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Autore: chaska    17/03/2013    0 recensioni
Che cos'è un sogno?
E' un mondo con un inizio che non è un inizio e una fine che non è una fine. E' la rude delicatezza in una notte afosa, il sorriso che aneli nell'oblio. Un mondo che è ciò che non è.
Cosa sei tu?
Un sogno.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belgio, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Che cos'è un sogno?
E' un mondo con un inizio che non è un inizio e una fine che non è una fine. E' la rude delicatezza in una notte afosa, il sorriso che aneli nell'oblio. Un mondo che è ciò che non è.
Cosa sei tu?
Un sogno.





Una risata cristallina gli invase i sensi, nient'altro esisteva a parte quelle note danzanti.
Se Romano avesse dovuto paragonare la sua risata a qualcosa di reale, avrebbe detto che era come una cavalletta.
Di un verde brillante che apre il cielo, che salta imperterrita senza mai riposarsi un momento. Tutto ciò che faceva era rimbalzare da un ricordo all'altro -da un luogo all'altro, senza sfiorare nulla, senza dargli pace.
La sua risata era come una cavalletta, e non gli dava pace.
Ma Dio, quanto l'amava.

«Romano, mi senti?»

Ma quando decideva di fermarsi, quando non rideva preferendo parlargli, allora la cavalletta non esisteva più.

«Romano.»

La sua voce diventava seta, una seta verde del nord, verde come i suoi occhi.

«Sono qui.»

I suoi occhi, erano un mondo in cui tuffarsi. Un sogno.
Lei era un sogno. Bella come nulla.
La sua Bella.

«Sei qui.»

E un sorriso si allargava morbido sulle sue labbra, felice come se il più grande dei miracoli fosse sbocciato davanti a lei, solo per lei.
Sbocciato e appassito insieme.

«Non dovresti essere qui, Romano. Dovresti-»

«Essere qui. Con te.»

Le prese le mani tremanti, non lasciandole completare la frase.
E dove doveva essere altrimenti? In un incubo creato dalle sue peggiori paure? O meglio, sulla sua unica e grande paura, sotto al cui cospetto tutti gli altri timori svanivano tremanti.
Un mondo senza lei, un inferno cucitogli su misura che aveva patito per anni ormai.
No, Romano doveva essere lì, con lei.

«Questo non è il tuo mondo. Non lo è mai stato, mai lo sarà.»

Perchè quello era un sogno, vero?
Un sogno di cavallette e di giorni d'estate. Di stralci di risate appartenenti alla gioventù, che mai ritorneranno.
Lei, la sua Bella dai raggi di sole che le facevano splendere i capelli, lei morta e lui vivo.
Lei che esisteva solo nei suoi pensieri e nei suoi sogni.
Sogni e pensieri che, ora che il tempo cominciava a segnargli greve il volto, andavano svanendo.

«Hai ragione.»

Doveva vivere in un mondo senza più luce, in inferno senza raggio alcuno di speranza?

«Non è il mio. E' il tuo. E mai ti abbandonerò, mai più.»

Meglio vivere come sogno evanescente insieme a lei, che morire in un incubo fin troppo reale.

«Ti amo, Bella.»

«Je t'aime aussi, Romano.»


E in un ospedale lontano, in una stanza come tante altre, il silenzio tacque e un incubo ebbe fine.














Note: HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA cos'è sta cosa. Dovrebbe essere dal POV di un Romano andato fuori di testa a causa della morte dell'amata, Bella, Belgio insomma. Una specie di fic nonsense, appunto. Ma fa cagare.
Ok.


p.s. Happy B-Day Romà! E anche a Feliciano, anche se qui non viene citato <3
   
 
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