopprimere certi impulsi! È più forte di me ~”.
“Lo capisco questo…Anzi, non lo capisco, ma fa niente. Diciamo che se proprio non puoi farne a meno c’è poco da fare. Il problema è che da fuori quel tuo lato frivolo è quello che emerge di più di tutti” spiegò il ragazzo, paziente. Che razza di discorsi. Mai si sarebbe immaginato di sostenere una simile conversazione. Con uno shinigami per di più. Quell’avventura si scopriva sempre più assurda. “Devi riuscire a dimostrare che c’è molto di più. Sono certo che se William capisse questa cosa allora si farebbe una ragione del fatto che tu sei così…volubile e inizierebbe ad apprezzarti di più. E se proprio non riesci a farglielo vedere con i fatti, allora abbi il coraggio di andare da lui e spiegargli come stanno le cose. Finché continui a saltargli addosso e basta non capirà mai quello che provi davvero, ma avrà l’impressione di essere solo una delle tue tante “cotte”. Va da lui e digli quello che provi. È l’unica. Può darsi che Will abbia già capito tutto ma che aspetti che tu ti svegli a comportarti come si deve”.
Il rosso lo guardò ammirato. Si stava pentendo di tutte le volte in cui aveva trattato male quell’umano. Nessuno gli aveva mai parlato così prima di allora. Anche lei aveva pensato tante volte a fare quello che lui suggeriva, ma alla fine le era sempre mancato il coraggio. Finché si trattava di fare commentini ed avanches spinte tutto era semplice, tutto era un gioco. Ma quando si arrivava ai veri sentimenti anche lei, l’esperta d’amore, con sua immensa irritazione, si trovava a disagio. Se poi si trattava di William allora la situazione era ancora peggiore. Ma in fondo non era proprio quella la conferma del fatto che la persona a cui lei teneva più di ogni altra era il suo capo? “Sarebbe bellissimo poterlo fare, Ky-chan! Ma innanzitutto sarebbe troppo out-of-character per la sottoscritta e poi, insomma, sono i cavalieri che si devono dichiarare alle dame, e non viceversa! Questa è una regola basilare!”.
L’umano si trattenne dallo sbattere la testa contro la ringhiera di metallo. Perché quell’idiota doveva rendere tutto così difficile?! “Grell, ascoltami bene. Ormai anche le ragazze si battono esplicitamente per i sentimenti delle persone che amano. Non siamo più nel Medioevo, va bene? E poi conosci William meglio di me. Non sarà mai il tipo da dichiarazione, non trovi?”.
“Lo so, lo so, non sono mica stupida. Conosco il mio Willy! So come agisce, come si comporta e perché. Se non lo conoscessi non sarei così persa di lui!”. L’aria di Grell si fece sognante mentre gli occhi gli brillavano. “Ricordo ancora la nostra prima unione all’epoca dell’esame finale! Lui è stato il mio primo, vero amore ~ Che ricordi indimenticabili!”.
“Ugh”. Il ragazzo si passò una mano sulla faccia. Ci sarebbe voluta molta più pazienza di quello che aveva pensato. “Grell, cerca di restare concentrato…anzi, concentrata. Visto che sei così motivata a prenderti William perché non metti da parte tutti questi tuoi complessi mentali e non lo fai e basta? È tanto difficile? Sei fin troppo esplicita, la cosa si è capita. Adesso ti manca solo di andare a parlargli e di metterti un po’ in riga. A cominciare dallo smettere di nominare il fratello di Zack quando William è presente…”.
“Ma come potrei scordarmi di Sebas-chan così facilmente? Il suo fascino crudele e tenebroso mi ha colpito troppo profondamente!”.
“Ecco! Questo intendo quando dico che l’unico lato che si vede di te è quello frivolo. Prova ad ascoltarti quando parli. Che cosa pensa secondo te William quando ti sente dire certe cose? Su una creatura che lui odia a prescindere per di più”.
Lo shinigami tacque per qualche minuto, riflettendo su tutto quello che gli era stato detto. Sapeva bene che Kyler aveva ragione, non poteva negare la verità. Però ci doveva essere un compromesso. Non poteva rinunciare a quello che era, neanche per amore di Will. Che senso avrebbe avuto ottenere l’affetto di lui se lei non fosse stata più la stessa? Il suo capo avrebbe amato un’altra, non la vera lei. Se la desiderava veramente, doveva accettarla così com’era, volubile, incostante. Doveva accogliere quel suo lato frivolo come doveva accettare il suo amore per il rosso e per il sangue, la sua follia. Doveva imparare a capire la poesia che si nascondeva nel liquido cremisi che la faceva impazzire e nel dolore che esso portava con sé. Se poi William avesse deciso di legarla e di domarla in seguito, quello sarebbe stato un altro discorso. Ma in partenza la doveva prendere per quello che era. “Ky-chan, tu mi chiedi l’impossibile” dichiarò alla fine, con un velo di tristezza nella voce.
“Sto solo cercando di aiutarti, Grell” rispose Kyler con gentilezza, dandogli un colpetto su un braccio per confortarlo. “Non è facile, ma sono certo che otterrai quello che vuoi. L’amore alla fine è sacrificio, no? L’ho capito da te, quando ti sei frapposta tra William e Gremory durante lo scontro nonostante le tue ferite. È stato toccante. E anche William è rimasto colpito. Quindi vedi che se vuoi sai mostrare per davvero quello che senti?”.
“Già. Devo dargli tempo e modo di capire meglio allora! E tu mi aiuterai!” trillò il rosso, riacquistando la sua carica. “Terrai occupato Zack-chan in modo che io possa stare sola con Willy. Lo puoi fare, no? Non è difficile!”.
“Certo, a patto che tu non mi chieda di fare qualcosa di imbarazzate!” lo ammonì lui. “Perché se così sarà sappi che ti pianterò in asso”. Era una bugia e lo sapevano entrambi, ma lui si era sentito in dovere di dirla almeno per salvare il suo orgoglio.
“Certo, certo!” fece infatti l’altro con noncuranza, sventolando una mano. “Comunque è stato un piacere parlare con te! Mi sono rinfrescata le idee e adesso so esattamente cosa fare. Devo trovare un momento serio tra me e Willy e far scattare la scintilla! Facile, no? ~”.
“Se lo dici tu…”. Kyler scosse il capo, ma sorrise. Parlare con Grell di quelle cose sì importanti ma già più “normali” gli aveva risollevato il morale. Non avrebbe permesso a Gremory di rovinare la vita che aveva appena riscoperto. Se Zachary si allenava per il loro prossimo scontro lui non voleva essere da meno. E tanto valeva approfittare dell’amicizia che aveva appena costruito. “Grell. Avrei un favore da chiederti in cambio. È importante. Riguarda la mia anima”.
Lo shinigami lo fissò negli occhi e li vide bruciare di determinazione. Un ghigno malizioso gli si aprì sul volto. “Credo di sapere cosa vuoi da me. E sappi che sarò felice di aiutarti” rispose con l’aria di chi la sa lunga, passandogli un braccio intorno alle spalle, complice. “Prepareremo una bella sorpresa per la nostra prossima battaglia, Ky-chan. Vedrai, sarà un’opera d’arte”.

“Di cosa volevi parlarmi, Will?” domandò Zachary quando furono sicuri di essere lontani da orecchie indiscrete. Al contrario della prua, la poppa era davvero deserta. I marinai doveva aver già terminato le loro mansioni lì e quindi gli unici ad occuparla erano loro due. Il demone si andò ad appoggiare alla ringhiera, lo sguardo fisso sul suo interlocutore. Sapeva già quale sarebbe stato l’argomento della conversazione, ma non aveva alcuna intenzione di dare corda all’altro.
“Potresti risponderti da solo” ribatté William, freddo. “Ma visto che so quanto sei capriccioso ti asseconderò e lo dirò io. L’ossessione che stai sviluppando per Gremory è pericolosa. Devi darti una calmata e ritornare lucido, o farai solo il suo gioco”. Si lasciò sfuggire un sospiro e riprese con un tono meno duro. “Ora io capisco che l’umiliazione che hai subito…”.
“No, tu non capisci!” lo interruppe Zack, brusco. L’insofferenza gli scoppiò dentro al solo suono di quelle parole. Non lo voleva neanche ascoltare. Che ne poteva sapere uno come William, che era stato sempre diligente e fedele al suo lavoro? Cosa poteva capire della sofferenza di uno spirito libero che era stato incatenato per secoli? Come poteva immaginare la sua collera e la sua vergogna al sapere che anche l’unico territorio che credeva di aver difeso dalle grinfie di quel bastardo era stato violato? Il moro non poteva capire che cosa significasse essere privato della propria volontà perché non l’aveva mai sperimentato. E poi era uno shinigami e come tale non poteva né sapere né comprendere come funzionava il mondo dei demoni. “Risparmiami il tuo discorso di circostanza, William T. Spears. Non me ne frega niente. Non mi farai cambiare idea. Avrò pace solo quando Gremory sarà morto per mano mia. Non perdonerò chi ha strappato e calpestato il mio libero arbitrio! Pagherà con la vita questo affronto”. Strinse i pugni così forte che le unghie si conficcarono a fondo nella carne, facendo sanguinare i palmi. “Io sono un demone, una creatura senza leggi, senza morale, senza padroni. Gremory ha messo in dubbio la mia stessa natura e si è preso gioco di me, oltrepassando ogni limite. Non chiuderò un occhio su una cosa del genere. Risolverò la questione come si fa all’Inferno. A ogni torto segue una vendetta”.
“Non ti sto chiedendo di dimenticare quello che Gremory ti ha fatto. Non mi permetterei mai. Posso forse non capire cosa provi nello specifico, ma anche io ho un onore a cui tengo e so cosa vuol dire saperlo macchiato” disse con calma lo shinigami una volta che l’altro ebbe finito di parlare. “Il mio non voleva essere un discorso di circostanza. Cercavo solo di dimostrare un minimo di tatto, cosa che mi è costata parecchio considerando che sto parlando con uno sporco demone. Pensavo di poterti trattare con più civiltà visto che ti sei dimostrato diverso dalla normalità della tua razza, ma a quanto pare mi sono sbagliato. Siete tutte uguali nel profondo, voi creature immonde. E sia. Dal momento che non apprezzi il mio sforzo, sarò franco e diretto”. Si sistemò gli occhiali con un gesto quasi irritato ma composto. “Hai tutte le motivazioni per odiare a tal punto Gremory, condivido a mia volta questo tuo sentimento. Ma non posso permettere che tu metta a rischio delle vite, tra cui la mia, solo perché non sai gestire le tue emozioni. C’è un motivo per cui io tengo sempre divisi lavoro e vita privata, ed è appunto questo. Se io mi lasciassi prendere ogni volta dalla rabbia, dall’antipatia o piuttosto dalla compassione, dalla simpatia, non riuscirei ad essere obiettivo e a vedere tutti i pericoli del caso. Se io avessi fatto quello che mi sentivo non mi sarei mai alleato con una creatura come te e saremmo tutti morti. Invece ho accettato di collaborare perché ho analizzato i pro e i contro in maniera distaccata. Se avessi ceduto al ribrezzo che provo per i demoni ti avrei abbandonato da solo contro Gremory come avevi suggerito e mi sarei portato via il ragazzo, lasciando che si creasse un caos perché il tuo mandante non ce l’avrebbe perdonata. Invece sono rimasto lucido e ho analizzato lo stato delle cose, trovando un buon compromesso. Niente incidenti interspecie, una buona possibilità di liberarci una volta per tutte di quel bastardo che ci ha dato tanto da fare e l’occasione di sistemare in modo pacifico la faccenda dell’anima leggendaria. Non male, non trovi?”. Tacque per un istante, scrutando il suo interlocutore che lo fissava con un’espressione impenetrabile. Non era abituato a parlare così tanto, e mai si sarebbe sognato di farlo con una delle creature che odiava, ma quella missione lo stava facendo ricredere su molte cose. E poi, nonostante quello che aveva affermato, quello che aveva davanti non era uno schifoso essere infernale qualunque. “Ora dimmi, Zachary Michaelis o come ti chiami: vuoi veramente mettere in pericolo quel ragazzo a cui incredibilmente ti sei tanto legato? Capisco che ti possa non interessare di me e di Grell, ma quell’umano? Non significa davvero nulla per te? Ho avuto l’impressione che fosse qualcosa di più di un semplice gioco questa volta. E poi ho anche il presentimento che tu stesso sia cambiato. Cento anni fa, quando ci siamo incontrati la prima volta, non saresti mai stato disposto a rischiare così tanto, per nessun motivo. Dimostrami che non è solo un’impressione e che non sei più solo quel moccioso pestifero che ho imparato ad odiare. Dimostrami che sei cresciuto e che sei un avversario degno del mio rispetto”.
Zachary rimase in silenzio, riflettendo sulle parole del moro. William aveva ragione. Con il suo comportamento rischiava di coinvolgere le persone che avrebbe voluto proteggere. Kyler per primo, ma anche gli shinigami. Non voleva che loro corressero più rischi del necessario. Non ci aveva mai trovato gusto ad ucciderli perché lo avevano sempre fatto divertire. William e Grell poi ormai erano importanti per lui. Erano rimasti al suo fianco in un momento di estremo pericolo e l’avevano salvato da Gremory. Non poteva scordarlo. Gli venne quasi da ridere. Un demone che si affezionava non solo ad un umano ma addirittura a degli dei della morte. Quella era la battuta del millennio. Se si forse sparsa la voce all’Inferno lo avrebbero davvero preso in giro per tutto il resto dell’eternità, e lui non avrebbe potuto neanche arrabbiarsi più di tanto. La cosa era assolutamente ridicola anche per lui. Scosse il capo e abbassò gli occhi, tornando serio.
Poi William aveva ragione anche su un’altra cosa. Dopo che Gremory gli aveva imposto il sigillo lui era cambiato, come se inconsciamente avesse saputo fin dall’inizio che cosa era successo. La logica avrebbe preteso che lui si rimettesse in riga dopo quella tortura quasi mortale, mentre lui aveva fatto l’esatto contrario. Era diventato ancora più insofferente nei confronti del suo “capo” e il suo odio era cresciuto insieme alla voglia di liberarsi, anche se fino a quella missione non aveva mai avuto il coraggio di provarci sul serio. Aveva come preso coscienza di sé, più di quanta ne avesse prima, e aveva iniziato a capire che non era tutto solo un gioco. Lo aveva compreso proprio in quell’occasione, solo che quella consapevolezza era diventata manifesta alla sua coscienza solo dopo aver incontrato Kyler. Il ragazzo gli aveva aperto gli occhi con le sue parole testarde, gli aveva rammentato il valore della libertà con i suoi gesti, gli aveva mostrato il potere della volontà e degli ideali. Gli aveva rivelato prospettive a cui lui, con la mentalità chiusa dei demoni, non aveva mai neanche pensato.
Eppure, nonostante tutto ciò, era ancora lì, a crogiolarsi nel suo odio e nella sua sete di sangue, come uno stolto. William aveva ragione, stava solo facendo il gioco di Gremory. Se avesse lasciato che quei sentimenti violenti lo controllassero non sarebbe riuscito ad opporsi al sigillo, ma al contrario avrebbe rischiato di farlo degenerare sempre più in fretta. Doveva restare lucido per affrontare il dolore e il richiamo di quell’oblio oscuro. Se si fosse lasciato dominare dalla collera la sua mente si sarebbe spezzata e lui si sarebbe ritrovato a cercare disperatamente una via per sfuggire al suo tormento interiore. E quella via gliel’avrebbe dato proprio il potere da cui cercava con tanta fatica di liberarsi. Ci era quasi cascato. Di nuovo. Trattenne una risata amara. Non era pronto per affrontare Gremory, era ancora del tutto fuori dalla sua portata. Era troppo immaturo, troppo turbolento per poter tenere testa alla fredda malvagità del suo nemico. Se fosse stato solo sarebbe già perito. Però non lo era. E quello era un particolare che faceva una differenza abissale. I suoi occhi cremisi furono attraversati da un bagliore feroce. Era un anticonformista, un pazzo, uno “tutto strano”, un demone poco demoniaco. Ma se questo significava poter essere libero e avere i mezzi per combattere per quella libertà che gli era tanto cara allora era felice di essere uno “scherzo della natura”, come veniva definito. Era contento di aver lottato invano, di essere stato stupido, di aver sofferto, di aver toccato la morte, di essersi fatto fare la ramanzina da umani e shinigami, di aver subito quel maledetto sigillo. Perché senza quelle esperienze lui non sarebbe mai esistito. Sarebbe stato un altro forse, ma non quello che era ora.
“Hai ragione, Will. Sono stato un idiota avventato a lasciarmi prendere in quel modo. Se non me l’avessi fatto notare l’avrei capito troppo tardi, immagino” ammise dopo qualche minuto di silenzio. “Ho agito senza pensare, come al solito. Solo che stavolta l’istinto mi ha tradito. Non riuscirò mai a fare come fai tu, a separare le emozioni dalla ragione, e non voglio farlo. Noi demoni siamo creature nate dai sentimenti oscuri e come tali non ce ne possiamo separare. Smetteremmo di esistere. E poi non fa per me essere lucido e freddo. Io ho bisogno di divertirmi quando faccio qualcosa. Se no perde senso il fatto stesso di dedicarmici”. Gli rivolse un sorrisetto. “Io sono esagerato, ma tu sei al mio estremo opposto. Chissà, magari se ci influenziamo a vicenda verrà fuori qualcosa di equilibrato”.
“Non fraintendere le mie intenzioni. Il mio discorso aveva lo scopo di evitare rischi inutili. Non significa che io ti abbia preso in simpatia o simile. Non ci tengo a mescolarmi con la plebaia a cui tu appartieni. Non posso sopportare il vostro fetore infernale” specificò William, sistemandosi di nuovo gli occhiali infastidito da quell’ultima frase. Però doveva ammettere di essere sollevato. Il moccioso si era dimostrato ragionevole per una volta e lui gliene era grato. Così era tutto più semplice. “Il mio scopo era ricondurti alla ragione, e questo ho fatto. Mi ritengo soddisfatto. Quindi vedi di non iniziare a prenderti troppe libertà con me. Resta a tuo posto, demone”.
“Sempre affabile e simpatico, non c’è che dire” lo prese in giro la creatura infernale con un sorriso da squalo. “Ma ormai ti ho accettato per quello che sei, Willy. Perché, lo ammetto, stai iniziando a diventarmi simpatico nonostante tutto l’astio che mi porti. E sai cosa ti dico? Che sono contento di aver deciso di giocare con te cento anni fa e di averti fatto quel torto che tu consideri tanto imperdonabile. Per me è acqua passata, te l’ho detto, e ti ho anche chiesto scusa, ma al tempo stesso è anche un avvenimento importante. Perché se non ci fossimo incontrati allora adesso forse non saremmo alleati o, se comunque questa missione ci avrebbe fatto incontrare, il nostro rapporto sarebbe stato decisamente meno proficuo”. ‘E io forse sarei morto’ aggiunse mentalmente. Intrecciò le dita delle mani dietro la nuca. “Perché se tu non mi avessi già conosciuto nei tuoi cari pro e contro non avresti potuto mettere il fatto che come demone sono sopportabile, vero? E quindi forse avresti optato per trattarmi in modo diverso invece di concedermi una possibilità. Perché, considerando questi fatti, continuare a vedere in modo del tutto negativo quel nostro fatidico, primo incontro? Non sono dei buoni motivi quelli che ti ho esposto?”.
William si concesse di fulminarlo con lo sguardo prima di rispondere. “No, per niente. Non riuscirò mai a vedere in modo positivo quello che è successo. Come tu hai detto che io non posso capire la tua umiliazione, così tu non puoi capire la mia. E non puoi farlo proprio perché sei un demone. Ci sono addirittura dei miei colleghi idioti che potrebbero avere qualche difficoltà a comprendere la gravità dell’insulto che mi hai fatto, quindi figuriamoci se puoi capirla tu, che non sei altro che una peste egoista e superficiale quando si tratta di pensare ai sentimenti altrui. Quindi, te lo ripeto, guardati le spalle perché abbiamo un conto in sospeso”.
“Così mi offendi, Will. Dopo che ti ho detto che mi stai simpatico tu mi accusi di essere insensibile nei tuoi confronti?” fece l’altro divertito. “Sei terribile. Attento che potrei, per dispetto, ripetere quello scherzetto poco gentile”.
“Sarò quello che vuoi, Zachary Michaelis, ma tu ti stai di nuovo comportando come un bambino pestifero” gli fece notare lui, glaciale. “E così confermi le mie parole. Non ti conviene provocarmi. Ti ho già detto che il destino del tuo caro umano dipende dal mio buon umore, quindi faresti meglio a comportarti per una volta nella tua vita”.
“E se io raccontassi a Grell e Kyler cosa è successo tra noi cento anni fa che faresti?” lo provocò ancora il demone con il tono più angelico che gli riuscì.
Lo shinigami si irrigidì. “Non ci provare. Se quella storia dovesse uscire dalla tua bocca sappi che alla fine di questa missione al mondo ci saranno non uno ma ben due demoni in meno” lo minacciò impassibile. “E sai che non scherzo”.
“Uff, ormai mi hai minacciato talmente tante volte che non ci credo più”.
“Come ti pare. Sappi che stai commettendo un gravissimo errore, Zachary. Ti ho avvertito”.
“Ma siccome io sono uno sprovveduto imprudente non ho nessuna intenzione di darti retta ~”.
Will trattenne l’istinto di alzare gli occhi al cielo e si voltò, ignorando la provocazione. “Forza, torniamo da quegli altri due prima che Sutcliff coinvolga il tuo protetto in qualche piano folle” disse incamminandosi. “Non voglio immaginare cosa passa per la testa a quell’idiota”.
“Kyler è fin troppo assennato. Per quanto Grell possa insistere non riuscirebbe mai a coinvolgerlo più di tanto” rise Zachary e gli si affiancò. “Ma seriamente, Will, perché non racconti quella storia a Grell? Sono sicuro che non ti prenderebbe in giro! Anzi, secondo me ti capirebbe. In fondo è pazzo di te ~”.
“Ho un’immagine da difendere, al contrario tuo” fu la risposta seccata. “Non so neanche perché sto ancora qui a risponderti. È come parlare al muro. Tu vuoi raccontare quell’episodio, vero? Te lo leggo in faccia”. Lo shinigami posò lo sguardo sul suo interlocutore. Fin dall’inizio della missione aveva avuto la quasi certezza che volente o nolente quella faccenda sarebbe saltata fuori, anche se aveva comunque sperato di sbagliarsi. Ma quando quel moccioso si metteva in testa qualcosa era impossibile fermarlo. Lo aveva capito all’epoca del loro primo incontro. L’unica cosa che lui poteva fare era limitare i danni. “Non c’è nulla che io possa dire o fare per farti cambiare idea, immagino”.
“Esattamente, Will. Non rinuncerei per nulla al mondo ai miei diletti, neanche se questo significasse dover combattere contro di te” cantilenò pacato il demone con un ghigno trionfante. “E prendermi gioco degli shinigami è una delle mie passioni più grandi, lo sai bene. E poi hai detto che avresti fatto qualcosa per in cambio del mio silenzio su quello che è successo prima di cena. Io voglio il permesso di raccontare la nostra storia, Will ~”.
Il moro rimase in silenzio per qualche secondo, la mano che correva nervosamente alla montatura degli occhiali. Poco distante iniziava già a scorgere le figure dei loro due compagni ancora appoggiati al parapetto della prua. Abbassò di nuovo gli occhi sulla creatura infernale che non lo stava più guardando ma gongolava, pregustando il suo nuovo giochetto. Si stava pentendo di aver promesso un patto a quel dannato. Si sarebbe dovuto aspettare un colpo basso da lui. Doveva fare qualcosa per il suo onore. La scelta sofferta era tra un’umiliazione e un’altra, solo che minore. Non riusciva a credere che stava per dire quelle parole. “E sia, demone” si costrinse a parlare, attirandosi lo sguardo stupito dell’altro. “Visto che ti ho promesso qualunque cosa volessi in cambio, permetterò che si racconti cosa successe cento anni fa. Ma sarò io a farlo, in modo che tu non possa manomettere gli eventi per divertirti”.
L’espressione che comparve sul viso di Zachary a quella precisazione fu senza prezzo. Il demone si bloccò, completamente esterrefatto a quelle parole. Era ovvio che non se le aspettava. Poi il suo viso si contrasse in una smorfia un po’ infastidita perché si vedeva sfumare la possibilità di far arrabbiare William sul serio raccontando la vicenda contro la sua volontà, ma subito essa venne sostituita da un sorrisetto interessato. E, Will avrebbe potuto giurarci, nei suoi occhi cremisi passò un breve lampo di ammirazione. “Affare fatto, Willy” trillò allegro. “Sono curioso di ascoltare il tuo racconto…”.

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Salve a tutti!
Ecco finalmente il capitolo -.-“ Spero che sia valso l’interminabile attesa a cui vi ho costretto. Prometto che il prossimo lo posto al più tra una settimana, e questa volta non sforerò con i tempi. Come ho detto è già pronto e aspetta solo la revisione ^^
Finalmente verrete a sapere che ha combinato Zack a William xD Immagino che tutti stavate aspettando di saperlo (spero che dopo averlo letto non decidiate che la storia non vale più la pena di essere seguita però 0.0” sarebbe davvero una tragedia per me T.T). Comunque, spero che la mia idea vi possa piacere. Non è nulla di elaborato o straordinario, ma conoscendo Will…be’, mi sembrava che ci stesse!! Mi farete sapere!
Sto iniziando a smuovere i rapporti tra i nostri quattro improbabili alleati, quindi aspettatevi tante interazioni tra loro nei prossimi capitoli! Spero che vi farà piacere!
Bene, basta con tutte queste speranze adesso…Vi lascio in pace, per stavolta, mi sono attirata abbastanza la vostra ira!!
Un grazie a chi continua a seguirmi nonostante tutto e un ringraziamento particolare a chi ha recensito lo scorso capitolo caroline_t_stein, BeaLovesOscarinobello, Sakura Hikari, e specialmente a rebychan che trova sempre tempo ed energie per me!

A presto!
Mystic la ritardataria (ormai me lo merito il soprannome -.-“)

  
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