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Autore: NotFreddie    11/03/2013    4 recensioni
Vi scrivo giusto due righe di trama:
Niall ha la febbre e Liam se ne prende cura, scoprendo che magari non vuole essergli più così amico, in fondo...
Liam cerca di chiarire quello che sente nei confronti di Niall parlandone con Harry, ma... lui sarà disponibile anche stavolta ad ascoltarlo?
Questa è una storia SLASH, qui si shippa uomoxuomo, se non l'aveste ancora capito. Tra l'altro, c'è una scena un po'... diversa, rispetto alle altre, quindi:
se siete ragazzine arrapate di dodici anni, non entrate!
se siete omofobi, fatevi i ca**i vostri, non voglio insulti da gente che non capisce cos'è l'amore!
se siete haters o solo in vena di insulti, KEEP OUT!
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, oserei dire che si appartengono a vicenda. Non scrivo a scopo di lucro, non ci guadagno niente.
Recensite, per piacere!
F.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Temperature.
 
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, si appartengono a vicenda, direi.
I fatti sono inventati da me, ogni riferimento a fatti realmente accaduti è puramente casuale - anche se sopratutto la parte Larry non mi dispiacerebbe se fosse vera! -  e non intenzionale o premeditato.
Inoltre, non ci guadagno nulla a pubblicare queste cose, altrimenti già me ne sarei andata a vivere in un altro Stato, in una villa a 1938492927470 piani e altrettante stanze.
 
 
A Mary, che mi ha fatto conoscere i One Direction. Lei è diventata speciale giorno dopo giorno e, un passo alla volta, è entrata nel mio cuore. Io... Io non conosco parole per esprimere ciò che sento nei suoi confronti, nei confronti della mia piccola quasi-Larry-shipper che mi asseconda amorevolmente in ogni nuovo delirio.
 
A Cri, che mi ha insegnato che la vita è meravigliosa, se hai qualcuno con cui condividerla. Avevo giurato che ogni più piccola stronzata uscita dalla mia penna te l'avrei dedicata, ed eccomi qui, come sempre. A te che mi hai incoraggiata e sostenuta quando nessun altro credeva in me, inclusa me stessa. Perché io ti amo, direi, e tu lo sai, anche se a volte ti lasci prendere dalla gelosia.
 
Voi due siete le persone più importanti della mia vita, ho sempre sperato di incontrare persone così e, fortunatamente e finalmente, le ho trovate. Mi rendete felice, davvero.
 
Un grazie di cuore anche ad Alice, Anna, Lù e tutti gli altri che, quasi inconsapevolmente, hanno contribuito a fare di me ciò che sono.
 
Buona lettura e scusate la lunghissima sfilza di dediche,
F.
 
 
La sveglia suonò per la terza volta, insistente, mentre un braccio, tastando alla cieca il comodino, correva a spegnerla. Una massa di capelli biondi si sollevò dal cuscino, subito seguita da una faccia dolce e pallida, cadaverica, con gli occhi ancora chiusi e le labbra screpolate. Non appena scese dal letto, Niall cadde a terra, preso dalle vertigini. Ancora assonnato, si tastò la fronte con una mano, sentendola estremamente calda. Appoggiò la testa - che ancora gli girava - al letto, sfinito come se avesse corso una maratona, prendendo poi il suo cellulare. Compose il numero di Liam, l'unico che in quel momento ricordava. Aveva decisamente bisogno di aiuto.
 
***
 
Lo studio di registrazione era semideserto, a parte loro quattro e i manager. Niall ancora non era arrivato - probabilmente stava ancora dormendo - e Liam non si preoccupò più di tanto. Zayn era a fumare una sigaretta, mentre Louis ed Harry se ne stavano seduti sul divano a non far niente, se non cazzeggiare e fare gli stupidi come loro solito nei momenti di relax. Il cellulare di Liam squillò, e il ragazzo subito pensò fosse Niall che lo voleva avvisare del suo ritardo. Con un sorriso già dipinto sulle labbra, rispose alla chiamata, cambiando espressione subito dopo. Harry gli si avvicinò, preoccupato.
 
***
 
“Lee...” la sua voce era debole e roca, la sua gola sembrava stesse andando in fiamme e la testa gli stava per scoppiare. “Niall!” voce alta, preoccupata, ma al contempo intenerita. “Che hai?” L'irlandese non poté impedirsi di sorridere, nonostante la situazione tragica. “Mi sento... Male, forse... Ho la febbre” un brivido di freddo lo colse all'improvviso, facendolo tremare da capo a piedi. Dall'altra parte, giungeva un rumore di passi svelti, ma anche voci, e Niall distinse quelle di Harry e Louis. “Sto arrivando, tranquillo” E, il solo fatto che Liam stesse per raggiungerlo, fece sentire subito meglio Niall.
 
***
 
 Non sapeva per quanto tempo fosse rimasto seduto a terra, con la testa tra le gambe per diminuire i giramenti di testa, fatto sta che quando sentì la voce di Liam vicino al suo orecchio, dolce, rassicurante, gli parve fosse trascorsa un'eternità dalla telefonata. Pian piano si abbandonò alle cure dell'amico, stanco e sfinito.
 
***
 
*Entrò in casa grazie alle chiavi di scorta che Niall gli aveva dato ‘per le emergenze’ e che Liam teneva sempre con sé. Cercando di fare il meno rumore possibile, si avviò verso la camera da letto dell'amico, trovandolo seduto a terra, con la testa tra le gambe, che respirava a fatica. Subito gli corse incontro, cercando di farlo sedere sul letto e Niall si lasciò andare immediatamente, affidandosi a lui. Liam lo depose sul letto, coprendolo con il piumone e sedendosi un po' vicino a lui nel caso si fosse sentito male per il brusco spostamento. A prima vista la febbre sembrava parecchio alta, ma Liam non si scoraggiò, essendo pur sempre il più responsabile e maturo dei suoi amici. E così “Niall, tranquillo, ti prendo una tachipirina e ti sentirai meglio” lo rassicurò, premuroso, scomparendo subito dopo in bagno.
 
***
 
Niall voleva molto bene a Liam, gli piaceva il modo in cui si prendeva sempre cura delle persone, il fatto che sapesse sempre quale fosse la cosa giusta da fare, il fatto che lo coccolasse in ogni modo come solo un padre sapeva fare, facendolo sentire felice e al sicuro. Con quei pensieri si addormentò, mentre Liam andava a prendergli le medicine. Lui avrebbe saputo guarirlo sempre e comunque.
 
***
 
Quando tornò nella camera trovò Niall rannicchiato al centro del letto che tremava come se fosse stato in mezzo ad una bufera di neve. Liam lo svegliò dolcemente, poi lo fece sedere e gli misurò la febbre. Niall si appoggiò a lui, nascondendo la faccia nell'incavo della sua spalla e Liam lo strinse forte, sorreggendolo. Poco dopo, il termometro segnava quasi trentanove di temperatura, così Liam gli passò una compressa bianca e gli fece bere un sorso d'acqua sorreggendogli la testa come si fa con i bambini piccoli. Poi lo rimise a letto coprendolo nuovamente per bene, fin sopra il naso, inumidendogli di tanto in tanto la fronte con degli impacchi freddi. “Lee, mi sa che non posso venire a registrare la canzone, oggi” scherzò con un filo di voce l'irlandese. Quello sorrise. “Sei fortunato che possiamo rimandare tutto, altrimenti saresti stato costretto a venire anche in queste condizioni” smise per un attimo di sorridere “che poi, ovviamente, se mi avessi ascoltato ieri, non saresti ridotto così” continuò, con tono semi-accusatorio. Niall tossì forte. “Hai ragione, Daddy, avrei dovuto chiudermi la giacca e smetterla di fare lo scemo ma, sai, sul momento mi sembrava un po' stupido” ammise, tossendo di nuovo. Liam si appoggiò alla testiera del letto, chiudendo gli occhi. “Grazie alla tua mente brillante, siamo costretti entrambi a restare chiusi qui, intelligentone!” esclamò, stringendogli una mano. Niall si rabbuiò di colpo. “Non sei costretto, Lee” disse, dispiaciuto. Liam sorrise, passandogli una mano tra i capelli; Niall, allora, si spostò nel letto, allontanandosi un po' da lui; poi staccò la mano che teneva in quella dell'amico e la poggiò sulla parte vuota di letto che li separava. Liam lo guardò, interrogativo. “Mettiti... qui...” sussurrò flebilmente. Liam scalciò via le scarpe e si infilò nel letto bollente vicino a lui, cingendogli i fianchi con le braccia e avvicinandolo a sé. Niall si rannicchiò dentro le sue braccia, mentre con un braccio gli cingeva la vita e appoggiava la testa sul suo cuore. Batteva forte e i loro corpi sembravano due pezzi combacianti di un puzzle.
 
***
 
Harry entrò in casa, seguito da Zayn e Louis. Liam non aveva fatto sapere loro più niente e così, grazie alla terza copia delle chiavi di casa di Niall, i tre ragazzi erano entrati per vedere come stava il loro amico. Subito salirono al piano di sopra, aprendo la porta socchiusa della camera da letto. Al centro del letto c'era Niall accoccolato su Liam. Dormivano profondamente, così Harry fece segno agli altri due di andare via.
 
***
 
Non aveva pensato nemmeno per un attimo che a Liam avrebbe potuto non far piacere dormire con lui, malato e debole, né doversi prendere cura di lui, nonostante fosse lui quello più protettivo tra di loro. Questo pensiero lo spaventò a tal punto che si strinse ancora di più a quel corpo caldo e accogliente che, inspiegabilmente, lo strinse ancora più forte, di rimando.
 
***
 
Liam si svegliò quando Niall, nel sonno, lo strinse più forte, facendoglisi ancora più vicino. Aprì gli occhi, scrutando l'irlandese rannicchiato tra le sue braccia. Istintivamente gli diede un leggero bacio sulla guancia bollente, leggermente arrossata, cullandolo poi pian piano. Liam non si era mai sentito così, nei confronti di un suo amico ma, ogni volta che Niall gli si avvicinava o semplicemente gli sorrideva, il cuore cominciava a battergli più forte e gli sembrava sempre che ogni cosa andasse al posto giusto, che tutti i pezzi si ricomponessero. Da un po' di tempo, Niall era diventato la forza che muoveva il suo mondo.
 
***
 
Sgusciò fuori dal letto, cercando di non svegliare l'altro, per andare a fare del tè e portare la medicina per Niall, che a breve avrebbe dovuto prenderle nuovamente. L'irlandese, appena Liam ebbe richiuso la porta, si sedette al centro del letto e strinse il cuscino del compagno, inspirando forte, come se quel profumo avesse voluto farselo entrare nel cervello, nelle ossa. Quel profumo era stata la prima cosa che l'aveva fatto innamorare di Liam.
 
* Liam vede un ragazzo biondo, bassino, camminare sulle strisce pedonali incurante di ciò che gli accade intorno, con un passo un po' altalenante. A quell'ora per strada non c'è nessuno, a parte qualche macchina che, frettolosamente, corre via. Lui e il suo amico Andy stanno tranquillamente bevendo un caffè e Liam non può distogliere l'attenzione da quel ragazzo. Il suo amico lo richiama all'attenzione e, a malincuore, Liam lo guarda, voltando le spalle al misterioso biondo. Dopo alcuni secondi si ode uno schianto fortissimo, Liam guarda subito verso le strisce pedonali: un'auto è sbandata, travolgendo in pieno il ragazzo. L'auto se ne va scansando il corpo del biondo, mentre Liam corre vicino a lui, urlando ad Andy di chiamare un'ambulanza.
 
Niall sente un dolore lancinante, poi un dolce profumo lo investe. Due occhi marroni e caldi lo scrutano preoccupati. Un ragazzo biondino gli tiene la testa, dicendogli qualcosa. Niall si abbandona tra quelle braccia, dolorante.
“Come stai?” chiede Liam, in un sussurro, perché ha appena notato quei due pezzi d'oceano che il biondo ha al posto degli occhi e la voce non gli esce più. Il ragazzo mugola qualcosa, cominciando a tremare. “Come ti chiami?” chiede allora Liam, spaventato. “N-Niall” mormora quello, di rimando. La sua maglietta si sta colorando di rosso e ha visibilmente paura, adesso. Liam gli preme gentilmente una mano sul punto da dove gli sgorga il sangue, poco sopra lo stomaco. Gli sorride fiducioso, stringendolo un po' più a sé. “Tranquillo, Niall, andrà tutto bene” e quello nasconde il proprio viso nel collo di Liam, aspirandone il profumo. Non lo dimenticherà mai.
 
Appena esce dalla sala operatoria, anche se sta ancora dormendo, Niall sente quel profumo. Quando si sveglia, trova Liam a cinque centimetri dalla sua faccia che gli tiene una mano nella sua e con l'altra gli accarezza dolcemente lo stomaco fasciato. È strano: sono due sconosciuti, a malapena sanno i loro nomi, eppure si sentono innamorati come tredicenni alla prima cotta. *
 
***
 
Liam tornò in camera e trovò Niall seduto, mentre abbracciava il suo cuscino. “Che ci fai col mio cuscino?” chiese, ridendo. “Sentivo il tuo profumo” rispose sincero l'altro, ridendo anche lui. “Tieni” disse il biondino, passandogli una tazza di tè e una bustina da scioglierci dentro. “Lee, non mi piace questa roba, è disgustosa!” si lamentò l'irlandese. “Dai, non fare storie, piccolo!” lo pregò Liam, perché non ce la faceva a vedere il suo cucciolo ridotto in quello stato pietoso. Niall lo guardò serio e poi “Lo faccio solo per te” disse, prima di bere quell'intruglio orribile con espressione disgustata. “Ecco” continuò, passandogli la tazza vuota e rabbrividendo. Liam cominciò a coccolarlo, a dargli piccoli baci su una guancia, piccoli morsetti su una spalla, accarezzandolo ovunque arrivassero le sue mani, preso da una strana, folle euforia. Ma poi ricadde nella tristezza: loro non erano Hazza e Lou, ricordò a se stesso. Prese il vassoio e scese in cucina, cominciando lentamente a lavare tazze e teiera.
 
***
 
Niall lo prese da dietro abbracciandolo forte. Non sapeva ancora come ci fosse arrivato fino alla cucina, probabilmente barcollante e con buone probabilità di cadere e rompersi l'osso del collo, ma Liam triste e con gli occhi lucidi proprio non ce la faceva a vederlo. “Che hai, Lee?” Liam nel frattempo si era schizzato con l'acqua saponata e rigirato tra le braccia di un Niall molto instabile, parlando di equilibrio. “Niente, è solo allergia” rispose stancamente, tirando su con il naso. Non poteva confessarsi a Niall, o altrimenti la loro amicizia sarebbe finita. “Ti conosco come le mie tasche e so che non sei allergico a niente, Lee” lo riprese Niall. Liam lo prese di peso - ‘Da quando in qua è così leggero?’, si domandò - e lo portò a letto, coprendolo per bene. “Io esco un attimo, va bene? Torno subito” disse, tremando, senza più voce, gli occhi pieni di lacrime. A volte gli prendevano degli attacchi di tristezza così, senza un motivo preciso e l'unica soluzione era andare da Harry - piccolo grande Harry, sempre a dare consigli giusti - e farsi passare quella tristezza. Niall lo guardava con gli occhi mezzi chiusi per colpa della febbre, un'espressione da cucciolo abbandonato e il labbro inferiore che sporgeva, ma Liam non si lasciò intenerire. Non voleva che Niall scoprisse quello che nascondeva. E così “Torno subito, non fare così” lo pregò, poi uscì lasciando la porta della camera aperta. E Niall, rimasto solo, riafferrò di nuovo il cuscino del suo Lee e inspirò forte. Aveva bisogno di calmarsi, sentiva montare dentro di sé la rabbia e la paura. Il profumo sul cuscino stava svanendo, così l'irlandese corse - per quanto la malattia glielo permettesse - a prendere i vestiti di Liam, affondandoci il naso dentro, e il suo respiro si calmò all'istante. Come sempre.
 
***
 
Qualcuno suonò alla porta e Harry lasciò molto a malincuore ciò che stava facendo, lasciando anche Louis appoggiato in estasi alla parete della loro camera da letto e “Torno subito, scusami Lou” disse mentre quello, ancora troppo sconvolto per parlare, mugolò qualcosa, trattenendosi dal finire da solo ciò che Harry aveva cominciato e - sfortunatamente e maledettamente - aveva lasciato a metà. Harry ancora con solo le mutande addosso e gli occhi resi un attimo più lucidi e vivi da quello che stava facendo, andò ad aprire asciugandosi la bocca col dorso della mano un secondo prima di aprire la porta, desiderando tanto di aprire qualcos'altro. Un Liam tremante e con gli occhi lucidi entrò a far parte del suo campo visivo, e Harry lo guardò preoccupato: cosa avrebbe detto, ora, a Louis? “Liam, che è successo?” chiese, la voce più alta di un'ottava. “Al solito” rispose lui, guardando a terra e “Ti ho disturbato?” chiese, preoccupato da quell'idea. “Lee, dammi solo cinque minuti e arrivo, scusami, mi rivesto un attimo e ven... Sono subito da te” disse, correggendosi appena in tempo, affinché Liam non capisse tutto.
E, velocissimamente, tornò in stanza da Louis che, sofferente, aveva cominciato a darsi da fare da solo. Così il riccio chiuse rudemente la porta, fiondandosi dal suo ragazzo, continuando l'opera che era stata interrotta. Quando Louis venne, con un urlo mal trattenuto - perché i pompini di Harry erano fottutamente meravigliosi - Liam arrossì di botto, deprimendosi ancora di più.
 
***
 
Harry risalì lentamente lungo il corpo del compagno, fermandosi sulla sua bocca. “C'è Liam di là, ha bisogno di me, ma... Stasera recuperiamo, promesso” mormorò, prima di lasciarsi andare ad un bacio sporco, a bocca aperta, con tanto di schiocchi e ansiti e gemiti vogliosi che sapevano di non poter essere soddisfatti. Non in quel momento, almeno. “Torna presto, cucciolo” mormorò Louis, perdendosi in quella foresta che erano gli occhi di Harry.
 
***
 
“Scusa, Lee” disse Harry, ancora un po' trafelato, gli occhi liquidi, il sapore di Louis ancora in bocca, una minuscola gocciolina bianca all'angolo delle labbra. “Harry, non volevo creare problemi, se vuoi me ne vado, io...” farfugliò Liam, a disagio. Non riusciva a togliere gli occhi da quella gocciolina bianca, nonostante non fosse uno fissato con la castità, la purezza e tutte quelle belle favole lì. Solo che quella goccia di Louis - come se non avesse saputo, poi, che Louis e Harry facevano l'amore in continuazione, manco fossero stati conigli in calore! - sulle labbra rosse e infantili di Harry lo metteva a disagio, lo faceva sentire fuori posto e “Cazzo, Harry, hai un residuo di Louis all'angolo della bocca” disse, ridendo quasi a crepapelle, nonostante avesse voglia di piangere, perché vedeva tutto quell'amore intorno a sé e Niall non lo notava neppure. Allora Harry si imbarazzò, arrossì, si pulì con un dito e esclamò un: “Ma come fai a sapere ‘sta roba, tu?” e Liam si limitò a sorridere, strafottente. Ma scoppiò a piangere pochi secondi dopo, non appena Harry gli fece una domanda banalissima: “Niall come sta?”. E fu lì che Liam crollò, i suoi occhi erano stanchi di tener dentro le lacrime, perché come dicono ne ‘Il meraviglioso mondo di Amelie’: ‘se non piangi ti allaghi dentro, e credo tu sia una marea in piena’, e Liam quasi la sentiva la marea, dentro di sé, sbatacchiare contro le pareti del suo corpo, ed era grande, perché lui costantemente tratteneva le lacrime, si impediva di crollare davanti a tutti, solo per non dimostrare quanto fosse fragile. “Lee, calmati, va tutto bene” continuava a ripetergli Harry, mentre Louis li guardava da lontano, intenerito, ancora con i capelli spettinati e gli occhi lucidi. E pian piano Liam lasciò scorrere tutte le parole fuori dalle sue labbra, vomitando frasi dopo frasi che, inesorabilmente, fuggivano via veloci come coriandoli lanciati da un treno in corsa. E, quando si fu finalmente calmato, Harry lo guardò, sorridente. Louis era scomparso, finito chissà dove. Il maggiore capì che quello era un momento solenne. “Sai cosa mi ha ricordato questa scena?” chiese Harry, guardandolo con aria da saputello, gli occhi brillanti dietro gli occhiali ‘che altrimenti non ci vedeva un cavolo. “No, cosa?” chiese Liam, il ritratto della confusione. Che c'entrava cosa si ricordava Harry con quello che gli aveva appena raccontato?! “Tre giorni fa, Niall è venuto qui a parlare, era strano, nervoso. Agitato. E... Sai cosa mi ha detto?” chiese di nuovo Harry, sporgendosi verso di Liam che non poteva non sorridere, perché al solo sentire quel nome, quelle cinque lettere così anonime separate ma così speciali unite nel giusto ordine, gli veniva spontaneo sorridere come se avesse avuto una paresi facciale. Fece segno di no, scuotendo con vigore la testa prima da un lato, poi dall'altra. “Ah, non lo sai?” chiese Harry divertito, il bastardo, ‘che aspetta che mi venga a chiedere qualcosa di Louis e poi vedi’ pensò Liam, incazzato. Si divertiva a tenerlo sulle spine, il piccolo bastardo. “Mi ha detto che è fermamente convinto che tu non lo ami” disse, ancora una volta Harry, alzando una mano non appena vide Liam accennare a parlare “E... Si, è questo ciò che mi hai detto tu due secondi fa” affermò, annuendo vigorosamente. Liam, muovendosi piano sulle gambe malferme, quasi non salutò Harry e se ne andò, contentissimo, a casa.
Louis arrivò dieci secondi e mezzo dopo, cogliendolo di sorpresa - tanto che il più piccolo sobbalzò letteralmente tra le sue braccia - abbracciandolo da dietro, stringendogli i fianchi e mordendogli teneramente una spalla. “Boo... Boobear” sussurrò roco Harry, con la mente già in camera da letto, tra le braccia del suo Lou. “Si, Harreh?” chiese tranquillissimo Louis, sorridendo sornione. Il più piccolo abbandonò la testa sul petto del suo fidanzato, baciandogli il mento. “Ni-niente, solo che ti amo, Louis”
Louis non poté far altro che pensare che Harry fosse disarmante. Come un bambino che dopo uno schiaffo sorride a chi gliel'ha dato, come un cane che dopo essere stato bastonato dal suo padrone gli lecca una mano, Harry è semplicemente disarmante.
A quel punto, Louis non poté non baciare il suo piccolo con passione, coccolandolo ed amandolo come solo lui sapeva fare.
 
***
 
“Niall?” sussurrò Liam, uno spicchio sottilissimo di luce che lo illuminava da dietro. “Sei sveglio?” chiese ancora, in un sussurro. Un ‘Si’ debole e roco - segno che la febbre non era ancora passata del tutto - annunciava che sì, Niall era sveglio. “Posso?” chiese ancora, esitante, a voce leggermente più alta. Niall accese la luce e alzò pian piano la testa, gli occhi ancora semichiusi a causa della luce. A Liam faceva tanta tenerezza ma, entrando in camera, non si fermò dalla parte di letto di Niall, ma si sedette dall'altra parte, scalciando via le scarpe, poggiando la schiena alla testiera e le gambe sul morbido materasso. Poi si allungò verso Niall, cingendogli i fianchi con le braccia e tirandoselo sulle gambe; aperte queste, vi fece scivolare il ragazzo in mezzo, facendolo appoggiare con la schiena sul suo petto. Cosa avrebbe dovuto fare, adesso? Dichiararsi come aveva detto Harry - in fondo Niall, a quanto si era capito, lo amava davvero - oppure continuare a tenersi dentro tutto e a morire ogni giorno un po' di più? Niall si girò nelle sue braccia, nascondendo il volto nel suo collo, respirando sulla sua pelle. “Lee, che c'è?” Liam prese un bel respiro, spense il cervello e lasciò fare alla sua bocca. “Misonoinnamoratodite” disse, tutto d'un fiato, godendosi la reazione e la faccia sorpresa di Niall che si aspettava chissà quale tragedia, e invece non lo era affatto. “Lee-Yum” disse, nella perfetta imitazione dell'accento di Zayn, “Io ti amo da sempre, maledizione” e poi lo baciò, il loro primo bacio, la sua bocca che sapeva ancora un tantino di medicina, ma andava bene così. Liam gli mise una mano sotto la maglietta, sulla schiena, accarezzandolo, poi aggiunse anche l'altra mano, muovendo entrambe su e giù per il corpo del suo ragazzo - il suo ragazzo! - e fermandosi sulla sua pancia, quando sentì sotto i polpastrelli la cicatrice di - esattamente - tre anni, due mesi, cinque giorni e quattro ore prima. E, Liam ne era convinto, loro due non erano come Hazza e Lou, no. Erano di quanto più diverso ci potesse essere da loro, ma erano ugualmente meravigliosi.
 
 
- SONO TORNATA -
Ebbene si, signori, questa è una Niam! Ma la parte Larry era impossibile non scriverla, ditemi che sono fissata, ditemi quello che volete, ma ho dovuto farlo, principalmente per due motivi:
1. Io amo i Larry e sono una Larry shipper convintissima;
2. Era troppo divertente per non poter essere scritta.
So... comincio a scusarmi per l'ennesimo delirio - lo so, fa schifo, perdonatemi - ma mi piace, mi piace anche se mi sembra completamente imperfetto e mutilo. Come sempre vorrei ringraziarvi tutti, siete meravigliosi! E... Beh, non ho altro da dire, perché mi sento già abbastanza stupida così. Ps: Vi preeeeego, recensite! Voglio sapere cosa pensate, diamine, mi interessa saperlo! Anche se mi scrivete una stronzata qualunque, fatelo! Anche solo per dire: ‘sei una pazza e in più non sai nemmeno scrivere decentemente’ FATELO!
Grazie ancora,
F.
  
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