Nel canto IV, Lucia e i suoi due accompagnatori raggiungono il grande frassino Yggdrasill, e fanno visita alle tre norne che si prendono incessantemente cura dell'albero. L'autrice viene messa silenziosamente in guardia da molti pericoli imminenti.
Canto IV
Rozzi ed appassiti erano i giardini
pensili de la Babilonia antica,
a confronto di statue, fiori e pini
ch'eran frutto di divina fatica.
Molto era a la natura dedicato 5
e nulla potea l'umana formica,
se non avanzar con occhio sbarrato
verso quell'imponente meraviglia
ch'è il frassino da molti cantato.
L'albero che colle radici imbriglia 10
i nove pianeti de l'universo,
e che gli dèi Asi ogni giorno consiglia
sopra qualsiasi disaccordo emerso.
Di Yggdrasill Thor si mise a narrare,
mentre Loki nei suoi pensieri immerso 15
prese innocenti ciottoli a scalciare.
“Il frassino sacro ha tre radici:
una è fra gli Asi come puoi osservare,
l'altra fra i giganti nostri nemici
ed infine la terza tra i periti; 20
esseri vivono su le pendici
del tronco fra i rami folti e fioriti.
Migliore è però la lesta sbirciata
che essere da lungo verbo lambiti;
da preferirsi è la vista appagata 25
a infinite e ripetute parole.”
Più avanti venni allora scortata
senza che alcun desse voce a le gole,
giungendo a quel che sembrava una fonte
situata al centro d'un tappeto d'aiuole. 30
Fu allora che qualcosa mi sfiorò in fronte
e scivolò a terra in circolari onde.
Uno scoiattolo senz'alcun ponte
lassù saltava fra le alte fronde,
e ne la sua scia lasciava cadere 35
ciò che parevano samore tonde.
Il biondo di nuovo iniziò a parlare:
“Ratatoskr è colui che in alto balza,
messaggero de le parole amare
fra la serpe e l'aquila che l'ali alza. 40
Innanzi sta delle norne il cammino,
Passato, Presente e Futuro in danza
a decider d'ogni anima il destino.”
Raccolsi veloce uno di quei fiori
e mi lasciai guidare più vicino: 45
oh, nulla descrive il misto d'odori
né l'atmosfera di pace e mistero
né pure la fantasia di colori!
Uno sguardo, uno soltanto, era vero,
mille volte valeva il suo valore 50
rispetto a cronaca o racconto intero.
Con occhio ingordo ed immenso stupore
guardai ora le norne, ora il ruscello,
ora con l'udito il lieve fragore
de l'acqua contro ciascun ramoscello: 55
mischiando sabbia e caraffe colmate
irroravano le tre ogni fuscello.
Di candida livrea eran tempestate,
la medesima veste che abbelliva
due cigni dall'ali candide e piumate. 60
Proseguì poi l'allegra comitiva
fin a raggiungere la loro altezza
mantenendosi su l'opposta riva;
Si fermarono le tre con prontezza
squadrando a lungo dèi ed essere umano; 65
quella più vicina, con gentilezza,
il palmo mi chiese e mi mise in mano
un ciottolo che avea ricuperato
dal contorno e dal colore assai strano.
Di buttarlo in acqua mi fu ordinato 70
e di fissare attentamente in basso
finché qualcosa si fosse mostrato.
Allora lanciai quel singolar sasso
ed in ginocchio ad aspettar mi misi
distando da quella fonte un passo; 75
increspature e contorni imprecisi
si formarono su l'acqua come vene,
poi come bassorilievi incisi
apparvero chiare immagini e scene:
spire di fuoco e fiamme divampanti, 80
libri e scaffali e lettere norrene;
bizzarre figure in tondo danzanti,
ali possenti e lingue biforcute
e spettri e nani e città di diamanti.
Un sasso piombò a fermar le vedute: 85
scompigliato fu quel liquido assetto
e sì furon le figure perdute.
A la mia manca stava Loki eretto
dal piglio divertito e il pugno alzato,
in mano già pronto il secondo getto. 90
Ogni insulto gli venne rifilato
e quel che prima era un'oasi tranquilla
divenne un alterco alquanto infiammato:
Volarono brocche e cocci d'argilla
mentre Thor e io correvamo al riparo. 95
Si torceva Loki come un'anguilla.
Spiegò allora Thor con sguardo amaro:
“La fonte di Urðr ti svela il futuro
fra le sue acque. Avvenimento assai raro
è quel che hai assistito. Imperituro 100
difetto mio padre ha preferito
al sapere incompleto e insicuro:
metà de la sua vista ha elargito
per quell'unico sguardo a l'acqua santa.
Onore immenso ti han conferito. 105
Regola sacra e mai finor infranta
vuol che le norne si lascino in pace.
Chi il loro volere con beffa soppianta
pronto dev'essere a correr fugace.
Tutto non hai visto e mai più vedrai 110
e per questo motivo mi dispiace,
ma confido che tesoro farai
di quel poco e saprai poi perdonare
quella canaglia che combina guai.”
Il seguito fu impossibile afferrare, 115
poiché inseguito fu il moro compagno
da sibili acuti e forti cagnare:
gli correvano i due cigni al calcagno
e un coccio mirato gli colpì un corno;
ruzzolò Loki e si fece un bel bagno 120
e scioccate parvero le genti intorno.
Thor balzò a prevenir la sciagura:
trasse Loki dallo sguardo di scorno
e inzuppato fuor di quell'acqua pura;
quindi, profugandosi in mille scuse, 125
si incolpò de la condotta immatura.
Rimasero le tre norne deluse
con forte desiderio di vendetta,
ma nulla potean le nordiche muse
contro Thor, divinità de la saetta. 130
Congedati fummo con occhio severo
ed intimati di sparire in fretta,
così imboccammo il primo sentiero:
in salita andava e lassù scorgevo
le fosche ombre di un oscuro maniero; 135
il ghigno di Loki, ahimé, non vedevo.
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*Un po' di mitologia
[...] La terza radice del grande albero del mondo si trova nel cielo fra gli dèi; accanto a essa vi è la fonte detta di Urðr. Qui si trova una splendida dimora donde vengono tre fanciulle che si chiamano norne. Insieme alle loro sorelle, esse hanno il compito di stabilire il destino, perciò si recano da ogni uomo che viene generato per assegnargli la sorte. Le norne tuttavia sono di diversa origine: talune sono buone, altre malvagie. Per questo toccano agli uomini destini tanto diversi.
Le tre norne che dimorano sotto il frassino hanno nome Urðr, Verðandi e Skuld (Passato, Presente e Futuro). Costoro si prendono cura dell'albero perché non secchi né marcisca: ogni giorno perciò attingono l'acqua sacra e pura della fonte e con l'argilla che si trova lì vicino irrorano i rami di Yggdrasill.
[…] Molti animali vivono presso l'albero del mondo. Un'acquila sta appollaiata sui rami più alti […]. Le radici del frassino invece, specie quella che si trova in Niflheimr, sono tormentate da serpi. Uno scoiattolo, di nome Ratatoskr, corre incessantemente su e giù lungo il tronco e riporta le cattive parole scambiate fra l'acquila e un serpe odioso di nome Níðhöggr.
[…] Nella fonte di Urðr vivono due cigni che lì trovano il loro nutrimento; da essi è discesa la razza di volatili che così si chiama.
Fonte: “I Miti Nordici” di Gianna Chiesa Isnardi
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Chiedo scusa per l'enorme ritardo.
Sto attraversando una fase di delirio da ultimi esami universitari e un blocco dello scrittore che rasenta la tonnellata di peso.
Di nuovo, chiedo umilmente venia. Se vorrete mandarmi a quel paese a causa degli aggiornamenti così discontinui, ne avrete tutto il diritto!
Cercherò in ogni caso di sbloccarmi e accelerare il ritmo. Il piano dell'opera si compone di trenta canti, né più né meno. Quindi è seriamente ora che mi dia una mossa, se non voglio terminare il tutto quando sarò una pensionata col bastone e e con le rughe da carlino.
Chiedo scusa anche al popolo vichingo: sto martoriando la loro mitologia.
Oh! Se siete interessati alla mitologia vera, il libro di Gianna Chiesa Isnardi fa al caso vostro. E' la Bibbia della mitologia nordica.
Per il resto... c'è pazzia, pazzia e molta pazzia in questo quarto canto. Spero vi piaccia! :*