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Autore: La Mutaforma    11/03/2013    2 recensioni
“Devo andare adesso. Posso tenerlo?” chiese il bambino, stringendo il foglio tra le dita. Aveva degli occhi grigi molto belli, pensò Leonardo sorridendo.
“Certo, mio piccolo amico. Sono felice che ti piaccia. Spero di rivederti”
“Sì. Quando saremo grandi!” disse il bambino, agitando festosamente la mano.
[Dedicata alla mia piccola stella, Najmee, che rende tanto luminose le mie buie giornate]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Leonardo da Vinci
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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C’era ombra sulle scale di Santa Croce in quella soleggiata giornata di maggio.
Leonardo si asciugò i capelli biondi con il dorso della mano, riprendendo a disegnare.
Si era allontanato da suo padre, solo per mettersi in disparte, ad osservare la vita in quella città che non aveva mai visto.
Firenze, come sei bella. Come sei difficile da disegnare.
In occasione del suo quattordicesimo compleanno, suo padre gli aveva fatto dono di un blocco di fogli e un carboncino, per fare i conti.
Leonardo disegnava, perché gli piacevano le cose, e gli piaceva poterle guardare senza che le persone nei suoi piccoli spenti quadretti si voltassero verso di lui.
“Sei un bastardo! Sei un figlio illegittimo!” gridavano nella sua testa.
Leonardo strappò il foglio e lo lasciò rotolare lungo le scale della chiesa.
 
Non troppo lontano, un bambino giocava ai piedi della chiesa.
Leonardo lo vide avvicinarsi a lui con la pergamena accartocciata di poco prima.
“Avete perso qualcosa, messere?”
Leonardo impallidì sentendosi chiamare a quel modo. Era solo un ragazzo. Anche piuttosto  esile, per avere quattordici anni.
Ed era un bastardo.
Il candore di quel bambino gli sciolse il cuore, mentre gli accarezzava la testa.
“Grazie amico mio. È solo un disegno”
Il bambino spiegò il foglio. Ne rimase folgorato. “E’ così bello!”
“Sei gentile. Come ti chiami?”
Il ragazzino si sentì richiamare da lontano. Doveva essere la madre.
“Devo andare adesso. Posso tenerlo?” chiese il bambino, stringendo il foglio tra le dita. Aveva degli occhi grigi molto belli, pensò Leonardo sorridendo.
“Certo mio piccolo amico. Sono felice che ti piaccia. Spero di rivederti”
“Sì. Quando saremo grandi!” disse il bambino, agitando festosamente la mano. Leonardo seguì la sua piccola ombra mentre scendeva le scale saltellando; agilmente, per essere solo un ragazzino.
Sorridendo tra sé e sé, il ragazzo si scostò dal viso i capelli biondi e riprese tra le dita il nero carboncino.
Adesso sapeva cosa disegnare. 
   
 
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