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Autore: La Mutaforma    11/03/2013    2 recensioni
Quando Leonardo fuggiva non era mai per sempre.
Si allontanava da suo padre che lo portava con sé negli ambienti che frequentava.
Solo che Leonardo si perdeva.
A Leonardo piaceva perdersi, a Firenze.
[Seguito di 'Quando saremo grandi' e sempre dedicata a Najmee]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Leonardo da Vinci
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ecco, non era premeditato che nella stessa giornata mettessi due fanfic su Assassin's Creed, e sulla stessa tematica. Il punto è che per i feels della mia piccola salsiccia non basta una sola fanfic, e una sola fanfic non rende il bene che le voglio. 
Quindi spero che tu muoia di feels, adesso. 
Con tanto amore, La Magnifica Mutaforma. 




Quando Leonardo fuggiva non era mai per sempre.
Si allontanava da suo padre che lo portava con sé negli ambienti che frequentava.
Solo che Leonardo si perdeva.
A Leonardo piaceva perdersi, a Firenze.
 
Era ritornato, in inverno; seguiva una stradetta stretta, raccogliendo legnetti sul lastricato della strada, per costruirci qualcosa.
Il biondino era allegramente attratto da tutta la gente che vedeva passare, da tutta la vita che Firenze trasmetteva anche in quelle grigie giornate invernali.
Si fermò in un angolo di strada, ad osservare i bambini che giocavano, mentre si rigirava i legnetti secchi tra le mani sporche di inchiostro.
Poi sentì delle grida stridule.
Erano due bambini che si azzuffavano e si tiravano per i capelli.
Leonardo si alzò, radunando i legnetti in una mano sola, e si avvicinò ai due piccoli litiganti.
“Ragazzi, che fate qui? Smettetela subito!”
La sua voce era sempre stata poco autoritaria, ma ai due bambini fece effetto comunque. Il più piccolo, con i capelli castani, ricadde seduto a terra, con un graffio sulla guancia. L’altro, con i capelli più scuri e le ricche vesti da signorotto, aveva il viso livido e le mani tagliate; scappò via senza voltarsi indietro, spingendo di lato Leonardo in modo che gli cadessero a terra tutti i legnetti raccolti.
Il biondo si chinò subito a raccoglierli, aiutato prontamente dal piccolo battagliero sconosciuto.
“Ti ringrazio”
“Dovresti tenerli legati” disse il bambino “altrimenti li perderai sempre”
Leonardo finse di non capire, troppo assorto nella contemplazione di quegli occhi grigi vagamente familiare, come se avesse visto quello sconosciuto in un sogno. O qualcosa del genere.
Il bambino si sciolse un nastro dalla piccola cintura sulla camicia ricamata ma sporca di terra. “Ecco, prendi, così non rischi di perderli”
Leonardo allungò titubante la mano per afferrare il nastro, e sorrise con gratitudine. Non ebbe il tempo di ringraziare che un altro ragazzino afferrò il piccolo sconosciuto per la spalla, trascinandolo via.
“Ezio, Ezio! Quante volte ti ho detto di non fermarti a parlare con gli sconosciuti, fratello mio?”
Leonardo continuò a guardare da lontano, immaginando i piccoli e vivaci occhi grigi e il graffio sulla guancia.
Poi, quando tutto fu chiaro, sorrise, e si allontanò con i rami stretti nella fascetta.
 
 
   
 
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