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Autore: Fenna the Thaumaturge    25/03/2013    0 recensioni
Quella notte nel castello dell’Organizzazione XIII l’aria si era fatta pesante, come se un’entità sconosciuta galleggiasse sospesa nel vuoto. Era tarda notte, ed ormai non si sentiva più nessuna voce.
L’unica luce visibile era come sempre quella di Kingdom Hearts, che risplendeva con il suo solito bagliore splendido ed inquietante al tempo stesso.
Però, ecco un movimento. A quanto pare, non tutti stavano dormendo.
Un mantello nero passò velocemente attraverso i corridoi del castello, per arrivare dove di solito ci si riuniva per prendere le missioni. Si avvicinò alla vetrata e si sedette.
Questa persona era incappucciata, e non le si poteva scorgere il volto.
Solo un sottile ciuffo biondo spuntava da sotto il cappuccio.
La figura emise un lieve, e quasi inaudibile sospiro.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axel, Larxene
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quella notte nel castello dell’Organizzazione XIII l’aria si era fatta pesante, come se un’entità sconosciuta galleggiasse sospesa nel vuoto. Era tarda notte, ed ormai non si sentiva più nessuna voce.
L’unica luce visibile era come sempre quella di Kingdom Hearts, che risplendeva con il suo solito bagliore splendido ed inquietante al tempo stesso.
Però, ecco un movimento. A quanto pare, non tutti stavano dormendo.
Un mantello nero passò velocemente attraverso i corridoi del castello, per arrivare dove di solito ci si riuniva per prendere le missioni. Si avvicinò alla vetrata e si sedette.
Questa persona era incappucciata, e non le si poteva scorgere il volto.
Solo un sottile ciuffo biondo spuntava da sotto il cappuccio.
La figura emise un lieve, e quasi inaudibile sospiro.
 
Ma un’altra figura era sveglia quella notte.
Questa si diresse verso la stessa stanza dell’altra.
Quando vide che qualcuno era già presente, rallentò il passo, e le si avvicinò.
La sua espressione diventò sorpresa quando riuscì a scorgere il viso di quella persona sa sotto il cappuccio.
E anche l’altra figura assunse un’espressione, prima sorpresa, e poi adirata.
 
-Che ci fai tu qui, Axel?- disse la figura seduta.
-Potrei chiederti la stessa cosa, Larxene. –Ribatté Axel.
Lei che si era voltata per guardarlo, si girò nuovamente verso la vetrata.
-Non sono affari tuoi. E poi anche tu non dovresti essere qui a quest’ora.- disse.
Axel si grattò dietro la testa e si sedette accanto a Larxene.
-Non riesco a dormire.- spiegò.
Dopo qualche secondo Larxene disse:
-Nemmeno io.-
Axel si girò un momento verso di lei.
Guardò i suoi occhi attraverso il cappuccio, e gli parve che fossero stranamente cupi, almeno più di quanto lo erano di solito, come se qualcosa la tormentasse, cosa che gli parve strana, perché generalmente era Larxene a tormentare, e non a essere tormentata.
Lei si accorse dello sguardo di lui, e si tirò giù il cappuccio.
-Perché mi guardi in quel modo?- disse.
Axel la guardò dritto negli occhi.
-Tu non stai bene, vero?-
Larxene assottigliò gli occhi.
-Che cosa ne vuoi sapere tu di come sto io? E poi cosa vuol dire “tu non stai bene”. Ti sei già scordato che noi non possiamo stare ne bene, ne male, non proviamo niente!- buttò quella frase fuori tutto d’un fiato.
Axel inclinò leggermente la testa e continuò a parlare come se lei non avesse detto niente.
-Ti dispiacerebbe dirmi che cos’hai?-
Larxene assunse un’espressione irritata e disse:
-Se ti dico che cos’ho, la smetterai di tormentarmi?-
Axel fece di si con la testa.
Larxene sospirò, ed anche quel gesto stupì Axel.
Non l’aveva mai vista in atteggiamenti sconsolati o altro. Lei era sempre dura e impassibile.
Ma si ricordò che dopotutto, tutti loro erano stati umani, delle vere persone con dei sentimenti, un cuore, un passato e dei ricordi. Perciò continuò a guardarla senza dire nulla.
-E colpa di Marluxia.- disse.
Axel non capiva.
-Che cosa intendi dire? Pensavo che tu e lui andaste più che d’accordo.-
-È questo il punto.- disse prendendo un respiro profondo, come se le mancasse l’aria.
-Quello che ti dirò ora non dovrà uscire mai dalla tua bocca, non dovrai dirlo assolutamente a nessuno, altrimenti giuro che ti ucciderò con le mie stesse mani, chiaro?-
Axel annuì.
-Credo…di provare qualcosa…per Marluxia.-
A quelle parole Axel sbarrò gli occhi.
-Dici sul serio?-
-No guarda, ti sto prendendo per il culo, certo che dico sul serio! E so anche che è una cosa impossibile, perché noi non proviamo niente, quindi io non posso provare nulla nemmeno per lui! Eppure questo pensiero fisso di volere qualcosa di più da lui, un gesto di affetto, qualcosa, qualsiasi cosa, non se ne vuole proprio andare. Ed io mi sento così stupida e debole, dannazione!-
Lei lo fissò negli occhi.
-Questa non sono io Axel, non sono mai stata così, è la prima volta che provo tutto questo! Ma è una situazione troppo complicata e che non capisco, e questo mi fa imbestialire, sempre che possa farlo.-
Lui la guardò con uno guardo stranamente addolorato.
-Anche io.- disse.
-Anche tu, cosa?- disse lei.
Axel le sorrise.
-Anche io sono nella tua stessa posizione, provo questa cosa per una persona, che probabilmente non ricambia, e che non ricambierà mai, e mi sento come chiuso in un limbo, che da una parte non mi permette di provare nulla, e dall’altra mi dice che invece questa sensazione che provo è vera come l’aria che respiro.-
Lerxene assunse un’espressione stupita.
-Anche tu…- lo fissò negli occhi ed il suo sguardo parve addolcirsi un pò. -È Roxas, vero?-
Axel abbassò leggermente lo sguardo.
-…si.-
In quel momento entrambi si sentirono paradossalmente meno soli di prima, ma anche più soli.
Si voltarono verso la vetrata.
-Axel…-
-Si?-
-Posso chiederti un enorme favore?- disse Larxene con una voce leggermente vacillante. Come se volesse chiedergli qualcosa che andava contro i suoi principi.
-Dimmi.-
Larxene si voltò verso di lui.
-Vieni a letto con me.-
 
Il resto della notte nessuno dei due dormì.
Lasciarono fluire tutte le loro frustrazioni ed i loro dubbi, sotto le coperte, fra morsi, abbracci ed urla trattenute, maledicendo e contemporaneamente amando le persone che gli facevano fare questo.
Amare quando si è un nessuno è impossibile. E questo lo sapevano.
Per quanto effimera, per quella notte, la sensazione di poter provare qualcosa senza paura, li cullò fino a quando non finirono la loro danza sfrenata.
Il mattino dopo, quando si svegliarono, si guardarono negli occhi senza dire niente, perché quella notte avevano imparato una lezione preziosa.
Entrambi si cambiarono e andarono a prendere le loro missioni della giornata.
Axel salutò Roxas come sempre.
E Larxene fece lo stesso con Marluxia.
Quella mattina però, l’aria non era più pesante, ma portava con se una nuova speranza, che come un miracolo, aveva risollevato gli animi di due Nessuno, ormai sull’orlo di rompersi.
E nelle loro menti, come coordinate da un maestro invisibile, si affacciò lo stesso pensiero rivolto a chi quella notte, aveva alleviato un po’ del dolore che lo attanagliava.
 
-Grazie.-
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice
 

 
Buongiorno a tutti! Qui è Lerine che parla! Prima di tutto vi ringrazio per aver letto questa fanfic, ovviamente anche le recensioni sono apprezzate! :)
L’idea di questa ff è nata per puro caso, mentre cercavo di addormentarmi una notte, mi è venuta in mente, perciò ho deciso di buttarla giù, per vedere come veniva! Personalmente non supporto la coppia Axel/Larxene, ma ho voluto provare lo stesso a cimentarmi in questa impresa.
Per quanto riguarda le coppie Larxene/Marluxia e Axel/Roxas, quelle si che mi piacciono!
Invece per l’idea di far intendere che hanno fatto cough*sesso*cough insieme…non uccidetemi!
Come ho già detto, mi è venuta in mente mentre tentavo di dormire, perciò la mia mente non era proprio lucida. Nonostante tutto però, sono molto soddisfatta di come sia venuta!
Detto questo, alla prossima!
 
Lerine
   
 
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