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Autore: Klaineinlove    11/03/2013    10 recensioni
Seguito di “The difference between you and me”
Blaine è un medico, lavorando a Lima ha conosciuto Kurt(ancora liceale) e tra di loro è nata una forte relazione. Blaine ora è partito per New York e quando Kurt lo raggiunge, Blaine dovrà dargli la forza di iniziare a progettare la sua vita dopo l'esclusione dalla Nyada.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Kurt si stiracchiò nel letto, facendosi scivolare addosso le coperte. Una gelida aria fredda lo colpì alle gambe e con ancora gli occhi chiusi riprese le lenzuola e si ricoprì fin sopra la testa. Sospirò beandosi dell'odore di quel cuscino. Era l'odore del suo Blaine. Si passò le mani sul volto cercando di eliminare un po' di quel sonno dalla sua faccia stanca e poi finalmente aprì gli occhi.

Era solo nella stanza e non era la sua cameretta in Ohio, ma la camera matrimoniale di Blaine a Manhattan.

Si voltò alla sua sinistra notando Samir disteso accanto a lui mentre dormiva. Probabilmente Kurt gli aveva rubato il posto quindi si era dovuto arrangiare con quello di Blaine la mattina seguente, anche perché durante la notte non sarebbe potuto entrare.

Kurt arrossì da solo al pensiero della notte passata con Blaine. Risentire le sue mani calde sulla sua pelle era stato quasi come risorgere da una lunga depressione.

Le sue labbra morbide gli avevano sfiorato ogni parte del corpo e Kurt non poté far a meno di sorridere trovando un lieve succhiotto sotto al suo capezzolo sinistro. Accarezzò Samir che intanto si era svegliato per annusarlo e poi recuperò i suoi boxer e tirò fuori dalla valigia una maglia e un paio di pantaloni della tuta senza far troppa attenzione ai colori e poi si avviò in cucina.

L'odore che sentiva non era né di caffè né di pancetta o pancake ma Blaine stava cucinando il pranzo.

“Che ore sono?” domandò sconcertato. Blaine sorrise e si pulì le mani con uno strofinaccio.

“Hey piccolo. Sono passate le 13.00 e ho pensato di mettere su un po' di pasta perché tra poco mi tocca scappare al lavoro.” Blaine si avvicinò a Kurt e gli baciò la fronte, poi accarezzò Samir che si trovava tra le braccia del più piccolo.

“L'ho trovato nel letto accanto a me.”

“È abituato a dormire con me, stanotte ha pianto fuori tutto il tempo, ma non mi sembrava carino farlo entrare” disse Blaine mentre aggiungeva delle spezie al suo sugo.

“Allora, io tra un po' devo andare al lavoro, non so quando il mio turno finisce perché spesso rimango più del solito, cercherò di fare prima. Tu vuoi andare a fare un giro o qualcosa?”

Kurt si guardò intorno un po' a disagio. “Se non è un problema vorrei aspettarti qui. Magari esco per portare in giro Samir, ma vorrei restare a casa.”

Blaine scrutò il suo ragazzo e poi si avvicinò a lui. “Sai che qui non devi aver paura di niente, giusto? E soprattutto non devi sentirti a disagio.”

“Certo.”

“Bene” disse soddisfatto Blaine. “Resta pure a casa o fai quello che desideri. Ti lascio il piatto pronto, giuro che ho imparato a cucinare, mi lavo le mani e esco.”

Blaine gli baciò le labbra e poi sorrise. “Ti amo.”

“Ti amo anche io.”

Non appena Blaine uscì di casa, Kurt si guardò intorno. Sapeva che doveva dare spiegazioni a Blaine del suo comportamento in questi mesi di separazione ed inoltre doveva decidere cosa fare visto che adesso si trovava a Manhattan.

Vide il divano e lo schermo piatto situati nel soggiorno, così prese il suo pranzo e si trasferì lì, accese la televisione e mise una serie televisiva a caso. Più tardi avrebbe tirato fuori i suoi vestiti dalla valigia.

Samir saltò sul divano, cercando di sbirciare nel piatto di Kurt, ma quest'ultimo lo allontanò facendo una linguaccia al cane per poi tornare a vedere la televisione.

“Se fai il bravo ti porto a fare il bisogni” disse Kurt guardando il cucciolo che si sistemò tra le sue gambe per cercare calore e poi si addormentò.

Kurt continuò a pranzare tranquillamente, poi posò il piatto sul tavolino e mise un film su uno di quei canali satellitari.

Il tempo passava ma non aveva per niente voglia di alzarsi per andare a riordinare le sue cose. Il divano era comodo e Samir lo riscaldava, così Kurt decise di addormentarsi di nuovo, giusto per fare un pisolino. Aver passato la notte con Blaine era stato magico ma aveva portato le sue conseguenze e lui non faceva l'amore da quando... beh, da quando Blaine era andato via.

Avrebbe dormito solo una mezz'oretta....

 

 

**

 

 

 

 

“Come è andata?”

“La milza è sistemata” Blaine si lavò le mani e tirò via il camice macchiato di sangue.

“Vieni a prendere un caffè con noi?” domandò Faith.

“Se andiamo alla macchinetta mi sta bene, dopo il lavoro non posso. Il mio ragazzo è arrivato qui ieri e quindi...”

“Oh, Anderson, ci tenevi nascosto il ragazzo, eh!” lo prese in giro Cameron. “Come si chiama, cosa fa qui?”

Blaine sorrise un po' intimidito. “Si chiama Kurt. È arrivato ieri. Attualmente dovrebbe andare al college, ma la NYADA purtroppo lo ha rifiutato, è stato male per questo ma adesso che è qui cercheremo di recuperare” disse fiducioso Blaine.

Dopo aver bevuto il caffè con i suoi colleghi, Blaine stava andando a togliersi il camice, e salutò un altro medico che però lo bloccò.

“Puoi prendermi delle garze pulite dal ripostiglio? Non te lo chiederei, ma sto fermando questa piccola fuori uscita di sangue che non vuole fermarsi.”

“Nessun problema, Nat!” Blaine si allontanò fino ad arrivare al ripostiglio, lo aprì ma fece un salto indietro spaventandosi.

“E tu che ci fai qui dentro?”

Seduto a terra con le mani sugli occhi c'era un bambino dai capelli castano chiaro e una statura piuttosto piccola. Il bambino tolse le mani dai suoi occhi per guardare Blaine.

“Sto giocando a nascondino con la mamma” si giustificò con una vocina adorabile alle orecchie di Blaine.

“Sì, ma tu non puoi stare qui. La tua mamma dov'è?”

Il piccolo si alzò da terra e allungò la mano verso Blaine. Il medico rimase un po' sorpreso dal gesto ma prese la piccola mano e la strinse nella sua.

“Tua madre dovrebbe sapere che questo posto è un ospedale e che non si gioca” disse Blaine con una nota di rimprovero, parlando con il bambino che cercava di stare ai suoi passi.

“Lei è nel letto, forse per questo non è venuta a cercarmi.”

Blaine si fermò in mezzo al corridoio non appena ascoltò quella frase.

“Oh, capisco. Dov'è la camera?”

Il bambino lasciò la mano del medico e corse verso una porta. Blaine lo seguì trovando una donna distesa nel letto che dormiva.

“Il tuo papà dov'è?” domandò Blaine.

Il bambino scosse la testa. “Non ho il papà. Solo mamma.”

La situazione a Blaine non stava piacendo per niente – inoltre si stava facendo tardi e Kurt era rimasto tanto tempo da solo.

“Tu non muoverti da qui, adesso ti mando un'infermiera.”

“Va bene” annuì il bambino. “Ciao, dottore!”

Blaine si allontanò avvisando una sua collega, poi finalmente si liberò del camice e guidò verso casa. Sì fermò ad una pasticceria per prendere quei gustosi cupcake che amava mangiare la domenica sera, ma oggi avrebbe fatto un'eccezione per Kurt così da mangiarli insieme accoccolati davanti alla tv.

 

 

Quando aprì la porta di casa Samir gli corse incontro, gironzolando intorno ai suoi piedi. Blaine gli fece qualche carezza per salutarlo.

“Kurt, dove sei?” urlò dalla cucina, ma di Kurt nemmeno l'ombra. Camminò per il soggiorno per poi andare in camera da letto ma non era nemmeno lì, e il bagno era vuoto. Solo dopo un po', una volta tornato in soggiorno, si accorse di Kurt che dormiva sul suo divano di pelle. Blaine si avvicinò a lui e gli accarezzò il volto accaldato. Sorrise nel vederlo così tranquillo mentre dormiva con il viso così rilassato.

Gli diede un bacio sulle labbra. Kurt arricciò il naso e Blaine lo trovò terribilmente adorabile, poi finalmente il più piccolo aprì gli occhi.

“Sei già a casa?” mormorò senza intenzione di alzare la testa.

“Già? Kurt, è l'ora di cena!”

A quel punto Kurt alzò la testa di scatto. “Non posso crederci, ho dormito una giornata intera! Non ho portato Samir a fare i suoi bisogni e non ho tolto nemmeno i miei vestiti dalla valigia!” costatò disperato Kurt.

“Piccolo, tranquillo. Samir ha il terrazzo, per i bisogni sa come fare, e ai bagagli ci pensiamo io e te dopo, ora mi lavo le mani e preparo qualcosa da mangiare.”

Kurt si strofinò le mani sul volto per eliminare quei segni di sonnolenza – aveva dormito tutto il giorno, di certo avrebbe passato la notte in bianco.

Si alzò stiracchiando le braccia verso l'alto e si avvicinò al tavolo aprendo la scatola che conteneva i cupcake.

Ne prese uno tra le mani e lo portò alla bocca assaporando la dolce crema con molto piacere.
“Kurt! Ma sto per preparare la cena!” lo richiamò Blaine, ora indossando i pantaloni della tuta e una t-shirt bianca.

“Oddio, hai ragione, è che quando mi sveglio ho voglia di qualcosa di dolce.” Kurt richiuse la scatola. “Non so cosa mi prende, mi dispiace.”

Blaine si limitò ad annuire e si mise ai fornelli.

“Cosa prepari?” domandò Kurt cercando di attirare di nuovo l'attenzione del suo ragazzo.

“Perché me lo chiedi? Se vuoi ti preparo una cioccolata calda per cena.”

“C-Come?”

“Kurt!” Blaine sospirò girandosi per guardare il ragazzo in faccia. “Ti sei accorto che il tuo non è un comportamento normale? In più non abbiamo parlato di quello che è successo durante tutti questi mesi d'assenza. Scusa se introduco l'argomento in questo modo, ma non posso fare a meno di pensare a cosa ti è successo in questi mesi di distanza. Sai che posso contare le tue chiamate sulle dita delle mie mani?”

Kurt a quelle parole chiuse gli occhi e sospirò. “Mi dispiace.”

“Eh beh, sai dispiace anche a me che ti limiti a dire 'mi dispiace', almeno una spiegazione sarebbe gradita.”

Come aveva fatto la discussione per un cupcake a prendere questa piega? Probabilmente Blaine stava morendo dentro e si era aggrappato alla prima stranezza del suo ragazzo.

Kurt si sedette su uno sgabello, guardandosi le mani attorcigliate tra di loro.

“Quando sei partito le cose sono cambiate per me. Siete partiti tutti, addirittura Finn è andato a fare il militare chissà dove, per poi tornare il mese dopo con una gamba fasciata perché si era sparato.”

“Sono sicuro che quella di Finn è una storia interessante, ma non è quella che voglio sentire io adesso.”

“Senti, Blaine” cominciò Kurt facendo il tono duro. “Se vuoi lasciarmi fallo adesso e non giriamoci intorno, il tuo tono non mi piace e hai ragione, io non mi sono fatto sentire perché... io non me la sento di parlarne adesso. Meglio che vada, prenderò una camera in un Motel qui da qualche parte.”

Kurt scese dallo sgabello e corse nella camera da letto. Blaine scosse la testa e lo seguì.

Lo abbracciò da dietro, circondandogli la vita. “Sei uno stupido, lo sai?”

Kurt si rilassò nella stretta di Blaine. “Lo so.”

“E sai che ti amo, vero?”

Kurt sorrise. “Non ne sono sicuro, ho bisogno di sentirlo per... facciamo per sempre!”

Blaine scoppiò a ridere e poi baciò Kurt sulle labbra.

“Scusami se ho alzato il tono di voce. Ne parliamo quando vuoi, ora andiamo a cucinare, vieni.”

 

La cena era cominciata tranquillamente fin quando Kurt non aveva trovato delle fragole in frigorifero e poi aveva detto “hai della cioccolata?” e chissà come, i due dopo un'ora erano nudi e esausti a letto.

Blaine respirava quasi dormiente sul cuscino, mentre Kurt finiva di mangiare le ultime fragole.

“Samir sta piangendo” fece notare Kurt con la bocca sporca di cioccolata che si leccava le dita.

Blaine alzò la testa e lo fissò. “Piantala Kurt, sono esausto!”

“Cosa ho fatto?”

“Sei nudo mentre mangi cioccolata e la lecchi dalle dita, sono stanco e domani devo alzarmi presto.”

Kurt sorrise in modo malizioso e si leccò le dita per provocare il suo ragazzo.

“Allora vado a prendere Samir, così dorme con noi.”

Con un balzo Blaine si tirò Kurt a sé. “Un ultimo round!”

Kurt sorrise soddisfatto mentre prendeva l'ennesima bustina di lubrificante.

 

 

 

 

 

Blaine al lavoro dormiva in piedi. Per fortuna dopo due ore che aveva cominciato a lavorare, era stato spostato al pronto soccorso, così sarebbe stato occupato tutto il tempo.

“Notte insonne?” domandò Juliet, una sua collega, mentre gli passava il caffè.

“Insonne ma piacevole” sorrise Blaine ringraziandola per il caffè. “Ma adesso mi riprendo.”

Juliet sorrise poi guardò in basso. “E lui chi è?”

Blaine seguì lo sguardo della collega per poi ritrovarsi il bambino del giorno prima accanto a lui.

“Oh, ciao.”

“Ciao” salutò il piccolo con la mano.

“Cosa ci fai qui?”

“Non ricordo dov'è la camera di mamma.”

Blaine guardò l'amica, sperando che fosse lei a risolvere il problema.

“Non guardami, ho da fare” detto questo Juliet si allontanò, lasciando i due maschi da soli.

“Non c'è una dottoressa con te?” disse Blaine camminando per il corridoio. Il piccolo si aggrappò con la sua manina al camice.

“Lei c'era, ora non c'è più. Ho fame.”

Il dottore guardò l'orologio. “In effetti ho fame anche io. Vieni con me” Blaine camminò ma il bambino non lo seguiva. “Vieni?”

“Sono stanco” il piccolo si accasciò sul pavimento con nessuna intenzione di volersi alzare.

Blaine scosse la testa e si avvicinò a lui, lo prese in braccio e lo portò fino alla mensa dell'ospedale.

“Eccoci, scegli cosa più ti piace” gli propose.

“Voglio quel dolce!” il bambino indicò con il dito verso il bancone, con tanta foga quasi da cadere dalle braccia di Blaine.

“Fermo, devi nutrirti prima con un piatto di pasta, poi pensiamo al dolce.”

Il bambino mise un broncio adorabile ma accettò il piatto che Blaine gli propose.

Mangiò tutto con energia, era piuttosto affamato.

“Non c'è nessun parente con la tua mamma?”

Il piccolo scosse la testa facendo segno di no mentre era impegnato a scartare il suo biscotto.

Blaine stava per fargli un'altra domanda ma il suo cellulare squillò.

“Hey, Kurt. No amore, torno verso sera, va bene, ci passo io. A dopo, ti amo.”

“Lo sai che la tua fidanzata ha un nome da maschio?”

Blaine scoppiò a ridere. “È un ragazzo. Ho un fidanzato.”

Il bambino spalancò gli occhi sorpreso, facendo cadere il biscotto sul suo vassoio.

“Non ho mai visto un maschio fidanzato con un maschio. Quindi vi date anche i baci?”

Blaine rise ancora più forte. “Tu sei piccolo per queste cose. Forza, mangia, che io devo tornare al lavoro, ma prima dimmi il tuo nome.”

“Io sono Nathan.”

 

 

 

 

 

 

Blaine tornò a casa con una busta che conteneva la cena. Kurt gli aveva detto che era occupato e che quindi non aveva avuto tempo per cucinare. A Blaine non dispiaceva, adorava il cibo del ristorante sotto casa.

Entrò in casa trovando Kurt sul divano, di nuovo, mentre coccolava Samir.

Sapeva che c'era qualcosa che non andava con il suo ragazzo, e Blaine aveva intenzione di capire cosa.

 

   
 
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