Come
odi quella parola.
Quando
qualcuno la pronuncia,
può
esserci anche tutto il rumore del mondo,
è
come se calasse all'improvviso il silenzio.
Silenzio
all'esterno, ma anche dentro di te.
Ogni
emozione se ne va, fugge via,
insieme
ai pensieri che affollavano la tua mente fino ad un momento prima.
E
sono attimi di vuoto, di vuoto totale,
prima
che questa parola tiri fuori gli artigli.
Artigli
che ti stringono il cuore,
che
graffiano, feriscono.
Ma,
poco dopo, mostra anche i denti.
E
morde, dilania, strappa la carne,
ti
lascia senza fiato.
E,
all'improvviso, ti rendi conto di star piangendo.
Cancelleresti
quella parola da ogni dizionario,
la
elimineresti per sempre.
Ma,
anche usando altre lettere, il concetto cambierebbe?
No,
rimarrebbe quello, sempre quello.
Continuerebbe
ad avere artigli e denti,
a
graffiare e a mordere.
In fondo,
sono solo cinque lettere;
morto.