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Autore: ValeDowney    18/03/2013    2 recensioni
Cosa sarebbe successo dopo Aladdin e il Re dei Ladri ? Immaginate se Cassim e Iago, fossero tornati indietro ed aggiungete Casim ( la "s" si legge più come una "z"), l'unica figlia sempre in cerca di guai, di Aladdin e Jasmine: avrete un sequel della trilogia, che ho immaginato; con nuove avventure e personaggi che potreste anche aver visto nella serie televisiva del 1994
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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    Sono passati quasi 4 anni dal matrimonio di Aladdin e Jasmine e sono successe molte cose, due tra le quali, il ritorno di Cassim, il papà di Aladdin, e di Iago ad Agrabah e la nascita dell’unica figlia di Aladdin e Jasmine, che i due hanno chiamato Casim, in onore del papà di Aladdin. La piccola principessa era coccolata da tutti, ma era anche costantemente sorvegliata dai suoi cosiddetti baby sitter, ovvero il Genio, Iago, Abu e Tappeto; a Casim non piaceva essere sorvegliata 24 ore su 24 e riteneva la sua famiglia troppo protettiva nei suoi confronti; inoltre, non le era permesso di uscire dal palazzo, se non solo per andare nel giardino reale. Casim si annoiava molto e non aveva amici o, almeno, amici della sua età e che non fossero un genio, un pappagallo che parlava troppo, una scimmia ed un tappeto magico. Casim era anche molto brava a cacciarsi in qualsiasi guaio: voleva esplorare e, ogni giorno, cercava sempre un modo per uscire da quella prigione di “quattro mura”, ma i suoi “baby sitter” riuscivano sempre a riportarla dentro. Solo a suo nonno materno riusciva sempre a farla in barba, mentre per quanto riguardava suo nonno paterno, alla quale era più affezionata rispetto agli altri della famiglia, a lui non riusciva mai nascondere nulla; sapeva che, un tempo, suo nonno era il famoso Re dei Ladri e, come allora, anche ora era ancora molto abile. Infatti proprio da suo nonno paterno e da suo padre, aveva ereditato l’abilità di sgattaiolare via in modo silenzioso e senza che nessuno se ne accorgesse, ma contrariamente ad entrambi, soprattutto da suo nonno, dal quale aveva ereditato anche il colore dei capelli e degli occhi, visto che entrambi i genitori avevano gli occhi di colore marrone chiaro, non aveva mai rubato nulla.

    

    Ma ora veniamo alla nostra storia, dove era una mattina come tutte le altre nella città di Agrabah o almeno lo era per Casim, che come sempre, si annoiava. La bambina stava camminando per uno dei tanti corridoi del palazzo, insieme a Rajah, la tigre di sua madre, ed ad Abu, la scimmietta di suo padre: “Che noia; qua non c’è mai niente di bello da fare e se provo ad andare fuori, Genio mi riporta subito dentro e Iago incomincia subito a parlare senza sosta” disse Casim ed Abu, annuì positivamente con la testa. Continuavano a camminare, quando Casim si fermò, per vedere Genio giocare a biliardo contro Tappeto: si fermò a guardarli sorridendo; sapeva che, quando c’era Genio nella vicinanze, c’era sempre divertimento. Genio stava pensando a quale mossa fare, quando, con la stecca, tirò la pallina bianca, facendo fare buca alla pallina rossa; poi disse, rivolto a Tappeto: “ Guarda ed impara dal maestro”. Tappeto prese la mira e, con un solo colpo, mandò tutte le palline a buca; Genio rimase a bocca aperta; letteralmente la bocca gli si aprì: Casim rise sotto i baffi. “Oh, oh, il tappeto mi ha messo a tappeto” disse Genio. “Avanti Genio, non ti abbattere: ti andrà meglio la prossima volta” disse Casim; entrambi la guardarono, anche se per Tappeto non si capiva e Genio disse: “Principessa Casim, che bella vederla”. “Genio, smettila: lo sai che non voglio essere chiamata principessa” disse Casim, andando dai due, insieme a Rajah ed Abu. “Vuoi sfidarmi ? Avanti i giochi sono aperti” disse Genio e si trasformò in un mazziere da sale da poker. “Grazie Genio, ma al momento non ho voglia di giocare” disse Casim, ma sotto di lei comparve un letto e Genio, accanto a lei, trasformato da vecchietta e con in mano un piatto di minestra calda, che disse, con la voce da vecchietta, mentre Abu era stato trasformato in una piccola infermiera: “Su da brava, mangia la minestra, che poi passa tutto” ed avvicinò il cucchiaio con la minestra fumante, a Casim, che invece allontanava la bocca da esso, per poi dire: “Genio, non sto male, dico davvero” e cadde a terra, visto che il letto scomparve improvvisamente sotto di lei; poi Genio si trasformò in un grosso termometro e domandò: “Proviamo la febbre ?”. Casim si rialzò in piedi, rispondendo: “Genio, non ho la febbre: al momento, non ho solo voglia di giocare con voi” e Genio ritornò normale; Tappeto abbassò la parte superiore, cosa che faceva quando era triste; quindi Casim andò da lui e, mettendogli una mano sopra, disse: “Non volevo essere così cattiva Tappeto; ehi, cosa ne dici se ce ne andiamo a fare un giro fuori ?”. Tappeto ritornò di buon umore e, dopo averle girato intorno un paio di volte si mise in orizzontale a mezz’aria; Casim ci saltò su, ma prima di volare via, Genio si mise davanti a loro: “Avanti Genio, spostati” disse Casim. “No, non posso, mi dispiace Cassy” disse Genio. “Suvvia, non succederà nulla: sarà solo un giretto qua intorno” disse Casim e provò a volargli accanto, ma Genio si trasformò in un vigile e, fischiando nel fischietto, le mostrò la paletta con su scritto STOP; Casim alzò gli occhi al cielo. Poi Genio – vigile prese fuori il libretto delle multe e, mentre scriveva, strappava i vari bigliettini, gettandoli a terra, ma nel continuare a gettarli a terra, venne sommerso da essi e Casim ne approfittò per volarsene fuori.

    

    La bambina volava contenta nel cielo e, di tanto in tanto, se ne sfrecciava verso il basso, sfiorando l’erba, ma proprio in uno di questi momenti, davanti a lei comparve Cassim e Tappeto, frenando di colpo, fece cadere Casim, la quale cadde proprio davanti a suo nonno. La bambina alzò lo sguardo, per vedere quello arrabbiato di Cassim, il quale teneva anche le braccia incrociate; Casim sapeva che non era un bel segno, quindi, disse: “Ciao nonnino”. “Ciao Casim” disse Cassim; la bambina si rialzò in piedi; guardò suo nonno e sorrise, ma il suo sorriso scomparve, quando Cassim continuava a guardarla malamente. “Casim, che cosa avevi intenzione di fare ?” chiese Cassim. “Volevo solo farmi un voletto, non è vero Tappeto ?” rispose Casim, guardando Tappeto accanto a lei, il quale annuì, ma lo sguardo di Cassim non cambiò; infatti disse: “Lo sai benissimo che non devi volare con Tappeto”. “Ma non stavamo facendo nulla di male” disse Casim. “Casim, sai le regole: niente volo” disse Cassim. “Odio queste regole !” replicò Casim ed incrociò le braccia. “Queste regole sono state fatte per la tua protezione” disse Cassim. “Protezione ?! Protezione da che cosa ?! Come potrà accadermi qualcosa, se sono sempre rinchiusa qua dentro ?!” replicò domandando Casim. “Non usare questo tono con me, signorinella” replicò Cassim. “Ma perché non posso uscire ? Almeno per una volta, vorrei vedere come è fatta Agrabah” disse Casim. Cassim si abbassò e, mettendole una mano su una guancia, le spiegò: “I tuoi genitori, io ed il Sultano, vogliamo solo che tu te ne stia al sicuro ed in posti dove potrai essere protetta ed osservata. Se uscirai di qua, non avrai più la protezione che hai qua tra le mura del palazzo. Promettimi che non ci riproverai più”; Casim lo guardò; poi sospirando disse: “ Va bene, nonno, te lo prometto”. “Bravo il mio diavoletto” disse Cassim spettinandole i capelli e si rimise in posizione eretta. “Nonnino, visto che tu eri il Re dei Ladri e, che quindi sei stato in molti posti, non potresti convincere mamma e papà a cambiare questa regola ?” chiese Casim. “Mi dispiace piccola, ma anche io sono d’accordo con loro” rispose Cassim; Casim guardò lateralmente, dicendo: “E’ che io vorrei farmi degli amici”. “Ma tu ne hai già di amici” disse Cassim; Casim lo riguardò, dicendo: “ Intendo amici della mia età e non i miei…miei “baby sitter”. Cassim sorrise e, mentre le pizzicava delicatamente una guancia, disse: “ Piccola mia, vedrai che ti divertirai molto anche qua. Verrà un giorno che i tuoi desideri verranno esauditi” e, voltandosi, se ne andò. “E se quel giorno fosse oggi ?” disse sorridendo maliziosamente Casim.

    

    Poco dopo, la bambina si trovava in camera sua, escogitando un piano per poter uscire senza che nessuno la vedesse; camminava avanti ed indietro, mentre Abu la guardava: “E se mettessi del sonnifero nel the ?” propose Casim guardando Abu, il quale però scosse negativamente la testa. “Già, troppo semplice e poi, Genio non si addormenta con del sonnifero; no, ci vuole qualcosa che riesca a tenerli a bada, finché non sarò abbastanza lontana dal palazzo” e riprese a camminare; poi, si fermò ed aggiunse dicendo: “Ci sono: Abu li distrarrai”. Abu stava per annuire, ma poi accorgendosi di ciò che la bambina aveva detto, scosse negativamente la testa: “Oh andiamo Abu: sarà solo per poco” disse Casim, ma Abu si voltò; quindi, Casim aggiunse dicendo: “Neanche per tre banane ?”: Abu si rivoltò e sbavò nel vedere quelle tre magnifiche banane. “Allora, affare fatto ?” domandò sorridendo Casim. Di fatti, poco dopo, Casim, con indosso il mantello che suo nonno le aveva regalato quando era nata, lo stesso mantello che indossa anche lui, stava guardando Abu che veniva rincorsa da Rajah, mentre gli altri cercavano di fermare i due; la bambina sorrise maliziosamente per il compimento del suo piano e, senza farsi vedere, corse velocemente nel giardino; si arrampicò su un albero e, poi, da esso, andò sul muretto: infine, uscì. Corse a più non posso e, finché non fu arrivata un po’ lontana dal palazzo, si fermò a riprendere fiato; si voltò nel vedere il maestoso palazzo: un po’ era triste perché aveva disubbidito ai suoi genitori e ad una promessa che aveva appena fatto a suo nonno; ma d’altra parte era contenta, perché finalmente, avrebbe visto Agrabah; quindi, si rivoltò e si incamminò.



NOTE DELL'AUTRICE: immagine creata da me. Spero che vi piaccia
  
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