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Autore: RLandH    25/03/2013    2 recensioni
Kagome Higurashi era una ragazza sveglia o almeno così si sarebbe definita, ed era certa che il motivo che avesse mosso sua madre a comportarsi così era valido quanto nobile, ma non poteva non sentirsi almeno in minima parte tradita. A nessuno piaceva essere sradicata dalla propria casa, dalla propria vita per un'altra città.
Kagome è costretta a trasferirsi a Tokyo (insieme alla madre ed il fratello) ed in una nuova scuola, dove finisce per intrecciare la sua vita con le più svariate personalità, Kikyo una ragazza riservata, Naraku un manipolatore, l'aspro Inuyasha di che si rivela per lei il più grande enigma e Koga ragazzo beffardo invaghito di lei e totalmente sordo ai sentimenti di Ayame. Intrecciarsi con le vicende di Jackotsu e Bankotsu amici da sempre, legati da un destino indissolubile. Ed il freddo Sesshomaru, all'ultimo anno, cinico, che incontra la dolce Rin. E Sango femminista convinta in continua lotta con Miroku all'apparenza frivolo donnaiolo. Midoriko giovane professoressa in erba che con il più scontato dei cliché finisce per invaghirsi di un suo studente, il teppista Magatsui.
Attenzione questa storia copre molti più personaggi di quelli indicati sotto o citati sopra.
InuyashaKagome principale!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Bankotsu/Jakotsu, Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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tutto ciò che c'è di semplice

Devo dire che questa storia è alquanto particolare, ne esistono di storie ambientate ai giorni nostri, quindi dire che è un’idea originale mi sembrerebbe stupido ed inutile, ma forse potrebbe essere “diversa” per qualche verso. Per esempio non voglio utilizzare OC e cercherò di non farlo, riguardo agli altri cercare di includere tutti i personaggi di Inuyasha (manga-verse o anime-verse), ma c’ho largamente provato. I principali saranno un po’ troppi, diciamo che tutti avranno la loro storia, ovviamente Kagome ed Inuyasha avranno un bel po’ di capitoli, così come Sango e Miroku, ci sarà anche Sesshomaru (senza nulla togliere a Kikyo, Naraku e Koga).

Bene, oltre a questo c’è da dire una cosa importante riguardo l’aspetto, nell’odierno giappone (o meglio ovunque) sarebbe difficile trovare personaggi con l’aspetto tipico demoniaco del periodo Sengoku dell’Inuyasha-verse, quindi troverete determinate caratteristiche più ridimensionate.

E altro appunto importante ogni capitolo sarà in terza persona ma visto dai più svariati punti di vista, saranno indicati a lato e numerati. Be i primi sono della medesima persona.

E io spero davvero che a qualcuno possa piacere, lo possa leggere e commentare. Non sarò mai una che chiede e supplica la gente, anche perché io stessa non commento quasi mai, ma se lo faceste rendereste una giovane aspirante scrittrice ed accanita fan di Rumiko Takahashi.

Bene nessuno di questi personaggi mi appartiene, ma sono tutti opera della Principessa dai Manga e chi ha lavorato all’adattamento anime di uno dei suoi capolavori (per me sarà sempre il secondo però, Ranma mi ha rubato il cuore).

Baci baci

RL&H

Ps- (Da leggere prima o dopo aver letto il capitolo, ma comunque da leggere) come noterete l’ultimo professore a comparire si riferisce a loro con i cognomi tranne nel caso di Goryomaru (quindi faremo finta che quello sia il suo cognome) e la Pantera in questione è un membro del clan delle pantare, e troverò una buona motivazione al soprannome treccino-elettrico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutto ciò che c’è di semplice

 

 

 

 

(Kagome I)

 

 

 

 

 

 

Il primo giorno

 

 

 

Kagome Higurashi era una ragazza sveglia o almeno così si sarebbe definita, ed era certa che il motivo che avesse mosso sua madre a comportarsi così era valido quanto nobile, ma non poteva non sentirsi almeno in minima parte tradita. A nessuno piaceva essere sradicata dalla propria casa, dalla propria vita per un'altra città. Ma sua madre aveva le sue motivazione: il nonno, ormai aveva raggiunto una certa età e di salute non era più così sano, sebbene si mostrasse ancora arzillo e perfettamente in salute, era solo una buona recita. Ora per di più era solo, erano quasi dieci anni che era venuta a mancare la nonna, così la madre di Kagome aveva fatto i bagagli dopo un bay-pass del padre del suo defunto marito ed aveva portato via i figli da Osaka fino ad andare a Tokyo.

Così quel giorno con l’autunno alle porte, Kagome aveva infilato la divisa alla marinaretta ed era scesa di sotto in cucina per fare colazione. Suota era dritto e nervoso sulla sedia mentre masticava la colazione come se fossero stati tizzoni ardenti, sua madre sorseggiava del tè, mentre il nonno proponeva strane reliquie che spacciava per amuleti della fortuna. “Ci servirebbero proprio” aveva commentato la ragazza, passandosi una mano tra i capelli scuri, “Il primo giorno di liceo e non conosco nessuno” si era lamentato il ragazzino, posando la testa sulla spalla della sorella, “Lo è anche per me” aveva detto la sorella, accarezzandole i capelli. Questa cosa la spaventava e non poco, nuova scuola, nuovi compagni, non più le sue amiche di sempre con cui ridere scherzare, non più un Hojo sorridente che le offriva offerte d’amore poco convenzionali e non ci sarebbero stati più fughe sotto i pianerottoli per sfuggire alla pioggia o baci rubati. Nulla.

Avevano impiegato un bel po’ di tempo per trovare la scuola, la cartina era stata di poco aiuto, che alla fine avevano seguito un paio di ragazzi con indosso lo stesso identico blazer di suo fratello. “Pensi che mi farò degli amici?” aveva inquisito timoroso Souta, “Sei al primo anno, tutti si fanno degli amici” l’aveva tranquillizzata lei, quello che la spaventava era se una ragazza al terzo anno sarebbe riuscita ad avere uno straccio di vita sociale. “In che classe sei finita?” aveva aggiunto il minore, “Seconda sezione del terzo anno” aveva ripetuto lei meccanicamente, aveva guardato per gran parte dell’estate il foglietto con i libri e le lezioni.

L’istituto Sen Goku si era mostrato a loro come alto sui cinque piani, di una certa grandezza, un enorme atrio di ingresso e almeno tre campetti, imponente agli occhi di due nuovi studenti; “Andiamo, il preside terrà il discorso di inizio anno” aveva commentato Kagome spingendo il fratello nelle mura della scuola, “Dove lo terrà?” aveva chiesto, così alla fine al ragazza si era avvicinata ad un gruppetto che ad un lato di un corridoio discuteva di qualcosa, “Scusate” aveva detto titubante, interrompendo la chiacchierata, erano tre ragazzi e si voltarono tutti verso di lei, erano alquanto alternativi, uno aveva una chioma di un finto platinato alzata in una cresta, ma il resto della testa era rasata, un altro aveva addirittura i capelli di due colori diversi, ma quello che aveva attirato la sua attenzione era stato il più normale, era alto, con un fisico abbastanza imponente, strani occhi azzurri così inusuali per l’etnia giapponese, una capigliatura scura rilegata in una coda alta. “Di sorella” aveva precisato quello con la chioma platinata, “Sapete dove terrà il discorso il preside”? aveva domandato Kagome, ignorando quell’usuale modo di riferirsi a lei, “In palestra, sorellina” aveva detto quello con la testa di due colori, con un sorriso eccentrico sul viso, “Sei nuova?” aveva domandato solamente quello con gli occhi azzurri, “Si. Sono Kagome Higurashi e mi sono trasferita da Osaka” aveva detto semplicemente la ragazza allungando la mano, quello aveva contraccambiato la stretta, “Koga Yoro. Sono onorato” aveva detto con un tono malizioso , “E’ sarei anche felice di accompagnarvi” aveva aggiunto, così la ragazza aveva annuito leggermente in imbarazzo, poi si era voltata verso il fratellino, “Andiamo Souta, il ragazzo si è offerto di aiutarci” aveva detto con un sorriso dolce.

 

Kagome si era seduta sugli spalti, mentre il fratello era stato costretto ad andare ad accomodarsi sulle sedie davanti in qualità di matricola. “Quindi Sorella, sei al terzo anno?” aveva domandato quello con i capelli di due colori, Ginta, “Seconda sezione del terzo anno” aveva risposto meccanica, “Io e Koga siamo la terza sezione, peccato sorellina” aveva detto Hakkaku, quello con la cresta, “Ma starai con me “ aveva ripreso l’altro, ma prima che Kagome potesse commentare o dire qualcosa il preside aveva cominciato a parlare, era un uomo vecchio dai capelli bianchi, che i ragazzi avevano appellato con il nome di Signor Totosai.

“Quindi quali club ci sono in questa scuola?” aveva domandato Kagome a Koga, che tra i tre le sembrava il più normale, “Tutto e di più. Kendo, Schermo, calcio, pallavolo, tennis, tiro con l’arco, tutto e di più” aveva risposto. Gli occhi della ragazza si erano accesi di una luce vispa, “Hai detto arco?” disse immediatamente, finlamente dopo molto tempo una buona notizia, amava da morire tirare d’arco, le dava un certo senso di pace e soddisfazione, non capiva perché, “Certo, Hitomiko se ne occupa” aveva detto il ragazzo dai capelli scuri, indicando con la mano una ragazza alla prime file, espressione malinconica che di batteva con un’altra abbastanza infervorata. Kagome cercò di appuntarsi bene il nome ed il volto corrispondente.

Il Preside continuò a parlare per un’altra lunga ora, fino a quando non li aveva congedati per dirigersi nelle loro classi, allora aveva seguito Ginta silenziosa e preoccupata. Seconda sezione del terzo anno, si ripeté nella sua mente, ancora una volta per renderla una cosa concreta. “Benvenuti” li accolse la professoressa con uno splendido sorriso, era una donna incantevole con una bellezza ancora sfiorita, dai capelli d’ebano e gli occhi audaci, “Buongiorno” bofonchiò lei, prima di sorpassarla. Una ragazza dai capelli rossicci era saltata in braccio a Ginta stampandole un bacio famigliare sulla guancia, un ragazzo affascinante dalla lunga treccia scura le aveva fatto l’occhiolino in modo inappropriato, una giovinetta efebica dal trucco pesante le aveva lanciato uno sguardo scettico, che lei aveva sentito a disaggio. In quell’aula tutti davano l’aria di conoscersi, tranne lei, che pareva improvvisamente attirato da lei, era come un animale in una gabbia in bella mostra allo zoo.

Una ragazza in prima fila aveva alzato lo sguardo verso di lei, ma non pareva interessata a Kagome, quanto ciò che c’era alle sue spalle, due ragazzi erano appena entrati, uno aveva lanciato uno sguardo magnetico alla ragazza seduta al primo banco, che era divenuta esangue in viso, allora si era alzata immediatamente, “Kikyo Miiko” aveva esclamato allungandole la mano, “Kagome Higurashi” aveva risposto meccanicamente la ragazza stringendo la presa. “Se ti va puoi sederti vicino a me” aveva gracchiato la ragazza, la nuova aveva lanciato uno sguardo a Ginta che parlava fitto con una ragazza dalle code fulve ed aveva annuito, “Volentieri” aveva commentato. Una ragazza gentile poteva sempre diventare una buona amica, sperava almeno. Si accomodò al suo fianco, il viso del ragazzo dai capelli scuri si fece una maschera di furore malcelato, ma non emise commenti, superandole con uno sguardo di stizza, accomodandosi dietro di loro, al fianco dell’altro ragazzo, “Buongiorno Kikyo ed anche alla tua amica” aveva detto con molta cortesia quello con un sorriso sardonico, “Anche a te, Byakuya” aveva sussurrato la ragazza con una voce addolcita.

“Bene, io sono la professoressa Midoriko NoTama” aveva detto quella donna, “Insegnate di Matematica e Fisica” aveva aggiunto, prima di scrivere alla lavagna gli ideogrammi del suo nome, con una compostezza degna di una regina, “E mi sono appena trasferita” aveva precisato, “Qualcun altro di voi è nuovo come me?” aveva inquisito, trovando solamente in Kagome un’altra povera ed ingenua nuova arrivata,  esponendola così involontariamente alle attenzioni di tutta la classe. Si era mostrata una donna abbastanza onesta di carattere, sebbene paresse a tratti severa. Al cambio dell’ora la ragazza dal viso efebico venne verso di loro, ma solo allora si accorse che non indossava l’abito alla marinaretta ma il blazer maschile. “Si può essere più sfortunati di me? Su cinque classi che vengono rimescolate ogni anno, io sia finito tre volte di fila con te?” aveva domandato incredulo quello, con un sorriso rassegnato sul viso; Kagome era interdetta a fissarlo, quello era un maschio? Non riusciva a crederci, pareva così femminile, “Si, sono felice di vederti anche io Jackotsu” aveva detto semplicemente Kikyo sollevandosi dalla sedia, “Posso mostrarti la scuola Kagome?” aveva domandato con grazia, rivolgendosi all’altra ragazza, “Con piacere” aveva risposto quella nuova. Almeno sapersi orientare un po’ sarebbe stato di una certa utilità.

Byakuya attirò l’attenzione di tutti con un fischio, “Ricordatevi che prossimamente dovremo eleggere i due capo classe” aveva detto con un sorriso sardonico, la ragazza dalle code rosse amica di Ginta annuì, “Chi sa perché penso farai di tutto per farcelo ricordare” aveva detto poi con voce melliflua ed il ragazzo le aveva fatto l’occhiolino. Kikyo e Kagome erano uscite dall’aula, “Quest’anno non so se mi sento in vena di esserlo” aveva commentato a mezza-voce l’altra ragazza, “Come?” aveva domandato quella nuova, “Rappresentante di classe” aveva detto quella, prima di spiegare che nei primi due anni si era candidata ed aveva sempre vinto quella carica, “No, se si candida Naraku, quello è un bastardo affabulatore” aveva detto poi con un certo riferimento. Kagome chiamò alla memoria i nomi dei suoi attuali compagni di classe, ricordava uno che avesse tale appellativo ma non riusciva ad associarci un volto ed alla fine non sapendo nulla di quel posto preferì tacere.

“Quella è l’aula di chimica. Di lì si prendono le scale per il terzo piano. Questa è l’aula del club di cucina” stava illustrando Kikyo con maestria, prima che scivolassero davanti ad una classe, la cui porta era aperta, lasciando così la bellavista durante la ricreazione, ma sopra l’uscio scintillava l’insegna quarta sezione del terzo anno. “Sembra che stia avvenendo il finimondo” aveva commentato con titubanza Kagome, “E’ così” aveva detto un ragazzo dall’aria semplice con grandi occhi azzurri, prima di indicare tre ragazzi che stavano litigando pesantemente, uno di questi la ragazza riconobbe come Koga Yoro, ma prima che potesse dire o fare qualcosa la sua attenzione fu catturata da un altro. “Perché litigano, Jinenji?” domandò Kikyo al ragazzone dagli occhi blu, “Vogliono essere rappresentate di classe tutti e tre” aveva detto quello, all’ora una ragazza era venuta verso di loro, l’unica cosa che Kagome aveva visto con orrore erano i capelli albini.

“Tzubaki hai tinto i capelli vedo” aveva detto Kikyo leggermente a disaggio, “Inutile che fai la gentile. Ringrazia Budda che non siamo capitate in classe assieme quest’anno” aveva sputato fuori l’altra, passandosi una mano tra i capelli chiari, “Certo” aveva sussurrato quell’altra, prima di lanciare uno sguardo preoccupato a Kagome, come ad invitarla a fare qualcosa, così la ragazza finì per presentarsi. “Cosa ti fa credere mi interessi” disse scorbutica Tzubaki, con un espressione di sufficienza e le mani arpionate sui fianchi; “Hai intenzione di candidarti come rappresentate?” aveva domandato alla fine Kikyo per spezzare la pessima aria che si era formata, “Senza te come avversaria non ci sarebbe gusto” aveva detto la ragazza dai capelli tinti, prima di rientrare con un espressione superba in viso, “Abi vuole farlo” aveva detto Jinenji, “Tende ad essere più diplomatica” aveva commentato la ragazza, indicando a Kagome nella classe una bella ragazza che leggeva un libro di ornitologia, “Ma è un bel po’ competitiva, l’anno  scorso lei e Gatnmaru hanno fatto carte false per vincere tutte le competizioni del festival” aveva aggiunto poi, “Ricordo. Quest’anno però sono finiti in due classi diverse, lui è nella terza sezione del terzo anno” aveva commentato Jinenji. “Mi sento un po’ disorientata” si era inserita Kagome, era fastidioso sentirli parlare di persone che lei non conosceva, “Siamo stati ingiusti, hai ragione” si era scusata Kikyo, prima di cominciarli ad elencare ed additare ogni ragazzo che conosceva, non che questo aveva aiutato la ragazza, nella sua testa si era formato solamente una gran confusioni di visi e nomi; aveva solo percepito che uno aveva dato dei problemi alla sua guida. “Mi accompagnereste dai ragazzi di primo?” aveva domandato alla fine, doveva assicurarsi che suo fratello stesse bene e si fosse almeno un po’ ambientato, “Certo” rispose l’altra con un sorriso amichevole.

Kagome trovò Sota durante l’intervallo che intavolava la conversazione con un paio di compagni, che quasi non se la sentì di disturbarlo, “Vi somigliate” aveva detto Jinenji, con un sorriso gentile, “Lo dicono in molti” aveva commentato lei di rimando. “Ma prima dove vivevate?” aveva chiesto poi Kikyo, “Osaka!” era stata la sua risposta, quanto le mancava, la sua famigliare casa, la sua città ed i suoi amici. La campanella suonò così i tre furono costretti a tornare ognuno nelle proprie classi. “Dei nostri compagni di classe che mi dici?” aveva domandato la nuova venuta, mentre rientrava nella propria aula seguita dell’altra, “Non è male, siamo capitati abbastanza bene, certo Hiten non è molto affettuoso” aveva commentato, prima di avvertirla anche di evitare Byakuya, lo chiamavano maestro delle illusione apposta. Kagome rimase in silenzio, ricordava chi era il secondo ma non sapeva a chi si rivolgesse per primo, del secondo non ricordava se era il ragazzo in ultima fila con lo sguardo minaccioso o quello con la treccia che li aveva fatto l’occhiolino.

“Come Kikyo non le hai detto di mettersi in guardia da me?” aveva domandato il ragazzo alle loro spalle, quello dei capelli neri, che nelle ore precedenti non aveva detto niente se non guardare stizzito loro, “Naraku ti lasciavo per ultimo” aveva commentato la ragazza con astio, Kagome si rese conto che era la prima volta in tutta la mattina che percepiva dell’astio nella voce, “Io trovo inconcepibile che tu l’abbia messa in guardia da treccino-elettrico e non da me” si era lamentato Jackotsu sedendosi di proposito sul suo banco. Kikyo li batté una mano sulla spalla, con un sorriso di circostanza, “Ma tu non dai fastidio alle ragazze” aveva commentato quella; il ragazzo con la treccia che occupava il banco in terza fila dal lato della finestra si era avvicinato a lui, “Come mi hai chiamato zuccherino?” aveva esclamato, “Guardandoti da qui, Hiten, sei proprio carino” aveva detto malizioso Jackotsu leccandosi le labbra.

“Raigekijin siediti” aveva detto il professore appena entrato in classe, era un uomo anziano ricoperto di rughe, “Certo professor Hakushin” aveva detto con un certo restio Hiten, prima di tornare al suo posto, “Onigumo …” aveva detto poi il professore, guardando nella loro direzione, Kagome aveva voltato gli occhi verso Naraku e Byakuya, “Si?” aveva detto il secondo con un tono lezioso, “Non tu, Byakuya, il tuo esimio cugino” aveva gracchiato quello, “Mi dica” aveva detto l’altro con un tono  da incantatore. “Cambia di posto con la signorina …” aveva cominciato l’adulto prima di indicare una ragazza dal lato del muro, che continuava a ticchettare con le dita sul banco, “Yorozoku” aveva commentato Hakushin, così la ragazza aveva alzato gli occhi verdi, “Perché?” aveva chiesto la ragazza, “Per evitare il duo Miiko-Onigumo” era stata la risposta del professore, così la ragazza dai capelli ramati si era alzata, afferrando i suoi libri e cambiando di posto con Naraku, accomodandosi acanto a Byakuya.

L’uomo si era guardato ancora intorno, “Goryomaro scala di un posto davanti. Pantera siediti accanto ad Hiten” aveva confermato alla fine, “Per il resto state bene” aveva commentato, sedendosi dietro la cattedra, prima di lanciare un eloquente sguardo a Jackotsu che era scivolato via dal banco di Kikyo e ritrovandosi privo del suo posto accanto a Riagekijin, occupato da una rossa dagli occhi grandi, Shunran, così si era diretto al posto accanto a Goryomaro, un ragazzo dai capelli a caschetto neri.

Il professore la guardò, “Tu devi essere la signorina Higurashi” aveva commentato quello, il tono della sua voce era ancora austero,  ma pareva essersi addolcito molto, Kagome aveva annuito, “Devi scusarmi se ti sono sembrato burbero, ma a rotazione questi ragazzi mi sono capitati in diverse combinazioni” aveva spiegato, lanciando uno sguardo d’ammonimento a Naraku, che aveva sorriso di circostanza, “Certo” disse imbarazzata Kagome, “Perché Miiko non esponi alla nostra nuova compagna brevemente il programma che hai svolto lo scorso anno di letteratura” aveva invitato il professore, Kikyo si era alzata ed aveva cominciato ad esporre l’argomento.

 

Souta aveva elogiata per un bel po’ di tempo un professore, a cui sua sorella non aveva badato molto, “Ti ho detto che lo chiamano Maestro Strofinaccio” aveva aggiunto quello, “Solo cento volte” aveva risposto Kagome, “Allora dimmi hai fatto amicizia?” aveva inquisito divertita, “Si, con Shippo, con Rin e credo di aver catturato le antipatie di Hakudoshi” aveva risposto il ragazzino grattandosi la testa, “Tu?” aveva domandato poi, “Si, con la mia compagna di banco” aveva espresso lei, un po’ anche con Ginenji e Jackotsu. Prima che potesse fare un passo una moto li aveva quasi investiti, “Attento” aveva urlato lei, il ragazzo si era tolto gli occhiali da sola, mostrando i più bei occhi che lei avesse mai visto, luminoso miele, “Strega,fa attenzione” aveva detto burbero il ragazzo, prima di accendere il motore e ripartire. Kagome rimase interdetta, ritenendo quel comportamento alquanto sgarbato, “Stai bene?” aveva domandato Souta, “Tranquillo” aveva commentato la ragazza, infilando un ciuffo di capelli dietro l’orecchio, seguì con gli occhi la strada lasciata dal motociclista, lungo il percorso aveva visto Kikyo, mantenere lo sguardo nella sua medesima direzione. Pensò fosse sospetto.  

 

 

[Nel prossimo capitolo se ci sarà: Kagome II e a scanso di equivoci dovrebbe chiamarsi “Il ragazzo aspro come una scorza di limone”]

   
 
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