One-shot scritta di getto in
una notte ^^ ho messo il
bollino arancione, ma alcuni punti potrebbero risultare un
po’ pesanti, sicché
se siete particolarmente sensibili evitate di leggere ^^
Where do we draw the line.
Inizialmente
ti sembrava
di star vivendo un'avventura entusiasmante. Una di quelle che hai
sempre letto
nei libri dove il protagonista coraggioso si trasforma in un
combattente che
protegge villaggi, che salva la fanciulla che ama e che i nemici temono.
Non avevi capito la gravità della situazione. Non davvero,
almeno.
Leggere le cose nei libri o partecipare a qualche avventura virtuale
contro il
nerd collegato di turno non è paragonabile al terrore che
invade le tue membra
da mesi a questa parte. Quella paura che ti fa svegliare ogni giorno
alle
quattro precise del mattino per tormenti che ti impediscono di
richiudere gli
occhi.
Nessuno si è ancora accorto di quanto tu stia male, di
quanto sia profondo lo
squarcio che turba il tuo animo. Nemmeno il tuo migliore amico se ne
è reso
conto, troppo concentrato ad esercitare i suoi poteri di licantropo e
ad
approfondire il legame d’amicizia instaurato con Isaac.
Nemmeno tuo padre, in
realtà, ha notato la differenza, ma, recentemente, i silenzi
fra voi sembrano
invalicabili e non riesci a scavalcare quel muro di ghiaccio che si
è creato.
Forse, è perché ti imponi di continuare piegare
le tue labbra in un sorriso e a
fare battute – a mantenere quella maschera divertita, come
sei abituato a fare.
Come se nulla fosse cambiato. Eppure, tutto il tuo mondo sta mutando
radicalmente e tu ti senti vecchio, nonostante i tuoi sedici anni di
esistenza.
Perché, assistere all’aggressione della ragazza di
cui eri innamorato dalle
elementari o essere vittima tu stesso di un attacco da parte del tuo
migliore
amico, incrina qualcosa dentro di te.
Perché, vedere i colleghi di tuo padre a terra con il petto
squarciato per le
ferite ricevute, distesi in una pozza di sangue - occhi spalancati che
non
possono più vedere- cambia radicalmente la tua anima.
Poiché, ritrovarsi una pistola puntata contro il viso con la
canna che sembra
inghiottirti, mentre si avvicina ai tuoi occhi, non è uno
spettacolo a cui ti
abituerai mai. Così come rimanere paralizzati, mentre un tuo
compagno di classe
spinge con violenza il piede contro il tuo collo per mozzarti il
respiro e non
serve pregare un Dio inesistente per far sì che la pressione
non sfondi la
trachea, perché, in quel momento, non è Dio a
decidere la tua sorte, bensì un
psicopatico gravemente disturbato. Oppure, strisciare a terra come se
fossi un
verme, cercando di allungare la mano verso tuo padre, tentando di
aiutarlo, di
proteggerlo, ma non puoi far nulla se non rimanere schiacciato a terra,
inerme.
O essere rapito da persone che ti tengono immobile, che ti intimano
continuamente di tenere la bocca chiusa se vuoi vivere, mentre ti
spintonano in
un sotterraneo nero come la pece per terrorizzarti e farti riempie di
botte da
un vecchio con le mani forti come l’acciaio che puzzano di
morte e di malattia;
non poter far niente nemmeno per i beta che sono stati legati ed
imbavagliati
come se fossero carne da macello.
Non essere utile a nessuno, perché tu non sei un eroe: sei
solo un ragazzino
travolto da eventi più grandi di te che ti stanno
trascinando a fondo
lasciandoti affondare sempre di più nel torbido. Un essere
umano debole che
trasale, non appena sente uno scricchiolio fuori dalla finestra di casa
sua,
che piange ancora di nascosto la morte della madre, quando è
celato nell’oscuro
silenzio della casa e che deve combattere ancora
l’iperventilazione, non appena
gli incubi si fanno più spietati. E fa male essere disarmato
persino in quelle
visioni mostruose – avere le mani legate dietro la schiena
con un filo
d’acciaio che ti taglia la carne, le labbra cucite fra loro
con dei nodi
dolorosi e gli occhi incapaci di chiudersi, mentre degli artigli
appartenuti a
delle figure di cui vedi solo i contorni lacerano il petto di tuo
padre, la
gola che zampilla fiotti di sangue inondando il tuo viso ed entrando
negli
occhi facendoli bruciare.
Lacrimi sangue, strattoni i fili segando ancora di più la
carne dei polsi – sei
talmente disperato che saresti disposto a reciderti l’osso
pur di raggiungerlo
ed essere ucciso al suo posto-, cerchi di urlare con tutte le tue
forze, ma
dalla tua bocca escono solo versi soffocati e credi di svenire, quando
loro
continuano quella tortura, continuando a dilaniare senza
pietà il corpo
dell’uomo a cui vuoi un bene dell’anima.
Preferiresti cavarti gli occhi, spingere il pollice dentro il bulbo
oculare, piuttosto che
assistere a quella
crudeltà e, mentre lotti per liberarti, qualcuno ride
sadicamente premendo la
bocca contro il tuo orecchio.
Quella sera l’incubo sembra ancora più vivido,
talmente reale da farti
svegliare urlando ed è un sollievo destarsi da
quell’atrocità con la
consapevolezza di sapere che tuo padre è di pattuglia e percepire
che è
al sicuro, lontano da qualche pericolo. Sollevi lentamente la schiena,
passandoti la mano fra i capelli umidicci di sudore e, quando sollevi
lo
sguardo, sai che qualcuno ti sta osservando immerso nelle ombre della
camera.
Basta quella sensazione a mozzarti il respiro, a farti precipitare ad
agguantare con la mano la mazza da lacrosse nascosta sotto il letto,
prima che
un richiamo impassibile giunga dalle tenebre:
“Stiles.”
Riconosci quella voce baritonale subito; il tono è
inconfondibile. “La
smetterai mai di farlo? Prima o poi mi farai venire un fottutissimo
infarto!”
Lasci cadere stancamente la mazza a terra e cerchi con lo sguardo la
sua figura
celata dal buio, ma non serve assottigliare gli occhi sforzando la
vista,
perché è lui ad avvicinarsi a te e, la luce
argentea della luna, rende più
dettagliati i suoi contorni, crea un contrasto di riflessi sulla giacca
di
pelle, delinea gli zigomi e mette in risalto gli occhi smeraldo puntati
fermamente su di te.
“Come stai, Stiles?” domanda il licantropo,
sedendosi sul letto senza far alcun
rumore.
“Sei venuto alle quattro di notte per chiedermi come sto?
Seriamente?” Sorridi
e scuoti con rassegnazione la testa. Rideresti, persino, se quella
situazione
non fosse totalmente destabilizzante, perché, la presenza
stessa di quel
licantropo all’interno del tuo spazio vitale, è in
grado di sovvertire tutti
gli equilibri creati. Ormai dovresti essere abituato alla sua presenza,
non è
la prima volta che entra dalla finestra senza essere invitato,
ciononostante,
percepisci un brivido scorrere lungo la spina dorsale.
“Non sorridere, se non stai sorridendo veramente.”
Il tono è duro, talmente
austero da sembrare un rimprovero effettivo e tu non capisci come sia
possibile
che proprio lui, in mezzo a tutte le persone care che ti circondano, si
sia
reso conto che c’è qualcosa che non va in te.
“Te lo richiedo: come stai,
Stiles?”
“Sto bene.” Ormai sei talmente abituato a mentire
che la bugia sorge spontanea,
ma sei consapevole che sta udendo i battiti cardiaci aumentare fino a
tradirti.
“Sì? E per te ‘sto bene’
significa 'sto cadendo a pezzi’? Me ne accorgo
che c’è qualcosa che non va. Io lo percepisco, ti
ascolto davvero, Stiles, e tu
non stai bene.”
Tentenni, stringendo le mani a pugno. “Cosa vuoi che ti dica?
Derek mi sono
reso conto di essere un misero essere umano terrorizzato di ricevere
una
chiamata che mi dica che mio padre è morto a causa di un
attacco di qualche
licantropo? O che ho il terrore di trovarlo disteso in una pozza di
sangue, non
appena scendo le scale? Vuoi che ti dica che mi sento in colpa per
tutte le
volte in cui ho dovuto mentirgli per difendere il vostro segreto o che
temo
costantemente per la mia vita?” Hai parlato così
rapidamente che, adesso, ti
manca il respiro. Ansimi, tirando un calcio contro il letto: vorresti
spaccare
tutto, staccare la spina per qualche minuto senza provare nessuna delle
frustrazioni che ti angosciano ultimamente. Chiudere gli occhi,
respirare ed
addormentarti senza essere tormentato da sogni orribili.
“Dio, odio essere così
umano! Odio dover dipendere da voi per poter
sopravvivere. Detesto non
essere in grado di salvare le persone a me care!” Sei
isterico e te ne rendi
conto tu stesso. La tua voce è ancora più alta
del normale, ma adesso che hai
iniziato a parlare non riesci a trovare un freno. “Ho
iniziato uno anche uno
stracazzo di corso di arti marziali e sai che c’è?
Non servirebbe a niente,
perché contro di voi sarei comunque carne pronta per essere
macellata e…”
“Falla finita, allora.”
Tutti i tuoi movimenti rimangono paralizzati dalla forza di quella
breve frase
– la bocca socchiusa e gli occhi sgranati, finché
non riesci a domandare un:
“Cosa?” a denti stretti. Una ripetizione basilare
che possa ripristinare lo
squilibrio dei tuoi pensieri. Dare un senso a
quell’improvviso collasso.
Lui non si scompone; si limita a guardarti in quel modo che ti ha
sempre messo
in soggezione. “Non abbiamo bisogno di un essere debole e
inutile come te,
quindi piantala di intrufolarti nelle faccende che non ti riguardano e
vivi la
tua vita da umano senza farti coinvolgere mai più nei nostri
problemi. Pensi di
essere indispensabile? Beh, non lo sei.”
“Fanculo, sei davvero stronzo.” La risata che esce
dalle tue labbra è amara e
carica di risentimento. Di cose non dette e di pianti repressi. Di
giorni
passati in solitudine, raccolto con i propri pensieri.
“E’ la verità, Stiles.” Lo
vedi scrollare le spalle, completamente imperturbabile. “Sei
un peso per noi e non possiamo permetterci
di perdere tempo
a star dietro ad un ragazzino umano.”
Non fai a tempo a registrare il movimento, ma ti sei scrollato con
furia le
coperte di dosso e stai colpendo l’ alpha sul viso, sul petto
con tutta la
forza che hai in corpo. Usi le braccia, le gambe, la testa ed i denti,
quando
riesce ad immobilizzarti bloccandoti contro il materasso e le coperte
disfatte.
E' stata una mossa stupida dettata dall'impulsività del
momento, la tua, e non
saresti mai arrivato a quel punto, se non avessi ricacciato
giù così tanto
veleno, nel corso dei mesi. Se non ne avessi assaporato per
così tanto tempo il
sapore acre. Lui
è forte e non fa
nemmeno fatica a schiacciarti contro il letto, ad imporre il suo domino
rendendoti completamente vulnerabile torreggiando su di te e, non
appena cerchi
di colpirlo con un altro calcio dettato dalla frustrazione, lui scaglia
un
cazzotto contro il tuo setto nasale. Il colpo è abbastanza
forte da far
scattare la tua testa di lato, ma non badi al dolore, perché
l’unica cosa che
senti crescere dentro di te al momento è il livore
accompagnato
dall’afflizione.
“Io sono utile!” Lo urli, più per
convincere te stesso che lui; le lacrime
pungono prepotentemente ai lati degli occhi e il sangue cola dal tuo
naso. “Ho
salvato la vita a te e a Scott una miriade di volte, quindi pianta di
fare il
cinico bastardo e scendi dal piedistallo!” Ed è
vero: se c’è una persona che
sei riuscito a salvare quella è proprio Derek, ma non ti
rendi ancora conto che
questo è il suo modo per ricambiare il favore, per
scrollarti dal tuo stato attuale
e a riscrivere lui stesso un nuovo equilibrio.
“E allora piantala di commiserarti dicendo che sei
inutile!” Le sue mani
stringono forte le tue spalle - le dita entrano nella carne con
prepotenza e,
finalmente, capisci che tutta quella messinscena ti voleva portare
proprio a
quel punto: a farti capire che non sei forte come credevi,
perché anche tu,
come tutti, hai dei limiti e delle fragilità, ma non sei
così indifeso o privo
di valore. Ti sta dicendo che tu sei un eroe, a modo
tuo. Ed è la
profondità con la quale il suo sguardo si poggia su di te
che provoca una
scarica di tremiti, cogliendoti totalmente impreparato,
poiché gli occhi sono
carichi di nuovi significati e ne avverti l'affetto che si cela dietro
l'iride.
“Non tutta la forza risiede nei muscoli o nei poteri, sai? Il
branco ha bisogno
di un elemento come te, proprio perché sei umano e
intelligente, anche se
chiacchieri un po’ troppo per i miei gusti.” Lo
vedi sorridere quasi dolcemente
ed è una novità talmente inaspettata che ti fa
tremare le gambe. La sua mano si
ferma sulla tua fronte, serrando la stretta sui capelli.
“Però è vero che hai
bisogno di una pausa, Stiles. Sei sull’orlo di una crisi di
nervi, te ne rendi
conto, vero? In questo stato non sei d’aiuto a nessuno,
soprattutto, a te
stesso.”
Socchiudi gli occhi. “Sì.” E, mentre
bisbigli quella confessione, la sua
stretta si attenua. “Dovevi proprio prendermi a cazzotti per
farmelo capire?”
domandi, mentre ti strofini il setto nasale asciugando il sangue con la
manica
del pigiama. Il tuo tono, adesso, porta la stessa sfumatura ironica di
sempre,
mentre lui sembra rientrato nella parte del burbero asociale.
“Quando ti sarai ripreso voglio che tu ti unisca agli
allenamenti con me e
Peter, ma continua anche il tuo corso di arti marziali. Rafforza lo
spirito e
scarica la tensione su qualcosa, almeno.” Si gratta dietro il
collo e tu cogli
dietro quel gesto una certa apprensione. Vorrebbe aggiungere qualche
frase per tranquillizzarti, ipotizzi, ma non è avvezzo a
certi tipi di moine.
“Non pensavo che fossi preoccupato per me, sai?”
Ridacchi, ammiccando per metterlo a disagio. “Non
è
che ti sei preso una bella cotta per il sottoscritto?”
“Stai zitto.”
“No, ma davvero! Guarda che un sacco di ragazzi mi trovano
attraente. Danny
compreso, anche se nega spudoratamente.”
“Stai zitto.”
“Oh, non ci sarebbe niente di male, eh… anche
perché, a me, tu piaci
parecchio.”
“Taci, ho detto.” Borbotta lui e, quando distoglie
lo sguardo, sembra
imbarazzato.
Sorridi e rimani in silenzio, poiché, anche se
l’hai detto scherzando, sei
finalmente riuscito a confessargli i tuoi sentimenti.
C’è una forte alchimia,
fra voi e, anche se a volte ne sei intimorito, non puoi più
negare a te stesso
di non provare niente per quel licantropo dal carattere scontroso. Non
sai
quando la semplice chimica si è trasformata in attrazione,
ma ti sembrava
giusto che fosse a conoscenza dei tuoi sentimenti, anche senza
ricambiarli.
“Ora torna a dormire.”
“Non credo di riuscirci.” Bofonchi. "Una volta
sveglio non riesco più a
prendere sonno."
“Il mio non era un suggerimento.” Guardi il suo
volto avvicinarsi con una
lentezza estenuante al tuo ed è un batticuore improvviso.
Percepisci il suo
respiro accarezzare le tue labbra, la sua bocca accostarsi sempre di
più, poi
un breve contatto a fior di labbra e basta quello a mandare in tilt il
tuo
cervello, a spegnerlo per qualche istante. “Dormi,
Stiles.” La sua bocca segue
il contorno della mandibola fino ad arrivare alla gola dove si ferma.
“… o ti
squarcio la gola.” I suoi occhi lampeggiano di rosso
scarlatto rimanendo
incastrati dentro i tuoi, mentre i suoi denti affilati mordicchiano con
insistenza il pomo d’Adamo. “Con i denti.”
Dalla tua bocca esce un piccolo sospiro tremante, mentre attorcigli le
dita fra
i suoi capelli, guidando la sua testa contro le tue labbra, baciandolo
con una
cupidigia sconosciuta e trasformando quel bacio casto in un incontro di
lingue,
di sospiri e di sussurri. Ti spingi contro di lui con irruenza e
l'impaccio
iniziale scivola via; i vostri corpi si sfiorano, si toccano, si
studiano, si
conoscono pian piano bramando un contatto ancora più intimo
che ribalti gli
equilibri di entrambi e riscriva tutte le regole del vostro rapporto.
Lui ti
morde il collo all’attaccatura dei capelli quasi per punirti
per quell’impeto
inaspettato, imprimendo il suo marchio sulla tua pelle e tu ansimi,
serrando
nuovamente la presa sui suoi capelli corvini. Lo senti ansimare,
sorpreso,
quando riesci a riappropriarti delle sue labbra e a ricambiare il
favore,
addentando il labbro inferiore, facendogli un po’ male, e
succhiandogli la
lingua per imprimerti nella memoria il suo sapore. Sei in balia delle
sue mani
incandescenti che ti accarezzano i fianchi in maniera lasciva dettando
il
ritmo, delle sue labbra invitanti che cercano ogni centimetro di pelle
per
godere del contatto fisico e getti la testa all'indietro con un sospiro
più
profondo rispetto agli altri, non appena ti solleva la maglietta del
pigiama
per poter aprire le labbra contro l’ombelico, lappandolo
piano svelando una
nuova zona erogena. Stringi istintivamente una mano nelle lenzuola
stropicciate; sei eccitato ed ogni carezza, ogni tocco più
profondo non fa
altro che farti perdere ulteriormente il controllo del tuo corpo e
della
ragione.
I vestiti sembrano bruciare sulla vostra pelle, ostacoli che devono
essere
eliminati e, quando rimanete nudi l’uno di fronte
all’altro, totalmente
scoperti, c’è solo
l’immobilità del vostro sguardo a
separarvi.
Sguardi
alla ricerca di scuse per frenare il desiderio, per soffocarlo,
perché c’è l’ostacolo di una
sessualità inesplorata da scoprire assieme e la
creazione di un equilibrio ignoto che fa paura ad entrambi, in
particolar modo
a Derek che, a distanza di anni, non ha ancora imparato a donare
fiducia a chi
gli sta vicino, poiché il passato è come una
ferita incisa sulla pelle
–cicatrice che rende l’anima fragile e pronta al
declino, se lacerata
nuovamente- e i ricordi sono affilati come dei coltelli.
Ma l’ambra si specchia nello smeraldo e lo smeraldo si
riflette nell’ambra con
una naturalezza tale da non incutere più alcun
timore… e tutte le esitazioni
vengono annullate del calore che emanano i vostri corpi nudi, dalle
bocche che
si fondono in un bacio ancora più passionale dei precedenti
che sembra dettare
un nuovo ritmo ai movimenti e dalle mani che s’intrecciano
fra loro, ancorate a
quel legame. Ad un’unione emotiva, oltre che fisica.
"Sai che nessuno dei due dormirà stanotte, sì?"
domandi, scoppiando a
ridere contro la sua bocca e percepisci distintamente il suo sorriso,
mentre
ribalti maldestramente le posizioni accarezzando con le labbra i suoi
addominali scolpiti per poi scendere un po' più in basso e,
man mano che la
danza prosegue, ogni barriera che avete innalzato inconsapevolmente
s'infrange
lasciandovi liberi di esplorare un'intimità straniera e a
provare l'intensità
di abbandonarsi fra le braccia di un altro. Di lasciare che ogni forma
di
difesa venga abbattuta da binomi di interiorità differenti
che si armonizzano
tracciando nuovi confini, disegnando nuovi percorsi e trovando una
stabilità.
Ascoltate la canzone “Where do we draw the line” dei Poets of Fall. Io, mentre scrivevo, l’ho ascoltata fino alla nausea e il titolo della one-shot non poteva essere che questo. Sembra perfetto per loro, non trovate? ^^ Fatemi sapere se la fanfiction vi è piaciuta, perché ho intenzione di scrivere tanta roba su di loro e i consigli sono sempre ben accetti al fine di migliorare! *______*
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Farai felice milioni di scrittori.