Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Yvaine0    18/03/2013    1 recensioni
«Harry, giuro che se tu fossi una ragazza, io mi innamorerei perdutamente di te» disse tutto d'un fiato, completando il tutto con una risatina nervosa.
Solo che Harry è davvero una ragazza. Si chiama Harriett, è la migliore amica di Niall, ma è anche la donna di cui lui è innamorato da ... be', da sempre.
Aggiungiamoci un appuntamento disastroso, uno spuntino di mezzanotte e tanti biscotti... et voillà! Ecco a voi questa One Shot.
Niall/fem!Harry
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
- Questa storia fa parte della serie 'Challenge accepted!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer! Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere delle entità realmente esistenti citate, nè offenderle in alcun modo. Tutti i fatti narrati sono puramente inventati o sola fonte di ispirazione.

Scritta in risposta alla sfida di MN125: 
Niall+fem!Harry, prompt: vicolo, Mullingar, fame


Notte di lacrime e biscotti.
Quando sembra impossibile uscire dalla zona amici.
 
 
Niall sgranò gli occhi e in quello stesso momento il lamento gorgogliante del suo stomaco risuonò nella camera da letto. Rotolò a pancia in giù, gli occhi socchiusi. Non aveva nessuna voglia di alzarsi, ma il suo stomaco – come annunciò di nuovo un secondo dopo – voleva a tutti i costi essere riempito.
Liam, che in quel momento stava russando sommessamente nel letto accanto al suo, glielo aveva detto: andare a dormire senza aver toccato cibo non era una grande idea. Ma Niall era così depresso che alla fine Zayn era dovuto intervenire per placare la continua insistenza del loro coinquilino e lasciarlo libero di andare a dormire.
«Su con la vita, Nialler! Il mare è pieno di pesci!» aveva esclamato Louis, cercando di strappargli un sorriso. Cosa che non era avvenuta.
Un Niall Horan che non rideva ad ogni sciocchezza e non cenava non era un Niall Horan, lo sapevano tutti. E tutti erano anche a conoscenza del fatto che l'unica cosa che avrebbe potuto ridurre così un Niall Horan non poteva che essere qualcosa di grave, una questione di donne.
E così era.
Quando il suo povero stomaco si lamentò nuovamente, Niall si arrese al suo volere. Con uno sbuffo calciò via le coperte e, senza accendere la luce per paura di svegliare gli altri, si avviò verso la cucina, alla cieca.
Si fermò qualche istante davanti alla stanza di Harriett. Si chiese se fosse tornata o se fosse ancora con quel Tyler. Magari stavano dormendo nudi e abbracciati del letto di quell'idiota, in quel preciso istante, con un sorriso ebete stampato in faccia nel sonno.
Sbuffò e passò oltre, svelto, attento a non far rumore. Non era nemmeno poi così tardi, notò quando lanciò un'occhiata alle cifre luminose sul videoregistratore. Era solo mezzanotte; a quell'ora di solito era ancora in salotto a guardare la TV, ma non quella sera. Quella sera era andato a letto senza cena alle nove, come non faceva dall'ultima volta che sua madre lo aveva messo in punizione – almeno sette anni prima.
Quando entrò in cucina, un rumore di carta stropicciata lo fece sussultare. Trattenne il fiato e rimase immobile qualche istante, poi decise di esserselo immaginato. Si trascinò quindi verso il frigorifero e ne spalancò l'anta, alla ricerca di qualcosa che potesse soddisfare il suo lamentoso stomaco.
«Oh, Niall!»
Il ragazzo sobbalzò, finendo per sbattere la testa contro il ripiano superiore. Imprecando come un scaricatore di poco, come se questo potesse alleviare il dolore provato, estrasse la testa dal frigo e si voltò nella direzione da cui proveniva la voce; tenuemente illuminato dalla luce dell'elettrodomestico, riuscì a scorgere il profilo di Harriett. «Oh. Hey.» soffiò, quando si rese conto di chi si trovava davanti. Si schiarì la gola nel tentativo di darsi un tono. Non che avesse molto senso: anche se non avesse appena dato una testata epica né dato sfoggio di tutta la sua innata finezza, Harriett lo aveva visto conciato nei modi peggiori nel corso degli anni. Insomma, non c'era alcun bisogno di sforzarsi per risultare carini e rispettabili ai suoi occhi, tanto ormai il danno era fatto.
Erano migliori amici da sempre, da quando Niall si era trasferito da Mullingar; non per niente era certo che non sarebbe mai uscito dalla zona amici.
Non importava quanto ne fosse innamorato, che si impegnasse per essere sempre al suo fianco o che ogni minimo gesto di lei lo facesse impazzire – nel bene e nel male: erano solo ottimi amici. Meglio di niente, certo, ma questo a lui non bastava più da tanto tempo. Avrebbe voluto sapersi accontentare, ma i suoi sentimenti erano molto più forti di lui.
«Come mai già a casa?» le domandò, senza riuscire a nascondere una punta di amarezza nella sua voce. Chiuse il frigo e accese la luce nella stanza.
Lei si strinse nelle spalle e morse il labbro inferiore. «È mezzanotte» fu la sua laconica risposta. Distolse lo sguardo e pescò un biscotto dal sacchetto che teneva in grembo.
Improvvisamente Niall capì da dove provenisse il suono che lo aveva spaventato poco prima. Capì anche che qualcosa non andava: Harriett aveva gli occhi lucidi e le guance arrossate, mentre mangiava biscotti da sola e al buio, la sera in cui sarebbe dovuta essere fuori con la sua nuova fiamma, quell'idiota di Tyler.
Niall detestava gli studenti di Legge, li trovava pomposi e montati; tutti quelli che conosceva erano perfetti idioti. E, sì, in effetti Tyler Parker era l'unico idiota studente di Legge che lui conoscesse, ma questo non cambiava affatto le cose.
Con un sospiro andò a sedersi accanto a lei, pronto ad ascoltare qualunque suo sfogo, ogni racconto. Dopotutto era il suo migliore amico, era una delle persone a lei più vicine, non poteva di certo voltarle le spalle, per quanto lei lo avesse fatto soffrire accettando di uscire con quel tizio, per quanto il suo cuore si fosse gonfiato – e il cavallo dei pantaloni leggermente ristretto – vedendola uscire dal bagno, bellissima – un po' più del solito – con quel vestito nero che le fasciava morbidamente il corpo mettendo in risalto la sua sensualità. Per quanto poi tutta quella gioia fosse svanita e il suo organo cardiaco calato a picco fin sotto i piedi, assieme al suo morale, quando si era reso conto che quello meraviglioso spettacolo che aveva sotto il naso era stato allestito per qualcun altro.
Le rubò un biscotto e le scoccò un bacio sulla guancia. «Che ti ha fatto quello stronzo?», andò dritto al dunque.
«Non è uno stronzo...» mormorò la ragazza, strisciando i piedi nudi sulle piastrelle bianche del pavimento. I tacchi erano stati malamente abbandonati sotto al tavolo.
Niall la guardò di sottecchi, scettico. «Harry...» la richiamò.
Lei gli si accucciò contro il petto, facendogli aumentare notevolmente il battito cardiaco – Niall non sapeva se sperare che se ne accorgesse o meno. Optò, come al solito, per aspettare che succedesse qualcosa. Erano anni che aspettava; aspettava che lei si accorgesse di lui, che lasciasse trasparire qualche minimo interesse nei suoi confronti, che altri ragazzi smettessero di chiederle di uscire, di trovare il coraggio di confessarle i suoi sentimenti. Un'inutile perdita di tempo.
Harriett sospirò e cominciò a raccontare. «Mi è venuto a prendere a piedi e abbiamo dovuto attraversare tutta la città a piedi. Con quei tacchi! Non sai che male ai piedi... »
Non molto galante da parte sua, pensò Niall. Lui la sarebbe andata a prendere in macchina, l'avrebbe portata ovunque lei avesse voluto, non importava quanta benzina servisse. Avrebbe volentieri speso tutto il suo stipendio in benzina, se fosse stato necessario.
«Siamo passati per un maledettissimo vicolo buio e lui si è messo a litigare con un barbone che gli aveva chiesto qualche spicciolo – continuò lei, la voce animata da una leggera rabbia mista a delusione; - E, naturalmente, appena entrati al ristorando si è reso conto di aver dimenticato il portafogli in macchina».
«Che grandissimo stronzo!» sbottò Niall, esterrefatto, prima di rendersi conto che forse sarebbe stato meglio mantenere un tono un po' più basso, vista l'ora e i coinquilini addormentati. Strinse i pugni. Non riusciva a crede che quell'idiota di fosse fatto pagare la cena dalla ragazza a cui aveva chiesto di uscire – la sua Harriett, dannazione! Quanto potevano essere meschine le persone? Se solo lo avesse avuto tra le mani in quel momento, gli avrebbe insegnato la lezione. Okay, forse l'idea di prendere a pugni un tizio alto due metri e largo uno non era esattamente grandiosa, ma avrebbe corso il rischio, almeno per avere la soddisfazione di rompergli il naso.
«Già. A quel punto erano già le dieci e morivo di fame, ma... ma gli ho detto di avere nel portafogli solo i soldi per tornare a casa in taxi e...»
«E...?»
«E l'ho piantato lì» mormorò con un filo di voce.
Niall la allontanò da sé quanto bastava per guardarla negli occhi verdi, contornati da una lieve linea di matita. «Davvero?» chiese conferma, incredulo.
Non riusciva a crederci. Quel comportamento non era per nulla da Harriett; checché ne dicesse la sua aria sexy e determinata, lei era troppo sensibile e attenta a non urtare i sentimenti altrui per farsi valere. Ecco perché finiva sempre per farsi mettere i piedi in testa, per prendere botte nei denti e tornare a casa in lacrime, per rifugiarsi tra le braccia di Niall. Per quanto sapere di essere il suo porto sicuro gli facesse piacere, Niall avrebbe preferito che non ci fosse bisogno di lui, che certe situazioni non si verificassero.
«S-sì».
Un moto di qualcosa che avrebbe potuto essere orgoglio, così come meschina gioia per l'appuntamento andato in fumo, pervase il petto del ragazzo, che si ritrovò a sorridere. A Niall non importava la natura di quell'emozione, era semplicemente entusiasta, qualunque fosse il motivo.
«Mi sono sentita usata, Nialler – aggiunse lei, trovando il coraggio di guardarlo negli occhi, lo sguardo improvvisamente acceso di determinazione. - Mi sono chiesta cosa avreste fatto voi al mio posto e mi sono detta che Louis gli avrebbe riso in faccia e se ne sarebbe andato, così come tu e Zayn. E, be', l'ho fatto».
«Dio! - Niall scoppiò a ridere, del tutto incurante del fatto che gli altri dormissero. - Dio, Harry, sei fantastica!» esclamò gioioso. La strinse forte a sé, posandole un bacio tra i lunghi capelli ricci. «Sei uno spettacolo!» ripeté.
Aveva sempre pensato che quello fosse il modo migliore per dirle la verità, dimostrarle ciò che provava: ridendo.
«Lo pensi davvero?» mormorò lei, incerta. Il fremito che le scosse le spalle fece intuire al ragazzo che stesse per crollare, lasciare che la sua rabbia si sfogasse tra le lacrime.
«Vieni qui, dai» la incoraggiò, per poi trascinarla a sedere sulle proprie gambe. «Certo che lo penso, sei la persona migliore che io conosca».
Harriett nascose il viso nell'incavo del suo collo e si aggrappò forte a lui, mentre Niall le passata le dita tra i capelli castani. «Ma se non ne faccio una giusta!»
«Harry!» la richiamò, prima che lei sprofondasse nell'autocommiserazione. Non sopportava vederla così abbattuta per colpa di uno stronzo qualunque, che molto probabilmente non si sarebbe più avvicinato a lei – lui non lo avrebbe permesso.
«Harry, giuro che se tu fossi una ragazza, io mi innamorerei perdutamente di te» disse tutto d'un fiato, completando il tutto con una risatina nervosa.
Harriett rise contro il suo collo e gli pizzicò un fianco, «Ma io sono una ragazza!» esclamò divertita.
Niall rimase in silenzio, non sapendo come replicare a quell'affermazione. Lo sapeva, sapeva eccome che Harriett era una ragazza. Era la ragazza più bella che lui conoscesse, quella più dolce, divertente e intelligente, quella che più di tutti lo comprendeva. Era stata la prima ad accettarlo nel gruppo, lei a farlo sentire a casa, apprezzato, ben voluto. Lei lo aveva aiutato a combattere le sue insicurezze, lei era la persona per cui batteva il cuore di Niall. Forse Harriett nemmeno si rendeva conto di quanto fosse importante per lui.
Il suo silenzio insospettì Harriett, che sciolse l'abbraccio per guardarlo dritto negli occhi, seria e leggermente turbata. «Niall, guardami», gli posò una mano sulla guancia per costringerlo ad obbedire.
Lui si sforzò di non distogliere lo sguardo, mentre il battito impazzito del suo cuore gli rimbombava nelle orecchie. Ormai era tardi per tirarsi indietro, il dado era tratto; non rimaneva che attendere il risultato. «Lo so – sussurrò. - Lo so che sei una ragazza».
 
La mattina seguente, come ogni mattina, la cucina dell'appartamento era pervaso da un allegro chiacchiericcio – proveniente dal televisore - , dai lamenti soffocati si Zayn, abbandonato su una sedia con la testa tra le mani in attesa del suo caffè e il canticchiare sommesso di Liam alle prese con i preparativi della colazione. Questo mentre Louis raccontava il suo ultimo, bizzarro sogno a gran voce e Niall bagnava biscotti nella sua tazza di latte.
L'ultima ad entrare nella stanza fu Harriett, comodamente avvolta dal suo pigiama blu scuro, ormai completamente struccata, con i capelli disordinati e il viso sereno – per quanto uno possa apparire sereno alle otto di mattina. «Buongiorno!» esclamò, mentre faceva il suo ingresso strascicando i piedi.
«Giorno, Harry!» trillarono Louis e Liam in coro, mentre Zayn grugniva qualcosa di incomprensibile.
La ragazza si trascinò fino a Niall, gli scompigliò i capelli e, «Buongiorno, Nialler» gli sussurrò, per poi lasciargli un tenero bacio sulle labbra.
L'irlandese sorrise raggiante e la tirò a sé per poterla baciare di nuovo. «Buongiorno a te!» rispose, quando si ritenne soddisfatto.
Lei rise e, come se niente fosse, rubò un biscotto dal sacchetto e si andò a sedere accanto a Louis come faceva ogni santa mattina.
 
«E questo che significa? Mi sono perso qualcosa?»
«Pare che Nialler sia uscito dalla zona amici, Tommo».
«Woah-oh, batti il cinque, Irlanda!»


One Shot scritta sul pullman, in viaggio verso Barcellona. Nessuno di voi vuole vedere come è incasinata la pagina dell'agenda, ve l'assicuro. XD
Non so, mi ha tenuto compagnia. Inoltre questa cosa di trasformare i ragazzi in ragazze mi piace più del dovuto - come dimostra la sfida che io per prima avevo lanciato a MN125 (a proposito, vi consiglio di leggere la sua Stop pulling my leg!, che mi ha fatto morire dal ridere).
Niente, spero vi sia piaciuta almeno un po'.
Questa è tutta tua, Meri. u__u
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Yvaine0