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Autore: Luly Love    07/03/2013    3 recensioni
Le riflessioni una donna, moglie e madre, vittima di violenza domestica.
Dal testo:
Non avrebbe mai immaginato di dover passare infinite notti sul divano, rigirandosi il telefono tra le mani, il cuore impazzito, i nervi logorati, a scattare per ogni singolo rumore sperando fosse lui che tornava.
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Imagine
 

 
Non avrebbe mai immaginato di dover passare infinite notti sul divano, rigirandosi il telefono tra le mani, il cuore impazzito, i nervi logorati, a scattare per ogni singolo rumore sperando fosse lui che tornava.
Non avrebbe mai immaginato di dover nascondere il resto della spesa, l’unica risorsa che, e questo nemmeno l’avrebbe mai immaginato, le permetteva un nuovo paio di orecchini o un gelato per sé e per i suoi figli.
Non avrebbe mai immaginato di dover mentire a questi ultimi (e a se stessa), nascondendo loro le mani insanguinate a causa dei vetri rotti di bottiglie, bicchieri e finestre che doveva raccogliere, dicendogli che per il papà era un periodo pesante al lavoro e che non pensava davvero quello che diceva, che li amava. La chiamava puttana o troia e diceva che la figlia ne avrebbe seguito le orme, mentre il maschio sarebbe diventato un finocchio come tanti.
Non avrebbe mai immaginato di dover nascondere i gemiti e le urla quando lui, ubriaco fradicio, la riempiva di botte e poi, come il lurido verme qual era, la costringeva a fare cose di cui lei non credeva possibile nemmeno l’esistenza. E non avrebbe mai immaginato di dover sopprimere il viscido, involontario piacere che provava mentre lui le faceva quelle cose.
Non avrebbe mai immaginato di dover usare quintali di cerone per nascondere i lividi, i graffi e a volte i morsi che portava su viso, collo, mani e braccia, lei che era sempre stata acqua e sapone.
Non avrebbe mai immaginato gli insostenibili sguardi colmi di pietà che gli altri le riservavano. I vicini che sentivano e vedevano; gli amici di lui che sapevano perché quel bastardo, in preda ai fumi dell’alcool, sciorinava tutto; le sue amiche che non potevano non capire; i genitori dei compagni di scuola dei suoi figli che mettevano insieme i pezzi dopo aver ascoltato la voce dell’innocenza e della verità dei bambini. Ma nessuno muoveva un dito, si limitavano ad essere gentili quando la incontravano, poi ognuno per la sua strada. Quanto odiava la loro inutile, ipocrita compassione...
Non avrebbe mai immaginato di rimanere senza lacrime e senza parole, lei che era una tutta d’un pezzo, famosa per schiettezza e loquacità, sempre padrona di se stessa.
Non avrebbe mai immaginato di essere capace di ideare vendette così violente e oscene, che però non metteva mai in pratica, vuoi per codardia, per vergogna o paura delle conseguenze. O forse solo a causa degli stralci di purezza che erano rimasti, nonostante tutto, in lei.
Non avrebbe mai potuto immaginare questo ed altro, non lì, non mentre, tra le braccia di quello che sarebbe diventato il suo aguzzino, il suo inferno personale, ballava nel candido e tanto agognato vestito da sposa, sulle note di quella meravigliosa canzone che li aveva fatti conoscere.
 

Imagine no possessions
I wonder if you can
no need for greed or hunger

a brotherhood of man 


 

Angolo autrice:
È la prima originale che pubblico. Mi sono andata a scegliere un argomento spinoso, su cui sicuramente altri hanno già scritto, sicuramente meglio di me, ma si sa che sono fatta per complicarmi la vita.
Ci avviciniamo alla festa della donna e... niente, scrivere questo mi è venuto spontaneo. Credo che la fic parli da sé e non ci sia altro da aggiungere. L’unico mio dubbio è sul rating: devo mica alzarlo ad arancione?
Per questa fic più che mai ci tengo alle recensioni, perciò vi chiedo di spendere anche solo un minuti e due righe per farmi sapere il vostro parere.
Auguro a tutte le donne un buon otto marzo, e ricordate che siete tutte indistintamente meravigliose e uniche.
Luly  

 

  
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