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Autore: Acinorev    18/03/2013    39 recensioni
«Hai mai visto i Guinness World Records?» chiese ad un tratto Harry, continuando a fissare il sole splendente sopra le loro teste.
«Cosa c'entra ora?» domandò Zayn spiazzato, guardando l'amico attraverso le lenti scure degli occhiali.
«Hai presente quei pazzi che provano a stare in apnea per un tempo sempre maggiore? Ecco, tu devi fare la stessa cosa», spiegò il riccio, come se fosse un'ovvietà.
Gli occhi di Zayn si spalancarono, mentre iniziava a pensare che Harry si fosse beccato un'insolazione. «Devo provare a battere un record di apnea?»
«No, ovvio che no - rispose l'altro scuotendo la testa. - Loro si allenano per rimanere sott'acqua, un posto dove non c'è la nostra fonte di vita, l'ossigeno. Tu devi fare lo stesso, devi imparare a vivere senza di lei.»
Sequel di "Unexpected", da leggere anche separatamente.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Unexpected'
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Per chi fosse interessato, ecco il TRAILER

Prologue

 

Quando perdi la persona che ami, il mondo sembra vacillare.
E non è solo un modo di dire, è esattamente quello che succede. Crollano i progetti fatti insieme a lei. Crollano le sicurezze che avevi fino a pochi giorni prima, ma che si sono ormai volatilizzate. Crolla la forza che pensavi di possedere, perché non vedi più un valido motivo per cui sfruttarla. Crollano le promesse che avevi fatto a te stesso, quelle secondo le quali avresti dovuto affrontare la sua scomparsa a testa alta e con coraggio. Crolla tutto quello che ti sta intorno, come se lei avesse trascinato con sé ogni cosa.
Forse è per questo che si dice che una persona ti manca: perché era un pezzo di te, il pezzo più grande e migliore di te, quello che ti rendeva ciò che eri nel bene e nel male, e perché quel pezzo non c’è più. Senza di lei ti senti incompleto: ha portato via quasi tutto, dentro e fuori di te. Eppure, al posto di tutto quello che ti ha rubato, ha lasciato il suo ricordo, che diventa come un martello pneumatico nella tua testa e nel tuo cuore, pronto a ricordarti in ogni attimo della giornata che lei era tua e che ora non c’è più.
Te lo ricorda quando la mattina ti svegli, quando stai pensando a tutt’altro, quando stai ridendo a crepapelle ma devi fermarti perché la sua immagine ti si è ripresentata davanti, quando vorresti solo far tacere tutti i tuoi pensieri pur di passare un solo minuto di pace. Ed è in quei momenti che la maledici: "Se ne è andata! Perché diavolo mi tormenta ancora?" continui a chiederti.
Sei arrabbiato perché, nonostante non sia più con te, senti la sua assenza in ogni gesto che compi, in ogni respiro che fai durante la giornata, così intensamente da diventare una presenza: sei arrabbiato perché semplicemente non è più al tuo fianco. Ti torturi, domandandoti se anche lei stia passando quello che stai passando tu, ma non credi sia possibile e non glielo auguri nemmeno: sarebbe crudele farlo, perché vorrebbe dire destinarle un dolore inimmaginabile, un dolore che non sapevi nemmeno potesse essere così soffocante. Ti torci le mani imprecando, perché nonostante ti stia facendo così male, nonostante ti abbia abbandonato, tu la ami ancora come il primo giorno, come il primo secondo in cui ti sei accorto che senza di lei avresti smesso di vivere: e per ironia della sorte, ora stai sperimentando quell’assenza che tanto avevi temuto.
Ma ci sono anche i momenti in cui il suo ricordo cerca di torturarti e di strapparti il cuore, mentre tu sei pronto a farti cullare da lui solo per poter sentire di nuovo la sua presenza. Sei pronto a soffrire, a sentire ogni cellula del tuo corpo fremere per quella mancanza, sei pronto a tutto pur di rivederla ancora una volta. Quindi ti lasci trasportare da una miriade di ricordi che, sebbene sembrino delle coltellate in pieno petto, sono anche la cosa più piacevole che ti sia mai capitata. La rivedi davanti a te mentre prepara la colazione, come quel giorno in cui si era raffreddata perché tu non ne volevi sapere di alzarti. La senti respirare al tuo fianco mentre dorme, come quella volta in cui eri tornato tardi a casa e l’avevi trovata addormentata nel tuo letto. La ascolti urlare perché gelosa di una ragazza che ti ha guardato un secondo di troppo, come quella sera che l’hai dovuta trattenere prima che potesse rincorrere la cameriera del ristorante per dirgliene quattro.
Ti ritrovi immerso nella vita di prima - quella che poteva ancora essere definita tale -, sentendo il dolore pungerti il cuore, ma vieni pervaso da un senso di calore e di tranquillità che vorresti durasse per sempre: perché mentre pensi a tutte quelle piccole cose, lei è ancora lì, al tuo fianco. E non ti importa se in quel ricordo ti sta urlando contro, se è imbronciata, se è più bella del solito, se ti sta prendendo in giro o se nemmeno ti sta guardando: quello che conta è sentirla viva ancora una volta, seppur in un ricordo sbiadito.
 
Ogni mattina, quando ti svegli, ti siedi sul letto e affronti sempre lo stesso problema: dimenticare o ricordare? Ma come ogni mattina, ti alzi da quel letto senza una soluzione: non riesci a trovarla, o forse non vuoi trovarla. Forse è così: forse sei solo troppo debole per prendere una decisione.
Fatto sta che dimenticare ti sembra tanto impossibile quanto ricordare: come puoi dimenticarla? A volte stai così male che è l’unica cosa che vorresti fare, ma l’hai amata, le hai promesso di continuare a farlo contro ogni logica e contro ogni difficoltà, riesci ancora a percepire i brividi che ti provocava la sua vicinanza: come puoi pensare di far finta che non sia mai esistita?
Dimenticare significherebbe mettere da parte i suoi occhi e le mani che ti accarezzavano ogni giorno; o la sua bocca quando baciava ogni centimetro della tua pelle; la sua ironia, quella che ti faceva ridere e arrabbiare allo stesso tempo; il suo coraggio nell’affrontare ogni piccolo problema e anche il più grande, quello che vi ha divisi; significherebbe mettere da parte tutto, come se quelle piccole cose non fossero quelle senza le quali non riuscivi a stare e di cui ancora non sai fare a meno.
Dimenticare ti sembra dannatamente impossibile e ingiusto: ricordi che lei avrebbe voluto che tu lo facessi, perché non riusciva a sopportare l’idea di sapere che avresti sofferto, ma non se lo merita e tu non vuoi dimenticarla. Ti sembrava infattibile anche allora, quando lei era ancora al tuo fianco: e gliel’avevi detto. "Come pensi che potrei dimenticarti?" le avevi chiesto, credendo che fosse una pazzia. Eri convinto di quelle parole anche se non sapevi a cosa stavi andando incontro: e ora ti trovi in mezzo a tutto questo, consapevole del fatto che avevi ragione, che non avresti potuto dimenticarla.
Quindi scarti l’idea e cerchi rifugio nell’altra opzione: devi ricordare? Sarebbe molto più facile e allo stesso tempo molto più doloroso: ti accorgi che vivere ogni giorno della tua vita con la sua immagine nella testa sarebbe straziante, nonostante qualche volta ti dia sollievo. Significherebbe lasciare da parte tutto il resto, perché il suo ricordo è talmente insistente, talmente carico di sentimento, che non ti lascia respirare: lo senti mentre ti comprime il petto, tanto da farti temere che possa scoppiare da un momento all’altro, e ti chiedi come potresti sopportarlo per tutta la vita senza soccombere, quando ci sei già così vicino.
Quindi sei ad un bivio: devi scegliere, e ti sembra che non sia mai esistita una scelta più difficile di questa.
Hai rimandato per molto, troppo tempo, aspettando che la soluzione piovesse dal cielo e credendo che sarebbe bastato accettare qualsiasi cosa sarebbe accaduta: ma sono passati giorni, settimane, mesi, e tu sei sempre al punto di partenza, in una specie di limbo da cui non riesci più a uscire.
 
Poi, ogni tanto ti riscuoti: pensi che forse non devi per forza dimenticare o ricordare, che forse devi semplicemente accettare quello che è successo. Le tue labbra si incurvano in un sorriso amaro mentre ridi di te stesso, perché è una cosa così scontata che ti chiedi come tu abbia fatto a non capirla prima: eppure, appena realizzi che la tanto agognata soluzione è sempre stata sotto ai tuoi occhi, vai nel panico.
Non sai come si faccia ad accettare la sua assenza.
"Qualcuno me lo insegni, vi prego - pensi, come se il mondo potesse effettivamente sentirti. - Alcuni di voi ci sono già passati, come ci siete riusciti?"
Sei convinto che tante delle persone che incontri per strada abbiano dovuto affrontare quello che stai passando tu ora, e le osservi alla ricerca di qualche indizio. Vorresti fermarle e chiedere: "Come ha fatto a continuare a vivere senza di lei?"
Ipotizzi che sia stato altrettanto difficile anche per loro e che abbiano avuto bisogno dell’appoggio di qualcuno per andare avanti, quindi provi ad affidarti ai tuoi amici. Eppure nemmeno loro sembrano comprendere: ti stanno vicino e ti spronano ad andare avanti, preoccupati per te, ma nessuno capisce. Non capiscono cosa tu stia realmente passando e che stai cercando con tutto te stesso di superarlo, che ci stai provando da quando lei se n’è andata. Sai perfettamente che non è colpa loro, perché in effetti nemmeno tu ti aspettavi che sarebbe stata così dura, nonostante la tua immaginazione si fosse data alla pazza gioia. Allora ti limiti ad apprezzare i loro sforzi, sebbene siano stati inutili, e cerchi di non far pesare loro il fatto di non essere riusciti ad aiutarti.
Ti convinci di dovercela fare da solo: in un modo o nell’altro, devi rialzarti e riprendere in mano la tua vita.
Speri che succeda il più in fretta possibile, ma non vuoi illuderti.
Preghi perché succeda e basta, ma sai che molto probabilmente non sarà così.
E come ogni sera, appena posi la testa sul cuscino, la tua mente ti disegna il suo volto davanti quasi come se fosse un’abitudine. Quindi non puoi fare altro che aspettare il giorno in cui vederla non ti farà più tanto male, senza sapere se quel giorno sarà domani o tra qualche settimana.
"Buonanotte, Kathleen" ti limiti a pensare, e la vedi sorridere in tutta la sua bellezza, in un modo talmente reale da far tremare il tuo cuore.






 


 

Ciaaaaaaaaao ragazzuole! Sì, Veronica la rompipalle è tornata con un'altra storia ahhaha
Lo so, a molte avevo detto che sarebbe passato un mese circa e bla bla bla ma insomma, questo prologo è nel mio computer da circa due mesi e mezzo, mi stava praticamente implorando di essere pubblicato D:
Per chi mi conosce sa che i primi capitoli per me sono un trauma, quindi vi chiedo di lasciarmi un misero parere positivo o negativo che sia! E poi, a parte la mia mente complessata, è sempre bello sapere cosa ne pensate :) Soprattutto perchè è la continuazione di "Unexpected"!!!
A proposito di questo, vorrei ribadire che chi non l'ha letta non avrà difficoltà a seguire questa :) (ovviamente vi consiglio di leggerla)
Poooi cosa potrei dire? Ah, sì: questo prologo è un po' a parte dalla storia in sè, ma quando pubblicherò il primo capitolo capirete perchè :) Si capisce relativamente poco, ma posso anticiparvi che la storia non avrà un tono drammatico come questo, almeno non sempre :) Di certo chi ha letto "Unexpected" sa già a chi si riferisce, ma io non posso dirlo qui per non rovinare la storia alle altre :)
Dovrò mantenere un certo mistero per le nuove lettrici (?)
E niente spero di avervi incuriosite e che questo prologo vi sia piaciuto :3 Mi dispiace non potervi dire molto, ma prometto che quando aggiornerò potrò dirvi altro c: Aspetto i vostri pareri!

(Sì, di solito vi lascio con le gif, ma fa tutto parte della storia del "mistero" ahahah)
Ok, ora me ne vado davvero hahaah Ciao splendori!
  
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