L’inverno d’estate.
“Ehi, cosa hai?” domanda l’uomo davanti a me.
“Chi sei?” i miei occhi vuoti, colmi di lacrime, attraversano la figura scultorea di un mio simile.
“Io? Io sono un lupo solitario che ulula disperazione alla notte, ascoltato solo da questa finta luna. Qual è il tuo nome?” mi chiede l’uomo.
“Tia… Tia Harribel…”
***
La terra, un mondo bello, bellissimo e soprattutto colorato.
Mi nascondo qui, quando le tenebre dell’Hueco Mundo cominciano a bruciare, a far troppo male.
Nessuno sa, nessuno deve sapere che provo serenità quando mi rifugio in queste terre dove il mio sguardo vive nella bellezza di questa natura viva che carezza la mia pelle, che scivola lenta sui miei biondi capelli.
I miei occhi verdi scrutano le montagne, i laghi, i mari, le terre, il cielo.
E mi perdo così, in questi forti odori che inebriano i miei sensi. So di essere un mostro appartenente ad una grande razza. Le nostre identità riconosciute sotto infuocati numeri, le nostre vite attraversate da grandi fori.
Il tempo passa e nessuno invecchia. La clessidra conta i minuti, ma nulla si muove. Scoccano le ore e tutto resta uguale.
Benvenuti nella cerchia degli Espada.