Lo specchio piccolo e quadrato troneggiava al di sopra del lavandino color avorio che occupava gran parte dello spazio di quel minuscolo bagno riservato ai pazienti dell'ospedale.
Belle aveva evitato di posarci lo sguardo sin da quando, il primo giorno della sua degenza, aveva per sbaglio incrociato il suo volto riflesso e non ci aveva trovato nulla di familiare.
Da quel momento aveva volutamente ignorato il richiamo che proveniva da quella superficie liscia e lucida, per paura che associare quella sconosciuta dall'espressione diffidente e spaesata a se stessa, l'avrebbe confusa ancora di più. 
Eppure in quel momento, ferma al centro della sua stanza, Belle sentiva che era arrivato il momento di affrontare la sua paura e guardarsi allo specchio.
Se qualcuno gliel'avesse chiesto, lei avrebbe risposto che aveva passato fin troppo tempo in quell'ospedale rifiutandosi di pensare a ciò che era prima di perdere la memoria.
La verità era che la telefonata di poco prima l'aveva sconvolta.

I know that you are confused about who you are, so I’m going to tell you.
You are a hero, who helped your people. You’re a beautiful woman, who loved an ugly man.
Really, really loved me. You find goodness in others, and when it’s not there, you create it.
You make me want to go back, back to the best version of me, and that never happened before.
 

Nel momento esatto in cui aveva ascoltato quelle parole, era come se un tassello si fosse incastrato nel modo giusto, come se un pezzo di un puzzle avesse trovato la sua giusta collocazione. Nel suo caso, il puzzle della sua vita era formato da tanti piccoli pezzi che lei non era riuscita ad incastrare, racconti di persone che continuavano a ricordarle chi fosse, ma che Belle proprio non riusciva a far conciliare con il suo passato.
Ma poi quell'uomo aveva chiamato.
Lei sapeva chi fosse Mr Gold - la palla di fuoco nella mano e la velocità nel guarire la ferita erano cose che non avrebbe mai dimenticato - ma l'uomo che le parlava con voce affranta ed emozionata non corrispondeva alla stessa persona che l'aveva spaventata con quella storia della magia.
Le sue parole erano gentili, sincere e Belle si era ritrovata a piangere nonostante non ricordasse nulla di ciò che lui stesse dicendo.
Quando aveva riattaccato, era rimasta ferma per un pò in attesa che le lacrime smettessero di scenderle sulle guance, ancora incredula per ciò che aveva appena sentito.
Fino a quel momento si era sentita persa, bloccata in una dimensione che non conosceva, avvolta in un buio che la spaventava e la lasciava confusa: i suoi ricordi erano occupati solo da una stanza buia e piccola, da un sorriso crudele di una donna dallo sguardo perfido, da un annebbiamento mentale simile a quello in cui si trovava ora.
La gente continuava a farle visita e a regalarle piccoli indizi sulla sua personalità, ma mai era riuscita a far permeare nella sua mente quei pezzi della sua storia, mai fino a quella telefonata.
Con passi piccoli ma decisi si diresse verso il bagno comune.
Accese la luce e la stanza si tinse di giallo: Belle cercò di abituarsi alla luce artificiale, mentre si avvicinò lentamente allo specchio.
Le mani le tremavano vistosamente e si appoggiò al lavandino, prendendo un bel respiro: alzò lentamente lo sguardo e un paio di occhi azzurri la fissarono curiosi, risaltando sulla pelle diafana. I capelli rosso scuro incorniciavano un volto scarno ma grazioso e le labbra rosse nascondevano una dentatura perfetta.
L'armonia dei lineamenti e la bellezza del volto spiccavano riflessi nello specchio, ma Belle non si soffermò su quelli. Preferì, piuttosto, ricercare nello sguardo quel coraggio e quell'eroismo che a quanto pare l'avevano caratterizzata nella sua vita precedente.
Cercò nel profondo dei suoi occhi una minima traccia di quella donna così coraggiosa ed altruista, di quella donna in grado di amare un mostro, di trovare la bontà anche dove non ce n'era.
E se all'inizio tutto ciò che riuscì a scorgere era oscurità e tristezza, ripensò alle parole di Mr Gold e sorrise appena, ancorando il suo sguardo a quello della sconosciuta nello specchio. 
 

So, when you look in the mirror and you don't know who you are,
that's who you are. Thank you, Belle. 

Non lo temeva più, quello sguardo. Non l'avrebbe più fuggito come aveva fatto all'inizio. Ora sapeva chi era stata - chi sarebbe sempre stata - e si sarebbe aggrappata a quella consapevolezza per sempre, fino a che non sarebbe tornata ad essere quella bellissima donna che aveva amato un uomo brutto.


***Spazio autrice***
Chiunque abbia visto lo sneak peek della 2x16 potrà capirmi quando affermo che Robert ed Emilie sono in grado di far commuovere anche solo con una telefonata. Anche se sono un pò scocciata di essermi bruciata l'unico momento Rumbelle della puntata prima ancora che questa vada in onda, ammetto che non avrei potuto mai resistere alla tentazione, dovevo vederlo.
Penso che in questa scena Rumpel abbia mostrato quanto ama Belle: in fin di vita, ha deciso di fare un'ultima cosa per lei, invece che per se stesso. Invece di dirle di amarla (cosa che avrebbe fatto bene a lui ma non a Belle) ha deciso di lasciarle quelle ultime parole così che lei potesse trovare se stessa. Non le ha lasciato il ricordo del suo amore, ma il ricordo di ciò che lei era, e questo per me è un gesto d'amore bellissimo. Voglio proprio vedere come proseguiranno le cose tra loro, dopo una scena così bella come minimo Belle deve recuperare la memoria nella 2x19 u_u
Spero che questa shot vi piaccia, ci ho lavorato sin da quando è uscito lo sneak peek e ne sono abbastanza soddisfatta.
A presto,
Lilly_93