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Autore: onlymeemylno    22/03/2013    2 recensioni
Storia impostata come una novella del Boccaccio; parla di Grippino un povero omino, consolato soltanto dalla sua grappa.
è innamorato della bella Girolama, una prostituta che lavora nel bordello più famoso di Firenze.
Un giorno Grippino incontra un Nobile, il duca di Fanfaronata.
riuscirà il duca ad aiutare Grippino?
Genere: Comico, Demenziale, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Una volta esisteva un uomo chiamato Grippino; chiamato così per la passione che ogni giorno metteva nel bere la sua amata grappa.
Quest’omino era piccino piccino e secchino secchino, mezzo pelato con un naso che faceva provincia.
Era canzonato da tutti, per la facilità con cui si ubriacava e quindi i cittadini di Firenze sentivano da lontano un miglio il suo puzzo di grappa.
Ogni volta che lo vedevan passare eran soliti urlare “Ecco il grippino! Ubriaco come un fiasco di vino!” .
Ma Grippino era in cuor suo innamorato della bella Girolama, una prostituta che lavorava nel bordello più famoso di Firenze .
Era solito andarvi, ma ogni volta la bella Girolama lo scansava, dicendogli che soltanto se fosse stata ubriaca sarebbe stata con lui; a quelle parole Grippino si sentì sollevato e ogni giorno, per quaranta giorni un liquore diverso portò alla donna, la quale astemia com’era glieli tirava dietro ogni volta.
“Perché non m’ama?” si ripeteva il povero Grippino, stremato dall’amore e con le tasche bucate; ebbene sì, il nostro eroe aveva speso tutti i suoi pochi soldi nel comprare i liquori d’alta classe per la bella Girolama.
Che poi, la differenza non era poca: lei bella, alta, magra e lui piccino picciò, bruttino a dir poco e senza capelli… per non parlare del suo buon odorino da topo morto. Il loro era proprio un amore impossibile!
Un giorno il povero Grippino, che per le vie se n’andava vide una scena che lo lasciò di stucco: la sua bella era in compagnia dello sbruffone di Firenze; il bel rampollo della famiglia Ciabatta.
Nome più adatto non lo potevan trovare! La mamma del rampolletto, la signora Ciabatta, soprannominata da tutti Ciabattona era una Ciabatta di nome e di fatto: brutta,brutta,brutta, proprio non si poteva veder e poi se qualcuno voleva far sapere qualcosa in tutta Firenze, bastava dirlo a lei.
Anche il marito non scherzava, tale signor Ciabatta che con la moglie facevano a gara per il titolo di “tegame di Firenze”.
Il figliolo, tale rampolletto doveva esser stato adottato poiché la sua bellezza era fuori dal comune: biondo, alto, occhi azzurri e fisico statuario; il contrario sia del babbo che della mamma.
Il nostro povero Grippino sapeva di non poter competere con un bell’ uomo come lui, ma soprattutto sapeva di non poter competere con i suoi quattrini, che non eran pochi.
Disperato e demoralizzato dalla visione che aveva appena veduto si recò nel solito spizio, per incontrare l’unica donna che l’avesse mai amato: la grappa.
Quivi c’era un signorotto, distinto distinto che sorseggiava con destrezza la raffinata bottiglia di Brunello di Montalcino.
Visto quell’uomo Grippino ne rimase stupito: in tempi di crisi come quelli c’era ancora chi si beveva quel vino prezioso. Preso dalla voglia di conoscenza si sedette accanto a quello che doveva essere un nobile fiero.
“O che l’è libero?” domandò Grippino indicando lo sgabellino di legno posto accanto a quello del nobile.
“Ma certamente” rispose con voce fiera il nobile “Può sedersi e, mi dica, le andrebbe un goccio del mio Vinaccio?” a quella domanda gli occhi di Grippino si animarono: ma se quello era un vinaccio saddio che vini che era abituato a bere.
“Grazie, se unn’è disturbo” disse il poveraccio, prendendo un bicchiere sudicio.
“Mi dica” disse il nobiluomo “sono appena arrivato a Firenze; vivo in una reggia lontana lontana” disse sorseggiando con classe quel nettare prezioso “dov’è che posso trovare un posto per rifugiarmi stanotte?”
Così Grippino,  mosso dal desiderio di farsi vedere in compagnia di quel nobile dalla bella Girolama decise di invitarlo a casa sua, che più che casa era una topaia.
“Ma, se per lei unn’è poco io un umile dimora c’ho” disse affogandosi in quel vino squisito.
“Bene” rispose gentilmente il nobiluomo “se per lei non reco disturbo accetterei volentieri e” continuò “mi dica, quali forme di intrattenimento esistono a Firenze”
Grippino, mosso allo stesso tempo da voglia di ricompensare quell’uomo generoso, ma anche impaurito che la sua bella si potesse innamorare di lui decise di non dirgli nulla del bordello.
“Mah, intrattenimenti ce n’è pohi, più che attro locali malfamati” disse per non dire falsità “ma per un signore ome lei c’è bisogno di’ teatro! Io, poerino ome sono, un ci so mai stato, ma dihano tutti che l’è bello”.
Il nobile fece una faccia contrariata e, dopo aver offerto un altro bicchiere al nostro amico, il quale iniziava palesemente ad esser su di giri disse:
“Ma, fidato amico, non conosci alcun luogo in cui si posson conoscere belle donne?”
“Oh! Io ho chiuso co le donne! Portan rogne! La mi amata se la fa co i’Ciabatta! Accident’a lui!” disse il povero Grippino, continuando a bere il suo vino.
“Raccontami i tuoi problemi; nella mia città son conosciuto come un gran donnaiolo, se ti posso aiutare lo farò”.
“Io so un poer omino” disse, ubriaco “ Mai niente di male ho fatto nella mi pora vita, attro che innamorammi della bella  Girolama di Pontasserchio! Quello è stato i mi più grosso sbaglio” bevve ancora “lei l’è tanto bella che tutti l’amano in Firenze e io so così “disse indicandosi “poer’omo, che tutti i giorni si spacca le mani per portà a casa du sordi”.
“Amico mio, tu non devi preoccuparti” disse il nobile ponendogli un braccio intorno al collo; braccio che ritirò subito dopo aver sentito l’odore schifoso proveniente da Grippino “ci sono qua io, t’aiuterò a conquistare la tua amata, ma prima la devo vedere”
“No!” disse Grippino “se la vede poi se n’innamora pure lei! Quella donna l’è la rovina dell’omo!”
“Io non me ne innamorerò, ho avuto tante belle donne in tutta la mia vita e, so resistere bene alle tentazioni”.
Allora il povero Grippino, mosso dal profondo desiderio di conquistare la sua amata decise di portarlo al bordello dove ella lavorava.
“E  lavora qui” disse indicando il palazzotto, dal quale si udivano gridolini e risa.
“Ah, bene…” disse il gentiluomo “ lavora in un bordello?” chiese mesto.
“Si… purtroppo l’è na puttana, ma per quanto faccia quel lavoro io la vedo ome un angelo!” disse palesemente alticcio.
“Ma ser Grippino, se è una prostituta per quale motivo non la pagate?”
“E la un mi vole! Neanche pe i sordi!” disse cadendo a terra.
“Oh povero Grippino, ma se ti presenti da lei in questo stato è normale; andiamo nella tua umile dimora, ti preparerò per l’incontro di stasera e vedrai che sarai irriconoscibile” detto ciò aiutò Grippino a rialzarsi, evitando il contatto.
Una volta entrato in casa di Grippino, rimase schifato dal sudicio e dalla puzza che aleggiavano in quella misera casetta: vi erano scarafaggi, topi e macchioline nere, che nient’altro pareano se non escrementi adagiati sul pavimento; il bagno era uno sgabuzzino senza finestre (lascio a voi pensare quale buon odore era onnipresente) e nella camera dell’ubriacone si scorgevano abiti e biancheria muffita da ogni parte.
“Grippino” disse il nobile “ma vivi in tal sporcizia?”
“Eh oh, chi pulisce e chi lava, se una donna un c’è?” chiese questo.
“Grippino, una donna la devi saper conquistare, non puoi portarti una donna in una casa del genere!” lo sgridò “adesso, dobbiamo prepararci per il tuo incontro: vai e lavati”
“Un c’è l’acqua” rispose di botto “l’è finita da du mesi”
“Prenditi gli abiti migliori che hai e fa sì che siano puliti” disse palesemente scocciato.
“I pantalone” disse tirandoli fuori “la giacchetta e la camicina; dici che vanno bene?” gli disse girandosi.
“Sì, ma muoviti”
Detto ciò uscirono e il nobile inspirò profondamente l’aria pulita della notte; si diressero verso l’Arno dove il povero Grippino si tuffò e iniziò a lavarsi.
Una volta pulito si cambiò e, l’effetto totale non era cambiato molto, ma almeno non puzzava come una spugna imbevuta di alcool.
“S’ha a di d’andà?” disse Grippino, ripresosi dalla sbronza “ sto bene eh?”
“Stai molto meglio” mentì “sembri proprio un uomo di classe; adesso andiamo da lei” disse il nobile trepidante .
Una volta entrati nel bordello si misero a sedere sul sofà; era la prima volta che Grippino poteva sedervisi, dato che prima veniva buttato fuori ancor prima di vedere il salotto.
“Buonasera signori” disse una prostituta mezza nuda.
“Bonasera Margotte!” le disse Grippino, facendosi riconoscere.
“Oh, Ser Grippino siete voi; un v’avevo riconosciuto; che vi siete messo a novo?” chiese puntando il nobile “E voi?” continuò “e voi chi siete?”
“Mi permetta di presentarmi: sono il duca Goffredo di Fanfaronata” disse quest’ultimo.
“Oh ben, m’ immagino che vogliate vedè Girolama” disse la donna.
“Si! La voglio vedè i prima possible”  le disse Grippino.
“Oh beh, la Girolama e c’ha un ospite a i momento; vi lascio qui, fra di voi e appena ha finito ve la mando” disse la donna dileguandosi.
“Oh duca” parlò Grippino “Ma quande la vedo icchè le dio? Icchè le faccio?” chiese speranzoso.
“Grippino caro; le donne vanno trattate bene!” disse  “non saprei, ma sono sicuro che trattandola bene arriverai al suo cuore” disse sicuro “comunque prima la devo vedere e, una volta vista saprò dirvi come prenderla”
“Grazie” disse il povero, quasi con le lacrime agli occhi “le deo la mi vita”
Il tempo passò e, dopo quasi un’ora la bella Girolama entrò nella stanza.
“Scusatemi, se vi ho fatto aspettà” disse entrando vestita solo con una sottoveste bianca.
“Oh Girolama” disse Grippino, buttandosi ai suoi piedi; mentre il nobile si irrigidiva sulla sedia.
“Ohi,ohi Grippino, tu sei proprio un fastidio! O che un tu l’hai capito che io con te un ci vengo neanche se tu mi paghi du milioni?!” disse snervata.
“Lei deve esser madama Girolama” disse il duca “piacere di conoscervi”  le baciò il dorso della mano.
“Piacere mio” disse la giovine, con aria interessata “chi è lei?”
“Sono il Duca di Fanfaronata e sono incantato dalla sua bellezza”
Grippino guardò il duca e gli chiese di seguirlo in uno stanzino lì vicino.
“Oh duca, ma icchè deo fa?” chiese speranzoso.
“Trattala male Grippino! questa è come una cavalla, va domata…  le piaci, io lo so, ma devi trattarla male”
“Ma o un ha detto che andaano trattate bene ste donne?” chiese stranito
“Grippino l’hai sempre trattata più che bene e ti ha sempre respinto; vuole essere maltrattata” disse serio “comunque, per prevenzione lasciala parlare con me in privato e vedrai che la convincerò a stare con te”
“Grazie mille!” disse entusiasmato.
Così i due uscirono dallo sgabuzzino e il Duca parlò:
“Girolama cara, venga con me, dobbiamo parlare” le disse lanciandole un’occhiata a dir poco languida.
“Ma certo Duca” disse lei e i due si incamminarono fuori dalla porta; lasciando il povero Grippino lì, seduto su quel divanetto appiccicoso.
“Chissà icchè gli ha detto” si ripeteva il povero Grippino.
Dopo una quarantina di minuti eccoli rientrare nella sala; i due sorridevano e parlavano tranquillamente.
“Allora?” chiese Grippino al Duca.
“L’ho domata” disse il Duca sorridente.
“Grazie!” disse il povero Grippino, non capendo il senso del suo “l’ho domata”.
“Torna domani a vederla e vedrai che le cose cambieranno fra voi” disse il duca ancora sorridente.
“Tornerò di siuro” disse il poveretto.
“Ah Grippino, ho trovato una donna che mi piace e, resterò qui con lei per la notte” disse il nobile.
“Bene, bene” disse il piccolo omino “sono felice per lei duca!” detto ciò se ne andò fischiettando.
L’indomani mattina il nostro Grippino si preparò e si mise ben in tiro, cercando di essere il più bello possibile per andare a parlare con la sua amata Girolama; ma una volta bussata alla porta del bordello venne a sapere che Girolama se n’era andata con un uomo bello e distinto e che i due avevano deciso di sposarsi.
“Lo devo dì subito a i Duca!” fu il suo primo pensiero, ma del duca non c’era più traccia “chissà, forse era ritornato a casa con la donna di cui si era innamorato” pensò mentre beveva la sua solita grappa, chiedendosi ancora chi poteva essere l’uomo che si sarebbe sposato con la sua Girolama.
  
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