Ryan fin da piccino, sentiva la musica nella testa.
Era un dolce suono che doveva uscire da quella scatola cranica e trascritta su di uno spartito musicale.
Così, la sua prima chitarra la ebbe all'età di sei anni.
Era fatto così: ogni volta che la musica nasceva in lui, egli aveva il bisogno quasi viscerale di scriverne un testo sopra o di traslocare su carta le note che da sole, prendevano vita.
A volte, si svegliava anche in orari improbabili perchè, quella stessa musica, lo aveva destato dal sonno, e tanto lo lasciava in pace quando Ryan stesso non scriveva la melodia. A volte era una cosa sublime, altre volte una vera tortura!
Il peggio fu quando conobbe Barbie.
Se prima la sua vena creativa era assai vasta (un po' malata) e raramente ossessiva, da quando conobbe Barbie, la musica sgorgava in continuazione. Era come se una musa ispiratrice fosse venuta con violenza e avesse voluto strappare dalla mente di Ryan canzoni su canzoni.
Tutte in una volta, e tutte d'un fiato.
Non era stato facile ma scrivere 88 canzoni e tutte in una sola sera, non fu una passeggiata ma alla fine Ryan si sentì bene oltre che svuotato.
Era malato per caso?
Aveva un'anomalia nel cervello?
Non lo sapeva.
C'era chi lo riteneva un pazzo, un pazzo geniale ma la cosa non lo confortava minimamente. A volte pensava a come sarebbe stata la sua vita senza quel "dono". Insomma, a volte si chiedeva se Ryan potesse vivere senza musica o se la musica lo avesse abbandonato, prima o poi. Non era dato sapere... E la musica continuava.