Fa strano stare insieme alle ragazze della mia età e rendermi conto che, nel vedere un ragazzo, tutte si fermino al brutto-bello
Mentre io tento disperatamente di trovare due occhi sotto un ciuffo di capelli o mentre, immobile e fissa sulla sua immagine, cerco di capire cosa prova quando la sua bocca parla, ma senza dire ciò che vorrebbe dire davvero. Capita che io sia lì, a guardare quel ragazzo, e mi renda conto che non è un semplice ragazzo carino ma che ha due occhi verdi che potrebbero dire tanto, se solo si fermasse un po’ di più a guardare nei miei, nei miei che ricambierebbero i suoi anche se consapevoli di correre di nuovo quel grande pericolo, quello dell’amore. Lo vedo parlare con i suoi amici e mi accorgo che desidera farsi apprezzare davvero ma non ci riesce, lo guardo e capisco che sarebbe capace davvero di amare ma non lo fa: i suoi occhi verdi sono accecati dai ragazzi che lo circondano. Mentre tutte vedono un ragazzo carino io vedo un ragazzo che si è lasciato troppo trasportare in passato, ma che non ha avuto il coraggio di versare lacrime su quell’errore. E mi pento, nessuno sa quanto io mi penta ancora, dopo quasi un anno, di non essere stata la ragazza che lo avrebbe potuto aiutare. Mi sarebbe piaciuto insegnargli a piangere, ne aveva cosi dannatamente bisogno, di una maestra di lacrime: per lui, io lo so, non è facile piangere. Mi sarebbe bastato abbracciarlo e sussurrargli un “io ci sono”, ma quel giorno non ho avuto la forza di sopportare un probabile “va via”. Solo dopo mi resi conto che non sarebbe arrivato perché lui aveva bisogno di quell’abbraccio, ne aveva bisogno in silenzio, ne aveva cosi bisogno che lo urlava ma nessuno – tranne me – riusciva a sentirlo, ne aveva bisogno e ne ha bisogno ancora, come ne ho bisogno io, come ne hanno bisogno tutti. Capita che io lo guardi e mi renda conto che è più simile a me di quanto potessi immaginare. Capita quando sono appoggiata al termosifone della scuola con lui accanto che mi parla e io capisco anche quello che non dice con la bocca. Capita che io desideri più di ogni altra cosa sentirmi dire tutto, desideri di sentirlo dire proprio a me, da lui, perché in quel momento, lo so, troverei il coraggio di abbracciarlo. Capita che mi renda conto che, come lui non dice e io capisco, io non dico e anche lui riesce a capire me. Capita che mi fisso a guardarlo e non penso più a nulla. Capita che vorrei dire tutto quel che vedo in lui ma poi taccio, taccio perché le altre intorno a me non capirebbero: siamo troppo diverse, io e le ragazze d’oggi. È più forte di me, leggere le persone.
Ma di leggere lui, lo giuro, non mi stancherei mai.
*Occhi a me. Grazie, grazie.*
Allora bellezze, è la prima fanfction che scrivo qui sopra. La ff è dedicata ad Harry, perchè mi ha colpito,è così tenero. u.u
Se potete, lasciate un commento, così da darmi autostima e iniziare questa storia.
un bacio Directioners.ಠ_ಠ