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Autore: Meramadia94    11/03/2013    4 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I PERICOLI DEL MESTIERE

 

Con la scusa di voler comprare Lunette per avere una serva, Aramis aveva avuto a portata di mano la scusa per salvare Lunette da una situazione decisamente poco piacevole.

Certo, Lunette come alla locanda lavorava anche se per Aramis, ma almeno a Parigi aveva una stanza tutta per se, un letto caldo, vestiti puliti, due pasti caldi al giorno e ogni tanto aveva il permesso di uscire per fare una passeggiata per svagarsi da sola o in compagnia di Costance.

E non era l'unica cosa che aveva il diritto di fare.

Aramis le stava insegnando poco per volta a leggere, scrivere e far di conto, l'albero genealogico della famiglia reale e le buone maniere.

''Essendo la serva di un moschettiere dovrai accompagnarmi spesso a corte e dovrai saper comportarti.''- aveva spiegato Aramis alla ragazza.

Lunette accettava tutto di buon grado.

Ma sapersi comportare come una signorina ben educata, non era l'unica materia di studio che aveva.

''Lunette, se posso darti un consiglio la quinta deve essere un po' più alta, altrimenti gli attacchi non li parerai mai.''- le aveva consigliato Athos nel cortile della caserma.

Lunette, per quelle occasioni, indossava un completo da cavallerizza e i capelli legati rigorosamente in uno chignon per non far accorgere chi dovesse passare proprio li, che i tre moschettieri stavano istruendo una giovane donna nell'arte della scherma.

Se avessero saputo che uno degli insegnanti era egli stesso una donna....

Meglio non pensarci e soprattutto augurarsi che una cosa nel genere non accadesse mai.

''D'accordo.''

La ragazza obbedì e stavolta tenne in braccio molto più in alto rispetto a prima e in tal modo riuscì a parare molto meglio gli attacchi del moschettiere anziano.

Non ci andava per niente piano con lei, nemmeno il fatto di star combattendo contro una ragazzina, inesperta ta l'altro, dava dei punti a favore di quest'ultima.

Ma d'altronde erano li per istruirla e per insegnarle a difendersi e non potevano farle favoritismi.

Se si fosse dovuta trovare in situazioni dove combattere era assolutatamente necessario, il nemico non l'avrebbe risparmiata solo perchè era una donna, anzi quasi ancora una bambina, ed era bene abituarla così fin dal principio.

''Così... prima... seconda... prima... seconda... Affondo!!!''- Athos dava i comandi e lei li eseguiva.

Se la stava cavando, anche se la sua difesa lasciava molto a desiderare.

Ma era pur sempre una ragazzina e l'unica cosa che fino ad ora aveva fatto era occuparsi della casa, dei cavalli, esercitarsi a leggere e scrivere con Aramis, e aveva da poco cominciato a studiare le buone maniere, non era certo uno moschettiere apprendista scelto in una famiglia nobile e come tale non poteva sempre fare tutto perfettamente, parlando di educazione militare.

''Perfetto...''- commentò Athos.

''Si, concordo.''- confermò Aramis guardando la ragazza piena d'orgoglio-:'' basterà un po' di allenamento per perfezionare la difesa e non avremo più nulla da insegnarti.''

Porthos sorrise-:''E' vero, con questo travestimento potresti dare una bella lezione a Rochefort senza il minimo problema.''

Lunette sorrise sbarazzina-:'' Come se mi servissero gli allenamenti per battere quello là...''

I moschettieri scoppiarono a ridere.

''Ahahahah.... se ti sentisse...''- fece Athos tra le risate.

Le lezioni con i tre moschettieri erano sempre divertenti ed emozionanti, non si annoiava mai, e poi non mancavano mai d'incoraggiarla e questo la spronava a fare sempre meglio.

''Lunette, ora vai pure a cambiarti per oggi abbiamo finito.''- concesse Aramis.

La ragazzina annuì e corse a cambiarsi.

Era felice.

Anche per quel giorno con lo studio era a posto ed era il suo giorno libero dalle faccende domestiche.

Costance quel giorno avrebbe preso congedo dalla Regina e avrebbero approfittato della giornata libera per passare un piacevole pomeriggio al mercato di Saint Germain. Inoltre c'era un sole meraviglioso, insomma tutti i presupposti per una giornata stupenda.

Era rientrata in caserma e si era cambiata: dalla divisa da allenamento bianca era passata ad una camicietta bianca, un gilet rosa e una sottana a metà tra il blu e il verde.

Anche i capelli erano diversi adesso: li aveva pettinati in una semplice ma elegante coda di cavallo.

Le guardie al cancello del palazzo reale non fecero storie per farla passare, consapevoli che la serva di Aramis era venuta quasi sicuramente a trovare Costance, sua fidata amica.

Lunette andava sempre volentieri a palazzo, ma preferiva stare nel grande giardino che in quei saloni illuminati e ghermite di nobildonne.

Nobildonne.... lei le chiamava galline impiumate che razzolano nel lusso.

Ogni volta che andava in quei saloni, si sentiva trafitta da mille lame. In realtà erano gli occhi di tutte le giovani nobili presenti che non facevano altro che lanciarle occhiate piene di rabbia e invidia.

Evidentemente a nessuna di loro andava a genio l'idea che una serva, per quanto bella e giovane potesse essere, era cara ad Aramis più di tutte loro messe assieme e come se non bastasse ogni volta la tempestavano di domande: qual'era la ragazza ideale di Aramis, che colore preferisse e alte frivolezze.

Alcune provavano addirittura ad ingraziarsi la sua serva per avvicinarsi al bel moschettiere, ma Lunette anche se era cresciuta in campagna non era una sprovveduta e aveva capito fin dall'inizio il loro gioco e pertanto si limitava a rispondere loro con la prima sciocchezza pertinente alle loro domande che le passava in quel momento per la testa e con la complicità di Costance se la defilava.

Invece in quel giardino con quella grande fontana si stava benissimo.

Non c'era nessuno che la scocciava e poteva anche stare li per qualche ora a leggere un paio di libri senza che nessuno la disturbasse....

''.... allora siamo sicuri che il piano funzionerà?''- una voce da dietro un cespuglio la riscosse dai suoi pensieri.

Ricollegò la voce al capitano delle guardie personali del cardinale: Rochefort.

Incuriosita si avvicinò e si nascose per capire di che cosa stessero parlando.

Aramis le aveva spiegato che la sola ragione di vita del cardinale e dei suoi ''tirapiedi'' era quello di organizzare piani disonesti per screditare la loro regina davanti al re e farla cacciare dalla Francia.

''Chissà cosa staranno tramando stavolta...''- pensò lei avvicinandosi e chinandosi per nascondersi-:'' sono curiosa di scoprirlo.''

''Ma certo...''- erano proprio loro.

Lord Rochefort e Monseiur De Jusacc, il proprietario della seconda voce.

Il secondo stava mostrando una cosa all'altro.

Assomigliava moltissimo ad una lettera.

Rochefort sogghignò.

'' Faremo finire erroneamente questa lettera che riporta la calligrafia del duca di Buckingham e indirizzata alla regina, tra i documenti che il re deve firmare e a quel punto non avrà più dubbi sulla tresca tra la sua consorte e il primo ministro inglese.''

Lunette ebbe un sussulto.

''Antipatici ed abietti demoni...''- commentò tra se e se attenta a non farsi sentire.

Era a conoscenza che Richelieu non amava molto la loro regina ma non avrebbe mai pensato che la loro antipatia si spingesse addirittura a farla incolpare falsamente.

Si alzò in fretta e furia.

Doveva correre immediatamente in caserma per avvertire i moschettieri del pericolo che correva la loro regina.

Purtroppo però, il destino quel giorno tramava contro di lei.

Nel suo scatto di corsa, non si accorse minimamente della radice sporgente del salice piangente li vicino e inciampò cadendo rovinosamente.

Il rumore della caduta attirò immediamente l'attenzione dei due ufficiali.

''Accidenti...''- imprecò tra se e se.

La caviglia le faceva un male incredibile, con tutta probabilità si era slogata... non solo non poteva avvisare Aramis del tranello in cui la regina Anna stava per cadere ma nemmeno scappare da quei due.

''Bene bene..... guarda un po' se questa non è la servetta di Aramis...''- commentò De Jussac.

Fu in quel momento che ebbe un'idea, ma doveva parlare per distrarli.

'' Rochefort, De Jussac...''- li fissò lei con i suoi tremolanti occhi azzurri.

Il primo sembrava preoccupato.

Quella serva doveva aver sentito tutto e con molta probabilità sarebbe corsa ad informare i moschettieri mandando tutto all'aria.

Entrambi la tirarono bruscamente in piedi strappandole un lamento per il dolore e la costrinsero a camminare.

La fecero uscire dal giardino per un uscita secondaria e la caricarono su una carrozza rossa.

Lunette era certa della sua destinazione.

Il palazzo di Rochefort oppure la residenza di Richelieu e l'avrebbero rinchiusa da qualche parte fino a quando il loro complotto non sarebbe stato brillantemente portato a termine per impedirle di parlare.

Peccato che non sapessero delle circostanze in cui l'avevano sequestrata....

Come potevano immaginare che proprio in quel momento avesse appuntamento con Costance in quel giardino?

Lunette lo sapeva però.... e a quel proposito si era sfilata il braccialetto che aveva al polso fin da bambina, unica prova di aver avuto una famiglia che l'aveva amata prima di vivere nell'orrore di quella locanda, e che con un dito avesse scritto il nome di Rochefort nella terra vicino al gioiello.

Costance l'avrebbe sicuramente notato e avrebbe certo informato i tre moschettieri e si sarebbero subito mobilitati per salvarla.

Ne era sicura.... doveva solo armarsi di coraggio e speranza per le prossime ore e tutto sarebbe andato bene. 

  
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