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Autore: Frappa_1D    03/03/2013    4 recensioni
Una volta che abbiate conosciuto il volo,
camminerete sulla terra guardando il cielo,
perché là siete stati e là desidererete tornare.
Leonardo Da Vinci.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Getto uno sguardo verso il lago placido e so che vale la pena di rischiare.
L'acqua è immobile e calma. Vetro tirato a lucido. Neanche un filo di vento ne increspa la superficie scura. La nebbia bassa sfiora il profilo delle montagne liquide che galleggiano in un cielo screziato di viola. Un respiro tremulo e ansioso mi sfugge dalle labbra. Presto sorgerà il sole.
Arriva Corinne, senza fiato. Non si preoccupa del cavalletto. La sua bici cade sferragliando vicino alla mia. -Non hai sentito che ti chiamavo? Lo sai che non pedalo veloce come te.-
-Non volevo perdermi lo spettacolo.-
Alla fine il sole sbuca dalle montagne, una linea sottile rossa e oro sul contorno del lago scuro.
Corinne sospira e so che stiamo immaginando la stessa cosa: il sapore della luce dell'alba sulla pelle.
-Ophelia,- dice lei -non so se è il caso-. Però non è tanto convinta.
La aspetto impaziente, con le mani in tasca. -Ci tieni quanto me, a essere qui. Guarda il sole.-
Prima che Corinne borbotti un'altra lamentela, sguscio fuori dai vestiti. Li appallottolo dietro un cespuglio, mi avvicino alla sponda e tremo, ma non per il freddo del primo mattino: è l'eccitazionr a mettermi i brividi.
I vestiti di Corinne cadono. -Christian protesterà- dice.
La guardo torva. Come se m'importassero le proteste di Christian. Non è il mio ragazzo. Anche se ieri, durante le Manovre di Disimpegno in Volo mi ha attaccata e sorpresa e ha cercato di prendermi per mano.
-Non rovinare il momento. Non mi va di pensare a lui adesso.-
Questa piccola ribellione è anche una fuga da lui. Christian. Sempre a ronzarmi attorno. Sempre lì. A guardarmi con quegli occhi scuri. Ad aspettare. Che se lo prenda Tamra. Passo un sacco di tempo a sperare che Christian desiderasse lei, che il clan l'avesse voluta al mio posto. Lei, o chiunque altra. Un sospiro mi trema sulle labbra.
Odio non avere scelta.
Manca parecchio, però, prima che la faccenda si risolva. Per adesso non voglio pensarci.
-Andiamo- rilasso i pensieri e assorbo tutto il brusio che mi circonda. I rami con le loro foglie grigio-verdi. Il trambusto degli uccelli all'alba. La nebbia umida attorno alle caviglie. Distendo le dita dei piedi sul terreno ruvido e grezzo,a mente conto i sassi sotto la pianta.
E nel petto sento l'attrazione che conosco bene. Il respiro cambia. Gli arti si sciolgono e si allungano. E' bello sentire il peso delle ossa. Guardo il cielo. Le nuvole diventano più che semplici macchie di grigio. E' come se ci stessi già volando in mezzo.
Sento il bacio della condensa fresca sul corpo.
Non ci vuole molto. Forse è una delle manifestazioni più veloci. Lucida e concentrata, lontana da presenze estranee, a èarte Corinne, è più facile. Non c'è Christian con i suoi sguardi minacciosi. Non c'è mia madre con la paura negli occhi.Non ci sono gli altri a guardare, valutare, giudicarmi.
Sempre a giudicarmi.
Le ali crescono, sono lunghe poco più della schiena. E' un velo sottilissimo che si schiude. Si spiegano con un fruscio morbido, un sospiro. Come se anche loro cercassero un pò di sollievo, di libertà.
Una vibrazione familiare mi gonfia il petto. Quasi come delle fusa. Mi volto e vedo anche Corinne pronta e bellissima accanto a me. Corinne irridescente. Nella luce sempre più forte,noto le sfumature rosa e viola nascoste nell'azzurro delle sue ali. Un dettaglio minuscolo che non ho mai notato prima.
Lo vedo soltanto adesso, all'alba, il momento migliore per alzarsi in volo. Il momento in cui il clan lo vieta. Quanto ci si perde, di notte.
Abbasso lo sguardo e ammiro lo splendore rosso e dorato delle mie braccia floride. I pensieri si accumulano. Ricordo una grossa scheggia d'ambra nel tesoro di pietre e gemme preziose della mia famiglia. Adesso la mia pelle ha esattamente quel colore. Ambra baltica intrappolata nella luce del sole. E' ingannevole. Sembra delicata, ma è dura come una corazza.
E' passato tanto tempo dall'ultima volta che mi sono vista così. Trppo, da quanto ho assaggaito il sole con la pelle.
Sento le fusa delicate di Corinne, non lontane da me. Vedo i suoi occhi, occhi dalle iridi più grandi, e capisco che le è passata la voglia di protestare. Alza lo sguardo azzuro e brillante ed è felice quanto me di trovarsi qui.
Anche se abbiamo infranto ogni regola del clan per andarcene di nascosto dalle zone protette. Siamo qui. Siamo libere.
Dondolo sui talloni e balzo nell'aria. Le ali scattano, sono membrane nodose, e prendo quota.
Ecco Corinne, di fianco a me, la sua risata è un suono cupo e gutturale. Il vento ci assale e la luce dolce del soleci bacia la pelle. 
Quando siamo abbastanza in alto, la mia compagna plana, scende con un avvitamento che mi confonde e sbanda verso il lago.
Arriccio le labbra. -Quante arie!- esclamo mentre Corinne si tuffa nel lago e resta sott'acqua per qualche minuto.
E' un angelo d'acqua, e quando si immerge dai fianchi le spuntano branchie che le permettono di restare a mollo... bè, anche per per sempre, se volesse. 
Una delle tante doti sviluppate dai nostri antenati per sopravvivere. Non tutti le abbaimo, però. Non io, per esempio.
Io ho altre doti.
Sospesa sul lago, aspetto che Corinne riemerga. Alla fine sbuca dalla superficie con uno spruzzo d'acqua scintillante, il suo corpo azzurro brilla nell'aria, dalle ali una doccia di gocce.
-Bello- dico.
-Vediamo te, adesso!-
Scuoto la testa e mi rituffo verso il groviglio di montagne, ignorando Corinne che implora -E dai, è fichissimo!-
La mia dote non è fichissima.
Darei qualsiasi cosa pur di liberarmene. Per diventare un'angelo d'acqua. O una mutaforma. O un'offuscatrice. O un'onice. O... bè, la lista è davvero lunga.
Invece sono così.
Sono un angelo del fuoco. Sono l'unica del clan da più di quattricento anni. Ciò mi rende più famosa di quanto vorrei essere. Sin dalla mia prima manifestazione, a undici anni, ho smesso di essere Ophelia.
All'improvviso sento qualcosa oltre il fischiodel vento e il brusio delle nevi sulle montagne imbiancate che mi circondno. 
Un rumore debole, lontano.
Drizzo le orecchie. Mi fermo, sospesa nell'aria. Corinne inclina la testa: sbatte gli occhi e li strabuzza.
-Cos'è? Un aereo?-
Il rumore aumenta, si avvicina sempre più in fretta, è un ritmo costante.
-Meglio se ci abbassiamo.-
Corinne annuisce e si tuffa. La seguo guardandomi alle spalle, ma vedo soltanto il profilo irregolare delle montagne. Però il rumore e le sensazioni sono sempre più netti. Non si fermano. Il rumore viene verso di noi.
-Torniamo alle bici, magari?- Corinne si volta verso di me, i suoi capelli neri striati di azzurro sbattono al vento come una bandiera.
Tentenno. Non voglio smettere proprio adesso. Chissà quando riusciremo a scappare un'altra vlta? Il clan mi controlla da vicino, Christian è sempre...
-Ophelia!- Corinne punta il dito verso il cielo.
Mi volto a guardare. Mi si ferma il cuore.
Da dietro una montagna bassa sbuca un elicottero, in lontananza sembra piccolo, ma più si avvicina, attraverso la nebbia, più diventa grande.
-Vai!- grido. -Buttati!-
Mi tuffo, apro un varco nel vento con le ali strette al corpo, le gambe dritte come una freccia, nell'angolazione migliore per prendere velocità. Ma non sono abbastanza rapida.
Le pale dell'elicottero, frenetiche e tambureggianti, smuovono l'aria a ritmo. 
Cacciatori.

 
  
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