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Autore: Caster_Gamer    21/03/2013    2 recensioni
In un pomeriggio fresco Tamaki riflette su ciò che prova, su cosa sia veramente giusto o sbagliato per lui. Per la prima volta apre veramente gli occhi.
Mi lasciò la mano e con un cenno del capo mi voltai dall'altra parte prendendo la mia strada.
Avrei camminato dall'altra parte, sarei stato un'altra persona.
Bel lavoro Tamaki Suou, ancora una volta eri scappato dalla vita celando tutto con un sorriso, che fosse di stupidità, di gentilezza, di dolcezza o di spontaneità.
Ti augurai tanta fortuna nella tua vita futura, ne avevi davvero bisogno.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tamaki Suoh
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona fortuna Tamaki.

 

Credevo che se avessi tenuto gli occhi chiusi per tutto il tempo non sarebbe accaduto nulla di brutto.

Credevo che se avessi messo da parte la capacità di riflettere si sarebbe svolto tutto per il meglio.

Credevo che accerchiato da altre ragazze non mi sarebbe mai capitato di fissare lo sguardo su una di loro.

Credevo che guardandola con gli occhi di un padre non avrei cercato altro in lei.

Credevo tante cose, mi aspettavo troppo da un mondo così vero e superficiale, che non risparmia nessuno con la sua voglia di giocare e vincere contro di te.

Ciò che mi circondava, le persone attorno, non erano altro che lo sfondo di un ritratto che mi raffigurava, è sempre stato così.

Dicevo che l'Host Club era la mia casa, che loro erano la mia famiglia, ma mi sbagliavo.

Il bene che gli volevo era immenso, in loro avevo trovato gli amici migliori che mi potessero capitare, in modo particolare Kyoya...ma erano pur sempre lo sfondo di un mondo falso ed ipocrita.

Me ne rendevo conto soltanto in quel momento, il giorno prima dell'ultimo giorno di scuola, quello in cui avrei abbandonato l'Host Club.

Il vento fresco della primavera accarezzava la mia pelle e le gote lievemente colorite di Haruhi, era sempre stata bella, dolce, responsabile, gentile, altruista, perfetta. Sì lei lo era.

Non mi ero mai perso in quel modo a guardarla, a riflettere su tutto, su ciò che avevo fatto di giusto o sbagliato nella mia vita.

Davvero l'Host Club aveva reso felici le ragazze? O forse le aveva semplicemente illuse che pagando una mancia avrebbero trovato il ragazzo che rispettava i loro canoni?

Non me l'ero mai chiesto, ma pensandoci bene dedussi che forse avevo semplicemente contribuito a rendere infelici molte ragazze.

Il cuore mi si strinse in un solo istante, come se fosse stato spremuto con forza.

Avevo illuso persino me stesso di essere felice, di avere tutto quello di cui avevo bisogno, ma non era così.

Non avevo Haruhi, l'avrei persa in pochi giorni perché lei avrebbe continuato la sua strada a scuola ed io...io che avrei fatto? Che ne sarebbe stata della mia vita?

Avevo dato anima e corpo sull'Host Club tanto che studiare era passato in secondo piano, lo facevo, quando lo facevo, soltanto perché mio padre voleva che dessi del mio meglio.

Ho forse fatto la cosa giusta? Non avrei dovuto chiedermi prima cosa sarebbe stato meglio per me? Cosa volevo veramente?

Nella mia vita c'erano tanti punti interrogativi, tante domande lasciate senza una risposta perché non avevo mai provato a darne una.

Doveva davvero arrivare quel pomeriggio fresco, nel quale stavo seduto ai piedi di una quercia a contemplare Haruhi, per azionare quel qualcosa chiamato cervello?

Probabilmente sì.

Ho fatto tante mosse sbagliate, come mi sarei dovuto comportare adesso? Come avrei dovuto ragionare, come dovevo vedere quel ritratto?

Non lo sapevo, magari avevo soltanto la testa in confusione, ero soltanto agitato per la fine di tutto...ma chissà, a volte la fine significa anche il vero inizio.

« Haru-Chan. » la chiamai fissando un punto vuoto, lei aprì gli occhi e mi guardò mentre il vento continuava ad agitarle gli sbarazzini capelli color cioccolato « Tu sei mai stata innamorata? »

Perché, fra tutte le domande che mi ero posto, dovevo proprio tirare fuori quella che d'altronde non avevo nemmeno pensato?

« Perché questa domanda? »

« Non...non lo so. » fu la mia unica risposta, d'altronde cosa avrei potuto dire?

« Tamaki-Senpai. » mi chiamò lei questa volta, la guardai distrattamente abbozzando un sorriso.

« Ti auguro buona fortuna da domani in poi, spero che avrai una vita serena. »

Sussultai a quell'augurio, perché così all'improvviso da un argomento ad un altro?

« Sembra che mi stai dicendo che non ci vedremo per molto tempo... » accennai una breve risata, cos'altro potevo fare agitato com'ero?

« Sarà probabilmente così. » poggiò la schiena contro il tronco della quercia chiudendo gli occhi in un tentativo di rilassarsi « Io continuerò a studiare mentre tu andrai via a frequentare probabilmente un'Università prestigiosa qui in Giappone o chissà, anche in Francia. »

Sobbalzai, io non volevo allontanarmi da lei...da loro!

« Ma- »

« Ma sai quale sarà il bello di tutto questo? » mi interruppe rimanendo ad occhi chiusi.

Il fatto che sarai libera e non più asfissiata da me, forse?”

« Che tu avrai fatto le tue esperienze ed io le mie, e quando ci rincontreremo come due vecchi amici ci racconteremo ciò che abbiamo appreso. Tamaki-Senpai, anche se all'inizio ti detestavo, adesso credo di volerti bene. Tu e gli altri siete i migliori amici che avrei mai potuto volere, adesso che ci penso...siete come una famiglia per me. »

Doveva essere entrata in uno stato di trance perché a mente lucida non avrebbe mai detto quelle parole, eppure sembrava così seria...

Siete come una famiglia per me.

Quindi, io ero come un fratello.

Il cuore che poco prima si era stretto in pochi istanti adesso si era rotto, andato in frantumi sparsi ovunque nel mio corpo.

Beh, i sentimenti di Haruhi erano quelli, io non potevo farci niente, ed anche se io l'amavo non potevo passare tutta la mia vita dietro di lei.

Aveva ragione, io avrei fatto la mia vita e lei la sua ed infine ci saremo raccontati le rispettive vicende ridendo sui vecchi tempi scolastici.

Avrei riso sulla stupidità che avevo mantenuto lungo quei cinque anni insieme a lei, ma non avrebbe avuto nessuna importanza.

Prima o poi l'avrei dimenticata, in fondo quel che mi permetteva di amarla si era frantumato in pochi secondi.

Mi alzai facendole un sorriso, lei mi guardò e mettendosi in piedi mi porse la mano.

« Arrivederci, Tamaki-Senpai. » mi salutò mentre io afferravo la mano che mi aveva offerto.

« Arrivederci, Haruhi. »

Mi lasciò la mano e con un cenno del capo mi voltai dall'altra parte prendendo la mia strada.

Avrei camminato dall'altra parte, sarei stato un'altra persona.

Bel lavoro Tamaki Suou, ancora una volta eri scappato dalla vita celando tutto con un sorriso, che fosse di stupidità, di gentilezza, di dolcezza o di spontaneità.

Ti augurai tanta fortuna nella tua vita futura, ne avevi davvero bisogno.

 

 

 


 

 

 

Nota dell'autrice: Non so da dove sia sbucata questa “Storia” se così la si può chiamare. Per un secondo mi sono messa nei panni di Tamaki Suou, un personaggio che non ho mai voluto approfondire prima d'ora, e così ho provato a pensare cosa sarebbe successo se avesse provato a riflettere, questo capitolo infatti non è altro che una riflessione su ciò che Tamaki prova e che finalmente ha realizzato, che non è solo l'amore per Haruhi ma anche i suoi pensieri verso il mondo, una volta toltosi la benda :I
Che dire, spero di non avervi annoiati troppo, vi chiedo solo delle recensioni se leggete perché è importante sapere se in fondo non è poi così sbagliato quello che ho scritto.
Matt_Kun

  
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