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Autore: whasting    19/03/2013    0 recensioni
Evievve s'è persa, non sa né come, né quando, però s'è persa.
Forse quel giorno in quel parco, oppure mentre mangiava quella pizza, ma s'è persa. E Marco se n'è accorto, eppure non dice niente.
Finché un giorno esplode, ed insieme a Marco pure Eve.
Dov'è Eve ora? Dove si trova? Quando torna? E' colpa mia? Si ripete Marco ogni mattina appena apre gli occhi.
Eve se sei qui abbracciami, dice Emma ogni volta prima di andare a dormire.
Eve, è colpa mia vero? Piange Eileen.
Eve s'è persa, oppure sono gli altri ad aver perso lei?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Evievve non sei più quella di una volta!" Mi urla Marco. Lui sa com'ero una volta, io non me lo ricordo. Ho gli stessi capelli, la stessa voce, gli stessi occhi di sempre. Forse amavo Marco, ma ora non provo più nulla.

"Com'ero una volta? Dimmelo Marco." gli chiedo allora.

"Vuoi saperlo Eve? Vuoi davvero saperlo?"

Urla ancora più forte lui, ed io vorrei dirgli di smetterla. Ho mal di testa Marco, mi bruciano gli occhi, ti prego Marco smettila. Mi guarda e capisce, allora si calma e dice: "Una volta Eve ridevi sempre. Ogni sera facevamo l'amore su quel letto dove spesso, nell'ultimo periodo, ci siamo odiati. Tutto ti divertiva, anche quando non era divertente. Ora cosa sei? Guardati, aggiustati, torna ad essere quella di sempre, perché se non torni tu, vado io."

Evievve dagli occhi gonfi, Evievve dalle unghie mangiucchiate, Evievve che non sa come e quando si è persa. Evievve che non torna.

Mi sento leggera, mi lascio andare e sento solo un forte tonfo. Prima di chiudere definitivamente gli occhi vedo Marco piangere e del sangue scorrere sul pavimento. Che senso ha vivere se non si sa più per cosa si vive?



**

Mentre la vita va avanti io rimango ferma. Vedo Marco seduto su quel divanetto dell'ospedale da più di dodici ore. Non mi riprendo.

Emma continua a piangere ed io cerco Eileen, non c'è. Vago per il corridorio del mio piano per vedere se magari arriva, ma non c'è.

Vorrei piangere, ma non so come diavolo si fa. Sono incastrata in un mondo che non fa per me, in un mondo parallelo, in un mondo che ricambia il mio odio verso lui.

Sono passate due ore ed Eileen sembra non far parte nemmeno più di me. Sono appena passate le due di notte e Marco piange, più forte di Emma, guarda fuori dalla finestra e piange. Marco sono qui, se solo riuscissi a capire come entrare in quel maledetto corpo. Mi stendo accanto a me, mi guardo e piango con Marco. Piango per me, piango per essermi lasciata cadere, piango per Eileen. Perché le persone a cui tieni di più si divertono a farti soffrire?

Ora mi rendo conto che più volte Marco se l'è chiesto. Ma quand'è che ho incominciato a perdermi? Quando ha incominciato a perdersi la mia Evievve? Ha conosciuto un altro? Non mi ama più? E si faceva giorno.

Io quando ho incominciato a perdermi non me lo ricordo proprio. Ricordo che una mattina mi sono svegliata e mi sono sentita vuota, ho dato semplicemente la colpa alla fame.



**

Oggi c'è il sole, e io non posso sentire i suoi raggi su di me.

Sono in un ospedale, fuori dal mio corpo, con gente che mi crede morta accanto a me.

"Non vorrei essere insensibile, ma se entro un mese non si sveglia ci tocca staccare il respiratore artificiale." Dice il medico con qualche incertezza. Non è sicuro nemmeno lui di far morire qualcuno solo perché la vita ritarda a venire.

"Ma come dottore? Si riprenderà!" dice Marco. E qui il dottore inizia a parlare di un testamento, di qualcosa come "ma non ci ha detto se voleva essere attaccata al respiratore o no, per sicurezza la teniamo attaccata, non si sa mai".

Ma come? Se mi staccano quel respiratore non ho più la possibilità di ritornare nel mio corpo, a chi posso chiedere aiuto? Non c'è nessun anima viv... oops.

Il sole è calato, ed io non ho sentito nemmeno un raggio attraversarmi la pelle. La primavera è iniziata ed io non so se mai riuscirò a vedere i fiori sbocciare sugli alberi, la vita sta giocando con me. Ed io non ho mai giocato con la vita, nemmeno una volta. Sempre in regola. Ogni errore l'ho pagato, e quei pochi errori che ho fatto erano insignificanti.

Solo Eileen, sto pagando il nostro errore adesso.

Ma che errore è quando due persone decidono di stare insieme per amore? Puro e semplice am... beh, qualcosa che ci somiglia comunque.

"Ed intanto però, non è venuta a trovarti" mi sussurrà la vita, che è accanto a me, ma non dentro me.

**

Marco è andato a prendersi un caffè, Emma è a scuola e c'è solo Eileen con me.

E' venuta a trovarmi alla fine, sapete?

Non sapeva che stessi male, nessuno gliel'aveva detto. Neanche Marco che faceva tanto la persona per bene. Quello stronzo. Gli dispiace ora. Ma io non lo voglio più qui, voglio che vada a casa e torni al suo lavoro.

Quando tornerò nel mio corpo prenderò le mie cose ed andrò via. Penso di andare a vivere con Eileen, in fondo si può anche essere solo amiche. Sempre se lei è d'accordo.

Vorrei solo che riuscisse a vedermi. Oh accidenti, io non sono su quel letto. Sono qui, seduta sul divanetto, accarezzare quel corpo è come accarezzare un muro. Siediti qui invece, anche se sono un fantasma.

"Evievve so che ci sei, ma non sei qui. So che stai vagando per la stanza in attesa del tuo momento. So che vorresti sapere come tornare, so tutto. Ci sono passata pure io, ora vieni qui, ti prendo la sedia, siediti con me."

Oh, lei lo sa. Ed io mi siedo accanto a lei.

"Da bambina mi era successa la stessa cosa. In un incidente stradale. Sono finita in coma e vagavo per l'ospedale. Tutti pensavano che fossi morta, eppure io potevo osservarli tutti. Mia mamma si disperava e mio papà mi considerava morta prima del previsto. Non capii mai come avessi fatto a tornare in me, so solo che ci tornai. Ed ero cambiata."

E nel frattempo è tornato Marco. Odio Marco, con tutta me stessa, o almeno quello che resta di me. Un corpo visibile solo a me stessa. Ma di che corpo parlo? Io non ce l'ho più un corpo. Non dormo, non mangio, non tocco le cose e contrariamente a come si pensi, non passo attraverso le pareti.

"Grazie Eileen, ora ci sto io, va' a casa."

"Marco, se non ti dà fastidio resto io, sai che le voglio bene."

Le - voglio - bene. Ma a chi vuoi prendere in giro Eileen? Vuoi bene ai tuoi amici, non a me.

"Le voglio bene pure io, per cui ora va' a casa e riposati."

Ma come ho fatto a stare con un individuo simile? Marco va'a casa tu, qua nessuno t'ama.

"Sappi che lei è qui. E' nell'aria che respiri, e ti sta odiando. Non ti ama, non ti ha mai amato. Ci sono sempre stata io. Le mie mani, non le tue. I miei abbracci, non i tuoi. I miei baci, non i tuoi. Il mio letto, non il vostro. I miei cuscini sanno di lei, i tuoi sanno di fumo. E' l'odore di quelle sigarette che fumavi quando lei era con me e ti mancava. Marco, sappi che quando si sveglierà, perché si sveglierà, lei starà con me. Non sperarci troppo. Non cerca le tue mani, non scrive a te, non chiama te, non vuole te. Sappilo Marco, lei ora vorrebbe me, ed invece ci sei tu."

"L'hai appena detto, ci sono io, non tu. Ora va' a casa, riposati, e no, non sono preoccupato su chi possa amare lei. Io l'amo abbastanza. Lei sceglierà la sicurezza. Sceglierà la mia casa, il mio lavoro, la mia vita. Tu cosa puoi offrirle?"

Ed io non so proprio con chi starei se mi svegliassi. Marco è il mio posto sicuro, la mia vita, il denaro con cui compro tutti i libri, la vita che ho sempre sognato. Eileen è la fantasia che supera la realtà, è il sogno, è una mia fantasia oscura.

Le oscure fantasie di Evievve.

**

Ho sempre pensato che quando una persona muore le persone intorno ad essa si disperino. Invece mi sbagliavo.

Sono su un letto d'ospedale e tutti stanno vivendo la loro vita, mentre io non ce l'ho nemmeno più.

Marco sembrava così felice ieri di tornare al lavoro, fa il grafico, guadagna bene. Mentre io lo guardavo e pensavo "sei un pezzo di merda." Quale ragazzo abbandonerebbe mai la persona che ama per andare a vedere le stesse facce di sempre?

"E quale ragazza tradirebbe il suo ragazzo con un'altra ragazza?" mi sussura ancora la vita accanto a me. E' sempre qui, si prende gioco di me, sorride e mi guarda, poi guarda il letto dove c'è il mio corpo e sorride ancora. Si diverte. Ti diverti? E con un altro sorriso sembra dire "sì, mi diverto".

Oh, io so quanto ti diverti. Mi divertivo pure io un tempo. Alle medie mi facevo chiamare Eva. Evievve mi sembrava troppo da persona matura. Eva era veramente una persona cattiva. Ricordo di aver perso la verginità a quattordici anni con un tizio che nemmeno conoscevo. Ero in terza media e c'era una festa, sì insomma, una di quelle feste dove gli adolescenti ballano, si strusciano, si drogano.

In una di queste feste avevo conosciuto un ragazzo, lui vendeva delle pasticchette che ti facevano ballare meglio. Almeno così diceva lui. Ne presi una e poi ricordo solo di essermi ritrovata in un bagno con le mutandine sporche di sangue e l'imene a puttane. Ovviamente non rividi più quel ragazzo, ed io speravo di non essere incinta.

A volte la ruota gira e non rimasi incinta, ma giurai a me stessa di non prendere mai più pasticche simili e di non andare mai più a feste come quelle.

Poi incontrai Marco e scattò la scintilla. O almeno credevo. Perché adesso la scintilla non la vedo manco più. Mi sembra di aver sprecato tutta la mia adolescenza con una persona che è così monotona da avermi reso monotona. Ora sono in coma e altro tempo passa. Vorrei solo vivere diversamente.

Vorrei svegliarmi la mattina e sorridere perché mi aspetta un altro giorno. Tornare a casa e cucinare apposta per veder sorridere l'altra persona. E non so dire di che persona parlo, mi sembra che a dirle troppo le cose, a dire troppo quel nome, poi tutto svanisca.

Zitta Evievve, non dire a nessuno le tue oscure fantasie.

Zitta Evievve, non sta bene dire ad un estraneo cosa provi.

Sai come andrai a finire se continui così? Finirai in un letto d'ospedale.

Ah ah ah, simpatica 'sta vita.

Evievve, mi senti? Sono Marco.

Evievve, mi senti? Guardami.

Evievve? Ci sei?

Per stavolta hai vinto tu Evievve, sei forte.

Evievve?

  
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