Titolo: It
runs in the family.
Fandom: Glee
Personaggi/Pairing(s): Quinn
Fabray/Santana Lopez/Noah Puckerman.
Avvertimenti: oneshot,
future life.
Warning
: idek
femslash?
Note: i
personaggi hanno la sfortuna di non essere miei. Nessuno mi paga per
scrivere questa roba, molti lo farebbero per farmi smettere
It runs in the family.
«Mamma!»
Quinn
Fabray stava dando un'ultima rilettura ai compiti quando sua figlia
invocò il suo aiuto gettando fuori tutto il fiato che aveva
in
corpo. La bionda sobbalzò, saltando sulla sedia e per lo
spavento le
caddero gli occhiali da vista.
Se li rimise a posto e guardò con
le sopracciglia inarcate sua figlia sedicenne che entrava in cucina
con lo sguardo corrucciato e le braccia incrociate.
«Che
bisogno c'è di urlare?»
Chiese,
impilando i fogli.
Beth la guardò, schioccando la lingua.
«Papà
e mami non vogliono farmi uscire. E VOGLIONO PURE SEQUESTRARMI IL
TELEFONO.»
Quinn si massaggiò
le tempie e strizzò gli occhi. La voce acuta di sua figlia
le aveva
trapassato i timpani con la forza di mille martelli
pneumatici.
L'avrebbero sentita, quei due.
Si alzò con
l'eleganza di un gatto e sinuosa strisciò fuori dalla cucina.
Arrivò
in soggiorno che Santana e Puck stavano litigando con in mano i
comandi del videogioco.
«Puck,
così ci fai ammazzare.»
Il
ragazzo grugnì.
«Sei tu
che
non sei capace a giocare. »
Rispose,
fiero.
Quinn scosse la testa e senza avvertimenti di sorta staccò
la console. Rimasero entrambi imbambolati a guardare il nero della tv
prima di percepire che qualcuno l'aveva spenta.
«QUINN!»
Gridarono
in coppia.
Quinn li guardò entrambi. Il sopracciglio alzato e
l'espressione che a nessuno dei due prometteva qualcosa di buono.
Entrambi deglutirono lentamente, le mascelle tirate. Quando Quinn
accennò con la testa al divano, si precipitarono e presero
posto,
guardandosi la punta delle scarpe.
«Cos'è
questa storia?»
Chiese la
bionda.
Puck guardò Santana che intanto mugolava come un
gattino.
Oh, Santana aveva il vantaggio di sapere perfettamente
come farsi perdonare da Quinn, ed era così ingiusto!
«Quinn,
vuole uscire con uno due anni più grande!»
Sbottò
il ragazzo.
Santana annuì, mordendosi le labbra.
«E
lo sai come sono i ragazzi a quell'età. »
Rincarò la dose, dando manforte al suo migliore
amico. Puck,
soddisfatto alzò la testa, ma la faccia della madre di sua
figlia
non sembrava esattamente convinta.
«Ti
ricordi che l'abbiamo avuta a sedici anni, vero?»
«Non
è assolutamente la stessa cosa!»
Sia
Santana che Quinn lo guardarono. La latina per un attimo con la
stessa espressione perplessa di sua moglie. Poi Puck alzò le
spalle
e buttò fuori l'aria, accarezzandosi la cresta.
«Insomma,
Q. Noi ci volevamo bene e ce ne vogliamo tutt'ora.»
Santana
gli mollò una sberla che lo fece piagnucolare.
«Molla
mia moglie, bifolco!»
Quinn
sorrise e si avvicinò a Santana, sedendosi sulle sue
ginocchia e
sfiorandole le labbra con le proprie.
«Puck,
lo so. E ti voglio bene anche io. Ma non possiamo rinchiuderla per
sempre.»
Spiegò calma, dopo
essersi staccata dalla bocca di Santana.
«E
questo vale anche per te signorina. Tua figlia non è scema.»
Santana
grugnì.
«Lo so,
ma quei...
maschi!»
Beth sbucò
dalla porta della cucina con in mano la busta dei cereali. Si sedette
tra Puck e Santana e li guardò.
«Non
mi farò mettere incinta.»
Quinn
scoppiò a ridere quando gli altri due fecero due smorfie a
metà tra
il disgustato e l'inorridito.
«Sarà
meglio per te!»
Ringhiò
Santana e Quinn le strinse la mano portandosela alle labbra, mentre
se la ridacchiava beatamente.
«Allora
ci posso andare?»
Chiese,
sporgendo il labbro inferiore in quel broncio che era identico a
quello di Quinn e alla quale sapeva che entrambi non potevano
resistere.
«Oh e
va
bene!»
Beth si lanciò prima
su suo padre, schioccandogli un sonoro bacio sulla guancia, poi si
rialzò si volto e si strinse a Quinn e Santana che
piagnucolando si
attaccò a lei.
«Santana,
mollala. »
Lo fece, ma
controvoglia.
«Beth,
ricorda,
non dopo mezzanotte.»
Beth
baciò Quinn e annuì.
«Grazie
mamma, sei la mia preferita.»
Le
urla di protesta di Puck e Santana si persero nella stanza.
«Allora,
che diavolo di film stiamo guardando?»
Chiese
Puck sbucando dalla cucina con una ciotola di popcorn e un paio di
birre.
«Non ne
ho idea, ha
scelto mia moglie.»
Santana si
guardò attorno e si strinse nella coperta, poggiando la
testa sul
cuscino. Puck le si sedette accanto sgranocchiando a bocca aperta.
«Sei
disgustoso!»
Arricciò il naso
e si voltò verso la sua migliore amica, masticandole
direttamente in
faccia e beccandosi, giustamente a detta di Santana, una gomitata nel
costato.
Quinn entrò quando entrambi erano impegnati a tirarsi
schiaffi e sbuffando si sedette al centro.
«Siete
due bambini, lo giuro!»
Santana
le si premette addosso, e Quinn dimenticò cosa stesse
dicendo. Le
passo un braccio sulle spalle e non appena le sfiorò la
fronte,
Santana ne approfittò per girare la testa e catturarle le
labbra.
«Pronto?
Avevamo
deciso di vedere un film. Anche se in effetti, se volete
continuare..»
Il
dito medio di Santana si alzò istantaneamente mentre Quinn
sorrideva
sulle sua labbra.
Si staccarono controvoglia. La testa di Santana
sulla spalla di Quinn, e quella di Quinn sulla spalla di Puck.
«Da
quanto stanno dormendo?»
Chiese
Beth, aiutando sua madre a mettere a posto i piatti nella
credenza.
«Non lo
so, un paio
d'ore?»
Entrambe sorrisero,
guardando attraverso la porta Santana e Puck avvinghiati e
addormentati sul divano. Le gambe di Puck erano troppo lunghe e i
piedi gli sporgevano, invece Santana era completamente raggomitolata
e poggiava la testa sul petto dell'uomo.
«Com'è
andato il tuo appuntamento?»
Beth
alzò le spalle.
Quinn conosceva quell'espressione.
«Oh
ti piace!»
La più piccola
roteò gli occhi.
«Mamma
non
ti ci mettere anche tu per favore!»
Quinn
ridacchiò, sfiorandole la fronte con le labbra e
cominciò a
fischiettare, prendendola in giro. Beth si lamentò,
sfoderando un
grugnito degno di Santana, lasciandosi scivolare su una sedia.
«Mamma
è così bello! »
«Chi
è così bello?»
Puck si
strofinò gli occhi e sbadigliò, prima di sedersi
in braccio a sua
figlia, che iniziò a piagnucolare e a lamentarsi per il suo
peso.
«Ma se
sono magro come
un sedano! E comunque non mi hai risposto!»
Beth
gli posò la testa tra le scapole ridendo, e Quinn li
guardò con la
testa leggermente inclinata mentre un paio di braccia si allacciavano
intorno alla sua vita. Le labbra di Santana le soffiarono sul collo e
non riuscì a non rabbrividire.
«Lo
stanno facendo di nuovo, vero papà?»
Puck
annuì tristemente.
«Sì.»
Santana
sorrise prima di baciare sua moglie e spingere via Puck, tirandosi
addosso Beth.
«Ciao
piccola!»
Beth sbarrò gli
occhi, confusa.
«Mami,
hai bevuto?»
Ma Santana non la
stava sentendo. Le stava baciando la fronte e la stringeva forte,
strofinando la guancia contro la sua testa.
Quinn sospirò,
passandosi una mano tra i capelli.
«Mi
sa che è ora di andare a dormire.»
Puck
annuì.
«Allora
torno a casa,
tanto Beth è sana e salva.»
Quinn
scosse la testa.
«La tua
camera è già pronta. E hai lasciato un ricambio
la settimana
scorsa, per cui puoi rimanere qui.»
Beth
e Santana lo guardarono con la stessa espressione.
Puck cominciò
a correre verso la tv e lanciò loro i comandi della consolle.
Quinn
poteva giurare di avere tre bambini, non uno.
Ma non l'avrebbe
cambiato per niente al mondo.
Angolo degli alcolisti anonimi.
(vi era mancato, vè?)
Si, io sono quella ORRENDA persona,
che ogni tanto torna e molla una shot, così,
perché mi gira.
E
questa è demenziale e non ha senso, ma comunque ve la tenete.
Ed
è TUTTA COLPA DI BB. YOU KNOW I'M TALKING ABOUT YOU. Mi da
corda
quando non dovrebbe farlo e queste cose vengono fuori. So not okay.
E basta. Ci sentiamo nonsoquandononsocome ma vi amo sempre tutti
o